PRED576/B
Forza per perseverare
Chi te l'ha fatto fare?
La vita cristiana, cioè il viaggio che conduce al ristabilimento della perduta dignità della creatura umana fatta ad immagine di Dio è davvero un'avventura eccitante che riempie la vita di senso e di prospettiva, che dà gioia e pace. Senza dubbio, però, è anche un viaggio impegnativo che implica da parte nostra sacrificio e sofferenza. Lo abbiamo visto nella nostra precedente riflessione. Gesù disse infatti: "Se qualcuno mi vuol seguire, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua"(Mt. 16:24).
Dobbiamo infatti sopportare i mali che sono la sorte comune di chi vive in questo mondo, i mali che sono le conseguenze del peccato e soprattutto, come cristiani, le sofferenze alle quali Dio ci chiama quando dobbiamo sopportare incomprensioni e persino la persecuzione per Cristo, insieme ai sacrifici che comporta servire la Sua causa nel mondo.
A volte però queste difficoltà sembrano essere troppo grandi. Corriamo il rischio di scoraggiarci, di chiederci se davvero ne valgano la pena, soprattutto quando altri magari ci dicono con compatimento: "...ma chi te lo fa fare?".
L'apostolo Paolo, nella lettera ai Romani, al capitolo 8, dopo averci parlato delle difficoltà che il cristiano coerente deve sopportare ci indica che cosa possa darci la carica per perseverare, nonostante tutto.
1. Incoraggiamento dal futuro
La prima fonte di incoraggiamento ci proviene, per così dire, 'dal futuro'. Dobbiamo vedere queste sofferenze in prospettiva tenendo gli occhi fissi su ciò che Dio ha promesso.
Paolo fiduciosamente afferma che le attuali sofferenze non possono neanche essere messe a confronto con la gioia che ci aspetta nel futuro. Egli riassume così la questione: "Io ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano affatto da eguagliarsi alla gloria che sarà manifestata in noi"(Ro. 8:18). Sebbene la vita cristiana comporti sofferenze, lo splendore del nostro destino finale è tale da scacciare le ombre della prova. Le nostre attuali difficoltà nel vivere cristiano valgono veramente la pena quando consideriamo ciò che ci aspetta.
Troppo facile dirlo a chi soffre? Queste parole però non ci provengono da un teologo che scrive comodamente nel caldo di un ufficio. Per Paolo questa non era teoria. La sua stessa vita era la tangibile testimonianza di uno che certo non aveva cercato una vita facile e comoda. Aveva lasciato la sua patria, aveva attraversato insidiosi mari, aveva predicato a folle furiose. Era stato falsamente accusato, battuto ed imprigionato. Aveva accettato tutto questo ed innumerevoli altre cose per Cristo. Paolo, però, sapeva come tenere in prospettiva tutte queste difficoltà: esse non lo sopraffacevano perché guardava con grande aspettativa la gloria del tempo in cui ogni cosa promessa si sarebbe compiuta, e allora le difficoltà di questa vita gli parevano insignificanti, non erano "affatto da eguagliarsi" a ciò che sarebbe venuto.
A volte il ministro di Dio si chiede veramente se ne valga la pena di fare quello che sta facendo. In un certo senso non ne vale la pena se dovesse accontentarsi solo delle soddisfazioni che potrebbe avere quaggiù. A volte ce solo da "rodersi il fegato" a predicare la parola di Dio a gente che non capisce, non apprezza, non accetta e ti guarda con commiserazione perché tu credi "a quelle cose". E' vero: il costo di servire Cristo con sacrificio in questo mondo non vale i risultati che vediamo in questa vita. Certo ci sono anche soddisfazioni ma non sono che sorsi d'acqua lungo la via del Calvario. Per vincere lo scoraggiamento, dobbiamo seguire l'esempio di Paolo volgendo lo sguardo oltre questa vita, guardando la nostra ricompensa nel mondo a venire.
Non dobbiamo però pensare soltanto alle promesse che ci vengono fatte di un glorioso personale destino eterno. La nostra visione deve essere allargata ad un incoraggiamento ben maggiore. L'Apostolo Paolo guarda anche ad una stupefacente redenzione cosmica:
"19Infatti il desiderio intenso della creazione aspetta
con bramosia la manifestazione dei figli di Dio, 20perché la
creazione è stata sottoposta alla vanità non di sua propria volontà, ma per
colui che ve l'ha sottoposta, 21nella speranza che la creazione
stessa venga essa pure liberata dalla servitù della corruzione per entrare
nella libertà della gloria dei figli di Dio. 22Infatti noi sappiamo
che fino ad ora tutto il mondo creato geme ed è in travaglio"(Ro.
