"Stare insieme agli altri" è bello ed importante, specialmente se è una compagnia di persone con le quali ti trovi bene e con le quali hai interessi ed aspirazioni comuni, ed allora desideri incontrarti spesso con loro. A volte si incontrano altresì persone interessanti, persone interiormente ricche e cordiali, con le quali "si parla bene", che ti fanno sentire a tuo agio e dalle quali si impara sempre molto. Sono "incontri importanti" questi, e non se ne fanno molti nella vita. Avete voi già fatto degli incontri importanti e significativi con persone che valeva veramente la pena di conoscere e che hanno "lasciato un segno" nella vostra vita?
I quattro vangeli, che riportano la vita e l'insegnamento del Signore Gesù, potrebbero anche essere descritti come il resoconto di innumerevoli incontri, incontri di uomini, donne, bambini, d'ogni età e condizione: con chi? Con la persona più importante che mai avessero potuto incontrare. A volte casualmente, a volte espressamente, essi incontrano il Salvatore Gesù Cristo e, dopo questo incontro, la loro vita non sarà più la stessa, sia che lo accettino e continuino a "frequentarlo", sia che lo respingano. Indubbiamente Gesù "lascia un segno" in coloro che Lo conoscono da vicino, anzi, incontrare Gesù vuol dire determinare tutto il nostro destino, temporale ed eterno!
Delle tante persone che si incontrano con il Signore Gesù nei vangeli, vorrei leggervi quest'oggi il caso di coloro che per primi diventeranno Suoi discepoli, e che troviamo nel vangelo di Giovanni, al primo capitolo.
"I due discepoli [di Giovanni], avendolo udito parlare, seguirono Gesù. Gesù, voltatosi, e osservando che lo seguivano, domandò loro: «Che cercate?» Ed essi gli dissero: «Rabbì (che, tradotto, vuol dire Maestro), dove abiti?». Egli rispose loro: «Venite e vedrete». Essi dunque andarono, videro dove abitava e stettero con lui quel giorno. Era circa la decima ora. Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito Giovanni e avevano seguito Gesù. Egli per primo trovò suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» (che, tradotto, vuol dire Cristo); e lo condusse da Gesù. Gesù lo guardò e disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; tu sarai chiamato Cefa» (che si traduce «Pietro»). Il giorno seguente, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo, e gli disse: «Seguimi». Filippo era di Betsàida, della città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazareth, figlio di Giuseppe». Natanaele gli disse: «Può forse venire qualcosa di buono da Nazareth?» Filippo gli rispose: «Vieni a vedere». Gesù vide Natanaele che gli veniva incontro e disse di lui: «Ecco un vero Israelita in cui non c'è frode». Natanaele gli chiese: «Da che cosa mi conosci?» Gesù gli rispose: «Prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto il fico, io ti ho visto». Natanaele gli rispose: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele». Gesù rispose e gli disse: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, tu credi? Tu vedrai cose maggiori di queste». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico che vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo» (Gv. 1:37-51).
Qual è la cosa più importante di tutta la fede cristiana? Me lo chiedo spesso quando rifletto sul mio compito di predicatore e di insegnante.
Le prediche. Ogni domenica ho il privilegio e la responsabilità della predicazione. La Bibbia assegna grande importanza alla predicazione e per me è pure importante. In essa deve essere annunciata ed applicata la Parola di Dio tanto da diventare essa stessa, la predicazione, Parola di Dio e non semplicemente parola del predicatore. La Parola di Dio è ricchissima di argomenti, tocca ogni aspetto della vita, rivela chi è Dio, chi siamo noi, annuncia la via della salvezza: ci sono tante cose che si possono dire in una predica! Non dimenticherò mai, però, chi una volta disse ai predicatori: "Predicate come se chi vi ascolta fosse capitato li per caso e non avesse più l'opportunità di udire ancora un'altra predicazione. Che cosa gli direste? Certamente vorreste che udisse ciò che in assoluto per lui più contasse e che non dovrebbe mai dimenticare". Che cos'è la cosa più importante che quest'uomo dovrebbe udire e mai più dimenticare?
