PRED629
Gesù
è la vita
Riepilogo
Durante l’ultima cena, fra le memorabili parole pronunciate dal Signore Gesù e che ci sono riportate dai vangeli, c’è quella che dice: "Io sono la via, la verità e la vita" (Gv. 14 :6). E’ un’affermazione stupefacente questa, il cui significato abbiamo cercato di sondare nelle nostre due ultime riflessioni.
Abbiamo compreso come Gesù sia l’unica via che porta a Dio, perché solo Gesù è Dio che viene nel fango del nostro mondo per tirarcene fuori, facendoci percorrere la strada sicura che Egli ha completamente tracciato.
Abbiamo compreso come Gesù sia, nel nostro mondo di menzogne, Colui che era ed è, coerentemente, verità fatta carne, concretezza, vita, e come sia possibile vivere e lottare per la verità.
Non ci rimane che la nostra terza ed ultima definizione dell’essenza del Signore Gesù è la vita. E’ il tema dominante della Bibbia. Che cosa significa e come ne possiamo fare esperienza oggi?
Una delusione?
Credo che sia importante "ritornare" ora nello scenario dell’ultima cena, dove queste parole di Gesù sono state pronunziate e cercare -se possibile- di rivivere lo stato d’animo dei discepoli di Gesù in quell’occasione.
L’atmosfera, quella sera, in effetti, l'abbiamo già notato nelle nostre precedenti riflessioni, non era quella che avrebbe dovuto essere: la gioia di chi celebrava la Pasqua ebraica, la festa della liberazione, la celebrazione dell’amore e della grazia di Dio verso il Suo popolo.
Gesù, in quell’occasione, aveva di nuovo annunciato che presto sarebbe stato tolto da loro, sarebbe stato arrestato, torturato, ucciso... Questo nuovo annuncio aveva reso i discepoli di Gesù sconvolti, amareggiati, confusi, spaventati... Erano stati così bene con Gesù: il Signore Gesù aveva trasformato la loro vita e riempita di una luce vivissima, aveva dato alla loro vita un senso e una prospettiva, avevano udito da Lui parole meravigliose, avevano assistito a miracoli sconvolgenti, avevano avuto la viva speranza di un prossimo riscatto nazionale... "Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele, invece..." (Lu. 24: 21), avrebbero detto tre giorni dopo la morte di Gesù due di loro che se ne tornavano sconsolati a casa sulla via per Emmaus.
"Noi credevamo, noi speravamo...": è indubbiamente il linguaggio della disillusione, un linguaggio per noi famigliare quando facciamo l’amara esperienza delle promesse che il nostro mondo regolarmente non mantiene e che ci fa cadere nello scetticismo e nell’indifferenza di fronte ad ogni nuova proposta che udiamo.
Forse che anche Gesù è un’altra bolla di sapone, un’ingenuità senza fondamento, o peggio un inganno? "Io sono la vita...", diceva: che senso potevano avere ora quelle parole di fronte ad un annuncio di morte, di sconfitta, di fallimento?
Quella sera Gesù avrebbe confortato i Suoi discepoli esortandoli a continuare ciononostante ad aver fiducia in Lui, che la situazione era sotto controllo, che Lui sapeva quello che stava facendo.
Dopo la Sua risurrezione dai morti, ai due discepoli che tristemente ritornavano a casa sulla via di Emmaus, avrebbe però detto: "O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno detto! Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?" (Lu. 24: 25,26). Si, "possibile che ancora non capite?
Non è forse vero che le antiche Scritture avevano predetto che il sacrificio di Cristo non sarebbe stato inutile, ma avrebbe avuto un significato, una valenza, di portata universale? E poi, non vi rammentate dei potenti segni miracolosi che Gesù aveva operato su uomini, donne, bambini, e sulla natura stessa, per rivelarvi la Sua identità e missione?
Un gesto esemplare
Non ricordate, per esempio, che cosa fece e disse Gesù quando fece risorgere Lazzaro di Betania?
Era il fratello di Maria e di Marta, una famiglia con la quale Gesù era particolarmente legato da legami d'amicizia. Lazzaro s'era ammalato gravemente ed avevano mandato a chiamare Gesù affinché lo guarisse, come sapevano e credevano che poteva fare. Ma Gesù aveva ritardato e Lazzaro era morto.
