Una maggiore beatitudine

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(Luca 11:27,28)

Un personaggio ammirevole

E' buona regola diffidare dalle lodi e dall'ammirazione che altri ti possono rivolgere. Un'attrice ha detto: "Gli ammiratori sono tanto più ammirevoli quanto più si astengono dall'esprimerci la loro ammirazione". Un generale messicano ha detto: "Non aver paura dei nemici che ti attaccano, ma guardati dagli amici che ti adulano", e a proposito di generali, Napoleone ha detto: "Chi sa adulare, sa anche calunniare".

La persona di Gesù di Nazareth suscitava sempre grande meraviglia ed ammirazione non solo da parte dei suoi sostenitori e discepoli, ma anche dai suoi oppositori.

C'era poco da fidarsi di coloro che lo adulavano, perché quelle lodi si sarebbero presto trasformate in calunnie e poi Cristo si aspettava ben altro che lodi come risposta da parte della gente che lo attorniava.

In ogni caso, quello che di Gesù tutti, unanimemente dicevano di bene, corrispondeva senza ombra di dubbio alla realtà che lo riguardava.

Tutti ammiravano la sua intelligenza e la coerenza della sua vita con quello che affermava ed era vero. Tutti ammiravano il suo carattere pacifico, equilibrato, controllato e paziente, come pure il suo coraggio e la sua capacità di parlare chiaro, di dire "pane al pane e vino al vino", non importa chi avesse davanti, senza servilismo alcuno, ed era vero.

Le Sue parole erano sempre appropriate e piene di sapienza e si era guadagnato il titolo di Maestro, anche se non aveva frequentato le scuole ufficiali. La sincerità della sua professione di fede e della sua vita di preghiera era al di là di ogni sospetto. Le sue opere di solidarietà e di misericordia erano ugualmente ammirevoli, come grandi erano i prodigi di cui era capace.

...e a proposito di lodi e di ammirazione, potrebbe osservare qualcuno: Sua madre doveva essere davvero fiera per avere un figlio così!

In effetti, una volta in cui Gesù aveva saputo tenere testa ai Suoi avversari, una donna fra la folla loda Maria, sua madre, per avere un figlio come Lui. Nel vangelo secondo Luca, sta scritto: "Ora avvenne che, mentre egli diceva queste cose, una donna della folla alzò la voce e gli disse: 'Beato il grembo che ti ha portato e le mammelle che ti hanno allattato!'. Ma egli disse: 'Beati piuttosto coloro che odono la Parola di Dio e la mettono in pratica'" (Lu. 11:27,28).

Una lode ben fondata

"Beato il grembo che ti ha portato e le mammelle che ti hanno allattato!'". Quella di questa donna era un'osservazione naturale. I genitori vogliono sentirsi fieri dei loro figli e questa donna vedendo come le folle acclamavano Gesù, avrebbe voluto che anche magari il suo di figlio avesse avuto altrettanto successo e popolarità. Nulla di male in questo, e Maria poteva essere davvero fiera di Gesù.

Tante, infatti, erano le benedizioni e gli onori per Maria dell'avere avuto un figlio come Gesù. Già fin dalla nascita, intorno a quella mangiatoia in cui era venuto alla luce, Maria aveva avuto le prime indicazioni di quanto Gesù sarebbe stato speciale, e lei spesso rifletteva con stupefazione su questa sua esperienza di madre unica nel suo genere.

A 12 anni Gesù mostrava un'intelligenza del tutto particolare: lo avevano trovato un giorno "nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, intento ad ascoltarli e a fare loro domande". Certo in quell'occasione aveva angosciato i Suoi genitori perché non riuscivano più a trovarlo, ma è scritto che poi: tornò a Nazareth e stava loro sottomesso.

Maria era davvero felice nel vedere crescere umanamente Gesù di grazia in grazia. Sta scritto infatti: "Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini".