8:19-22).
C'è qualcosa di molto più spettacolare che la nostra personale salvezza: il nostro pieno ristabilimento verrà accompagnato da un rinnovamento dell'intera creazione. L'universo è caduto sotto la maledizione di Dio quando è stato trascinato nella futilità e nella rovina dalla ribellione umana a Dio, ma non senza la speranza di un futuro più luminoso. Quando Cristo ritornerà e ci libererà dalla maledizione della morte, Egli pure in modo spettacolare rinnoverà ogni altra cosa nella creazione: montagne e valli, deserti e mari, piante ed animali. Tutto verrà ristabilito al suo splendore originale: alla discordia, al decadimento ed alla rovina si sostituirà armonia, bellezza, ordine e, come disse Gesù: "I mansueti erediteranno la terra"(Mt. 5:5).
Paolo concentrava i suoi pensieri nella grandiosa redenzione futura in Cristo. Quando si avvicinavano le difficoltà, egli pensava che un tempo sarebbe stato partecipe di una nuova creazione liberata dalla futilità. Egli guardava con indicibile gioia quello che un giorno sarebbe stato suo. Con questa visione del futuro, egli poteva considerare le sue sofferenze e sapere che ne valeva veramente la pena.
Un giorno un giovane cristiano che stava morendo di una dolorosa malattia terminale, disse al suo pastore sorridendo: "Non mi dispero, posso sopportare tutto questo perché so che sarò presto nella gioia del mio Signore". Sono parole queste che incoraggiano noi quando sentiamo tutto il peso delle difficoltà di vivere oggi come cristiani. Quando ci sentiamo dobbiamo guardare avanti e pensare come sarà bello quando saremo con il Signore in nuovi cieli e nuova terra.
2. Incoraggiamento dallo Spirito di Dio
Molti di noi hanno letto di quanto può essere terribile il carcere in certi paesi del mondo a regime dittatoriale per chi vi finisce per motivi di fede o di opinione. Torture, condizioni di vita intollerabile, privazioni, malattie sono il destino di tanti innocenti ancora oggi. C'è però una crudeltà ancora maggiore in questi luoghi: la prigione nella prigione, la cella di isolamento, dove il prigioniero sta da solo, magari nel buio e nel silenzio più completo, per lunghi periodi di tempo. In confronto con la cella di isolamento, la prigione "normale" è come la libertà, perché li almeno i prigionieri si incoraggiano l'un l'altro; là, però, ci si sente del tutto abbandonati.
Per molti, essere cristiani in certe situazioni, prima di ricevere la gloria di Cristo è come essere confinati nella sofferenza. Guardiamo con grande aspettativa il momento della nostra liberazione, ma quel giorno ci sembra così lontano. Abbiamo bisogno di qualcosa qui ed ora per alleggerire il nostro fardello. Che incoraggiamento possiamo trovare quaggiù? C'è qualcuno con cui si possa condividere i nostri fardelli?
In Romani 8:22-27, Paolo continua le sue parole di incoraggiamento dirigendo la nostra attenzione verso un sostegno del tutto particolare. Seguire Cristo può essere a volte molto difficile, ma non dobbiamo affrontare queste situazioni da soli. Dio ha mandato il Suo Spirito per aiutarci a portare la croce:
"22Infatti noi sappiamo che fino ad ora tutto il mondo
creato geme ed è in travaglio. 23E non solo esso, ma anche noi
stessi che abbiamo le primizie dello Spirito; noi stessi, dico, soffriamo in
noi stessi, aspettando intensamente l'adozione, la redenzione del nostro corpo.
24Perché noi siamo stati salvati in speranza; ora la speranza che si
vede non è speranza, poiché ciò che uno vede, come può sperarlo ancora? 25Ma
se aspettiamo ciò che non vediamo, l'aspettiamo con pazienza. 26Nello
stesso modo anche lo Spirito sovviene alle nostre debolezze, perché non
sappiamo ciò che dobbiamo chiedere in preghiera, come si conviene; ma lo
Spirito stesso intercede per noi con sospiri ineffabili. 27E colui
che investiga i cuori conosce quale sia la mente dello Spirito, poiché egli
intercede per i santi, secondo Dio".