Ricordate come Gesù avesse ritardato appositamente, non per insensibilità, ma per manifestare la Sua gloria? Gesù finalmente era arrivato a Betania, ma erano passati ben quattro giorni dalla sepoltura di Lazzaro. Ricordate il pianto e la disperazione di quella gente, e le loro speranze deluse in Gesù? "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto" (Gv. 11: 21), gli aveva detto Marta, che vedeva la morte come un male irreparabile e al di là persino della capacità di Gesù a farci qualcosa?
Gesù però le aveva detto: "Tuo fratello risusciterà", ma Marta pensava alla risurrezione finale degli ultimi giorni in coincidenza con il giudizio universale. Gesù di fatto parlava di una risurrezione qui ed ora, segno che in Gesù c’è la potenza creativa di Dio stesso. E cosa disse Gesù in quell’occasione: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai" (Gv. 11:26).
Ricordate poi la domanda che Gesù fece a Maria: "Credi tu questo?" e la risposta di Maria: "Si, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo" (Gv. 11:27). Ecco, vedete, Maria, in quell’occasione aveva dimostrato d’essere la credente che Dio gradisce. Maria aveva riconosciuto in Gesù il Messia, il Salvatore, l’incarnazione della Parola creatrice di Dio, la sola che potesse dare vita a questo mondo di morte. E poi cos’è successo? Riporto le parole dei testimoni:
Gesù disse:
"Togliete la pietra!" Marta, la sorella del morto, gli disse:
"Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno". Gesù le
disse: "Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?"
Tolsero dunque la pietra, e Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse:
"Padre, ti ringrazio perché mi hai esaudito. Io sapevo bene che tu mi
esaudisci sempre; ma ho detto questo a motivo della folla che mi circonda,
affinché credano che tu mi hai mandato". Detto questo, gridò ad alta voce:
"Lazzaro, vieni fuori!". Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti
da fasce, e il viso coperto da un sudario. Gesù disse loro: "Scioglietelo
e lasciatelo andare". Perciò molti Giudei, che erano venuti da Maria e
avevano visto le cose fatte da Gesù, credettero in lui (Gv. 11: 39-45).
Potenza di vita
Si, ai Suoi discepoli di allora e a noi Gesù apre loro gli occhi per vedere chi Egli sia, quali segni Egli abbia operato per manifestare la Sua gloria, quali corpi malati egli abbia sanato, quali menti Egli abbia restituito all’equilibrio, a quante vite rotte e disperate Egli abbia portato senso e prospettiva eterna.
Gesù non è un "venditore di fumo": Egli continua a operare ancora oggi autentici miracoli di conversione, di guarigione di menti, corpi, anime a quanti si affidano a Lui. Perché? Perché Egli è esattamente che cosa disse di essere: la vita che in mille modi vuole donarsi. Egli realizza esattamente ciò che promette di fare ancora oggi.
Egli non è un vuoto imbonitore televisivo che vende inganno e delusione, un mistico santone che nasconde solo porcherie, un maestro di concetti astratti e generali... Egli non esorta a fare e ad essere ciò che nessuno avrebbe comunque la capacità di fare come i discorsi che si sentono da certi pulpiti: ...fate la pace, ...operate giustizia, ...siate buoni, ...siate onesti, ma poi tutto questo rimane lettera morta perché il cuore umano è corrotto e non ha la capacità né la volontà di "fare il bravo"...
Gesù converte e trasforma il cuore umano, Gesù guarisce e apre la persona che a Lui si affida a prospettive di eternità. Gesù dona vita, vita vera, autentica. Questa è la missione per la quale Egli è venuto.
In mezzo ad un mondo di ladri di vita, pieno di sfruttatori della credulità popolare, il cui unico scopo è la soddisfazione dei propri privati interessi, il Signore Gesù disse: "Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza" (Gv. 10:10) e lo disse a ragion veduta, difatti, il prologo dell’Evangelo secondo Giovanni, a proposito dell’eterna Parola di Dio che si è fatta uomo in Cristo, afferma: "In lei era la vita e la vita era la luce degli uomini" (Gv. 1:4).
