La sorprendente iniziativa di Dio
Di quante persone oggi si potrebbe dire:
"Quello li sarebbe proprio l’ultimo dal quale ci si potrebbe aspettare che
si interessasse alla persona di Gesù Cristo", oppure, "Se Gesù fosse
ancora fra noi certamente quello sarebbe l’ultima persona che sarebbe andata a
cercare".
Le cose però raramente sono come noi ci
immaginiamo. Ascoltate per esempio il racconto dell’incontro di Gesù con un
uomo, di nome Zaccheo, l’uomo meno probabile che si potesse immaginare che
potesse cercare Gesù, o viceversa...
"Gesù, entrato in Gerico,
attraversava la città. Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei
pubblicani ed era ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo
della folla, perché era piccolo di statura. Allora per vederlo, corse avanti, e
salì sopra un albero di sicomoro, perché egli doveva passare per quella via.
Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: ‘Zaccheo,
scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua’. Egli si affrettò a
scendere e lo accolse con gioia. Veduto questo, tutti mormoravano dicendo: ‘E’
andato ad alloggiare in casa di un peccatore!’. Ma Zaccheo si fece avanti e
disse al Signore: ‘Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho
frodato qualcuno di qualcosa, gli rendo il quadruplo’. Gesù gli disse: ‘Oggi la
salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio di Abramo;
poiché il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era
perduto" (Luca 19:1-10).
Una grande attrazione
Qualche settimana fa anche in Bregaglia
molti sono scesi lungo la strada per vedere passare il giro ciclistico d’Italia.
Alcuni sono scesi in strada un’ora o due prima del passaggio: anch’io mi sono
lasciato prendere da quest’attesa ed insieme ai bambini sono stato lì ad
aspettare. Che cosa mi aspettavo di vedere? Difficile dirlo, perché non è che
io mi interessi di sport. Forse di partecipare al "grande evento" con
nostalgia di quando anch’io da piccolo aspettavo di veder passare la corsa:
vedere quei grandi atleti, invidiare la loro forza e costanza, e certamente,
come i bambini oggi, aspettarsi di ricevere qualche gadget dalle tante macchine
pubblicitarie che accompagnano il giro... vedere lo schieramento di polizia in
motocicletta con le loro divise luccicanti che aprono orgogliosamente la strada
ai corridori, gli elicotteri, la stampa, le telecamere... come se si trattasse
del passaggio di chissà quale grande re... E poi, dopo tanta attesa, ecco i
campioni, ed in un attimo sfrecciano via verso il lontano traguardo, fra i
battiti di mani. L’attesa è finita, l’esperienza svanisce in pochi secondi e i
bambini rimangono anche delusi per ...non aver ricevuto niente!
Erano altri tempi, è vero, Gesù aveva però
dovuto suscitare la stessa attesa fra la folla quando arrivava in un villaggio.
La sua fama lo precedeva, e sono sicuro che anche le forze dell’ordine pubblico
avevano dovuto mobilitarsi in quelle occasioni. Che cosa si aspettava la gente
da quel passaggio? Forse solo l’emozione di vederLo, di aver potuto un giorno
raccontare di "esserci stati", di "averLo visto".
L’attesa di questo famoso personaggio
eccitava gli animi. Gesù camminava fra la folla e a volte si fermava per
stringere mani e parlare con alcuni di loro. Mi ricordo ancora di una volta,
quand’ero piccolo, che era venuto nella mia città il presidente della
Repubblica ed ero andato ad attenderlo con tanti altri alla stazione, gli avevo
voluto stringere la mano e ci ero riuscito! Chissà che cosa vedevo in quell’uomo
famoso?
Quando Gesù era arrivato a Gerico, molti
erano malati e correvano a Lui per implorarLo di guarirli; molti Gli chiedevano
consiglio al riguardo delle difficoltà della loro vita, e chissà che altro!
Perché quell’interesse?
