"Per ogni cosa c'è la sua stagione, c'è un tempo per ogni situazione sotto il cielo: un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare ci che si piantato, un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire, un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per far cordoglio e un tempo per danzare, un tempo per gettare via pietre e un tempo per raccogliere pietre; un tempo per abbracciare e un tempo per astenerci dagli abbracci, un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttare via, un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare, un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace... Dio ha fatto ogni cosa bella nel suo tempo; ha persino messo l’eternit nei loro cuori... Ho compreso che tutto quello che Dio fa per sempre; non vi si può aggiungere nulla e nulla vi si può togliere; e Dio fa cos, perché gli uomini lo temano... c'è un tempo stabilito per ogni cosa e per ogni opera " (Ecclesiaste 3:1-17).
Una prospettiva falsata
L'ultimo film a cartoni animati della Walt Disney, "Il re leone" ha fatto scalpore perché ha segnato un netto distacco dalla filosofia originale dei film di Walt Disney. "Il re leone" introduce infatti tematiche che un tempo si diceva che i bambini non dovessero esserne esposti: quelle della crudeltà, della sofferenza e della morte. Il mondo tipico di Walt Disney era infatti un mondo roseo, ottimista e gioioso, dove anche i cattivi, in fondo, erano dei bonaccioni o alla fine magicamente sparivano o dove, in ogni caso, il bene era sempre quello che alla fine trionfava. Era un mondo dove non comparivano le tematiche del sesso, dei rapporti famigliari autentici (che sono spesso problematici) e nemmeno quelle della religione (nei film di Walt Disney non c'è traccia, almeno evidente, di religione).
Ho l'impressione che oggi molti adulti vivano ancora nel mondo roseo di Walt Disney. Si rifiutano infatti di pensare alle miserie della vita e, di conseguenza di affrontarle responsabilmente con gli strumenti che Dio mette a nostra disposizione. Se vengono toccati da vicino da una tragedia, spesso ne sono totalmente impreparati; rimangono del tutto increduli quando una disgrazia, una malattia, un lutto li tocca, e pensano di aver subito di aver avuto un'intollerabile ingiustizia. Qualcuno, in questi casi, se la prende anche con Dio per non aver "garantito" loro la felicità dovuta, "se esiste"... Credo per che l’unica cosa intollerabile, arrogante e blasfema sia per il loro atteggiamento.
Il mondo di Walt Disney aveva le sue motivazioni commerciali (se vuoi aver successo, evita ogni tema controverso) ma è chiaro che questa non è una prospettiva di vita realista: il conflitto, la sofferenza e la morte sono parte integrante di questa vita, fanno parte delle realtà del vivere in questo mondo, ed è bene tenerne sempre conto. Non solo, ma affrontare questo fatto significa guardarlo nella prospettiva di ci che Dio rivela al suo riguardo. La Bibbia dice: " stabilito che gli uomini muoiano... e dopo ci viene il giudizio" (Eb. 9:27). Si, Iddio rivela che la morte dell’uomo conseguenza del peccato, fa parte del piano di Dio per ciascuno l’era presente. Essa per dice che pure stabilito che la morte non sia tutto. L’uomo deve incontrarsi con Cristo, il quale sarà il suo giudice. Realismo e responsabilità significa tenere conto di questo fatto.
Vedete cos come sia assolutamente necessario per ciascuno di noi esaminare quello che noi pensiamo in modo critico: responsabile da parte mia "nascondere la testa sotto la sabbia" e rifiutare di pensare a queste cose? E poi: quello che io penso sui fatti della vita corrisponde esso alla realtà come Dio vuole che io la veda, oppure le mie sono solo pie ma infondate illusioni? Noi siamo ciechi sulla vita se non la vediamo dalla prospettiva di Dio: solo Dio conosce ogni cosa e vede chiaramente, ed Egli si compiaciuto di rivelare parte della Sua conoscenza all’uomo tramite le Scritture. Non vi illudete che la "scienza" sappia come stiano le cose: anche la scienza brancola nel buio e sarà sempre nel buio se non accoglie ci che Dio autorevolmente rivela. Nella Bibbia c'è una risposta chiara e precisa alle nostre domande di fondo: dovremmo continuare ad illudere noi stessi e a tenerci lontani dalla soluzione ai nostri problemi?