Paolo qui riconosce onestamente che spesso i cristiani "gemono" sotto grandi pressioni. A volte la nostra condizione può essere così difficile che: "non sappiamo ciò che dobbiamo chiedere in preghiera"(26). In questa condizione, però, non veniamo lasciati soli. Abbiamo "le primizie dello Spirito"(23), il quale "sovviene alle nostre debolezze"(26). Lo Spirito di Dio fa molte cose per assisterci, ma Paolo qui rileva un particolare aspetto della Sua opera. Quando soffriamo in noi stessi sotto il peso di dover aspettare che la nostra gloria venga rivelata, lo Spirito: "intercede per noi con sospiri ineffabili"(26). Lo Spirito Santo sente il nostro dolore e porta davanti al Padre il nostro fardello. Egli in modo mirato: "intercede per i santi, secondo Dio"(27). Quando siamo così abbattuti che neppure sappiamo trovare le parole per pregare, lo Spirito Santo si prende cura di noi e parla per noi.
E' forse questa una cosa troppo teorica per poterci davvero consolare in queste situazioni? Non possiamo udire lo Spirito Santo mentre condivide il nostro peso, né Lo possiamo vedere portare al Padre la nostra situazione. Certo è magnifico sapere una cosa di questo genere, ma... Il problema è solo nella povertà spirituale di tanto cristianesimo moderno.
Paolo non parlava ai cristiani di Roma della presenza dello Spirito come qualcosa di astratto. Essi ben conoscevano la realtà della presenza ed opera dello Spirito in modi che vanno molto al di là di quanto comunemente si possa oggi. La loro vita era ripiena di manifestazioni percettibili dello Spirito in ogni aspetto della loro vita comunitaria: profezia, servizio, insegnamento, incoraggiamento, donare generoso, una guida sicura, misericordia(Ro. 12:3-8)... Lo Spirito Santo non era uno sconosciuto per loro. Ogni giorno vedevano sorprendenti manifestazioni del Suo potere ed amore. Lo conoscevano per esperienza. Le parole di Paolo riscaldavano il loro cuore perché giorno per giorno vedevano le evidenze della presenza dello Spirito. Lo Spirito Santo per loro era una "voce ben conosciuta", come la voce della mamma al telefono per un bambino che se ne è dovuto momentaneamente distaccare. Era proprio perché questi credenti avevano ricevuto così tante benedizioni da parte dello Spirito, che sapere della Sua opera segreta era per loro di così grande incoraggiamento.
E' triste come molti cristiani oggi non comprendano e non abbiano mai fatto l'esperienza dell'opera dello Spirito Santo. Le nostre chiese si trascinano stancamente senza sperimentare mai la Sua potenza ancora oggi disponibile. Sorprende così che non si sentano così incoraggiati dall'opera ...di uno sconosciuto?
Lo Spirito Santo, però, non ha abbandonato il Suo popolo: è che non lo riconosciamo più e non ci avvaliamo più di quello che pure sarebbe a nostra disposizione! Egli ci apre gli occhi sulla verità della Scrittura, ci dà convinzione di peccato, il successo nell'evangelizzare, guarigioni fisiche, doni e guida efficace nella chiesa, conforto nell'afflizione, amore e comunione fraterna. Queste realtà della vita cristiana non sono cose che ci capitino per caso: dobbiamo cercarle appositamente. Se ci lasciamo sopraffare dal razionalismo imperante e neghiamo nei fatti l'opera potente dello Spirito Santo, allora non lo vedremo mai all'opera. Se ritorniamo a fare nostra la Sua realtà, allora queste parole torneranno ad incoraggiarci: troveremo un vero amico che condivide le nostre sofferenze e prega a nome nostro.
3. Incoraggiamento dai sicuri progetti di Dio
Una terza cosa che può essere per noi una potente fonte di incoraggiamento è sapere che Dio, per ogni cosa e per la nostra vita ha un piano, un progetto, che a suo tempo andrà sicuramente in porto. Dio infatti realizza sempre quello che ha progettato perché ha il potere di farlo. Per questa ragione Paolo conclude il suo incoraggiamento verso coloro che soffrono per Cristo facendo appello ai piani di Dio. In Romani 8:28-39 egli infatti delinea il divino disegno che sta dietro le sofferenze alle quali Dio ci ha chiamati. Che cosa sta compiendo Dio attraverso le prove del Suo popolo? Qual è il Suo proposito?
