Un mondo di opportunità

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La Bibbia ci ha portato, in questa serie di riflessioni, a scoprire chi doveva essere la creatura umana nei piani di Dio, e che cosa al contrario è diventata e perché. Il quadro che n'è venuto fuori ha tinte cupe e tragiche e questo forse è spiaciuto a qualcuno che, piuttosto, "vorrebbe vedere il bene nell'uomo".

Come disse però giustamente un grande combattente italiano per la giustizia e per la libertà, che diede anche la vita per le sue idee: "Occorre violentemente attirare l'attenzione sul presente così com'è, se si vuole trasformarlo. Pessimismo dell'intelligenza, ottimismo della volontà".

Molti infatti amano le visioni idealistiche, mentre la Bibbia è soltanto realista e questo realismo è sano perché ci permette di impegnarci, sulla strada che Dio ci ha indicato, per l'umana redenzione, per ristabilire l'uomo e la donna alla dignità perduta di immagini di Dio. Qualcun altro ha detto: "Questo è il vantaggio del pessimismo: un pessimista va incontro solo a sorprese piacevoli, mentre un ottimista ne ha soltanto di spiacevoli"

Nelle nostre precedenti riflessioni abbiamo visto come la causa fondamentale di tutti i problemi di cui soffre l'umanità è la pretesa dell'essere umano di fare a meno di Dio e di essere "dio" a sé stesso, padrone unico della propria esistenza. E' stato anche impressionante osservare come il racconto dell'esperienza di Adamo ed Eva nella Genesi rifletta molto bene la nostra stessa esperienza esistenziale di uomini e donne e quanto bene possiamo riconoscerci nei loro atteggiamenti, scelte e conseguenze delle loro scelte.

Poteva avere successo la "liberazione" dell'essere umano da Dio? No, non poteva che avere conseguenze disastrose, perché noi non siamo déi, ma delle creature che, benché speciali e dotate di grande dignità e capacità, possiamo trovare la migliore realizzazione di noi stessi solo in comunione con Dio, che ci ha creati, che ci sostiene e che regola provvidenzialmente la nostra vita.

Vedremo oggi il seguito della storia di Adamo ed Eva: il racconto del primo omicidio (la storia di Caino ed Abele), l'influenza che esso ha avuto sulla sua discendenza, come pure, sommariamente, la storia dell'arca di Noè. Scopriremo anche in questo caso che questi sono tutt'altro che racconti per bambini, ma racconti che rivelano con precisione la tragica condizione in cui ci troviamo, le opportunità che però ci sono state offerte per ribaltarla e le responsabilità che accompagnano questa opportunità.

1. Una situazione di minaccia

La storia di Caino e Abele è ben conosciuta. Ciascuno di essi aveva presentato a Dio delle offerte: Caino aveva portato dei resti di prodotti dei campi e Abele aveva offerto "primogeniti del suo gregge". Dio aveva però respinto l'offerta ipocrita di Caino, ma aveva accettato il sacrificio sincero di Abele. Così Caino, infiammato di gelosia, uccide Abele. Come aveva potuto Caino fare una tale cosa? Come aveva potuto un essere umano, dotato di così grande dignità, degenerare al punto di commettere un fraticidio? La risposta sta in quanto Dio dice a Caino e vi prego di notarlo con attenzione:

            "Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare".

Un boicottaggio costante. In questo versetto ci viene rivelato come Caino ed Abele vivessero in una situazione di grave minaccia alla loro stessa esistenza e questo non tanto per il danno che potevano ricevere dai propri simili, ma dalla perfida e costante azione distruttiva del Nemico di Dio. Si, perché l'azione malvagia di Satana non si era limitata all'inganno del serpente, ma -come se non bastasse- sarebbe continuata per sorprendere l'essere umano e per condurlo a compiere gesti dannosi per sé stesso e per gli altri, proprio come qualcuno che ti spia costantemente ed attende il momento più opportuno per assalirti. Caino però, e tutti gli altri, avrebbero dovuto dominare, padroneggiare queste forze malvagie, altrimenti esse avrebbero dominato e padroneggiato Lui.

Non negare ma controllare. Il razionalismo moderno nega che esistano esseri spirituali malvagi o forze che condizionino il comportamento umano. Esso ci contesta che credere all'influenza malefica del diavolo potrebbe essere una comoda scusa per incolpare qualcos'altro per le conseguenze delle nostre proprie scelte. Certo, siamo noi che scegliamo di fare ciò che è sbagliato e noi siamo responsabili delle nostre proprie decisioni. La situazione però è molto più complessa e faremmo bene a prendere la Bibbia seriamente. Viviamo di fatto in presenza di: "spiriti maligni del mondo invisibile" che complottano per attentare alla nostra integrità di creature fatte ad immagine e somiglianza di Dio e distruggerci. La Bibbia ce ne vuole far prendere coscienza affinché resistiamo e lottiamo contro di essi: guai a prendere queste cose alla leggera! Dobbiamo e possiamo padroneggiarli, altrimenti avranno il sopravvento su di noi. La vita è infatti una lotta aspra contro un male soprannaturale. Questi non se ne sta buono e zitto: o noi vinciamo lui o è lui che vincerà noi. Caino si era lasciato dominare, padroneggiare, dal peccato: il peccato è un padrone crudele: aveva trasformato Caino in un mostruoso assassino.

