Coerenza, diligenza, perseveranza
La necessità di un'assoluta correttezza
dottrinale e coerenza morale nella vita del cristiano.
Introduzione
Vi sono alcune parole che non godono di molta popolarità oggi. Una di queste è la parola "coerenza". Il vocabolario definisce la coerenza come: "condotta lineare, priva di contraddizioni e di voltafaccia, assunta da persona fedele ai propri principi". Un'altra parola è l'aggettivo "diligente" definito dal vocabolario come: "che attende con cura assidua e scrupolosa all'adempimento dei propri doveri, che si preoccupa di eseguire un impegno nulla trascurando perché sia condotto a termine nella maniera dovuta". Un'altra ancora è il verbo "perseverare", definito come: "continuare ad operare, a volere qualcosa con fermo proposito di non desistere". Un ultimo aggettivo che vorrei menzionare è "fedele", cioè "che serba la fede data, che mantiene con costanza e lealtà l'impegno assunto; che merita fiducia, perché si attiene con esattezza al vero".
Gran parte del cristianesimo oggi, è malato di incoerenza, di negligenza, di superficialità e di incostanza: una delle maggiori ragioni questa del suo declino.
Mentre i fedeli di altre religioni e ideologie spesso danno stupefacenti esempi di coerenza e di dedizione, molti che oggi si definiscono cristiani trattano la propria religione con così tanta incuranza e indifferenza e sono così pronti a comprometterne tanto i principi, da causare infamia per la loro fede e derisione presso coloro che assistono a questo pietoso spettacolo. Molti cristiani, infatti, anziché promuovere attivamente la loro fede, con il loro comportamento la rendono disprezzabile e ne sono i suoi stessi affossatori. Si, per molti che hanno una fede diversa tutto questo è veramente stupefacente ed incomprensibile.
Qual è l'origine di questa malattia spirituale e quali ne sono le cause? Il discorso sarebbe lungo, ma ecco la prescrizione che ne offre la Parola di Dio, come riportata dalla prima lettera a Timoteo, capitolo 3, dal vers. 14. L'apostolo Paolo dice:
"Ti scrivo queste cose nella speranza di venire presto da te,
affinché, se dovessi tardare, tu sappia come bisogna comportarsi nella casa di
Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità. Senza
alcun dubbio, grande è il mistero della pietà: Dio è stato manifestato in
carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato
predicato tra i gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.
Ora lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine di demoni, per l'ipocrisia di uomini bugiardi, marchiati nella propria coscienza" (1 Ti. 3:14-4:1,2).
I. Contesto: rette convinzioni - retto comportamento
L'apostolo Paolo, nel testo che abbiamo letto, mette in grande rilievo l'assoluta necessità che il giovane discepolo Timoteo, e noi con lui, soprattutto a causa delle responsabilità che gli sono affidate, vigili affinché -sia per quanto riguarda il contenuto della sua fede che il suo comportamento- testimoni di assoluta correttezza e coerenza. Paolo, infatti, nella forza della sua autorità apostolica, indica a Timoteo "come bisogna comportarsi"(15a). E' essenziale che il suo pensiero e le sue azioni siano irreprensibili(2) e coerenti con la sua professione di fede.
La professione di fede cristiana implica, come dice questo testo, che la chiesa, la comunità dei cristiani sia nulla di meno che la dimora del Dio vivente, colonna e sostegno della verità(15b). Pensate quale responsabilità far parte della chiesa cristiana: essa è depositaria di una precisa rivelazione, essa deve essere nel mondo la vivente testimonianza di un pensiero e di un comportamento del tutto particolare. Siamo noi coscienti di essere stati chiamati a far parte di un popolo speciale? Siamo coscienti di essere stati chiamati a far parte del popolo che appartiene a Dio, con tutto quello che ne consegue? Quanto spesso, invece, come abbiamo notato, sono superficiali, faciloni, qualunquisti e negligenti coloro che oggi si definiscono cristiani! Quanto spesso si lasciano trascinare da ogni vento di dottrina, dal relativismo contemporaneo nelle loro idee, dal soggettivismo etico e morale nel loro comportamento!
Le esortazioni dell'Apostolo sono allora quanto mai pertinenti per noi, noi che, molto più che allora, siamo vicini a quegli ultimi tempi(4:1a) per i quali lo Spirito Santo profetizza apostasia e tradimento nelle stesse file cristiane, tempi in cui molti daranno ascolto a spiriti seduttori e dottrine di demoni(4:1b) cadendo nella trappola di maestri ipocriti e bugiardi.
