Indaffarati ad edificare?


L'importanza della casa

Nei nostri paesi molti cantieri aperti e muratori all'opera sono segno dell'aspirazione di molte famiglie giovani e non più giovani ad avere una casa propria in cui abitare, costruita secondo i propri gusti ed esigenze. Essa è pure un grosso impegno finanziario, per questo è importante la questione dei fondi a disposizione e dei mutui da ricercare. Importante è la scelta di un buon architetto che ne disegni il progetto e di un'impresa di costruzioni che lavori con perizia ed onestà. Dove costruirla (il terreno) è altresì questione rilevante, la scelta dei materiali da usare, la consistenza delle fondamenta, il tipo di tetto... vi sono le esigenze dei comuni, il problema delle infrastrutture ecc. Insomma, il problema della casa è una questione importante da diversi punti di vista, come valore pratico ed anche ideale per il significato che assume nella cultura in cui viviamo.

Sono sicuro che aver attirato la vostra attenzione al "problema della casa" suscita in voi così tanti pensieri e forse anche preoccupazioni, da correre io il rischio quest'oggi di distrarre la vostra mente su una questione certo importante, ma che non è l'obiettivo primario del messaggio che il Signore mi ha messo in cuore di trasmettervi quest'oggi.

Desidero però che voi visualizziate nella vostra mente l'immagine di una casa in costruzione proprio perché essa, la casa, è una figura ricorrente nella Bibbia come analogia di verità spirituali per noi altrettanto importanti - se non di più - della nostra abitazione terrena.

Ad esempio, penso a quanto l'apostolo Paolo dice nella seconda lettera ai Corinzi, riferendosi al nostro corpo terreno: "Sappiamo infatti che se questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mani d'uomo, eterna, nei cieli" (5:1). Questo versetto mi fa pensare che lo stesso e maggiore zelo che abbiamo verso la nostra casa terrena dovremmo altresì averlo per la nostra futura "casa celeste", cosa che purtroppo molti prendono troppo per scontata oppure alla quale non pensano affatto, commettendo così un errore fatale.

C'è però un'altra "casa" a cui fa riferimento la Bibbia, una "casa" di questo mondo, ed è quella a cui fa riferimento l'Apostolo nel testo biblico che ora vi leggerò, tratto dalla prima lettera ai Corinzi, capitolo 3, dal versetto 9.


"Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra. Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra; poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù. Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno. Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco" (1 Co. 3:9-15).


La comunità cristiana

La "casa" alla quale l'Apostolo qui fa riferimento, ed alla quale assegna grande importanza è la comunità cristiana locale, l'organismo vivente di quegli uomini, quelle donne, e quei bambini che Dio ha chiamato, in un certo luogo, ad essere un popolo particolarmente a Lui consacrato, destinato a testimoniare nel loro ambiente che cosa significhi che Dio regna nella loro vita. La "casa di Dio", infatti, in questo mondo, è la comunità di quelle persone che, come "pietre viventi", Dio estrae dalla massa amorfa di questo mondo, quelle "pietre" che Egli "scalpella", adatta e mette armoniosamente insieme, per servire ad un grande scopo: ospitare la verità, l'amore, la pace, la giustizia, la solidarietà, ...ospitare Dio stesso come il Suo "tempio vivente". La "casa di Dio", infatti, la chiesa cristiana, non è tanto un edificio di cemento, ma è l'organismo vivente di quelle creature umane che vivono avendo ora davanti a sé un nuovo scopo per vivere: la gloria di Dio e la condivisione dei meravigliosi benefici della Sua presenza. Già da questo potete certo intendere come edificare questa casa sia altrettanto se non più importante che edificare la nostra abitazione terrena. Seguiamo però con attenzioni le espressioni usate, a questo riguardo, dall'Apostolo nel nostro testo. Esso infatti contiene molte indicazioni per noi importanti.

A. Il corpo e chi se ne prende cura

"Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio" (9).

1. Il compito della chiesa del Signore. Corinto era una grande città della Grecia antica ed il messaggio dell'Evangelo di Gesù Cristo era giunto in quel luogo attraverso l'opera missionaria dell'apostolo Paolo, seguito poi da altri servitori di Cristo, fra cui Apollo. La grazia di Dio aveva voluto così che li sorgesse una bella comunità cristiana, spiritualmente ricca, feconda e dinamica che, come una viva luce nelle tenebre di quella città, avrebbe illuminato con la conoscenza di Dio la vita di quella popolazione. La Scrittura parla infatti della comunità cristiana come di "edificio di Dio", "...la casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità" (1 Ti. 3:15). Notate però anche come Paolo estenda l'analogia della comunità cristiana da "casa, edificio" a "campo di Dio" quasi a sottolinearne non la staticità, ma il carattere organico, di organismo che, dopo essere nato in quanto tale, deve essere nutrito e crescere, giungere a maturazione, e questo certo non può avvenire dall'oggi al domani!

