La grande gioia di una dignità ritrovata

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C'è gioia e gioia...

Non sono un appassionato tifoso sportivo e mi è difficile comprendere tutta la gioia e l'entusiasmo che provano molti quando la loro squadra di calcio del cuore segna qualche goal o vince il campionato. Non riesco tante volte a capire il perché di tanto entusiasmo e di tante feste per una vittoria sportiva. Dico magari: "Va bene, ha vinto, e allora?...": A che giova? Posso capire di più la gioia di chi ha vinto molti soldi al totocalcio, ma che una certa squadra abbia vinto mi lascia del tutto indifferente...

Altre sono le gioie che parlano al mio cuore: conosco comunità cristiane che durante il culto esprimono nella preghiera e nel canto una gioia grandissima. Vedi visi sorridenti che cantano inni di lode al Signore di tutto cuore: c'è un calore ed un'atmosfera magnifica! Non solo, ma conosco singoli credenti sempre gioiosi e sereni. Per altri questa gioia è totalmente estranea: non ne comprendono il motivo, li lascia indifferenti.

La gioia del credente e la gioia dello sportivo si equivalgono? Mi direte: "Ambedue sono, a modo loro, dei 'fanatici'". Io credo però che la gioia dello sportivo sia futile, mentre la gioia del cristiano sia ben fondata. Credo che la prima non porti nulla alla vita, e che la seconda ti faccia vivere veramente bene.

E' stato scritto: "Segno infallibile di essere in grazia di Dio è la gioia del cuore", "In un'anima in grazia di Dio è sempre primavera". "Che gioia credere che Dio ci ama fino al punto di abitare con noi, di farsi il compagno del nostro esilio, il confidente, l'amico di tutti i momenti".

Il nostro testo

Vi sono Salmi nella Bibbia che esprimono una grandissima gioia. Ascoltate il Salmo 8, Salmo di Davide e cerchiamo di scoprire le motivazioni di una tale gioia.

Quant'è magnifico il tuo nome su tutta la terra, o Eterno, Signor nostro, che hai posto la Tua maestà al di sopra dei cieli! Dalla bocca dei bambini e dei lattanti tu hai stabilito la lode a motivo dei tuoi nemici, per far tacere il nemico e il vendicatore. Quando considero i cieli, che sono opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos'è l'uomo perché tu te ne ricordi, e il figlio dell'uomo perché lo visiti? Eppure tu lo hai fatto di poco inferiore a Dio, e lo hai coronato di gloria e di onore. Lo hai fatto regnare sulle opere delle tue mani e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi! Pecore e buoi tuti quanti, e anche le fiere della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, tutto quello che passa per i sentieri del matre. O Eterno, signor nostro, quanto è magnifico il tuo nome in tutta la terra!" (Salmo 8).

Nelle nostre ultime riflessioni abbiamo esplorato il piano ideato da Dio per restituire al Suo popolo la dignità perduta di creature fatte a Sua immagine. Egli aveva dato a Noè ed ai suoi discendenti opportunità di vita autentica e significativa. Aveva mostrato ad Abrahamo ed al popolo eletto come raggiungere come raggiungerne l'obiettivo. Attraverso Mosè Dio aveva preparava il Suo popolo a lottare per la sua dignità. Considereremo ora il regno di Davide in un tempo in cui il popolo di Dio aveva veramente motivo per rallegrarsi e per celebrare. L'esperienza di Davide presenta molti motivi di riflessione e lezioni che non dovremmo lasciarci sfuggire.

Ci concentreremo sulla gioia di Davide per le benedizioni che Dio aveva impartito a lui ed alla sua nazione: doni inestimabili di dignità umana. Grandi passi in avanti erano stati fatti per liberarsi da una vita priva del suo significato originale. Come reagisce Davide davanti a tutto questo, e come dobbiamo noi rispondere alla dignità ritrovata che Dio ci impartisce in Cristo?