II. Un deposito da salvaguardare
L'apostolo mette in evidenza davanti a Timoteo ed a noi quanto grandi siano le nostre responsabilità perché:
1. "Senza alcun dubbio, grande è il mistero della pietà", dice il nostro testo.
Quanto L'apostolo qui riporta come citazione è forse un antico inno cristiano, un vero e proprio Credo impostato musicalmente. Egli lo reputa adeguato, sebbene sia in forma poetica, per esprimere il contenuto fondamentale ed immutabile della fede cristiana. Non sarebbe male che anche noi potessimo pure cantare il contenuto della nostra fede, perché questo ci aiuterebbe meglio a rammentarlo ed a vigilare allorché udiamo insegnamenti difformi. Anche per questo ritengo importante insegnare canti cristiani ai nostri bambini, fin dalla più tenera età: con le loro cadenze e concise espressioni, infatti, dei concetti, in forma poetica e cantata, possono radicarsi in modo indelebile nella loro coscienza.
Che cosa significa poi "mistero della pietà"? "Pietà" indica il contenuto della nostra fede; non però come astratto dato intellettuale, ma come un "vissuto", un dato radicato nella pratica di un autentico rapporto della creatura umana con Dio. La fede cristiana non è speculazione accademica, ma dato da viversi fino in fondo.
E perché viene definito "mistero"? Non perché sia "misterioso ed incomprensibile": mistero qui significa, nel linguaggio biblico 'verità rivelata'. Si tratta di un mistero perché nessuna mente umana poteva concepirlo: è infatti una rivelazione. E' un mistero perché i soggetti del suo discorso vanno oltre a ciò che umanamente ci è accessibile. E' un mistero perché sfida ogni tentativo della sapienza umana di inquadrarlo e giustificarlo nelle categorie del razionalismo e del conosciuto, arte in cui noi oggi vorremmo essere maestri. E' un mistero perché le conseguenze che produce sulla realtà e sull'anima che lo accoglie sono del tutto inesplicabili. E' un mistero perché avrebbe bisogno dell'eternità per esplorarlo appieno.
Per questo L'apostolo sembra affermare: "Noi proclamiamo apertamente e
con coraggio, con parole e con i fatti, la verità che ci è stata rivelata,
verità grande, importante, poderosa". Lo stesso apostolo afferma in 1
Corinzi 2:9: "Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha
udito e che non sono salite in cuore d'uomo, sono quelle che Dio ha preparato
per quelli che lo amano".
Il contenuto fondamentale di questa rivelazione è la gloriosa persona del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo: il contenuto della fede cristiana che dobbiamo proclamare e salvaguardare con diligenza è la Sua persona ed opera. Quali affermazioni la nostra fede fa su di Lui. Lo troviamo in questo inno. La prima è che Gesù è:
2. "Dio è stato manifestato in carne". Ecco il primo mistero rivelato: Dio si è reso a noi visibile in carne umana. Il Figlio eterno di Dio, eterna emanazione di Dio, Dio vero da Dio vero, ha assunto la nostra umana natura, ed in essa si è manifestato al mondo come il vero Messia e Redentore promesso il quale, fino ad allora, era stato nascosto nel consiglio e sotto le promesse di Dio.
Noi non abbiamo alcuna facoltà naturale che ci permetta di percepire l'Altissimo. Il Re eterno ed immortale è invisibile ad occhio umano. Nella Sua esistenza, nelle Sue perfezioni, nei Suoi propositi, Egli è per ogni essere un mistero, a meno che Egli non decida sovranamente di rivelarsi. La creatura umana non è stata infatti creata solo per mangiare e per bere e poi per morire, per trascorrere l'esistenza terrena a perseguire le cose di questo mondo e piaceri transitori e ma è stata fatta per avere consapevole comunione con Dio, per servirLo e per promuovere la Sua gloria. Noi non siamo condannati a fare ipotesi su Dio né siamo lasciati in balia della nostra fantasia e pie aspirazioni.
Iddio si è manifestato al mondo in modo unico e finale nella persona del Suo unigenito Figlio. L'evangelista Giovanni dice: "Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere... noi abbiamo contemplato la Sua gloria, come gloria dell'unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità"(Gv. 1:18 e 14).