Paolo risponde con un versetto ben conosciuto: "28Ora noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento". E' un testo di straordinario incoraggiamento per coloro che soffrono per Cristo! Dio ha un piano anche in mezzo alle prove più difficili che dobbiamo affrontare.
Notate come questo piano sia onnicomprensivo. Ogni evento -non soltanto qualcuno o la maggior parte- è per il nostro bene. Le circostanze in cui ci possiamo trovare possono anche essere terribili. Il costo di seguire Cristo può essere molto alto. Possiamo perdere il lavoro, il nostro partner, gli amici, e persino i genitori. Possiamo anche soffrire il carcere e persino la morte. Non importa però quanto scoraggiante possa essere la nostra situazione, sappiamo che qualcosa ci dà speranza. Sappiamo che Dio ha un piano per trasformare le nostre sofferenze in benedizioni.
Molti ritengono che questo testo sia un'affermazione generale che riguardi tutti. Si sente dire: "Alla fine tutto si risolverà per il meglio per tutti". Questo però non è ciò che dice la Bibbia. La promessa che tutto si risolverà per il meglio vale solo per coloro che "sono chiamati secondo il suo proponimento"(Ro. 8:28). Non è vero che tutto alla fine si risolverà per il meglio per coloro che rimangono fuori da Cristo. Per quanto triste possa essere, le attuali sofferenze non sono che un assaggio del castigo eterno che attende ogni uomo o donna che non sia in comunione con Cristo! La vita può essere un inferno anche per chi non è in comunione con Dio, ma l'inferno in questo mondo non è nulla in confronto con l'inferno che vi sarà nell'aldilà e per l'eternità, per coloro che non sono in comunione di fede e di obbedienza con il Salvatore Gesù Cristo.
Quando però dei cristiani soffrono per il Signore, questo non ha nulla a che fare con il loro futuro. Non siamo sulla via che porta alla distruzione, ma sulla via che porta alla dignità. Le difficoltà del cammino sono mezzi che Dio usa per farci giungere alla gloria.
E' come le sofferenze che si debbono affrontare quando dobbiamo subire un'operazione chirurgica il cui buon esito pur non è sempre garantito: è qualcosa che sopportiamo volentieri in vista del meglio. Tanto più sicuro è il risultato di quello che Dio si è prefisso attraverso le sofferenze del cristiano.
Diventare seriamente cristiani ci potrà anche far perdere gli amici, ma troviamo amici nuovi e migliori in un altro ambiente. Alcuni perdono il lavoro a causa della loro presa di posizione chiara per Cristo, ma Dio ce ne può dare uno migliore.
Certo i dubbi ancora affiorano, talvolta non riusciamo a capire come una certa situazione possa mai risolversi per il meglio. A volte ci domandiamo se Dio ci abbia per caso abbandonato. Paolo però ci ricorda che quello che Dio ha iniziato con noi andrà a compimento perché noi siamo inclusi in un preciso Suo piano: "Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del suo Figlio, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati, e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati"(Ro. 8:29,30).
Qui Paolo ci dà una prospettiva sull'eternità e ci mostra qual è a nostro riguardo l'eterno decreto di Dio, e lo riassume in cinque cose che Dio ha determinato nei nostri riguardi.
In primo luogo Dio ci ha preconosciuti(29). Tu che sei credente, Egli ti conosceva in modo intimo e personale dall'eternità: è ciò che dice la Bibbia. Prima che fosse creato l'universo stesso, Dio già ti aveva dato attenzione personale. Dalle profondità dell'eternità, Dio si stava già prendendo cura di te con grande affetto.
In secondo luogo Dio ci ha predestinati(29). Il Creatore aveva riposto in te uno speciale interesse tanto da stabilire in anticipo la direzione che la tua vita avrebbe preso. Il nostro futuro non ha nulla di casuale ed incerto. Non possiamo uscire di rotta. Siamo stati sovranamente "predestinati ad essere conformi all'immagine del suo Figlio, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli"(29). Cristo è la gloriosa immagine di Dio. Dio però non intendeva che questa fosse l'unica Sua immagine. Al contrario, il Padre ha determinato che Cristo fosse il primo di molti fratelli e sorelle che sarebbero stati come Lui. Dio ha stabilito che molti in questo mondo, per grazia, divenissero come Cristo eredi con Lui dell'eterna gloria.