Gesù ti rende vivente davvero, rigenera il tuo corpo, la tua mente e la tua anima. Ecco, per esempio, la conversazione avvenuta fra due fratelli poco tempo fa.
"Non è meraviglioso essere vivi?" disse Alberto a suo fratello Piero, "guarda come muovo le braccia, le gambe, i piedi e le mani! Posso vedere, udire, sentire con il tatto. E’ veramente bello essere vivi, soprattutto quando tu sei tutto vivo e nessuna parte di te è morta".
"Come? Nessuna parte di te morta?" disse Piero, "Chi ha mai sentito di qualcuno che fosse in parte vivo, in parte morto?".
"Eppure," rispose Alberto, proprio io ne ho fatto l’esperienza. La migliore parte di me stesso era proprio morta, e quel ch’era peggio era che io non me ne rendevo conto!".
"Ma che parte di te era morta, Alberto?".
"La mia anima era morta rispetto a Dio. Quando Dio mi parlava, io non udivo la Sua voce; quando mi invitava a guardarlo, io non Lo vedevo, e quando mi diceva di amarlo, io non lo potevo fare".
"E poi come sei arrivato a vivere?".
"Beh, Piero, è stato Gesù che ha fatto tutto per me. Egli ha mandato il Suo Spirito benedetto nel mio cuore per mostrarmi come di fatto la mia anima fosse morta e che non avrei mai potuto essere davvero felice, e certamente mai andare in paradiso, se la mia anima non fosse prima tornata a vivere. Così ho pregato che io potessi veramente vivere, Egli ha udito la mia preghiera, e mi ha reso così felice!"
Vorrei chiedere ora a voi: Voi vivete, vivete davvero? Uno scrittore ha osservato: "Vivere è la cosa più rara del mondo: Molta gente esiste: ecco tutto" (Oscar Wilde). Conoscete la differenza fra esistere e vivere, fra trascinare la vostra vita stancamente e vivere con la prospettiva e l’energia che solo Gesù vi può dare? Alla donna samaritana incontrata presso un pozzo ad attingere acqua, Gesù dice: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva" (Gv. 4:10).
Ecco la testimonianza di due cristiani di oggi. Il primo disse: "L’uomo, fatto ad immagine di Dio, ha uno scopo nella sua vita: essere in rapporto con il Dio che è là. Dimenticando e lasciando da parte Dio l’uomo dimentica lo scopo stesso della sua vita e quindi dimentica chi lui sia e che cosa la vita significhi" (Francis Schaeffer).
E il secondo disse: "La vita può essere veramente goduta quando si acquisisce una vera prospettiva sulla vita e sulla morte, e sul vero scopo della vita" (Spiros Zodhiates), e questo scopo può essere solo trovato negli originali progetti creativi per la creatura umana, in comunione con Lui ed al Suo servizio.
Una prospettiva di risurrezione
La fede nella potenza di Gesù di dare vita eterna, vita di risurrezione non ha solo a che fare con l’al di là.
La Scrittura afferma: "Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi" (Ro. 8:11), e ancora: "Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza" (1 Co. 6:14).
Siete voi stati risuscitati dai morti? Nella Bibbia, e particolarmente in questi brani, la morte non si riferisce solo alla morte fisica, ma ad uno stato dell’essere. La risurrezione del corpo verrà poi. Ora Dio vuole che noi camminiamo "in novità di vita" (Ro. 6:4), nella novità di una vita rigenerata moralmente e spiritualmente dallo Spirito Santo. Se non abbiamo mai fatto l’esperienza di questa "novità di vita", siamo in uno stato di morte.
L’uomo naturale trascina la sua esistenza sporco e contaminato da quello che la Bibbia chiama peccato, lontano da Dio e colpevole trasgressore della Sua legge. Vivere lontani da Dio significa vivere nelle tenebre, le tenebre della morte, le tenebre di un’esistenza assurda e vuota, destinata solo alla corruzione ed al fallimento.