Una prospettiva salutare
Non puoi chiudere gli occhi sulla realtà quando ti trovi nella posizione del pastore, ma anche del medico oppure di un assistente sociale.
La vita di un pastore a contatto con persone in varie fasi della loro vita ti può fare veramente riflettere sul senso e sulla natura dell’esistenza: è un'esperienza che insegna molto realismo nella vita.
Non avviene tutto insieme, ma pensate: prima ti rechi ad un matrimonio e partecipi alla grande gioia di un nuovo progetto di vita che inizia, poi devi recarti nella casa di una famiglia in lutto per la perdita di un marito o di un padre e portare la consolazione dell'Evangelo. Una visita in ospedale può includere poi tutto il raggio di emozioni che vanno dal rallegrarsi con una coppia che celebra la nascita del loro primo figlio fino al far visita ad un membro di chiesa che da poco è stato sottoposto con successo ad un'operazione chirurgica in quanto affetto da un tumore. Queste visite possono essere seguite dalla visita ad una casa per anziani dove la vittima di un cancro ha perduto la sua guerra contro questa terribile malattia ed ancora sta lottando per non perdere la battaglia della fede. Posso poi passare a portare la presenza risanatrice di Cristo ad una coppia che cerca disperatamente di comunicare il proprio grande desiderio di avere un bambino, ma hanno appena sofferto il loro terzo aborto spontaneo, e poi prepararsi a celebrare un battesimo... Insomma, l’esistenza umana in tutte le sfaccettature.
Io non potrei mai, dice qualcuno, fare il pastore o il medico credente, non lo sopporterei. Gi come può un medico, un’infermiera o un pastore vivere a contatto con la sofferenza e la morte... e ancora credere in Dio?
Ti abitui, dice qualcuno; diventi insensibile, dice un altro; sei disonesto, dice ancora un altro. Forse, ma il pastore o un medico o un’infermiera credente, o qualunque altro cristiano fondato sulla Bibbia "sopporta" tutte queste cose perché sostenuto dalla visione biblica della vita. Se tu hai la visione biblica della vita, che l’unica visione autentica della realtà (perché rivelata dal Dio verace) allora comprendi le cose e le inquadri in un sistema logico e coerente. Questo non vuole dire che tu non soffra (anche Cristo piangeva di fronte alla morte), ma impari a relativizzare la vita in questo mondo ed a vedere oltre, come pure a viverla in modo responsabile verso Dio, verso te stesso e verso gli altri.
Gli eventi sotto il controllo del Dio sovrano
Il testo biblico che abbiamo letto, dal libro dell’Ecclesiaste, riflette la lotta di un uomo che impara a vedere il tempo e le cose dalla prospettiva di Dio.
Esso dice che sia la vita che la morte hanno il loro senso nell’ordine cosmico voluto da Dio; che per ogni cosa c'è il suo tempo, il suo luogo, la sua ragione, sia che le definiamo positive che negative.
C'è un tempo per nascere ed un tempo per morire, c'è un tempo per piantare ed un tempo per sradicare ciò che si è piantato, un tempo per amare ed un tempo per odiare, un tempo per la guerra ed un tempo per la pace.
Forse che questo vuol dire che Dio giustifica l'odio, la guerra, la morte, e lo sradicamento? O forse queste cose sono al di là della capacità di Dio di controllarle? No, ma ciascuna di esse occupa il posto preciso che Dio le assegna.
A me piacerebbe pensare che la guerra, l'odio, il pianto, le demolizioni... potessero essere evitare. Lo scrittore di Ecclesiaste dice che "Dio ha fatto ogni cosa bella nel suo tempo" (11).