Maria doveva essere stata davvero felice di vedere la carattere irreprensibile ed immacolato dell'intero tenore della Sua vita. Al processo in cui verrà più tardi trascinato dai suoi avversari cercheranno inutilmente di trovare contro di lui capi di accusa per farlo morire. Saranno costretti a produrre falsi testimoni che non riusciranno neanche a mettersi d'accordo. Pilato dovrà solo affermare: "Io non trovo nessuna colpa in quest'uomo".

Maria doveva essere stata davvero felice di poter spesso udire da parte di Gesù molti discorsi rallegranti, perché lei frequentemente partecipava alle Sue attività ed udiva i Suoi ascoltatori che "gli rendevano testimonianza e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: 'Non è costui il figlio di Giuseppe'?" .

Maria era stata benedetta nel vedere molte delle meravigliose opere che Gesù compiva, perché in molte altre occasioni di questo tipo si sarebbe potuto dire, come era stato detto a quella di Cana di Galilea che "la madre di Gesù si trovava là".

Maria avrebbe sofferto molto per la tragedia dell'arresto, del processo farsa e per la terribile morte di Gesù, ma pensate alla sua gioia per essere stata partecipe alla Sua gloriosa risurrezione ed ascensione, e poi quando Gesù era uscito vincitore sulla morte e sull'inferno, quando Lui era stato portato in cielo per sedere alla destra della divina Maestà, ad attendere che tutti i suoi nemici diventassero lo sgabello dei Suoi piedi.

Infine Maria continua ad essere beata nel contemplare la beatitudine di Lui, e nell'udire delle benedizioni che vengono moltiplicate nel Suo nome verso tutti coloro che oggi affidano sé stessi all'opera di salvezza di Gesù.

Qual è la vera beatitudine?

"Beato il grembo che ti ha portato e le mammelle che ti hanno allattato!". Si, Maria era davvero beata nell'avere un figlio come Gesù. Gesù non contraddice le affermazioni di questa pia donna del popolo ma le modifica e le spiega. Gesù fa un'aggiunta, dice: "Beati piuttosto coloro che odono la Parola di Dio e la mettono in pratica".

Un emendamento questo, una modifica delle parole di questa donna davvero notevole, che ci insegna diverse preziose cose:

1. Che la gioia più grande che Maria avrebbe potuto avere sarebbe stata quella di credere in Cristo, più che essere stata la madre di Cristo.

Noi viviamo in una cultura cosiddetta cristiana. Siamo abituati ad udire il nome di Cristo, e ne celebriamo solennemente la nascita. La maggioranza è iscritta nei libri di una chiesa ed è stata sottoposta a cerimonie cristiane. Ci sono indubbiamente vantaggi oggettivi a vivere in una cultura cristiana anche se sempre di più molti, ciechi ed irriconoscenti, sono pronti a gettare via come robaccia inutile le conquiste della morale cristiana.

In ogni caso io non credo che una società possa essere davvero cristiana, anche se lo vanta. Io non lo credo perché la Bibbia dice chiaramente che non basta una "spolveratina" di cristianesimo per essere salvati. Come nemmeno per Maria bastava essere stata fisicamente madre di Cristo per essere salvata, così nessuno si deve illudere che sia sufficiente per lui un generico riferimento a Cristo, se Cristo non è davvero e nei fatti il Signore ed il Salvatore della sua vita.

Gesù stesso diceva: "Perché mi chiamate 'Signore, Signore', e non fate quello che vi dico?".

Un giorno un tale chiese a Gesù: "Signore, sono pochi coloro che si salvano?" e Gesù rispose: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno. Una volta che il padrone di casa si è alzato ed ha chiuso la porta, voi allora, stando di fuori, comincerete a bussare alla porta dicendo: 'Signore, Signore, aprici!'. Ma egli., rispondendo, vi dirà: 'Io non so da dove venite'. Allora comincerete a dire: 'Noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze'. Ma egli vi dirà: 'Io vi dico che non so da dove venite; via da me, voi tutti, operatori di iniquità'. Li sarà il pianto e lo stridore dei denti".

Siamo allora "beati" per vivere nel contesto di una cultura cristiana? Beati piuttosto coloro che odono la Parola di Dio e la mettono in pratica !