Quando entriamo in rapporto con Gesù, però, la luce di Dio riappare nella nostra vita e scaccia le tenebre. Ci fa prendere coscienza del fallimento della nostra vita, ci fa cadere in ginocchio davanti a Dio per confessare il nostro peccato ed abbandonarlo per vivere sotto la luce, in conformità alla Sua vita luminosa. La Bibbia dice: "Tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste, poiché tutto ciò che è manifesto, è luce" (Ef. 5:13).
Dio non ci promette solo di farci risuscitare fisicamente dalla morte, ma vuole far avvenire fin da ora una risurrezione nel nostro spirito. Affidando la nostra vita a Cristo, la Vita, cioè la vita di risurrezione di suo Figlio, ci viene comunicata per farci risorgere dalla morte delle nostre esperienze quotidiane. Quando affidiamo consapevolmente la nostra vita a Cristo, quello è il momento in cui la luce entra nelle nostre tenebre.
Come afferma la Bibbia, sulla croce Cristo: "erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato... Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui, e grazie alle sue ferite noi siamo stati guariti" (Is. 53: 4,5).
Quando affidiamo la nostra vita a Cristo, Egli ci libera dalla pena che il nostro peccato merita e comincia a ripulire la nostra vita da tutto ciò che la guasta e la sporca, facendoci assomigliare gradualmente alla vita pura e santa di Cristo. Ecco che significa essere resi conformi all’immagine di Suo Figlio.
Non c’erano tenebre morali e spirituali nella vita del Figlio di Dio. La morte è il salario del peccato, per questo la morte non poteva avere presa permanente su di Lui. Aveva servito Suo Padre con devozione indivisa. Egli desidera lo stesso per noi. Dio vuole scacciare tutto ciò che è morte dalla nostra vita, Egli vuole riempire con la Sua luce ogni angolo della nostra vita.
Egli darà vita al nostro corpo mortale. Egli ci darà vita per rimpiazzare la morte che regna su di noi. Tutto ciò che Dio rimuove dalla nostra vita viene sostituito da qualcos’altro. Quando perdiamo il buio, noi guadagnamo la luce. Quando usciremo dalle nostre tombe, sarà perché Egli ci ha impartito la Sua vita.
Dove trovare una vita veramente soddisfacente?
Il Signore Gesù ha già dato vita al vostro corpo mortale? Se non lo ha ancora fatto, ascoltate la Sua voce mentre vi dice: "Risvegliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti inonderà di luce" (Ef. 5:14).
La maggior parte dei nostri contemporanei sa di vivere una vita vuota e insulsa. "Questa non è vita", dicono, cercando consolazione nei piaceri che pensano di trovare nel mondo: alla fin fine, però, rimangono sempre delusi e a bocca asciutta. La vita è così insulsa è vuota che oggi sempre di più si vive in funzione delle prossime vacanze... Le agenzie turistiche fanno affari d’oro per far spostare per il mondo uomini e donne insoddisfatti in cerca di qualcosa che dia un po’ di gusto alla loro vita. Lo trovano? "Forse quest’anno le mie vacanze sono state così così ...ma il prossimo anno andrò ...in Polinesia, in Nuova Zelanda, nella Terra del Fuoco, nelle Isole Vergini, in fondo al mare, al polo nord, ...e poi sulla Luna, su Marte... Li si che troverò soddisfazione per la mia vita!
Il prossimo anno qui, il prossimo anno là, il prossimo anno ...la morte, dopo una vita vissuta all’insegna della morte e dell’insoddisfazione cronica. A tutta questa gente ed anche a noi, Gesù però dice: "IO sono la vita", la vita vera, significativa, eterna...". "No, no, questa roba no..." dicono tanti, rimanendo poi delusi per l’eternità.
Un proverbio arabo dice: "Quando nascesti, tutti erano contenti, e tu piangevi. Vivi in modo che quando morirai, tutti piangano e tu sia felice", si, vivi in modo tale che quando lascerai questo mondo, tu potrai dire: ho trovato salvezza in Cristo, ho vissuto in modo significativo, ed ora, per grazia di Dio, io mi apro all’eternità, con il mio Signore.
La Scrittura afferma: "Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato: Gesù Cristo" (Gv. 17:3). Conoscete voi colui che è "la vita"?
[Paolo Castellina. Tutte le citazioni
bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione "Nuova
Riveduta", Società Biblica di Ginevra, 1994].