Il messaggio di Ecclesiaste descrive Dio nella Sua assoluta sovranità: Egli dispone ogni cosa secondo un Suo preciso disegno. Non siamo noi a dover decidere che cosa sia bene e che cosa sia male: magari quello che ci succede non ci piace o ci fa male, ma il credente lo vede sempre sotto il controllo del Dio buono, giusto e santo che, se fa o permette qualcosa, sa quello che sta facendo, lo fa per un motivo, e non tocca a noi di sindacarlo, ma di piegarci alla Sua maggiore sapienza.
Chi vede la vita dalla prospettiva di Dio vede anche le cose per noi negative in modo costruttivo e fiducioso, e dalla mano di Dio pronto ad accettare il male senza mormorare.
Pensate all’esperienza di Giobbe. Perde i suoi averi, i suoi figli, la sua stessa salute. Sua moglie lo incoraggia a ...imprecare contro Dio, ma egli risponde: "Tu parli come parlerebbe una donna insensata. Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare anche il male?" e poi il testo aggiunge: "In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra" (Gb. 2:10).
Si, Dio manda anche ci che noi consideriamo un male, ma i Suoi figlioli non se ne lamentano, anzi, dicono: Se Dio che mi manda il male ...io ne sono contento!
Pensate al Re Davide. Ad un certo punto della sua vita egli commette qualcosa che dispiace profondamente a Dio. Allora Dio gli manda un profeta che gli annuncia un castigo, anzi, che gli propone ...di scegliere tre diversi tipi di castigo. Ascoltate: "Io ti propongo tre cose; scegline per te una e quella ti far... vuoi che vengano per te sette ani di carestia nel tuo paese, o tre mesi di fuga davanti ai tuoi nemici, o tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti..." e Davide risponde: "Mi trovo in grande angoscia! Cadiamo pure nelle mani dell’Eterno, perché le sue compassioni sono grandi, ma che io non cada nelle mani degli uomini" (2 Sa. 24:12-14). Si, Davide sceglie la malattia e la vede come qualcosa che Dio gli manda, e la accetta volentieri, se Dio che la manda, perché se Dio, allora egli sa che alla fine le cose andranno bene! Altro che bestemmiare Dio! Questo il modo costruttivo in cui un credente reagisce!
Nel tempo accadono cose cattive, ma nel suo tempo Dio può rendere ogni cosa bella.
Confidare nella provvidenza di Dio
Lo scrittore di Ecclesiaste era sconcertato per ciò che accade nella vita
qui sulla terra. Sapeva che la vita è piena di pesanti fardelli da portare, che
l’esistenza fatta di cambiamenti, ma scopre che tutto ha un senso nella
logica e nei propositi di Dio.
C'è "un tempo per nascere e un tempo per morire" (1a), ma come c'è un tempo per nascere e per morire, vi sarà pure il tempo per risorgere dai morti.
C'è "un tempo per piantare" (1b) come il contadino che sa quando seminare, il tempo della nostra vita; ma quando ci che si piantato diventato senza frutto ed inutile, tempo "per sradicare ci che si piantato" perché i beni di questa terra non sono eterni, ci sono valori migliori.
C'è "un tempo per uccidere" (3a), quando si sente il peso del giudizio di Dio e la vita appare come una grande devastazione; ma quando viene il tempo della misericordia, allora Dio porta guarigione come dice il profeta: "Venite, torniamo all’Eterno, perché egli ci ha lacerato, ma ci guarirà, ci ha percosso, ma ci fascerà. Dopo due giorni ci ridur la vita, il terzo giorno ci far risorgere e noi vivremo alla sua presenza" (Os. 6:1,2).
C'è il tempo per demolire (3b) una famiglia, una proprietà, un regno, quando maturo per la distruzione; ma Dio troverà un tempo, se ritornano a Lui e si ravvedono, per ricostruire ci che ha demolito.
C'è un tempo quando la provvidenza di Dio ci chiama a piangere e fare cordoglio (4), ma, d’altro canto, c'è il tempo in cui Dio ci chiama a ridere e a danzare laddove si aspetta che noi Lo serviamo con gioia e con cuore lieto.
C'è il tempo per gettare via pietre (5) per abbattere le fortificazioni e gli ostacoli che si frappongono fra noi e Dio, ma viene il tempo per raccogliere le pietre e fortificarci non pi contro Dio, ma contro il male.