Gesù non è solo il Rivelatore di Dio per eccellenza: Egli è pure Dio che esemplifica Egli stesso l'uomo che Egli gradisce perché in costante comunione di fede e di ubbidienza con Dio Padre. Egli è Colui che viene come mezzo di riscatto dell'umanità asservita al peccato, Colui che viene in rappresentanza del peccatore per compiere in suo favore nella Sua vita la giustizia che Dio si aspetta dalla creatura umana, così come Colui che offre di pagare, al posto del peccatore credente, il debito che ciascuno di noi ha verso Dio. Gesù come "Dio con noi" è il Rivelatore, il Modello, la Vittima espiatrice del peccato umano, il legittimo Signore di ogni vita, perché Egli porta la vita in Sé stesso.
Colui che è stato manifestato nella carne vuole anche, nel Suo sconfinato amore, manifestarsi ed operare nella nostra persona, o, come L'apostolo lo esprime: "affinché la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo"(1 Co. 4:10). Dio vuole manifestare nella nostra persona la Sua potenza di guarigione dell'intero essere nostro, diventare il nostro personale Signore e Salvatore. La Sua giustizia Egli vuole renderla nostra, nostra la Sua fede, nostra la Sua ubbidienza, nostra la Sua intima comunione con il Padre. Iddio si è già rivelato in questo modo nella vostra vita? Implorate Dio in preghiera affinché lo faccia. Egli risponde! Davvero grande è il mistero della pietà! Il nostro testo però dice anche che Gesù:
3. "è stato giustificato nello Spirito". Che significa? Che sebbene Cristo si fosse manifestato come uomo, Egli non condivideva la nostra natura corrotta e peccaminosa. Al contrario, come uomo Egli era stato dichiarato giusto dallo Spirito di Dio che dimorava in Lui costantemente. Dio Padre dice di Lui: "Questi è il mio amato figlio, nel quale mi sono compiaciuto"(Mt. 3:17). La Sua risurrezione è la manifestazione ultima che come uomo la Sua vita era stata perfettamente in sintonia con Dio e quindi libera dalla morte, che è il salario del peccato. Paolo dice: "...dichiarato Figlio di Dio in potenza, secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti"(Ro. 1:4). Cristo Gesù è stato esaltato nella sfera dello Spirito, cosa che sarebbe stata preclusa ad ogni creatura umana decaduta come tutti noi, Egli infatti risuscita "incorruttibile... glorioso... pieno di forza, corpo spirituale"(1 Co. 15:42-45).
Gesù è stato pienamente approvato davanti al giudizio di Dio, come avendo perfettamente adempiuta ogni giustizia, soprattutto al riguardo del Suo ministero di Redentore. Per questo motivo Egli è stato liberato dalla morte e da tutte le pene, coronato della gloria meritata.
Tutto questo ha delle magnifiche implicazioni per tutti noi, perché se noi quaggiù leghiamo il nostro destino con fede ed ubbidienza al Salvatore Gesù Cristo, riceviamo in dono la Sua giustizia e vediamo i nostri debiti verso Dio pagati da Lui. Se Lo seguiamo diligentemente come nostro Maestro e Signore, allora la Scrittura ci promette che saremo simili a Lui: "come abbiamo portato l'immagine del terrestre, porteremo anche l'immagine del celeste"(1 Co. 15:49).
Il nostro "inno-confessione di fede" procede poi con un'espressione piuttosto misteriosa. Cristo Gesù:
4. "è apparso agli angeli". La gioia del compimento della missione cosmica di Cristo Gesù per la salvezza della creatura umana, viene qui annunciata essere condivisa dalle altre creature di Dio, in questo caso quelle angeliche. Essendo stato risuscitato, Egli ha fatto si che gli angeli per primi vedessero il compimento delle promesse di Dio e della salvezza del mondo. Angeli appaiono infatti come messaggeri del Cristo risuscitato(Mr. 16:5; Lu. 24:4; Gv. 22:12). La Scrittura sembra suggerire che le creature angeliche abbiano una certa "gelosia" per il favore ed i privilegi immeritati toccati in sorte alle creature umane da parte di Dio. Si tratta infatti di misteri nei quali: "gli angeli desiderano riguardare addentro"(1 Pi. 1:12).