La scuola. Ogni settimana ho il privilegio e la responsabilità di insegnare a bambini ed a ragazzi il contenuto della fede cristiana nell'ora di religione e dei confermandi. Cerco di comunicare loro la conoscenza della Bibbia, perché in essa Dio ci parla, come pure la conoscenza delle dottrine cristiane, lo specifico della nostra fede. Nomi, date, racconti, generi letterari, l'esposizione sistematica della nostra fede nell'essenziale e nel particolare. I dati da ritenere sono molti e c'è rischio di perdersi: che cos'è però in tutto questo la cosa più importante che essi dovrebbero ritenere, ricordare, anche anni dopo il termine di queste lezioni? Qualcuno mi ha detto che non si ricorda più che cosa il pastore gli aveva insegnato durante tanti anni di scuola, di ore di religione e per confermandi. O meglio, una sola cosa non aveva dimenticato: i canti negro-spiritual che questo pastore aveva loro insegnato... E' questa l'unica cosa importante che meritava essere ricordata dopo tutti quegli anni di scuola? Qualche volta io dico che - come insegnante - vorrei che almeno i miei scolari si ricordassero come avessi io preso la fede cristiana seriamente e con coerenza. E' questa la cosa più importante che essi giammai dovranno dimenticare?
Gli incontri sociali. Nella comunità cristiana gli incontri sociali sono importanti: è importante incontrarci con gli altri, parlare, scambiarci idee, esperienze, confrontarci con i nostri problemi comuni, discutere. E' bene che fra di loro si incontrino i bambini, i giovani, gli anziani, le donne, gli uomini. E' bene l'incontro delle corali, è bene l'incontro dei maestri o di qualsiasi altra categoria sociale. E' bene anche la ricreazione o qualunque altra attività promozionale. Ci si ritrova in casa persino per promuovere la vendita di contenitori di plastica e di profumi... Nell'ambito della comunità cristiana, però, chiediamoci, l'incontrarsi è fine a sé stesso? Ci si incontra perché la socialità è un valore importante oppure ci dovrebbe essere qualcos'altro che sia l'obiettivo ed il fine ultimo di ogni incontro? Che cos'è questo "qualcosa"?
Già... predicazioni, lezioni scolastiche, incontri vari, programmi mirati... la cosa più importante in tutto questo ed anche senza tutto questo, sapete che cos'è? E' la necessità assoluta, improrogabile, la questione davvero "di vita o di morte" che ciascuno di noi si incontri personalmente ed a livello esistenziale con il Signore e Salvatore Gesù Cristo, Colui che Dio ha mandato come unico mezzo per salvarci dalle conseguenze temporali ed eterne del peccato.
Bambino, ragazzo, giovane, uomo, donna, anziano, a qualunque categoria sociale o professionale tu appartenga: è questione di vita o di morte che nella tua vita tu incontri il Signore e Salvatore Gesù Cristo, che tu Lo conosca sempre meglio tanto da stabilire con Lui un rapporto così significativo da poter ricevere di fatto quelle virtù, quelle benedizioni, quei benefici che solo Lui ti potrà dare.
Predicazioni, lezioni, incontri sociali, sono importanti ed hanno - nel contesto della comunità cristiana - notevole valore, ma si tratta pur sempre di un valore secondario, perché la vita della chiesa cristiana ha un solo obiettivo ultimo: l'incontro personale e "terapeutico" della creatura umana con Cristo, promuovere questo incontro, coltivare questo incontro, approfondire questo incontro, comprenderne sempre meglio il valore e le virtù. Tant'è vero che se questo incontro personale non avviene, se questo incontro personale non viene promosso o sollecitato, la predica è inutile, l'ora di religione è tempo sprecato, l'incontro sociale lascia il tempo che trova... La vita è breve ed anche molto fragile. Oggi ci sei, domani non ci sei più... Quanto spesso noi sprechiamo il nostro tempo in cose futili o anche solo di secondaria importanza!