In terzo luogo Dio ci ha chiamati a Sé stesso(30). Non soltanto ha determinato la nostra via verso la dignità, ma ha anche stabilito i mezzi per i quali ci saremmo arrivati. Dio decise di farci udire e rispondere alla vocazione dell'Evangelo. La conversione non è il risultato del caso. Non è stato un caso che tu abbia ricevuto l'Evangelo con gioia. Dio dall'eternità aveva determinato che lo Spirito si fosse mosso nel tuo cuore per portarti al ravvedimento e alla fede salvifica.
In quarto luogo Dio ci ha giustificati(30). Giustificare è un termine legale che significa "dichiarare giusti". Dio ha emesso nei tuoi riguardi, come credente, un verdetto legale. Invece di considerarti responsabili dei tuoi peccati, Egli ha trasferito la tua colpevolezza a Cristo e ti ha dichiarato perdonato. Se Dio ti avesse lasciato cercare da solo la via della giustizia, non saresti mai stato ristabilito a dignità. Dio però era così determinato a darti la benedizione del pieno ristabilimento da far si che il Suo stesso figlio potesse soddisfare per te la giustizia morendo su una croce.
Infine Egli ci ha glorificati. Avete notato il tempo verbale qui usato? Dio non dice che ci 'glorificherà'. E' vero, quando Cristo ritornerà saremo glorificati. Paolo però sta pensando ad un progetto stabilito per noi dall'eternità. Dalla prospettiva eterna di Dio, i credenti sono già stati glorificati. La nostra futura redenzione non è qualcosa che dipende da incerti futuri eventi. E' già stata realizzata e sarà realizzata a suo tempo.
Ora vediamo, non è vero, come possiamo aver fiducia che "tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio"(Ro. 8:28). I progetti di Dio non sono a conclusione variabile... Nel Suo Eterno consiglio Dio ha fermamente ancorato ogni passo della storia al fine di portarci al nostro destino ultimo in Cristo.
Quando noi cogliamo come gli eterni decreti di Dio assicurino il nostro futuro, allora possiamo veramente avere una base per la speranza, anche in mezzo alle difficoltà. Dio non trasformerà subito ogni sofferenza in una benedizione, ma tutto quello che accadrà, senza eccezione, sarà per il nostro bene.
Paolo conclude questo appello al piano di Dio con espressioni di fiducia e di lode Un vero incoraggiamento per resistere nelle difficoltà della vita:
"Che diremo dunque circa queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Certamente colui che non ha risparmiato il suo proprio figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi è colui che li condannerà? Cristo è colui che è morto, e inoltre è anche risuscitato; egli è alla destra di Dio, ed anche intercede per noi. Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà l'afflizione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo? ... in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati. Infatti io sono persuaso che né morte né vita né angeli né principati né potenze né cose presenti né cose future, né altezze né profondità né alcun altra creatura potrà separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore"(Ro. 8:31-39).
Proprio perché il piano di Dio per le sue immagini redente è così certo, noi possiamo affrontare ogni cosa con fiducia. Non soltanto "sopravviviamo" alle prove, ma "noi siamo più che vincitori"(v. 37) perché assolutamente nulla "potrà separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore"(39).
Conclusione
Abbiamo così guardato a due aspetti della nostra vita nel cammino che conduce alla nostra perduta dignità di creature fatte ad immagine di Dio. Mentre aspettiamo il ritorno di Cristo, siamo stati chiamati a soffrire per Lui. Questa però è solo una faccia della medaglia. Dio ci ha dato pure potenti incoraggiamenti. Egli ci apre gli occhi verso il nostro futuro glorioso; Egli ci dà il Suo spirito; Egli ci rende coscienti dei suoi piani perfetti ed invincibili. Quando teniamo davanti ai nostri occhi questi incoraggiamenti, possiamo resistere finché arriveremo alla meta prefissata.
(Paolo Castellina, elab. n. PRED576B del 18
febbraio 1994. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono
tratte dalla versione "Nuova Diodati", Brindisi, 1991).