Dice la Scrittura che anche la creazione aspetta intensamente il compimento finale dell'opera redentrice di Cristo dell'umanità, elemento corruttore della natura. Anche "il desiderio intenso della creazione aspetta con bramosia la manifestazione dei figlioli di Dio, perché la creazione è stata sottoposta alla vanità non di sua propria volontà, ma per colui che ve l'ha sottoposta, nella speranza che la creazione stessa venga essa pure liberata dalla servitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio"(Ro. 8:19-21).
Un'altra importante verità è annunziata nel quinto punto. Cristo Gesù:
5. "è stato predicato tra i gentili, è stato creduto nel mondo". La persona del Signore e Salvatore Gesù non è infatti un "Dio locale", o un "Salvatore locale": uno fra i tanti, legato ad una singola cultura o nazione. Egli è il Salvatore unico ed insostituibile del mondo intero, e i Suoi discepoli hanno fedelmente portato il messaggio al riguardo della Sua persona nel mondo intero. Davanti agli anziani della comunità cristiana di Efeso Paolo dice: "io non mi sono astenuto di annunziarvi e insegnarvi in pubblico e per le case nessuna di quelle cose che sono giovevoli, dichiarando solennemente ai Giudei e ai Greci la necessità della conversione a Dio e della fede nel Signor nostro Gesù Cristo"(At. 20:21). Non era forse stato il comandamento finale e fondamentale del Signore Gesù: "Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che vi ho comandato"(Mt. 28:19,20)?
Si, e il più grande miracolo che possa accadere è che Gesù sia "creduto nel mondo", che Dio abbia convertito uomini, donne, bambini, del mondo intero, che abbia spezzato il loro cuore di pietra, che abbia fatto abbandonare loro i loro idoli ed i loro peccati, che li abbia rigenerati a nuova vita rendendoli "nuove creature", nuove creature che amano Dio ed amano tutto ciò che Dio ha creato. Si, un miracolo indubbiamente, un grande mistero di cui vale la pena cantare con entusiasmo e predicare con altrettanto entusiasmo, come dimostra questo antico inno.
Coronamento finale è l'ultima espressione che dice come Gesù:
6. "è stato elevato in gloria". Si tratta della proclamazione dell'Ascensione di Gesù in cielo, presso Dio Padre. Non è altro che la proclamazione, più volte ripetuta nelle Scritture, che il Signore e Salvatore Gesù Cristo: "Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature celesti, terrestri e sotterranee, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre"(Fl. 2:9-11). Si, sovranamente innalzato alla Signoria universale.
La profezia dell'Apocalisse vede Cristo Gesù come l'Agnello immolato verso cui miriadi di creature cantano: "Degno è l'Agnello, che è stato ucciso, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l'onore, la gloria e la benedizione... A Colui che siede sul trono e all'Agnello siano la benedizione, l'onore, la gloria e la forza nei secoli dei secoli"(Ap. 5:12,13). Gesù Cristo è il legittimo Signore e Re dell'universo: lo è anche della vostra vita, non solo a parole, ma anche nei fatti? Il Signore Gesù, esaltato alla suprema gloria, non è da prendere alla leggera: o lo incontriamo oggi come Signore e Salvatore misericordioso, o lo incontreremo domani come Giudice supremo dai giudizi severi, giusti e inappellabili. La Scrittura dice: "Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?"(Eb. 2:3).
Conclusione
E' quanto mai importante, dunque, soprattutto oggi in cui l'apostasia degli ultimi tempi è quanto mai vicina, che ogni cristiano autentico e responsabile persegua l'assoluta correttezza nel contenuto della fede, tramandata una volta per sempre ai santi, e la coerenza dell'intera sua vita con questa norma. Certo nessuno è perfetto, ma quale sarà la nostra sorte se noi, con la nostra cattiva testimonianza, saremo considerati corresponsabili per aver gettato un marchio infamante agli occhi del mondo sul nome di Cristo, mentre lo scopo della nostra vita intera dovrebbe promuovere esclusivamente la gloria di Dio?
Il nostro testo ci esorta a esaltare il nome glorioso di Cristo. Cristo è asceso al cielo, recita il Credo cristiano; va da se che Cristo debba essere esaltato, in parole ed in opere attraverso il comportamento di ogni cristiano degno di portare questo nome. Solo allora, forse, parole come coerenza, diligenza, perseveranza e fedeltà, potranno ...tornare di moda.
(Paolo Castellina, 10 maggio 1994. Tutte le
citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione
"Nuova Diodati". Edizioni "La Buona Novella", Brindisi,
1991).