Il regno di Davide

Innumerevoli re ed imperatori riempiono le pagine dei nostri libri di storia, con tutte le loro ambizioni ed imprese, sia positive che negative. Ci sono stati grandi re, ma dal punto di vista biblico nessun re ha avuto un ruolo maggiore nella storia più di Davide, re di Israele. La sua carriera è ben conosciuta: era un umile pastore ed un figlio ubbidiente. Mostrava grande coraggio in battaglia. Aveva vinto i suoi nemici e fornito sicurezza per Israele. Cose "normali", direte voi; in che cosa però Davide era così "speciale"? A renderlo speciale non era ciò che Davide aveva fatto, ma ciò che Dio aveva fatto per Davide.

Per conferire l'onore perduto alle creature umane Dio ripetutamente stipula dei patti con diversi personaggi della storia biblica: Noè, Abramo, Mosè ecc.; ciascuno di essi mette in rilievo diversi aspetti del processo di riabilitazione dell'uomo davanti a Dio. Nel caso del patto che Dio stipula con Davide, Iddio eleva il Suo popolo a nuove altezze di onore. Sono le parole che Dio rivolge a Davide tramite il profeta Nathan che ci mostrano i termini del patto di Dio con Davide. Quando Davide esprime il desiderio di edificare a Dio un grandioso tempio, il profeta Nathan inizialmete lo approva, ma Dio dice a Nathan che non sarà Davide a edificarGli un tempio. Sarà Dio, al contrario, ad edificare per Davide una "casa". Qui "casa" stava per "casata" o "dinastia", discendenti che sederanno sul suo trono. Sarà il figlio di Davide, Salomone, a costruire un tempio per il Signore, e Dio "renderà stabile per sempre il trono del suo regno". Dio giura che il regno di Davide non avrebbe mai avuto fine.

Certo Dio sapeva che Davide e i suoi discendenti non sarebbero stati sempre all'altezza di una tale vocazione, infatti Egli dice: "Io sarò per lui un padre, ed egli mi sarà un figlio; quando farà del male, lo castigherò con verga d'uomo e con colpi di figli d'uomini, ma la mia misericordia non si allontanerà, come l'ho ritirata da Saul, che io ho rimosso davanti a te. La tua casa e il tuo regno saranno resi saldi per sempre davanti a me, e il tuo trono sarà reso stabile per sempre". Dio avrebbe eventualmente castigato la casata di Davide, ma non l'avrebbe respinta per sempre. Le promesse di Dio a Davide avrebbero portato loro molte benedizioni ed avrebbe promosso la sua influenza e sovranità: enormi passi in avanti sulla strada che porta alla riabilitazione della creatura umana.

Come risponde Davide a questi segni della grazia di Dio nella sua vita? Il cuore di Davide sarebbe stato ripieno di una gioia grandissima ed esuberante che l'avrebbe spinto a comporre innumerevoli salmi e cantici a gloria di Dio, proprio come troviamo nel Salmo 8. Qui la gioia di Davide era ispirata da tre cose: dal fatto che Dio è sempre all'opera, dal riconoscere questi doni come immeritati e del grande valore di queste benedizioni.

Riconoscere Dio all'opera

Spesso noi dimentichiamo e tanto meno celebriamo ciò che Dio fa per noi. Attraversiamo le routine della vita con poco apprezzamento per le Sue opere, ogni tanto però accade qualcosa che ci riporta alla realtà. Se io guardo indietro alla mia vita posso riconoscere innumerevoli Suoi interventi provvidenziali e quando riconosciamo che il Signore è stato all'opera nella nostra vita, come può il nostro cuore non traboccare di gioia e di riconoscenza?

Davide inizia la sua celebrazione nel Salmo con una rinnovata consapevolezza di Dio. Si volge al suo Creatore e Gli dice: "Quant'è magnifico il tuo nome su tutta la terra, o Eterno, Signor nostro, che hai posto la Tua maestà al di sopra dei cieli!" (1), si: "O Signore, tu sei davvero meraviglioso, tu hai scritto lassù il tuo nome a lettere così luminose che tutti non possono fare a meno di vederle!".