Tutto è tempo sprecato se prima non hai stabilito un rapporto significativo con il Salvatore Gesù Cristo, in cui solo puoi trovare salvezza eterna. L'incontro significativo con Cristo è urgente e di assoluta priorità. Se non incontri Cristo Gesù a livello esistenziale, se Cristo non diventa presto il tuo Signore e Salvatore, Colui che determina la tua vita, non solo qualsiasi altra cosa sarà uno spreco di tempo, ma anche la tua vita si rivelerà del tutto sprecata, rovinata, te la sarai giocata irrimediabilmente come alla roulette!
Qualcuno pensa - e anche giustamente - che tutte le iniziative e le attività della chiesa o dei pastori abbiano "un secondo fine", e per questo ...le evitano accuratamente. Ho sentito persino dire una volta da una madre di famiglia a suo figlio: "Non essere tanto amico del pastore, non accettare di andare con lui in pizzeria o al cinema perché poi ...ti sentirai in obbligo morale di andare al culto la domenica!". E io commenterei: questa senza dubbio è la più grave disgrazia del mondo...
Ma a parte la stupidità cronica di certa gente, io dico: giochiamo a carte scoperte. Si, la chiesa e anche i pastori hanno un secondo fine... anzi, il fine primo e il fine ultimo per tutto quello che fanno: non riempire la chiesa e avere "dei clienti" (tanto per usare certe nauseanti espressioni che si sentono in giro), ma promuovere l'incontro personale di bambini, giovani, donne, uomini, anziani con il Signore e Salvatore Gesù Cristo, il che è l'unica cosa che alla fin fine conti per la vita umana.
Si, io ho un secondo fine per tutto quello che faccio (prediche, scuola, radio, televisione, articoli sul giornale, computer, incontri sociali, amicizie), anzi, un unico fine, e non me ne vergogno. Qual è? Accompagnare la gente presso Gesù affinché in Lui trovi salvezza. Si, salvare la gente dalle conseguenze ultime dei loro peccati, del che spesso non se ne rendono conto, avvicinarle a Cristo, fare loro conoscere e instaurare un rapporto con Cristo. Questo è l'unica cosa che importi per questa nostra miserabile esistenza.
Ho "un secondo fine": amarli tanto da far loro conoscere Gesù affinché essi giungano finalmente alla salvezza, ....e tanti non hanno la minima idea di quanto per loro sarebbe importante avere un rapporto autentico con il Signore e Salvatore Gesù Cristo! Che cos'è al mondo più importante che la nostra salvezza eterna? Non voglio perdere tempo con cose di secondaria importanza. Certo, facciamole pure, ma solo dopo esserci accertati di aver fatto ciò che è di primaria importanza!
Nel testo biblico che abbiamo letto all'inizio abbiamo importanti indicazioni sul necessario nostro incontro con Gesù.
1. Venire e vedere. Ecco due discepoli di Giovanni. Sono due persone che amano Dio ed intendono essere a posto con Lui. Hanno riconosciuto e confessato che la loro vita non era conforme alla volontà di Dio e nel battesimo di Giovanni avevano inteso impegnarsi a novità di vita. Il loro ravvedimento però non era sufficiente, dovevano incontrare Gesù, affinché Lui li rigenerasse la loro vita e li conducesse a Dio. Gesù è infatti la via, la verità e la vita. Avendo udito parlare Gesù lo seguono. Dicono: "Accertiamoci di persona se è vero quel che dice". "Dove abiti?" chiedono a Gesù. "Vorremmo conoscerti più da vicino". E Gesù a loro: "Venite e vedrete". Si, "Venite ed accertatevi di persona che quanto avete udito è vero!".