Come un'infezione. Il male, come sappiamo bene, una volta scatenato, si diffonde come un'infezione: condiziona tutta una società e persino le successive generazioni. Lo vediamo nel seguito della storia di Caino ed Abele. Se Caino pure si rammarica del gesto compiuto, altrettanto non farà suo figlio Lamech, che uccide due persone, e se ne vanta davanti alle sue mogli, facendone un'epica canzone! Potreste dire: "Che uomo è mai quello che prende piacere nel torturare e nell'uccidere e che persino se ne vanta come se fosse un'impresa di caccia?". Semplicemente un uomo come pure tanti oggi, risultato della contaminazione sempre più grande del peccato sulla mente e sullo spirito umano.

Un po' di riposo da questi eventi deprimenti appare in Genesi 4:25-5:32 che traccia la discendenza di Seth, il terzo figlio di Adamo. E' un albero genealogico che comprende gente che invoca il nome dell'Eterno, speciali "immagini di Dio" che avevano saputo resistere alla corruzione del peccato e che avevano servito Dio fedelmente. La nota positiva suonata dai discendenti di Seth però scompare velocemente nella cacofonia del sesto capitolo della Genesi. Come un'inarrestabile catena di eventi troviamo abusi e violenze di ogni genere, fino a culminare in un'impressionante frase pronunciata da Dio stesso che dice: "Ora l'Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore, non erano altro che male in ogni tempo". Adamo ed Eva avevano voltato le spalle a Dio, Caino aveva ucciso suo fratello, Lamech si era vantato della sua barbarie, e così si era formata una razza di oppressori. Nello svolgersi della storia umana, come noi tutti sappiamo, la degradazione e la contaminazione sono diventate sono diventate "naturali" per la razza umana, e il male aveva completamente riempito il cuore dell'uomo.

Questi racconti sugli albori della razza umana ci fanno prendere coscienza di due orribili verità su noi tutti. In primo luogo il male non se ne sta buono buono, ma è sempre in agguato pronto a padroneggiare su voi e su di me. In secondo luogo è raro che noi vi facciamo resistenza ed è chiaro come l'umanità a tutt'oggi sia stata devastata dalla potenza del male.

Non è forse naturale per voi ribellarvi contro Dio e cedere all'influenza di ciò che è male. Non dobbiamo fare tanti studi per voltare le spalle a Dio. Tutto ciò che dobbiamo fare è non stare più in guardia e il peccato infliggerà su di noi i suoi colpi più dolorosi. Che cosa ci vuole, per esempio, per rovinare la nostra famiglia? Basta poco... Cosa ci vuole per rovinare noi stessi o per un credente rovinare la sua comunione con Cristo? Basta allentare un po' la guardia. Se noi non resistiamo coscientemente al peccato, esso avrà sopravvento su di noi. Il principio non vale solo per l'individuo, ma anche per un'intera società, come ben vediamo ai nostri giorni, in certi paesi che sprofondano sempre di più in una spirale di violenza e di barbarie che niente e nessuno sembra poter contrastare.

La sconsolata affermazione di Dio. L'orrore totale del dominio del peccato diventa ancora più chiaro nella reazione di Dio verso questa situazione: "Ora l'Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore, non erano altro che male in ogni tempo. E l'Eterno si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Così l'Eterno disse: Io sterminerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato". Riuscite ad immaginare la tragedia ed il dolore di un padre che si pente di aver messo al mondo suo figlio? Qualche tempo fa le cronache avevano riportato la storia di una madre e di suo figlio, tossicodipendente, che ne aveva combinato di tutti i colori e che nulla poteva apparentemente fargli cambiare strada: la madre disperata lo uccide ritenendo questa "la migliore soluzione". Un tempo quella madre era stata piena di gioia per la nascita di suo figlio, ed ora aveva detto: "Mi pento per averlo messo al mondo!". Riuscite ad immaginare il dolore e la tragedia di una simile situazione?