2. La grandezza di un compito. Gli apostoli, missionari, evangelisti, pastori, maestri, diaconi ecc. vengono qui definiti servitori di Dio, operai al Suo servizio, inviati da Lui per fondare ed edificare la comunità di uomini, donne e bambini che in quella città avrebbero dovuto essere un'autentica "ambasciata" del Regno di Dio. Essi erano come "muratori" dello speciale edificio che è la chiesa cristiana locale. Questo mi suggerisce:

(1) quanto sia importante l'opera che i servitori di Dio svolgono. In essa i ministri di Dio devono usare massima diligenza, "perizia", consapevoli della serietà della loro opera; come pure la comunità cristiana deve apprezzare, valorizzare e sostenere la loro funzione e lavoro consapevole di quanto sia importante agli occhi e nei progetti di Dio.

(2) Seppure i ministri cristiani siano destinati ad operare a beneficio della comunità cristiana locale e siano da essa sostenuti, essi non sono servitori, dipendenti, impiegati della comunità locale, ma in primo luogo dipendenti da Dio che li ha inviati. I Corinzi agivano come se questi ministri fossero i loro, al loro servizio, da essere misurati e vagliati a piacimento, esaltati o abbassati, ricompensati con lodi oppure redarguiti con la critica. Paolo è come se portasse via dalle loro mani questi ministri, perché sono di Dio, che compiono il Suo lavoro sotto la Sua speciale chiamata e mandato.

(3) A Corinto, poi, c'era il problema delle simpatie e dei "partiti" che si erano creati nella comunità. Uno diceva: "io sto dalla parte di Paolo", "io sto dalla parte di Apollo", "io sto dalla parte di Pietro", "io invece ...dalla parte di nessuno perché dipendo solo da Cristo"! Era (ed è ancora) un grave sbaglio, perché questi erano ugualmente ministri di Cristo. A ciascuno Dio aveva dato dei doni e dei compiti ed era assurdo diventare "seguaci" dell'uno o dell'altro, o sostenere uno a scapito dell'altro, perché il compito e l'obiettivo doveva essere comune, come Uno solo era colui che insieme servivano. Dovevano essere "collaboratori" dell'unica causa di Dio, sotto il Suo diretto comando. A confronto con Dio il ministro in sé è nulla. E' Dio che opera come Causa efficiente, essi lavorano con Dio come Suoi strumenti. Nella redenzione Dio opera nel cuore, i Suoi ministri in un altro modo, pubblicando l'Evangelo alle orecchie.

B. La maestria dei ministri e il buon fondamento

"Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra. Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra (10), poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù" (11).

1. In modo degno dei fondatori... Si, l'apostolo Paolo, per grazia di Dio, ha indubbiamente compiuto l'opera di Dio a Corinto con perizia. Rimane ora la solenne responsabilità di chi continua il lavoro di vedere che prosegua il lavoro in modo ugualmente esperto. Paolo usa tre metafore: egli è "colui che ha piantato" (6), "il fondatore" (10), "colui che ha generato (4:15). Apollo e il resto sono "coloro che annaffiano", "coloro che proseguono i lavori", e i "tutori" della comunità. Questo è un insegnamento ed un'ammonizione importante per tutti coloro che, in una certa generazione, sono responsabili di una comunità cristiana locale dalle origini antiche (ma non solo). E' un messaggio particolarmente centrato per le chiese evangeliche "storiche", come si usa dire oggi. I fondatori di queste chiese hanno versato lacrime, sudore e anche sangue per dare alla luce queste comunità. Ne siamo noi i "degni successori" oppure, magari celebrando le glorie passato con grandi celebrazioni, "devastiamo" la loro opera con la nostra negligenza, faciloneria, imperizia, e persino talora tradimento di tutto ciò che aveva ispirato "i fondatori". Facciamo noi come diceva di aver fatto l'apostolo Paolo prima della sua conversione: "Infatti voi avete udito quale sia stata la mia condotta nel passato... come perseguitavo a oltranza la chiesa di Dio, e la devastavo..." (Ga. 1:13). Si, "ciascuno badi a come vi costruisce sopra"!