Chiediamoci però: che cosa aveva potuto
attendersi da Gesù quello Zaccheo? Che cosa gli mancava? Era sano, aveva tutto
ciò che il mondo poteva offrirgli, aveva conquistato una posizione sociale di
rilievo. Voleva forse da Gesù un qualche consiglio su come svolgere meglio i
suoi affari? Ne dubito. Che cosa aveva mai potuto spingere quello Zaccheo a
voler vedere Gesù anticonformista Gesù, quel "sant’uomo", quell’idealista
maestro di religione e guaritore, così diverso da lui, cercare di vederLo ad
ogni costo fino a salire su un albero, cosa certo sconvenevole per un uomo
della sua posizione? Una semplice curiosità?
E poi anche Gesù si interessa di Zaccheo.
Che mai poteva trovare di tanto interessante, Gesù, in un avido leccapiedi dei
Romani, un disonesto ben lontano dall’impegno religioso e che per di più aveva
tradito gli ideali del suo popolo?
Non possiamo nemmeno dire che Gesù si
fosse accorto improvvisamente di quell’omino sull’albero, perché Gesù pare
conoscerlo personalmente anche se non l’aveva mai visto prima, lo chiama per
nome. Com’è possibile che fra tutta quella folla Gesù si accorgesse e cercasse
proprio quel Zaccheo?
Zaccheo si era sentito irresistibilmente
attratto da Gesù e Gesù cercava proprio lui! L’incontro di Zaccheo con Gesù sarà
tale da trasformare tutta la vita del primo. Da questo racconto traspaiono
molte verità.
1. Un uomo alla ricerca di Dio
La prima è che Zaccheo avesse nel suo
cuore come un vuoto a forma di Dio. Zaccheo aveva cercato di riempire questo
vuoto con molte cose. Per diventare esattore delle imposte al servizio dei
Romani egli aveva dovuto svendere la sua coscienza, la sua religione e il suo
orgoglio nazionale, e per questo era diventato un emarginato fra la sua gente.
Era "la cosa da fare" per guadagnare molti soldi, "farsi una
posizione", "sistemarsi" nella vita. Aveva finalmente raggiunto
quello che desiderava, eppure, non era felice. Le sue ricchezze non erano
riuscite a soddisfare i suoi bisogni profondi. Egli era in quell’eterna ricerca
di significato in cui ogni essere umano è ingaggiato, e fino a questo punto
nulla che quella cultura offrisse normalmente -piacere, posizione sociale,
ricchezza, prestigio, o potere, l’aveva soddisfatto.
Il cercare un significato alla propria
vita, che non è altro che la ricerca di Dio, lo aveva portato dalla posizione
di potere del governo di Roma, a quella d’un albero di Sicomoro nelle strade di
Gerico, proprio là dove il Salvatore l’aveva trovato.
E’ l’immagine della nostra stessa
esperienza ed aspirazioni: sul mercato di questo mondo c’è un bene che possa
veramente soddisfarci? C’è una posizione sociale da cui si possa dire:
finalmente sono un uomo realizzato, non ho più bisogno d’altro nella vita?
Molti si illudono e molti di più sono stati disillusi e ora, dopo aver vanamente
provato tutto in questo mondo, sono disperati. La coscienza parla loro, ma ciò
che ti dice tu non lo vuoi proprio sentire. Hai nostalgia di Dio, ma ti
vergogni di confessare apertamente di aver bisogno proprio di Lui e negheresti
davanti a tutti scandalizzato di volerti interessare di "religione".
Gesù ti affascina, vuoi scoprirne il segreto, ti metti in posizione di poter
veder bene, pur "nascondendoti dietro le persiane" per non farti
vedere dagli altri. Eccolo là, quel Gesù, libero, pacifico, contento, eppure
privo di quei beni che prima tanto cercavi.
Tutto questo mi suggerisce l’immagine di
un uomo, carico di problemi, che sfoglia una rivista che parla di "lontane
isole felici" che sa di non poter mai raggiungere. Vorrebbe fuggire
proprio là, piantare tutto... sa però di non poterlo fare o di non averne il
coraggio.