Un mondo violento. La Genesi ci presenta il panorama desolante di un'umanità, prima del diluvio universale, non molto dissimile dalla nostra: "Ora la terra era corrotta davanti a Dio, e la terra era ripiena di violenza. Ora Dio guardò la terra, ed ecco, era corrotta, perché ogni carne sulla terra aveva corrotta la sua condotta. E Dio disse a Noè: Ho deciso di porre fine ad ogni carne, perché la terra, a motivo degli uomini, è piena di violenza" . Notate questo: era piena di violenza. Se un extraterrestre volesse venire sulla terra, e volesse prima conoscerla meglio guardando ciò che passa sulle onde della radio e della televisione, ne rimarrebbe solo inorridito, e direbbe ai suoi superiori: "Via, via, andiamo lontano da questo posto. Questi terrestri sono le creature più violente che ci sono nell'universo".

La nostra vita è permeata di violenza, anche se non siamo "in stato di guerra", anche i nostri bambini amano le armi e si nutrono della violenza vera o immaginaria della Radio e della televisione, per non parlare della violenza manifestata in tutto il mondo dagli adolescenti, dalle indicibili torture e brutalità che avvengono in tutto il mondo ed alle minacce di guerra chimica e nucleare che gravano su di noi. Se il mondo dei tempi di Noè era così pervaso di violenza da richiedere da parte di Dio una pulizia generale, che si dovrebbe dire del nostro? L'apostolo Pietro scrive infatti: "...il mondo di allora, sommerso dall'acqua, perì, mentre i cieli e la terra attuali sono riservati dalla stessa parola per il fuoco, conservati per il giorno del giudizio e della perdizione degli uomini empi".

2. Il tempo delle opportunità

Una medicina radicale. La cura per un albero malato a volte deve essere radicale, e giungere persino al taglio di tutta la pianta per lasciare solo il ceppo ma dal ceppo può nascere una nuova pianta. Nei giorni di Noè Dio aveva spogliato la razza umana di tutti i suoi rami rinsecchiti, lasciando solo un ceppo sano: Noè e la sua famiglia, discendente del giusto Lamech. Era un giudizio severo, ma Dio aveva avuto un fine positivo. Dio aveva dato alla razza umana un'ulteriore possibilità, Dio aveva offerto l'opportunità di vincere il degrado prodotto dal peccato con un nuovo inizio.

Noè era il primo grande passo nei piani di Dio per redimere un'umanità decaduta, la prima pietra miliare sulla lunga strada che avrebbe portato a restaurare nell'uomo la dignità perduta di immagine di Dio. In che modo? Certo, quando Noè aveva aperto la porta dell'arca e gli animali ne stavano uscendo si sarà guardato intorno per vedere la devastazione operata dal diluvio. Tutta la civiltà era stata spazzata via -i campi coltivati, le case, le scuole, le grandi città... Noè si sarà chiesto: "Se questo è ciò che Dio è pronto a fare con noi quando pecchiamo, a che serve ricostruire? Io so che anche noi superstiti siamo peccatori. Falliremo ancora anche noi. Perché ricostruire quando Dio ci distruggerà ancora?".

Un mondo di cicli regolari. Certo Noè avrà pensato questo soprattutto quando consideriamo che cosa dice Dio a Sé stesso dopo che Noè gli aveva offerto il suo sacrificio: "E l'Eterno sentì un odore soave; così l'Eterno disse in cuor suo: Io non maledirò più la terra a motivo dell'uomo, perché i disegni del cuore dell'uomo sono malvagi fin dalla sua fanciullezza, e non colpirò più ogni cosa vivente come ho fatto. Finché la terra durerà, semina e raccolto, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno mai".

Dio aveva promesso di provvedere un luogo ordinato e affidabile per l'umanità "finché durerà la terra". Egli aveva assicurato a Noè un mondo di cicli regolari. Certo delle calamità avrebbero ancora turbato di tanto in tanto la vita, tempeste e diluvi sarebbero ancora venuti, ma non vi sarebbe più stata una devastazione totale, l'ordine della natura sarebbe continuato sicuro fino alla fine della storia.

Due simboli significativi. E per confermare la Sua Parola Dio aveva posto un segno nel cielo: "Questo è il segno del patto che io faccio a me e a voi, per tutte le generazioni future. Io pongo il mio arcobaleno nella nuvola, e servirà come segno del patto fra me e la terra... l'arco apparirà nelle nuvole, e io mi ricorderò del mio patto... le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere ogni carne".

Pensate al bellissimo simbolo dell'arcobaleno. L'arco era nell'antichità simbolo di guerra. Ora in cielo sarebbe apparso un arco senza frecce che nemmeno più mirava verso l'umanità. L'arcobaleno doveva essere segno di pace e di sicurezza e di pace. Noè avrebbe potuto continuare ad essere immagine di Dio sulla terra nonostante i suoi fallimenti. Dio gli aveva concesso l'opportunità di un mondo stabile. E ancora: qual è il simbolismo delle stagioni se non il fatto che dopo il freddo dell'inverno viene sempre la primavera ed i frutti dell'estate, che l'opportunità della rinascita è sempre possibile, l'opportunità di rinnovare, di ricominciare da capo?

