PRED206
Ciò che ci persuade della risurrezione di
Cristo
(Giovanni 20:1-18)
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Il Dio dei morti?
Il fatto che i nostri cimiteri siano posti tradizionalmente intorno alle chiese normalmente usate per il culto, ha i suoi aspetti positivi. Li visitiamo e ci rammentiamo dei nostri cari defunti, li visitiamo e anche se magari non conosciamo chi vi sia sepolto, ci sentiamo idealmente parte di una comunità che attraversa il tempo e che affonda le sue radici nella storia di cui siamo parte.
Passare accanto alle tombe per recarci al culto domenicale può avere anche la sua funzione didattica, come il tempo in cui si usava incidere sull’ingresso delle pietre delle chiese o dei cimiteri in latino "memento mori", cioè "ricorda che anche tu dovrai morire", rammentati della fragilità della tua vita, rammentati di riconciliarti con Dio prima che sia troppo tardi.
Il fatto che i nostri cimiteri siano posti tradizionalmente intorno alle chiese, può anche avere, psicologicamente, un effetto negativo, soprattutto nella nostra società dove si cerca di rimuovere il più possibile dalla coscienza l’idea della morte, quasi che ‘chiesa’ e ‘morte’, nella mente di molti, siano due elementi della stessa equazione. "La morte mi turba e mi spaventa: non voglio quindi avere nulla a che fare con ciò che me la rammenta", dice chi, come fa lo struzzo, nasconde la testa sotto la sabbia in presenza del suo nemico.
Che dire poi quando la visita di chiese e cattedrali viene identificato con ciò che fa il turista quando visita "i ruderi del passato". Per alcuni dire religione è dire "roba vecchia", non più "all’altezza dei tempi", soprattutto quando nei culti si sentono magari tetre musiche d’organo e lamentosi e vecchi canti e sono frequentate soprattutto da anziani in attesa di morire... e sono disertate dai giovani che, invece, vorrebbero vivere...
La chiesa sarebbe dunque indizio di morte, di "cose antiche", di tristezza spettrale? Spesso lo è, ma ...è questa la fede cristiana? No. Il Dio di Abramo, il Dio d’Isacco, il Dio di Giacobbe, e il Dio del Signore nostro Gesù Cristo: "non è il Dio dei morti, ma dei vivi" (Mt. 22:32)!
Il nostro Dio è Colui che ci illumina di gioia e serenità, che dà alla nostra vita senso e prospettive eterne, il Dio che risana anima, mente e corpo, il Dio della luce, della speranza, della vittoria sulle forze tenebrose del male che si nascondono anche nel nostro cuore!
Il nostro Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi, vivi oggi e viventi domani in una dimensione diversa da quella di cui oggi abbiamo esperienza. Perché? Perché il cristiano ha unito la sua vita a Cristo risorto dalla morte, Colui che ha detto: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore, vivrà" (Gv. 11:25) e "Non temere, io sono il primo e l’ultimo, e il vivente. Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e del soggiorno dei morti" (Ap. 1:17,18).
Vorrei così ripercorrere quest’oggi l’esperienza di Maria Maddalena, personaggio dei vangeli, la prima che annuncia la notizia della risurrezione, e scoprire insieme con voi che cos’è ciò che la persuade della realtà della risurrezione del Salvatore Gesù Cristo.
(Lettura di: Gv. 20:1-18)
1. Una visita al cimitero...
All’inizio del nostro racconto troviamo questa donna che, come altre donne oggi, va a far visita al cimitero dove era stato sepolto Colui che aveva tanto amato e che tanto aveva rappresentato nella sua vita. Il cimitero forse era molto diverso dai nostri, ma uguali erano i suoi sentimenti a coloro che oggi perdono i propri cari.
Maria Maddalena si reca al cimitero "la mattina presto, mentre era ancora buio" come buio ed angoscia c’erano nel suo cuore.