Perché Davide era così gioioso ed entusiasta? Che cosa aveva fatto Dio per lui? Non sappiamo bene, ma al v. 2 troviamo qualche possibile riferimento: "Dalla bocca dei bambini e dei lattanti tu hai stabilito la lode a motivo dei tuoi nemici, per far tacere il nemico e il vendicatore" (2). Pare che qui Davide celebrasse una vittoria militare. Immaginiamolo mentre ritorna trionfante in parata e una schiera di bambini uniscono le loro voci alle grida di giubilo dei loro genitori! Qualunque fossero le circostanze Davide stava celebrando qualcosa di significativo che era avvenuto nella sua vita e ne dava tutto il merito a Dio.

Quanta differenza dal nostro atteggiamento verso la vita. Che avremmo detto al posto di Davide? Forse ci saremmo dati una pacca sulla spalla dicendo: "Bravo! Ce l'hai fatta!", e tornando a casa: "Ho fatto proprio un buon lavoro oggi, non è vero?". A differenza di Davide noi "credenti moderni" spesso esitiamo a riconoscere negli eventi la mano di Dio. Ci viene più naturale spiegare ogni cosa in termini naturalistici!

Perché? Non perché Dio non sia all'opera nella nostra vita, ma perché noi abbiamo sviluppato cattive abitudini! Viviamo in un tempo in cui la spiegazione di tutto sono le "cause naturali". La gente d'oggi deride la "mitologia" e la "superstizione". Il mondo dà credito a Dio dei fatti che avvengono solo quando non sa trovare altra spiegazione. Quali sono per noi gli "atti di Dio"? Ben pochi, non è vero? Per il resto abbiamo una "spiegazione".

Forse noi non osiamo respingere la dottrina di un Dio vivente ed attivo, ma raramente la prendiamo sul serio, anzi, spesso reagiamo con fastidio difronte a chi dice sempre: "Grazie a Dio..." o "Il Signore ha fatto si che io...". Noi siamo più sofisticati e ragionevoli, non è vero?

Quando spieghiamo un fatto, a che cosa pensiamo per primo? Perché cresce il grano nei campi? Non perché Dio lo abbia permesso, ma perché il contadino se ne è adoperato? Perché abbiamo successo a scuola? Non perché Dio ci abbia insegnato, ma perché noi abbiamo studiato. Perché alcuni godono di buona salute? Non perché Dio ha concesso loro quel dono, ma perché mangiano in modo corretto e si prendono buona cura di sé stessi!

Non è sbagliato riconoscere i mezzi per cui Dio fa si che certe cose avvengano. Di solito Egli opera attraverso cause secondarie. Non dobbiamo però accontentarci di vedere i fatti solo a livello superficiale. Dobbiamo riconoscere la mano di Dio dietro alle nostre esperienze.

La Bibbia insegna che Dio è in controllo di ogni cosa. Non c'è nulla che accada al di fuori dalla sua saggia e santa provvidenza. Il Signore dice: "Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il benessere e creo la calamità. Io, l'Eterno, faccio tutte queste cose". Paolo descrive Dio come Colui che "opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà". Teoricamente magari affermiamo che la divina provvidenza includa tutti gli aspetti della nostra vita, ma sappiamo che spesso facciamo fatica ad applicare questa convinzione all'esperienza quotidiana.

Certo, neanche Davide viveva ogni momento della sua vita stupefatto per il modo in cui Dio lo guidava. Se però non riconosciamo le benedizioni che Dio ci impartisce corriamo un serio pericolo: ci priviamo della gioia di sapere quanto Dio abbia cura di noi e non saremo mai in grado di esprimere la stessa gioia che esprimeva Davide.

Se non riconosciamo quanto Dio sia coinvolto nella nostra vita, per noi Dio diventa solo qualcosa di teorico senza influenza alcuna sulla nostra vita. Difatti la vita di molti lo dimostra: come possiamo lodare ed esaltare un Dio che (secondo noi) ...non fa nulla?

Quand'è l'ultima volta in cui avete espresso un profondo sentimento di stupefazione per qualcosa che Dio ha fatto per voi? Quando vi siete rallegrati dal profondo del vostro cuore rendendovi conto che Dio ha agito nella vostra vita? Anche nelle cose più "banali", pensateci bene! In che modo Iddio è stato provvidente, buono e misericordioso ultimamente con voi? Scopritelo e come Davide dite a Dio come Egli abbia scritto il Suo nome luminoso nel cielo!