2. Che tutti i veri credenti possono essere considerati ancora più beati che la madre di Cristo come tale.

Aveva avuto un grande onore Maria nell'avere avuto un rapporto materno con Lui? Certamente. Ma perché i veri credenti hanno in Cristo una fonte di grande gioia? Perché, come dice la Scrittura, i vero credenti stabiliscono un rapporto con Gesù ancora più stretto, tanto è vero che Gesù può affermare di essere uno con essi. Dice la Scrittura: "Chi si unisce al Signore è uno stesso spirito con lui". L'apostolo Giovanni scrive: "...quello che abbiamo visto ed udito, noi ve lo annunziamo, affinché anche voi abbiate comunione con noi; e la nostra comunione è con il Padre e col Suo Figlio Gesù Cristo. E vi scriviamo queste cose affinché la vostra gioia sia completa".

La Parola di Dio afferma che i veri credenti vengono benedetti con il perdono, con la santificazione, con il conforto, insieme a molte altre cose in questo mondo, e che tutto questo non è che una caparra e una garanzia delle benedizioni di cui godranno in cielo. Non è questo fonte davvero di grande gioia?

Gesù qui però non solo confronta il vantaggio di una religione autentica e vissuta rispetto a quello di essere stata la madre di Gesù, ma anche fra il vantaggio di una religione autentica rispetto ad ogni altro immaginabile vantaggio che noi potremmo avere in questo mondo. Ricordate quelle intramontabili parole dell'apostolo Paolo: "Le cose che mi erano guadagno, le ho ritenute una perdita per Cristo. Anzi, ritengo tutto una perdita di fronte all'eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura pur di guadagnare Cristo".

3. Che tutti coloro che sono credenti, ricevono più gioia da questo che da tutte le altre gioie che il mondo può dare.

Siete, per esempio, ricchi di beni di questo mondo o almeno in condizioni economiche favorevoli? Allora certo voi siete liberi, almeno per certi versi, dall'ansia che danno le ristrettezze economiche e potete godere dei beni terreni. Che cosa sono questi possedimenti, però, in rapporto ai tesori spirituali, alle insondabili ricchezze di Cristo? "Ogni cosa è vostra" dice la Bibbia. Altri possedimenti sono incerti e temporanei, ma i vostri, come credenti sono i migliori e i più durevoli, vostra è "un'eredità incorruttibile, incontaminata e immarcescibile, conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio mediante la fede siete custoditi per la salvezza che sarà prontamente rivelata negli ultimi tempi"

Siete voi persone istruite, ricche di sapienza umana? Bene, perché potrete così godere di molti vantaggi e di gioie intellettuali. Ancora più beati siete se è Dio che vi insegna quella sapienza che viene dall'alto, e siete istruiti per conoscere le Sacre Scritture, che si sono sempre provate sufficienti "affinché l'uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni opera buona".

Beati voi credenti?

Un'ultima questione mi sembra qui importante ancora sottolineare. A Maria si diceva allora: "Beata te..." come oggi anche un credente può sentirsi dire, come qualcuno mi ha detto recentemente: "Beato te che puoi credere. Io proprio non riesco a credere a queste cose!".

"Non posso credere in Cristo": si, questa è la protesta che talvolta si ode dalle persone a cui si indica Cristo come la loro unica salvezza e che magari ti ammirano per questo, ma loro "non possono". Che significa quel "non posso"? Chi dice così è sincero? Ha bene considerato quello che sta dicendo? A me sembra veramente assurdo, anzi, quel "beato te che credi" mi sembra quacosa di "sospettoso" e comodo proprio come quelle lodi a buon mercato che facevano a Gesù ed a Maria, lodi che nascondevano l'ostinata volontà a rimanere in fondo lontani personalmente da tutto ciò che Gesù rappresentava.