Il cimitero era un giardino, un parco vicino a delle colline rocciose, traforate di piccole grotte naturali trasformate in cripte dove venivano deposti i defunti. Alcune di esse erano state scavate nella roccia, alcune abbellite da decorazioni, sculture, frasi di consolazione, soprattutto dalle famiglie più ricche della città. Queste tombe erano ambienti dove venivano deposti generazione dopo generazione, i membri della stessa parentela. I morti giacevano su letti di pietra, avvolti in bende intrise fortemente di spezie ed oli profumati per limitare l’odore della decadenza, dato che venivano spesso aperte per deporvi altre salme. Una grossa e pesante pietra circolare da muoversi su un solco ne impediva l’accesso ad animali oppure da estranei.
Gesù era stato deposto nella tomba nuova di questo tipo, appartenente al facoltoso Giuseppe d’Arimatea, segretamente discepolo di Gesù che gliel’aveva messa a disposizione. Lo stesso famoso Nicodemo aveva provveduto una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre per impregnare le fasce che avvolgevano il corpo di Gesù.
Visitando quella tomba, Maria poteva illudersi, immaginare, che Gesù fosse ancora accanto a sé, e questo mi fa pensare a come spesso la religione sia soltanto un tentativo patetico di tenere in vita ricordi, "tradizioni" del passato, una vitalità che oggi è morta e sepolta e che nessuno più si illude possa ritornare, un "fantasticare" qualcosa che non c’è più, una semplice, ma patetica quanto inutile "commemorazione storica".
2. Le evidenze non convincenti...
Qualcuno che tanto aveva amato era morto: il futuro, per Maria Maddalena sembrava vuoto ed angoscioso, ma ecco l’inaspettato accade.
Ormai ci è famigliare ciò che quel mattino aveva visto: il sepolcro era aperto, le fasce a terra, il sudario piegato in un luogo a parte... In che modo Maria aveva percepito le evidenze della risurrezione?
La grossa pietra che chiudeva il sepolcro era stata spostata: era una pietra troppo grande e pesante per poter essere rimossa da una sola normale persona. Così Maria Maddalena aveva pensato che, di notte. fosse giunto un gruppo di persone per sottrarre il corpo di Gesù. ...Ancora un ulteriore insulto a Gesù: non bastava quello che gli avevano fatto da vivo?
Pietro e Giovanni, avvisati, avrebbero poi ispezionato la tomba accertandosi dei fatti, la tomba aperta e vuota, i panni di lino per terra, il sudario ripiegato in un luogo a parte: tutto questo non aveva però toccato il cuore di Maria, che era rimasto pieno di cordoglio ed angoscia, sicuramente aveva pensato a qualche "spiegazione ragionevoli" di questi strani fatti...
Maria aveva visto degli angeli che le avevano parlato, annunziandole la risurrezione di Cristo, per altro profetizzata ... ma lei non aveva smesso di piangere. Forse, aveva pensato, era un’allucinazione di una mente ai limiti della schizofrenia...
Fuori dalla tomba aveva visto addirittura il Signore stesso, ma non lo aveva riconosciuto, pensando fosse il custode del parco del cimitero....
Il giardino, la pietra, l’opinione degli esperti, i messaggeri celesti, la vista stessa del Salvatore: niente di tutto questo aveva toccato la sua afflizione.
Non è esattamente il caso di Maria Maddalena, ma tutto questo mi fa pensare a come sia in fondo inutile discutere con la gente per "dimostrare" la risurrezione di Cristo, presentarne le prove e le evidenze, che pure ci sono e sono tante... perché molti troverebbero una giustificazione per "spiegare" in tutt’altro modo quello che potreste dire.
Tanta gente non crederebbe neppure di fronte alle prove più schiaccianti, perché il loro cuore è avverso a Dio e al Suo Cristo, perché il loro cuore è stato reso duro dal materialismo e dal razionalismo, dalla filosofia imperante del "sospetto" che tutto pretende di "spiegare", stranamente sempre in senso diverso da come l’autorevole Parola di Dio ci comunica. Tutto viene oggi creduto ed accettato, ...meno quello che la Bibbia dice. Non lo trovate questo strano? Tanta gente sarebbe pronta a credere ad ogni sorta di inganni di imbonitori televisivi, maghi ciarlatani ed oroscopi, ma a quello che dice la Bibbia, quello no, a quello non crede...