La gioia e la riconoscenza inizia con la convinzione che Dio è vivente ed opera ogni cosa nella nostra vita: allora saremo ricolmi di autentica gioia e di spirito festoso.

Riconoscere quanto siamo insignificanti

La gioia di Davide nel Salmo 8 esprime però anche un senso di stupefazione perché Dio voglia agire con grazia proprio nei suoi confronti. Egli dice: "Chi sono io per ricevere da Dio un così alto onore come la Sua attenzione? "quando considero i cieli, che sono opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos'è l'uomo perché tu te ne ricordi, e il figlio dell'uomo perché lo visiti?" (3,4). Mentre guardava quelle magnifiche costellazioni su in cielo, Davide rifletteva anche su sé stesso: "Se quelle cose sono l'opera delle mani di Dio, chi sono io perché Egli si debba prendere cura di me?". Si sentiva insignificante difronte a quei meravigliosi corpi celesti, eppure...

Anche in questo caso l'atteggiamento di Davide è molto diverso da quello che di solito abbiamo noi. E' difficile che noi si vada in giro contemplando quanto siamo insignificanti, al contrario, agiamo come se noi stessimo al centro dell'universo. Se io vi chiedessi com'è andata la settimana passata, qualcuno mi potrebbe dire: "Magnificamente!" Altri "è stata uno schifo". Quale criterio però avete usato per darmi questa risposta? Che ce ne rendiamo contro oppure no, rispondiamo con un solo pensiero in mente. La scorsa settimana è stata buona solo se è stata buona per me. Oppure è stata cattiva se è stata cattiva per me. Magari vi è andata tutta bene, ma per gli altri? Ignoriamo che cosa è avvenuto per altri e consideriamo semplicemente noi stessi. Noi tutti viviamo come se l'intero mondo ruotasse solo attorno a noi!

Egocentrici come siamo, di tanto in tanto ci rendiamo conto per breve tempo quanto in realtà siamo insignificanti: guardiamo uno spettacolare panorama dalla vetta di una montagna e ci rendiamo conto che laggiù la gente sembra solo una massa di formiche di cui noi non siamo che una. I cimiteri sono pieni di semplici nomi a cui la gente non sa nemmeno più dare un volto.

"Ma come? Non stavamo celebrando la dignità umana? E com'è che ora lamentiamo quanto siamo insignificanti?". Può sembrare strano, ma Davide però afferma che per celebrare il nostro onore come immagini di Dio, dobbiamo prima comprendere quanto siamo poca cosa. Fintanto che non ci renderemo conto di non essere al centro del mondo, non saremo in grado di apprezzare quanto ci abbiano elevato le benedizioni di Dio. Quante volte ci lamentiamo dimenticando le benedizioni che abbiamo già ricevuto! Anche come credenti possiamo essere figli irriconoscenti! Sorprende allora che i nostri culti sembrino così noiosi ai visitatori, e privi di entusiasmo?

Per essere gente che celebra la loro nobiltà come immagini di Dio dobbiamo anche noi poter dire: "Quando considero i cieli, che sono opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cosa sono io perché tu te ne ricordi, chi sono io perché mi visiti?". Considerate i doni che di solito prendete per scontati: la buona salute, figli fedeli, la comunità cristiana, la salvezza in Cristo. Queste benedizioni sono cose grandi, cose che non meritiamo, eppure... Quando ci renderemo conto di questo saremo in grado di celebrare i doni di Dio con entusiasmo e gioia.

Riconoscere il valore delle nostre benedizioni

A volte noi non ci rendiamo conto del valore effettivo delle cose che possediamo. Abbiamo in casa un tesoro e non ce ne accorgiamo! Magari è proprio quella cosa che consideriamo così insignificante! Ad altre cose diamo valore, ma valgono davvero? Per stabilire l'esatto valore di qualcosa bisogna farne un'accurata stima.