2. Secondo le indicazioni del progettista... Quanto è importante poi la questione del "fondamento" di questa casa! Vi sono case che sembrano fragili, ma sono solide perché sono poggiate su un solido ed incrollabile fondamento. Altre case appaiono belle, ma sono fragili: alle prime difficoltà crollano. Una chiesa cristiana può reggere quando è fondata e vive sull'unico fondamento in grado di farla resistere alle tempeste di questo mondo: il Signore Gesù, la Parola di Dio. Il progettista deve prevedere un buon fondamento, il costruttore deve poggiarsi su un solido fondamento, i pastori ed i responsabili della comunità tutti, per fare un lavoro buono, duraturo, stabile, efficace, gradito a Dio, devono far leva sul fondamento della Parola di Dio, prenderla sul serio, aver fiducia in essa, ubbidirle conformando ad essa la vita e la testimonianza della comunità cristiana.

Perché esiste una chiesa? Per servire agli scopi fissati per essa dal suo fondatore e progettista. Può anche farsi chiamare "chiesa", ma se non dipende in tutto e per tutto per quello che fa dalle precise istruzioni di Cristo, non regge. "Ha nome di vivere, ma è morta!" dice il Signore di una chiesa menzionata nel libro dell'Apocalisse: era una chiesa priva di zelo per la Parola di Dio. Per quale scopo esistiamo come chiesa? Siamo e facciamo come il Signore della Chiesa ci comanda? Oppure giustifichiamo la nostra esistenza con criteri diversi e viviamo in modo diverso da come il Signore Gesù ha stabilito? La comunità cristiana locale ha un futuro solo se serve fedelmente il Suo Signore come Egli vuole e come Egli ha progettato, altrimenti non Gli serve a nulla e viene abbandonata da Dio! Una chiesa che scopre la sua infedeltà e se ne ravvede cambiando strada diventa una "chiesa riformata": quanto spesso però essa non è che una "chiesa deformata"! Essa non avrà alcun futuro!

3. Su che cosa edifichiamo? Un saggio costruttore edifica la sua casa sulla roccia e non sulla sabbia. La nostra vita deve poggiare su solide fondamenta, ma oggi questo principio pare non valere più. E' la ragione autonoma ad essere più che mai assunta a criterio unico di autorità, oppure la sociologia, la sapienza di questo mondo, l'agenda delle tendenze più alla moda, l'esperienza... Si nega che gli enunciati della Bibbia siano più che umana espressione di un'esperienza religiosa, condizionata dalla situazione in cui sono sorti e sono stati utilizzati. Per Gesù stesso, invece, gli apostoli e la tradizione cristiana ortodossa la verità era oggettivamente rivelata; oggi invece spesso "si va alla ricerca della verità", una verità che, per i moderni "nomadi dello spirito", allergici a tutto ciò che è stabile, è sempre più effimera ed imprendibile quando non inesistente.

Non deve allora sorprendere che, edificando sull'effimero, e intaccando sempre di più le basi spirituali giudeo-cristiane, la società occidentale sia in incipiente decadenza e che il crollo dell'intero edificio non sia che questione di tempo. Grande incertezza, mancanza di principi ispiratori, paure di ogni genere, tutto scricchiola ed oscilla, perché manca un sano fondamento che possa dirsi solido ed incrollabile. Un solido fondamento però esiste. Il nostro testo lo afferma chiaramente: "Poiché nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù". Egli è la roccia, la base immutabile su cui si potrà oggi e domani edificare stabilmente.

Non si tratta di un Cristo astratto ed interpretato a seconda dell'aria culturale che tira, ma il Cristo annunciato oggettivamente e normativamente interpretato dal Nuovo Testamento. Come affermano 19 secoli di dottrina cristiana: La Bibbia è regola suprema di fede e di condotta pienamente degna di fiducia. Paolo scrive "edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Gesù Cristo stesso la pietra angolare" (Ef. 2:20). Un tale fondamento lo dobbiamo avere e non possiamo permettere ad alcuno di portarcelo via.

C. Alla resa dei conti...

Come costruiamo la casa del Signore non è indifferente perché vi sarà sempre una "resa dei conti".

"Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia, l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno. Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco".