C'è il tempo per abbracciare (5b) un amico che troviamo fedele, ma pure un tempo per astenersi dagli abbracci con colui che infedele e che ci porta lontano da Dio.
C'è il tempo per cercare (6) e conservare il denaro, le buone opportunità per la causa di Dio, per la propria famiglia e per sé stesso, ma pure il tempo per perdere e buttare via ci che di detrimento alla salute spirituale e materiale nostra e dei nostri cari, e che ci tiene lontani da Cristo.
C'è il tempo per strappare (7a) le vesti, come si usava nel tempo dell’afflizione, ma anche il tempo per ricucire una volta che l’afflizione terminata.
C'è il tempo che nostro dovere fare silenzio (7b) quando le circostanze lo raccomandano, o quando corriamo il pericolo di dire cose a sproposito, delle quali ci si deve poi pentire di averle dette, ma c'è pure il tempo di parlare alla gloria di Dio quando il silenzio potrebbe essere il tradimento di una giusta causa.
C'è un tempo per amare (8a) per mostrarsi amichevoli, liberi e gioiosi, ma viene pure il tempo di odiare e di interrompere ogni rapporto con persone o cose che ci condurrebbero a peccare.
C'è il tempo della guerra (8b) quando Dio sfodera la spada del giudizio, e il tempo della pace e della riconciliazione, quello che Dio stabilisce con colui o colei che si ravvede dal proprio peccato e si affida al Signore e Salvatore Gesù Cristo.
In Dio la vita ha senso
Vedete, se guardate alla vostra esistenza dalla prospettiva di Dio in modo responsabile, la vita trova il suo senso, perché sarà inquadrata nei propositi eterni di Dio. Qualcuno ha detto giocando un poco sulle parole: la vita non ha significato, ma significato, significativa, se la si vede nella prospettiva di Dio.
Notate infine l’importanza del versetto 11. Fra le cose che Dio ha fatto, Egli: " ...ha persino messo l’eternit nei loro cuori". Dio ha messo il pensiero dell'eternità nel cuore di ciascuno di voi. Perché? Per farvi guardare oltre questa vita, affinché vi prepariate ad una vita di carattere diverso, e di cui il Salvatore Gesù Cristo ne ha stabilito le opportunità.
Dio ci ha creato con il senso che questa vita non è tutto ciò che abbiamo. Noi sappiamo che parte dei dolori di questa vita e delle cose cattive che ci avvengono nel tempo, ci fanno desiderare ardentemente il giorno in cui il tempo stesso non vi sarà più. Il nostro cuore desidera ardentemente l'eternità.
Se voi siete fra quelli che non credono nelle promesse della Parola di Dio: siete pronti a rischiare che tutto questo sia vero e che voi vi siete pregiudicata l’eternit? Se io non fossi credente, non sarei cos stupido, perché l’alternativa alla salvezza in Cristo un luogo oggi innominabile in cui non ho alcuna intenzione di finire...
Nessuno si illuda di una salvezza a buon mercato, perché di tale non c'è traccia nella Bibbia. La persona responsabile vive nella prospettiva di Dio e si prepara all’eternit nei modi che Dio ha chiaramente indicato nella Sua Parola scritta nella Bibbia.
Nessuno sa che cosa ci riserverà l'anno nuovo per noi stessi e per le nostre famiglie. Forse sarà un tempo per piantare o un tempo per far cordoglio. Comunque sarà: confidate in Dio e nella Sua Parola. Lasciatevi illuminare da Lui, lasciatevi guidare consapevolmente da Lui. Dio non ha mai deluso ed ingannato nessuno. Noi viviamo pi come a Disneyland... Cresciamo, maturiamo, diventiamo adulti. Se viviamo la nostra vita nella prospettiva di Dio, Dio trasformerà i momenti della nostra vita in qualcosa di significativo e promettente.
(Paolo Castellina, 31
dicembre 1994. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono
tratte dalla versione Nuova Diodati, Ediz. La Buona Novella, Brindisi 1991).