3. Un incontro personale
Quand’è che Maria apre gli occhi di fronte alla realtà della risurrezione? Solo quando Gesù la chiama per nome: "Maria!": è quello il momento in cui ciò che è reale diventa reale per lei.
A darle la certezza e la gioia della risurrezione è il personale appello che le rivolge il Cristo risorto, ascoltare la Sua voce, il fare ciò che Lui le chiede: "Va’ dai miei fratelli e di’ loro che io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e al Dio vostro" (17).
Solo a quel punto Maria Maddalena si affretta a salire dai discepoli di Gesù e dice loro: "Ho visto il Signore!" (18).
Allo stesso modo i discepoli maschi non avrebbero creduto e confessato il Cristo risorto fintanto che Egli non avesse loro parlato. Solo allora avrebbero conosciuto la verità: "Abbiamo visto il Signore!" (25).
Perché io credo alla risurrezione di Cristo? Non tanto perché io abbia riflettuto prima sulle schiaccianti sue evidenze e ne sia stato persuaso, non tanto perché io abbia prima studiato ed accettato la teologia e la concezione del mondo ad essa collegata, ma perché ho udito il personalissimo appello che Dio mi ha rivolto in Cristo, perché Dio, in Cristo "mi ha chiamato per nome".
Dio in Cristo, ha rivelato al mio cuore il Suo interesse per me. Dio in Cristo, ha rivelato al mio cuore che solo Lui poteva essere la risposta alle mie più profonde aspirazioni, che pure avevo cercato di soddisfare in molte altre direzioni, e in Lui il mio cuore è stato soddisfatto.
Dio in Cristo ha spezzato la durezza del mio cuore dandomi il Suo Spirito Santo che mi ha persuaso di una realtà che il mondo non conosce.
A tutt’oggi Dio sta ripulendo il mio cuore dal materialismo e dal razionalismo impostomi dalla società e dalla cultura secolare, espandendo le mie prospettive a ciò che in questo mondo viene considerato impossibile, ma che pure è realtà.
Ora le evidenze della risurrezione confermano la mia fede e, per grazia di Dio, comprendo la teologia che spiega i fatti della risurrezione, ed assorbo la concezione del mondo che essa sottintende, l’unica corrispondente alla realtà di ciò che Dio ha creato.
4. Le evidenze della risurrezione oggi
I racconti che ci parlano di che cosa è avvenuto quel mattino di Pasqua e nei giorni successivi ci sono ormai famigliari nella nostra cultura.
Essi non costituiscono più per noi la viva sorpresa di cui aveva fatto esperienza Maria Maddalena e gli altri discepoli di Cristo. Essi però ispirano a molti cuori il desiderio ardente di poter condividere anche loro la loro stessa fiducia nelle promesse di Dio, la loro pace interiore, l’energia che la risurrezione aveva loro comunicato, un atteggiamento completamente diverso verso la vita e verso la morte.
Non dobbiamo più "ammirare" la loro fede per poi dover tristemente ammettere che noi non ce l’avremo mai e allontanarcene rassegnati.... Anche noi possiamo avere la loro beata certezza, perché Cristo Gesù vive, e ancora oggi chiama e guarisce uomini e donne, persino nella nostra attuale cultura che molti vedono come irrimediabilmente scettica e materialista.
A convincerci non saranno ciò che il mondo "evidenze" o "prove" della risurrezione, esse non potranno darci la pace e la conoscenza che cerchiamo.
Ogni tanto i giornali ritornano a parlare della "sacra sindone" di Torino che continua a suscitare controversie. In tutti questi anni ho letto numerosi articoli sulle macchie di sangue della sindone e su altri dati... ma credete che se si provasse "scientificamente" che in quel lenzuolo era stato veramente avvolto il corpo di Cristo e che contiene le tracce di una sconvolgente esplosione di energia che fa pensare alla risurrezione, qualcuno incomincerebbe a credere a Cristo? Ne dubito. Neanche gli apostoli Pietro e Giovanni erano giunti alla fede dopo aver esaminato attentamente i panni di lino nei quali era stato avvolto il corpo di Cristo. No, le basi su cui erano fondate le loro persuasioni erano altre. Perché dovremmo oggi aspettarci di più?