Dio però aveva anche riconosciuto la fragilità dell'essere umano: "...perché i disegni del cuore dell'uomo sono malvagi fin dalla sua fanciullezza". Così Dio aveva fatto la risoluzione di essere paziente verso la sua immagine. Rendendosi conto che essa avrebbe continuato a fallire, gli avrebbe dato un mondo stabile che avrebbe permesso alla razza umana di maturare.

Attraverso la storia Dio è stato fedele alla Sua promessa, e non ha distrutto l'umanità neanche nei periodo di maggiore malvagità. Abbiamo fallito sempre di nuovo, ma Dio ci ha sempre dato opportunità di venire fuori da situazioni di futilità e di distruzione.

Come reagiamo però a questo dono della grazia? La regolarità della vita di ogni giorno non è una maledizione da cui sfuggire con la vacanza. La vita non è una vacanza, ma un'opportunità per diventare ciò che Dio si aspetta da noi.

3. Le nostre responsabilità

Una pazienza finalizzata. La pazienza di Dio e il tempo dei cicli continui, però, non può diventare una scusa per continuare a fare il male e rimanere impuniti. Le opportunità che ci vengono offerte comportano una grande responsabilità. Dio ha dato a questo mondo cicli regolari per darci opportunità di agire in questo mondo responsabilmente. Dopo aver assicurato a Noè regolarità nella sua vita Dio immediatamente ha reiterato il "vecchio" mandato culturale di moltiplicare immagini di Dio e di amministrare bene questo mondo. La regolarità della vita non è una scusa per dire: "Va beh, tanto ho ancora tempo, non c'è nulla di irreparabile..." oppure "continuiamo pure a fare ciò che è male: in un modo o in un altro le cose si aggiusteranno sempre...". La promessa di Dio riguarda il mondo, non le nostre singole vite: oggi ci siamo, domani potremo anche non esserci più. La pazienza di Dio è finalizzata alla nostra conversione.

Non fuggire dal mondo. Inoltre notate dove Dio ha detto che Noè avrebbe dovuto lavorare: non gli ha comandato di lasciare questo mondo peccaminoso al suo destino. Non gli ha detto di ritirarsi dalla vita reale. Egli doveva essere comunque impegnato in questo mondo, secondo le responsabilità sue proprie. Il nostro Salvatore Gesù Cristo prega Dio Padre non di essere noi subito trasportati in paradiso, ma che noi rimaniamo su questa terra per testimoniare fedelmente i buoni frutti della comunione con Dio. La fede cristiana non è un mezzo per sfuggire dal mondo, ma di esservi attivamente coinvolti. Certo la vita terrena è relativa nei confronti di quella eterna, e noi dobbiamo pensare alla salvezza della nostra anima, ma il mondo rimane il mondo di Dio, e questo mondo rimane il luogo dove il credente dovrà manifestare e testimoniare con coerenza la sua fedeltà al Signore in tutto ciò che la vita comporta. Gesù disse: "Voi siete il sale della terra... voi siete la luce del mondo". Quando il sale e la luce cessano la loro influenza la corruzione e le tenebre dilagano. Spesso ci lamentiamo che le cose vanno male ma siamo noi disposi a prenderci le nostre responsabilità quaggiù e ad influire positivamente sul mondo?

Come usiamo le opportunità che Dio ci ha concesso? Il mondo attende di essere liberato dalla schiavitù del peccato. Dio ha chiamato voi e me per liberarlo. Chiediamoci in che modo influenziamo la società che c'è intorno a noi? Come prepariamo le future generazioni ad un servizio efficace nel mondo di Dio? La vocazione che Dio ha rivolto a Noè è pure la nostra: vivere responsabilmente nel mondo come immagini di Dio che in quanto tali ritrovano la loro dignità perduta.

Conclusione

Sulla terra viviamo dunque in una situazione in cui siamo continuamente minacciati. Il male cerca costantemente di distruggerci. Dio è intervenuto radicalmente ai giorni di Noè ma ci dà oggi l'opportunità di sollevare il nostro capo al di sopra del fango di questo mondo testimoniando che un modo diverso di essere è possibile.. Io e voi però dobbiamo cogliere questa opportunità e credere nella possibilità dell'umana redenzione. Aveva ragione allora colui che aveva detto "Occorre violentemente attirare l'attenzione sul presente così com'è, se si vuole trasformarlo. Pessimismo dell'intelligenza, ottimismo della volontà".

(Paolo Castellina, 20 febbraio 1998, pred. n. 570. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991).

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