2. Dio cerca gli esseri umani
Vedete, la verità di tutta la faccenda è
che, in realtà, non siamo noi che stiamo cercando Dio! La Bibbia non è un libro
di gente che cerca Dio. Se esaminate la Bibbia con attenzione vedrete che in
effetti è Dio che cerca noi! Da quando siamo stati cacciati via dal giardino
dell’Eden nelle prime pagine della Bibbia, è Dio che viene incontro all’uomo.
"Dio, il Signore, chiamò l’uomo e
gli disse: Dove sei?" (Gen.
3:8). E’ stato Lui ad avvicinarsi ad Abramo nella città di Ur; è stato Lui ad
apparire ad Isaia nel Tempio; è stato Lui a presentarsi ad Amos sulle colline
di Tekoa; è stato Lui a venire da Osea nella tragedia della sua situazione
matrimoniale, ed è Lui che è venuto a noi in Gesù Cristo. Gesù Cristo è
chiaramente Dio che cerca l’uomo, perché Gesù era completamente Dio e
completamente uomo. Dio è diventato uomo proprio per potere comunicare con l’umanità.
E poi ascoltate queste espressioni della
Bibbia: "Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io tu
ho conosciuto" (Gr. 1:5). "Io sono stato ricercato da quelli
che prima non chiedevano di me, sono stato trovato da quelli che prima non mi
cercavano; ho detto ‘eccomi, eccomi’ a una nazione che non portava il mio
nome" (Is. 65:1,2).
Gesù conosceva Zaccheo come conosce
ciascuno di noi, ci chiama per nome e ci dice: "Scendi di là, non startene
solo li a guardare, quello che il tuo cuore cerca è possibile, esci allo
scoperto senza vergogna, io sono venuto proprio per te. Io sono venuto proprio
per te che ti senti in colpa, lontano ed indegno della mia attenzione. Io
voglio venire nella dimora del tuo cuore. Voglio liberare la tua vita da tutto
ciò che la guasta e la sporca. Ti voglio accompagnare presso Dio, e mi offro
come Mediatore affinché la tua vita possa essere rigenerata e rinnovata". "il
Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto" .
Quando Gesù era sulla croce, Egli si era
fieramente spinto a raggiungere indietro nella storia tutti i peccati che erano
stati commessi contro di Lui, come pure si era proteso nel futuro per
raggiungere tutti i peccati che sarebbero stati commessi contro di Lui. Aveva
spiritualmente preso la mano di Dio e la mano dell’uomo per ricongiungerle per
la prima volta. Gesù Cristo è Dio che cerca l’essere umano.
3. Un incontro personale
Come risponde Zaccheo alla sorpresa di
vedere Gesù che rivolge la parola proprio a Lui e Lo chiama desiderando venire
proprio a casa sua? ". Egli si affrettò a scendere e lo accolse con
gioia". Il fatto che Gesù chiamasse proprio Lui gli fa rinunciare ad
ogni riserva, paura e dubbio.
Zaccheo era ricco ed apparentemente
soddisfatto della posizione conseguita, ma era in fondo una persona
tremendamente sola. Era tagliato fuori dal suo popolo, che lo considerava come
un traditore e che lo teneva alla larga. La gente simile a Lui in fondo lo
disgustava. Era trattato con sufficienza dagli stessi Romani che in realtà solo
lo sfruttavano, e si sentiva solo ed abbandonato anche rispetto a Dio, verso il
quale pure era cosciente di essere in colpa.