La loro condizione è simile a quella del protagonista di un racconto che ho letto recentemente. Ascoltate:

"Una nave stava affondando, e i passeggeri avevano ormai raggiunto le scialuppe di salvataggio. C'era però un ragazzo che era rimasto aggrappato ad una corda in altezza e fra lui e la scialuppa di salvataggio c'era una bella altezza, e non c'era altro modo di raggiungerla che saltare nel vuoto. Il ragazzo si guardava intorno senza riuscire a scorgere alcun mezzo per raggiungere la scialuppa: laggiù c'era la scialuppa e qui solo la nave che stava affondando lentamente. Al di sotto, sulla scialuppa c'erano cinque o sei uomini robusti che erano pronti ad afferrarlo non appena si fosse buttato giù e che gridavano affinché si buttasse con fiducia, ma lui non riusciva a decidersi a mollare la presa e a lasciarsi cadere.

Vedeva i flutti del mare e osservava pure la distanza che lo separava dai suoi liberatori laggiù, e il suo cuore sembrava venirgli meno. Che sarebbe successo se non avesse centrato la scialuppa e fosse caduto in mare, invece che fra quelle braccia là sotto? Così si aggrappò alla corda con tutte le sue forze, e sembrava volesse ritornare nella nave. Riecco però ancora le grida: "Lascia andare la corda!". Tornare indietro non osava ed aveva paura a lasciarsi cadere, così si aggrappava a quella corda come se fosse stata l'unica sua sicurezza. E ancora quelle grida: "Lasciati andare!", a cui rispondeva: "Non posso lasciarmi andare!".

Finalmente, quelle forti e generose grida là sotto riuscirono a prevalere sulla sua paura e sulla sua sfiducia. Così "si lasciò andare" e senza sforzo cadde fra le forti braccia che stavano aspettando di riceverlo. Ora era veramente al sicuro e, rendendosene conto non poteva che sorridere della sua stupidità nel non aver voluto lasciarsi andare e dell'aver detto di non poterlo fare.

Che significano quelle lodi ai credenti e quel "non posso" di molti che dicono di non poter credere? Sono sinceri? Hanno considerato quello che stanno dicendo? Non sono forse proprio come quel povero ragazzo che stava aggrappato ad una corda sul fianco della nave gridando: "Non posso lasciarmi andare!". Se avesse avuto fiducia nella scialuppa e in quegli uomini là sotto, sarebbe forse rimasto in quella strana posizione a dire quelle assurde parole? Aveva forse più fiducia nella corda a cui stava aggrappato piuttosto che nella scialuppa di salvataggio pronta ad accoglierlo? Aveva però la sensazione che c'era meno pericolo nello stare aggrappato a quella corda che cadere nella barca. Così continuava a tenersi con tutte le sue forze a ciò che non avrebbe potuto salvarlo. La sua salvezza dipendeva proprio dal lasciare la presa da ciò che non avrebbe potuto salvarlo, lasciarsi semplicemente cadere in ciò che l'avrebbe salvato, che non potesse gettarsi giù non era vero.

Allo stesso modo molti sono pronti a lodare i credenti e loro dicono di non potere fare altrettanto. Anche per loro vi sono le forti braccia del Liberatore che dice loro: "Lasciatevi andare, sono qui con le braccia aperte pronto ad accogliervi". Non è una grande impresa semplicemente lasciarsi andare, no? E perché non mollano la loro presa?

Non è stupida la lode verso i credenti, mentre loro potrebbero molto facilmente esserlo pure? Allora sono più facili le lodi... In realtà ciò che molti chiamano "la difficoltà del credere" non è altro che arroganza: si, è solo questa la radice di questa "difficoltà". Uomini e donne si aggrappano al proprio io esaltato come quel ragazzo si aggrappava alla corda; non vogliono lasciarsi andare. E' troppo umiliante dire che da soli non ce la fanno e che hanno bisogno di un Salvatore. Oggi però risuona il messaggio: abbandona il tuo falso orgoglio, sarà la tua dannazione se non lo fai, abbandona ogni scusa per non accogliere Cristo come Signore e Salvatore della tua vita, non lodare chi ha avuto più coraggio di te. Lasciati semplicemente andare: le braccia di Gesù sono forti per accogliere anche te!". Allora varrà anche per te ciò che dice Gesù: "Beati coloro che odono la Parola di Dio e la mettono in pratica".

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