Gli studiosi biblici e gli archeologi hanno pubblicato interi volumi sulla grandezza e sul peso della pietra che chiudeva l’ingresso di quella tomba, sulle credenze del primo secolo sugli angeli, e così via. Maria Maddalena, però, non era stata convinta dalla posizione di quella pietra, eppure lei era stata lì presente!
Qualunque cosa avesse creduto non erano stati gli angeli a farle ricevere il suo conforto. L’intelletto e le prove non aggiungono nulla alla fede nella risurrezione.
Solo un incontro esistenziale con il Cristo può farci cambiare atteggiamento nei confronti della morte e confermarci sperimentalmente la validità di tutto ciò che Cristo rappresenta, del Suo Evangelo, persuaderci che la morte non è l’ultima parola sulla nostra esistenza, e aprire la nostra mente a nuove forme di esistenza personale.
5. L’incontro oggi
La fede nel Redentore che esce vittorioso sul peccato e sulla morte non viene prodotta dall’esame di prove giudiziali sottoposte ad una giuria di tribunale. La fede nel Redentore non proviene dalle opinioni degli studiosi e nemmeno da segni e prodigi.
Quante volte, instancabilmente, il Signore ci chiamava per nome e noi non abbiamo ascoltato od abbiamo preferito non ascoltare!
Egli ci ha chiamato per nome al momento del nostro battesimo, per chi è stato battezzato da piccolo: quello non è stato un rito vuoto e privo di significato, anche se qualcuno l’aveva interpretato così o equivocato.
Egli ci chiama per nome e vuole stabilire con noi un rapporto personale ogni qual volta abbiamo udito la Sua parola letta e predicata da un pulpito.
Egli era vicino a noi sussurrando al nostro orecchio nei momenti di gioia e gridando nei momenti di crisi, e noi non l’abbiamo riconosciuto.
Egli ci stava parlando nei momenti di silenzio, di riflessione o di preghiera, e noi abbiamo equivocato quella voce.
Egli si rivolgeva a noi attraverso il conforto o la riprensione di qualche fratello o sorella cristiani, ma noi non ce ne siamo neppure accorti.
Ringraziamo il Signore che non è sempre così. Cristo è vivente ed operante oggi nel mondo, e migliaia di persone in tutto il mondo vengono alla fede personale in Cristo, riconoscono di essere state chiamate da Lui e Gli affidano volentieri la loro vita. Il Signore Gesù è veramente risuscitato!
Preghiamo il Signore che anche nella nostra cultura, il che non avviene in altre parti del mondo, la gente possa fare un’associazione mentale totalmente diversa: comunità cristiana = gioia, amore, amicizia, solidarietà; Cristo = vita, guarigione, vittoria sul male, speranza; chiesa/edificio = luogo dove uomini, donne e bambini di ogni età si incontrano, cantano e pregano con convinzione e entusiasmo, luogo dove si ode leggere e predicare la fresca Parola di Dio, attuale, rilevante, che parla al nostro cuore ed alla nostra mente, perché da essa traspare il Cristo risorto.
Perché sembra tanto impossibile che qualcuno giunga a dire: "Vado in chiesa sempre e volentieri. Quel luogo vale più di mille altri luoghi od attrazioni, perché là trovo Cristo incarnato in uomini e donne che parlano, pensano ed agiscono in modo qualitativamente migliore di qualsiasi altro luogo al mondo!".
Non è un sogno o una vana speranza, ma ciò che la gente dice di comunità cristiane oggi in molti luoghi del mondo. Perché non potrebbe essere così anche da noi? Siamo forse noi peggiori di tanti altri?
[Paolo Castellina, sabato, 15. aprile 1995.
Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla
versione "Nuova Riveduta 1994", edizioni "Casa della
Bibbia", Ginevra/Genova).