Che valore hanno i doni che Dio ci ha fatto? Quanto dovremmo apprezzarli? Davide esprimeva grande gioia perché sapeva che Dio era all'opera nella sua vita e che non meritava la Sua attenzione. Era però anche pieno di gioia perché si rendeva conto che i doni di Dio gli conferivano grande dignità. Difatti egli dice: "...eppure tu lo hai fatto di poco inferiore a Dio, e lo hai coronato di gloria e di onore. Lo hai fatto regnare sulle opere delle tue mani e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi! Pecore e buoi tutti quanti, e anche le fiere della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, tutto quello che passa per i sentieri del mare" (vv. 5-8).

Queste parole ci rammentano due altre porzioni dell'Antico Testamento. Esse richiamano i testi della Genesi dove Dio sottopone la creazione ad Adamo ed Eva e dove Egli riconferma il Suo proposito che l'umanità amministri la creazione dopo il diluvio. In entrambi Dio stabilisce le creature umane come "reggenti" della creazione. Perché Davide esprime la sua gioia facendo riferimento a questi testi? Perché egli valuta grandemente le benedizioni divine. Egli confronta la sua propria esperienza come re di Israele con l'onore impartito ad Adamo e a Noè. Davide sa che le buone cose che egli aveva ricevuto sono dimostrazione del fatto che Dio gli stava restituendo la dignità perduta ed elevando al di sopra del fango della vita priva di senso causata dal peccato. Sorprende che il cuore di Davide si riempia di gioia? Che ci potrebbe essere di più rallegrante che vedere Dio elevarlo al di sopra delle maledizioni che gravano su un'umanità decaduta? Che potrebbe essere più eccitante che rendersi conto di essere stato portato un passo più avanti verso i progetti originali per l'uomo?

Come cristiani noi abbiamo persino di più da celebrare che Davide. Lo scrittore di Ebrei ci dice che l'esaltazione dell'umanità menzionata nel Salmo 8 si era adempiuta nella risurrezione di Cristo: "coronato di gloria e di onore per la morte che sofferse, Gesù, che è stato fatto per un po' di tempo inferiore agli angeli, affinché per la grazia di Dio gustasse la morte per tutti". Quando Gesù risorge dalla morte, egli riprende la posizione di gloria e di onore che appartiene all'immagine di Dio. Il credente è unito a Cristo nella Sua risurrezione ed un giorno regnerà con Lui. Ogni giorno, però, le benedizioni di Dio gli fanno pregustare ciò che riceverà al ritorno di Cristo.

Ogni volta che Dio ci benedice, Egli pone una corona sulla nostra testa. Come trattiamo però queste corone? Sono corone di carta come quelle che si fanno i bambini per giocare e che non valgono nulla, oppure per noi sono di grande valore? Fin troppi cristiani trattano le benedizioni che ricevono come corone di carta. Ci trasciniamo nella vita a testa bassa e trascinando i piedi... Sembra che non ci avvenga mai nulla di buono, mai nessuna vera gioia che riempie il cuore. Se questa è la vostra condizione, rileggete le parole di Davide. Ogni dono che Dio vi dà è una corona che vi eleva a maggiore. Dio impartisce al credente lo Spirito Santo, caparra della futura eredità. Ci dà benedizione dopo benedizione: quante opportunità per servire Dio ed il prossimo e avere una vita soddisfacente! Sono inestimabili corone di onore per noi, immagini di Dio.

Considerate ancora la vostra vita. Vedete le corone d'oro che Dio ha posto sul vostro capo? Guardatevi intorno: vi sono corone d'oro dovunque. Come possiamo allora non esultare di gioia quando ogni giorno è per noi il giorno della nostra incoronazione!?

Conclusione

Durante il regno di Davide Dio aveva elevato la Sua immagine decaduta a grandi altezze di dignità. Dal Salmo 8 vediamo come Davide riconosce quello che Dio stava facendo nella sua vita e come egli celebri questo fatto con entusiasmo. Dobbiamo riconoscere quanto Iddio stia facendo nella nostra stessa vita, quanto indegni ne siamo, e quanto preziose siano le benedizioni che Dio ci conferisce in Cristo. Allora potremo esprimere una gioia ben fondata, perché autentica e durevole.

(Paolo Castellina, 10 dicembre 1993, pred. n. 573. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991).

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