Gesù però lo chiama: vuole andare proprio
a casa sua, cerca un rapporto proprio con colui che tutti disdegnavano. E poi
Gesù, incarnazione di quel Dio che egli pensava ostile ed irato nei suoi
confronti: com’è possibile? Vuole avere rapporti proprio con Lui, entrare
"in casa sua"? "...poiché il Figlio dell’uomo è venuto per
cercare e salvare ciò che era perduto". Si, quel Dio che avrebbe
dovuto "fulminarlo sull’istante" viene ora a cercare e salvare
proprio lui, cosciente di essere perduto! Anche la gente è cosciente che Gesù
stia infrangendo proprio l’ostracismo che tutta "la brava gente" ed
anche Dio, avrebbe dovuto dargli. ". Veduto questo, tutti mormoravano
dicendo: ‘E’ andato ad alloggiare in casa di un peccatore!’.
Quante persone, forse anche qualcuno in
mezzo a voi, si trovano spiritualmente nella posizione di Zaccheo. Quanto
grande è la loro solitudine spirituale, quanto grande è il senso di colpa che
hanno verso Dio, e che scoprono? Che Dio è pronto a riaccoglierli nonostante
tutto, a perdonarli, a rigenerare quella loro vita che essi stessi hanno
rovinato.
Credo che sia anche importante
sottolineare come fra Gesù e l’anima dell’uomo, fra Gesù e ciascuno di noi,
null’altro che uno stretto rapporto personale sia necessario. Quel Gesù che vi
conosce per nome, vuole avere uno stretto rapporto personale con voi. Vuole
essere il vostro amico più caro, vuole che voi gli parliate e gli riversiate
tutto quello che vi sta nel cuore. Avete voi un rapporto personale con Dio in
Cristo? Questa è l’unica cosa che conta nella religione che Dio gradisce, un
rapporto personale fatto di fiducia, di amore, di ubbidienza. Gesù cercava un
rapporto personale con Zaccheo, non gli bastava che lo guardasse da lontano,
dall’alto di quel sicomoro. Quant’è inutile una religione fredda e astratta
fatta di tanti "spettatori" senza alcun rapporto personale con il
Signore Gesù! Anche oggi stesso il Signore vi chiama a stabilire un rapporto
personale con Lui.
4. Gente che vicendevolmente si
cerca
Ed ecco un’altra dimensione dell’incontro
che avviene fra Zaccheo ed il Salvatore. La fede cristiana non è solo un
rapporto personale ed intimista fra il credente e Cristo, non implica solo il
ristabilimento di grazia di un rapporto armonioso con Dio, ma comprende il
ristabilimento di un armonioso rapporto con i propri simili.
Il simbolo della fede cristiana è sempre
stato la croce, con il suo braccio verticale che punta da Dio verso l’uomo ed
il suo braccio orizzontale che simbolizza il rapporto fra persona e persona.
Molta gente è sicura di avere un buon
rapporto con Dio. Hanno fatto la loro professione di fede, comprendono che Gesù
è Salvatore, coltivano un rapporto personale e quotidiano con Dio: questo è
giusto e necessario. Spesso però è il proprio rapporto con gli altri che lascia
molto a desiderare. La fede però non è completa senza rapporti corretti con gli
altri.
Zaccheo non solo aveva tradito Dio, ma
pure la propria gente. Era diventato il servo ed il complice di chi sfruttava
ed opprimeva la sua stessa gente. Era un uomo che, per amore del denaro,
profittava della sua posizione per guadagnarne sempre di più e non guardava in
faccia nessuno pur di sfruttarla e per frodare gli altri.
Zaccheo aveva cercato ed aveva ottenuto la
riabilitazione della sua persona davanti a Dio. Era altresì necessario che ora
perseguisse la riabilitazione della sua posizione davanti agli altri. Così,
spontaneamente, egli comprende tutto questo e che cosa avviene? Dice: "Ecco,
Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di
qualcosa, gli rendo il quadruplo".
No, non era stato riprovevole ed inutile
che Gesù si fosse recato in casa proprio di quello Zaccheo. La gente avrebbe
avuto una sorpresa. Zaccheo, con grande umiltà, si sarebbe recato da tutti
coloro che aveva frodato per chiedere loro perdono e per restituire loro il
maltolto, insieme a tutti gli interessi! Molto probabilmente avrebbe persino
rinunciato a fare l’esattore per i suoi padroni romani.