1. Una logica stringente. Dovremo personalmente rendere conto di noi stessi davanti a Dio: questa è una dottrina biblica inoppugnabile. Raccogliamo ciò che seminiamo già su questa terra. E' la logica stringente delle cose, che ci piaccia oppure no, perché questa "logica" è Dio che l'ha impressa nel creato. Renderemo conto a Dio anche di come abbiamo costruito e gestito la "casa" della comunità cristiana in cui Egli ci ha inseriti e nella quale Egli ci ha responsabilizzati. I pastori e gli altri "funzionari" della chiesa dovranno rendere conto a Dio del loro operato, come pure lo dovranno fare "i semplici membri di chiesa", perché tutti indistintamente siamo corresponsabili dell'andamento della "casa" che abitiamo.

2. Corresponsabilità. Vi sono membri di chiesa che si considerano nella chiesa come degli ospiti da servire e che non ritengono di avere responsabilità alcuna per l'andamento della chiesa nella quale pure sono stati battezzati e confermati... Si ritengono "osservatori esterni" eppure il loro nome compare nei registri... Se non vogliono avere responsabilità dovrebbero dare le dimissioni dalla chiesa: Dio li giudicherebbe con meno rigore... Essere però membri di chiesa comporta precise responsabilità: un giorno, quando Dio ce ne chiederà conto, quali giustificazioni daremo al nostro eventuale comportamento passivo e irresponsabile? Davanti alla perfetta giustizia di Dio non potremo accampare scuse o accusare gli altri delle *loro* inadempienze! Immaginate la scena: Dio ci chiede conto delle nostre inadempienze e noi risponderemo: "Si, ma anche molti altri facevano così... si ma il pastore era un incompetente...". E il Signore risponderà: "Che gli altri facessero altrettanto non è una scusa perché così dovessi fare anche tu... Essi riceveranno il dovuto, non preoccuparti, ma tu che cosa hai fatto, qual è stato il tuo effettivo contributo al buon andamento della casa?". "Ah ma io non avevo tempo...". "Beh, se veramente non avevi il tempo - e il che io dubito perché il tempo per le cose importanti si trova sempre, e la comunità cristiana nei miei propositi è importante - allora non dovevi neanche dichiarare di essere membro della mia chiesa...". "Ah, ma ero membro per tradizione...". Ed allora il Signore guarderà bene nel libro della Sua Parola e dirà: "Mi dispiace, ma nella mia Parola, che esprime la mia volontà per la comunità cristiana, proprio non riesco a trovare la categoria di 'membro per tradizione'. La tua giustificazione non vale!".

3. Quale sarà l'esito? Allora, come "costruisco" io sul fondamento di Cristo? "Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia...". Vi deve però essere una sovrastruttura su questo fondamento, che può essere di vario materiale: tre molto buoni e preziosi (oro, argento, pietre di valore); tre comuni e di scarso valore (legno, fieno, paglia). Quale sarà la consistenza della mia opera, della vostra opera? Perché: "l'opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno" (13). Nel giorno del giudizio l'opera di ciascun predicatore, membro del consiglio di chiesa, insegnante di scuola domenicale, organista, sacrestano, catechista, assistente sociale, maestro, padri e madri di famiglia, figli e chi più ne ha più ne metta... sarà soggetta allo scrutinio del Signore, qui assomigliato a fuoco consumante. Come ne usciremo? "Chi potrà resistere nel giorno della sua venuta? Chi potrà rimanere in piedi quando egli apparirà" (Ml. 3:2). "Se l'opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa. Se l'opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco" (15). La misericordia del Signore verso gli inadempienti? Certamente, ma non sarà cosa da uscirne a buon mercato... sarà "come attraverso il fuoco". Avete mai attraversato il fuoco?

Epilogo

Nei nostri paesi, così, molti cantieri aperti e muratori all'opera sono segno dell'aspirazione di molte famiglie giovani e non più giovani ad avere una casa propria in cui abitare, costruita secondo i propri gusti ed esigenze.... Il Signore vorrebbe vedere altrettanto e forse maggiore attivismo intorno ed all'interno della Sua casa spirituale, la comunità cristiana. La nostra dimora terrena è temporanea, mentre la nostra dimora celeste e spirituale ha valenza eterna. Per il Signore la comunità cristiana è importante. Ha fatto grandi progetti per essa. In essa ha investito molto, anzi, per la Sua chiesa ha dato in Cristo l'intera Sua vita, ha versato il Suo sangue. Nel passato ed anche oggi molti cristiani versano sangue, sudore e lacrime per edificare e vivere la Chiesa del Signore. E noi? Da noi che diciamo di farne parte, Egli non si aspetta nulla di meno.

[Paolo Castellina, venerdì, 23. agosto 1996. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Versione Nuova Riveduta, società Biblica di Ginevra, 1994].


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