Quanti oggi hanno "udito parlare" di Gesù, ma non si sono mai accertati di persona che Egli è venuto per impartire vita significativa ed eterna. "Venite e vedrete, non ne rimarrete delusi!". "Essi dunque andarono... videro... e stettero con Lui". Si, se "segui" Gesù, se constati di persona, se fiduciosamente "sperimenti" allora da Lui non ti staccherai mai. Troverai che non c'è nulla di meglio al mondo, che rispetto a Lui, a quello che Egli è e dà, tutto il resto è del tutto secondario... E' stata ed è la mia esperienza.
2. Condurre a Gesù. "Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito Giovanni e avevano seguito Gesù" e dopo aver fatto l'esperienza che davvero Gesù è il Messia, il Salvatore del mondo, Andrea non può trattenere per sé questa scoperta, ma la condivide anche con suo "fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» (che, tradotto, vuol dire Cristo); e lo condusse da Gesù". "Ho trovato Colui che Dio ha consacrato per la salvezza umana. Non lasciamoci sfuggire questa opportunità!". E che cosa fa Andrea? Conduce suo fratello Simone a Gesù. Se hai trovato la cosa, anzi, la persona più importante del mondo, e più importante per il destino ultimo della tua vita, come non diffondere anche agli altri questa notizia, come non condurre anche loro da Gesù. C'è chi "si vergogna" di parlare agli altri di Gesù. Tutto questo è insensato: se ami qualcuno e davvero ti importa di lui, certamente - se puoi - condividi con lui ciò che è importante. Condurre una persona da Gesù è l'atto d'amore più importante che potresti fare nella tua vita.
3. Una trasformazione interiore. Gesù appena vede Simone, lo guarda fisso in volto, legge nel suo cuore il suo carattere e problemi e gli dice: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; tu sarai chiamato Cefa" (che si traduce «Pietro»). Che senso ha questo "cambiamento di nome"? Notate quel "tu sei" e quel "tu sarai", quasi a dire "tu sei 'in un certo modo' e io mi prenderò cura di te affinché tu diventi una persona nuova". E' proprio ciò che il Salvatore fa con i Suoi discepoli. Prende ciascuno di noi con i propri vizi, i propri difetti, i propri peccati, il proprio carattere, e "lavora su di noi" per renderci gradualmente quello che dovremmo essere davanti a Dio. Gesù prende in questo caso Simone e "lo modella" come il vasaio con l'argilla, per farlo diventare "Pietro", una "roccia". Prende il suo carattere e lo modella per stabilirlo fermamente e da incerto renderlo determinato, da debole a forte, da pauroso a coraggioso, da confusionario a ordinato, nella mente, nel cuore, nell'anima. Non è meraviglioso che Cristo possa fare di noi delle persone nuove? Quanto spesso noi non piacciamo a noi stessi, ma Cristo può trasformarci in giustizia e santità!
4. Il dubbioso. La catena di rapporti e di incontri si allunga. Gesù trova Filippo e gli dice di seguirlo, e anche Filippo trova in Gesù quello che il suo cuore da sempre aveva cercato. Anche però Filippo condivide la sua scoperta, e va da Natanaele. Anche Natanaele avrebbe bisogno di Gesù. Filippo gli dice: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazareth, figlio di Giuseppe». Natanaele però è un tipo sospettoso tendente a dubitare, come tanti fra noi, e dice: "Può forse venire qualcosa di buono da Nazareth?". E' come se dicesse: "Conosco Nazareth. Ci sono certi tipi là... Ma pensa un po' se quello è il posto da cui viene il Salvatore! Io sono cauto, non mi entusiasmo subito, voglio bene accertarmi che cosa sia questa novità". Natanaele è una persona seria e considerata. Quando incontrerà Gesù, Gesù lo loderà per questo, dicendogli: «Ecco un vero Israelita in cui non c'è frode». E' come se gli dicesse: fai bene ad andarci cauto con tutto quel che c'è e si sente in giro, ma come in te c'è sincerità e non frode, voglio che tu sperimenti in prima persona che davvero io sono quel che dico di essere e che neppure in me c'è frode. Natanaele accoglie l'invito di Filippo: "Vieni a vedere", ed anche lui farà l'esperienza della verità di ciò che si trova in Gesù.