Immaginate oggi un "esattore"
della Mafia, che taglieggiava i commercianti, ricattandoli e pretendendo da
loro regolarmente del denaro perché venissero lasciati in pace. Immaginate un
esattore così che torna dal commerciante che, appena lo vede entrare in
negozio, è spaventato e disperato, ed ecco la sorpresa: invece che chiedere la
tangente, apre il borsellino e gli restituisce tutto quello che gli aveva tolto
nel passato, anzi, quattro volte tanto. E poi gli dice: "Mi perdoni. Nella
mia vita ho incontrato il Salvatore Gesù. Mi ha riconciliato con Dio e ora
ritengo essenziale riconciliarmi pure con lei, che ho frodato". Senza
dubbio l’avrebbe fatto a rischio stesso della sua vita, e pensate non solo la
sorpresa, ma anche la riconoscenza di quel commerciante verso Dio, come pure
quanto grande possa essere una testimonianza come questa del potere e della
gloria di Cristo!
Quando Dio ci trova, siamo spinti a
rimettere a posto anche i nostri rapporti con gli altri. Va da sé, fa parte
"dello stesso pacchetto". Rammentate che cosa dice la prima lettera
dell’apostolo Giovanni? "Da questo sappiamo che l’abbiamo conosciuto:
se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: Io l’ho conosciuto, e non osserva
i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua
parola, in lui l’amore di Dio è veramente completo. Da questo conosciamo che
siamo in lui: chi dice di rimanere in lui, deve camminare com’egli camminò"
(1 Gv. 1:3-6).
Una salvezza non astratta
qual è la conclusione che il Signore Gesù
stesso trae da questo avvenimento? Egli dice: ": ‘Oggi la salvezza è
entrata in questa casa",
Si, quella salvezza che l’Evangelo
annuncia quel giorno si era concretizzata per quella particolare persona in
quel caso particolare. L’Evangelo infatti, non è l’enunciazione di principi
astratti ed ideali. L’Evangelo è potenza di Dio all’opera, non sono e non
devono essere solo "parole".
Gesù non ha detto: "Beh, anche quest’oggi
ho compiuto il mio dovere... ho parlato dell’Evangelo a 1260 persone, ho
esposto la verità correttamente... ho guadagnato la mia paga... Gesù non era
soddisfatto fintanto che la salvezza non entrava molto concretamente
"nelle case" della gente. Egli non contava le parole che aveva fatto,
le visite che aveva svolto, i chilometri che aveva percorso: per Lui era
importante il risultato concreto conseguito. "Oggi la salvezza è
entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio di Abramo; poiché il
Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto" .
"Signore, produci conversioni, perché
altrimenti il mio compito è fallito", dice il predicatore. "Convertimi,
e io mi convertirò, poiché tu sei il Signore, il mio Dio. Dopo che mi sono
sviato, io mi sono pentito" (Gr. 31:18) deve dire l’uomo e la donna
che giammai deve accontentarsi di una religione superficiale e formale, che a
nulla serve. "Si, io ti cerco, Signore, perché ho capito che soltanto
Tu, in questo mondo mi puoi soddisfare appieno. Ho fatto però la scoperta che
prima ancora che io ti cercassi, sei stato tu a cercarmi, ed ora io ascolto la
Tua voce che mi chiama per nome. E’ uno straordinario privilegio quello che Tu
mi dai, desiderando venire proprio nella mia vita. Vieni, Signore Gesù,
rigenera il mio cuore, rigenera il mio rapporto con gli altri, rimetti tu a
posto la mia vita in tutte le sue dimensioni! Grazie che Tu sei venuto a
cercare e a salvare chi era perduto come me!".
[Paolo Castellina. Tutte
le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione
"Nuova Riveduta", Società Biblica di Ginevra, 1994].