5. Ci conosce a fondo. Natanaele scopre che Gesù lo conosce molto meglio di come lui conosca sé stesso. Gesù è Dio con noi, e Dio è il Creatore e il Sostenitore di ogni vita e ci conosce a fondo. Il fatto che Gesù già sapesse di Lui, Natanaele, e che già avesse visto come si conduceva e il suo stesso carattere, lo sconvolge e solo già da questo viene portato ad una grande confessione di fede: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele». E Gesù a lui: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, tu credi? Tu vedrai cose maggiori di queste». Ben più di questo Natanaele vedrà quando seguirà Gesù come Suo discepolo, questo ed altro, e sarà meraviglioso scoprire di volta in volta tutte le dimensioni della Persona di Gesù, il Suo amore, la Sua disponibilità, la Sua forza. C'è tutto un mondo meraviglioso da scoprire in Gesù.
6. Il cielo aperto. Quando il patriarca Giacobbe fuggì da suo fratello Esaù per recarsi in Mesopotamia, un giorno "giunse in un certo luogo e vi passò la notte, perché il sole era già tramontato. Prese una delle pietre del luogo, se la mise per capezzale e lì si coricò. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la cima toccava il cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano per la scala. Il Signore stava al di sopra di essa" (Ge. 28:11-13) e gli parlò tornando a promettergli le benedizioni che già aveva promesso ad Abramo. "Quando Giacobbe si svegliò dal sonno, disse: 'Certo il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo!' Ebbe paura e disse: 'Com'è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo" (Ge. 28:16-18).
A Natanaele Gesù promette che al Suo seguito Egli scoprirà grandi cose di cui ancora nemmeno si immagina. Scoprirà che Gesù è "la porta del cielo" e "la casa di Dio".
Noi tutti possiamo arrivare a questa stessa scoperta ed esclamare anche noi come Giacobbe: 'Certo il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo!'.
L'incontro con Gesù - a livello personale, esistenziale - non solo quindi è importante, ma è essenziale per ciascuno di noi, è prioritario. Dicevamo all'inizio della nostra riflessione che a volte si incontrano altresì persone interessanti, persone interiormente ricche e cordiali, con le quali "si parla bene", che ti fanno sentire a tuo agio e dalle quali si impara sempre molto. Sono "incontri importanti" questi, e non se ne fanno molti nella vita. Avete voi già fatto degli incontri importanti e significativi con persone che valeva veramente la pena di conoscere e che hanno "lasciato un segno" nella vostra vita? Ma soprattutto: Avete voi incontrato la persona di Gesù Cristo? Questo è ciò che più conta nella nostra vita. Egli non solo "lascerà un segno" nella nostra esistenza, ma determinerà il nostro presente ed il nostro futuro. Non sprechiamo il nostro tempo in cose e questioni secondarie senza esserci accertati di aver fatto "la cosa che più conta". Fate in modo di incontrare il Signore Gesù, promuovete un rapporto sempre più intenso e significativo con Lui e scoprirete in questo il senso della vita!
Potremo allora cantare con convinzione quella canzone che dice: "Per me Signor, conoscer te, è vivere. Conoscer te Signor, conoscerti di più. Per me Signor, conoscer te è vivere" (Lodiamo & Adoriamo, 115).
[Paolo Castellina, sabato, 5. ottobre 1996. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Versione Nuova Riveduta, società Biblica di Ginevra, 1994].