Sia Dio riconosciuto verace, e ogni uomo bugiardo

(Romani 3:4)

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1. Due mondi diversi

Il nostro tempo è molto diverso da quello che aveva reso possibile la Riforma protestante. Allora ci si chiedeva, e con passione: "come posso io essere giusto ed accettevole agli occhi di Dio?", o per usare un'espressione biblica: "Cosa devo fare per essere salvato?". Si, Dio era un'indiscutibile realtà per la persona comune ed uno dei suoi problemi più importanti era la qualità del suo rapporto con Dio, come godere del Suo favore, come "ereditare la vita eterna" e sfuggire alla Sua riprensione e castigo.

Per rispondere a queste domande la gente faceva innumerevoli opere religiose. Di fronte a questo quadro si ponevano i riformatori protestanti che, ribadendo con forza il messaggio biblico, affermavano: "Tu non potrai mai essere gradito a Dio in forza delle tue opere religiose, perché esse sono contaminate dal peccato e del tutto insufficienti. Ciò che conta -secondo quello che afferma autorevolmente la Parola di Dio- è l'opera che il Salvatore Gesù Cristo ha compiuto in tuo favore. Egli solo ha guadagnato ciò che ti può rendere accettabile agli occhi di Dio: quello che tu devi fare è abbandonarti completamente alla Sua mediazione e, diventando Suo discepolo, lasciare che Egli purifichi e conformi tutto il tuo modo di pensare, di parlare e di agire". Ecco allora il significato degli slogan della Riforma: Sola Scrittura, solo Cristo, sola grazia, sola fede.

Tutto questo però oggi sembra essere diventato incomprensibile ed irrilevante. La persona moderna è tutta rivolta verso la "certezza" dell'"aldiqua", mentre per essa le cose dell'aldilà rimangono nella nebbia dell'ipotetico e dell'opinabile. Afferma il teologo Vittorio Subilia: "Poco più di quattro secoli sono passati e il messaggio della giustizia di Dio, che ha rappresentato la scintilla che ha fatto scoppiare l'incendio della Riforma e ha cambiato la storia religiosa, filosofica e politica dell'Europa, si urta oggi, negli stessi ambienti protestanti, contro una pesante e fredda barriera di insensibilità". Egli stesso cita altri teologi moderni che affermano che quello che al tempo della Riforma era discusso: "in ogni casa ed officina, in ogni mercato e locanda della Germania, è ora difficilmente comprensibile anche per i nostri studiosi più intelligenti. E' una rottura della tradizione che ha pochi paralleli nella storia". Tutta la questione della giustificazione per fede suona: "così strana per l'uomo d'oggi, che non esiste praticamente nessun modo per rendergliela intellegibile". Un altro teologo si domandava: "Non è forse scomparsa quasi interamente per tutti la questione individualista della salvezza personale? Non siamo forse tutti quanti sotto l'impressione che esistono cose ben più importanti?". Una dichiarazione di un'assemblea evangelica osservava così: "L'uomo d'oggi non si chiede più: come posso io trovare un Dio misericordioso? Egli pone una questione più radicale, più elementare, chiede semplicemente di Dio: dove sei tu, Dio? Egli non soffre più sotto l'ira di Dio, ma sotto l'impressione dell'assenza di Dio, non soffre più per il suo peccato, ma per la mancanza di senso della propria esistenza, non chiede più un Dio misericordioso, ma chiede se Dio è realmente"

Sono sicuro che molti di voi si riconoscono in queste osservazioni. Che cosa dobbiamo concluderne? Che il tempo della religione sia forse finito? Oppure che il messaggio biblico -al quale la Riforma faceva eco- è superato e che è necessaria una filosofia della vita del tutto nuova, un cristianesimo "riveduto e corretto" e meglio adatto ai tempi? Di fatto molti pensano così ed agiscono di conseguenza.

No, questo io non lo accetto: io rifiuto di pensare e di agire in questo modo. Mentre molti oggi criticano, alterano o rifiutano la Bibbia ed accettano e si conformano allo spirito dei tempi, io intendo fare e promuovere proprio l'opposto: accettare inalterato il messaggio della Bibbia come l'eterna e verace Parola di Dio per conformarmi ad esso e rifiutare, criticandolo radicalmente per trasformarlo lo spirito dei tempi.

E questo non per spirito di contraddizione, né per tenere in piedi per forza ed interesse delle istituzioni barcollanti come questo tipo di chiese, ma nella più profonda convinzione che, come dice la Bibbia: "Sia Dio riconosciuto verace, ed ogni uomo bugiardo, com'è scritto: 'Affinché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole e trionfi quando sei giudicato" (Ro. 3:4 NR).

Io intendo farmi la stessa domanda che si faceva Vittorio Subilia nel testo già citato: "Che cosa c'è dietro questa eclissi di Dio nella coscienza dell'uomo moderno, per cui questo uomo moderno ha spostato il suo interesse su cose che considera per lui più vitali di Dio e della sua giustizia?".

Molte potrebbero esserne le risposte, e non ultima la grave responsabilità della teologia protestante moderna che criticando la Bibbia ha predicato una grazia a buon mercato spostando tutta l'attenzione della gente sui patetici tentativi di cambiare questo mondo ignorando la prospettiva biblica. Come disse però Carlo Spurgeon in una sua predica: "Non ho intenzione di discutere di questa tendenza, distruggiamola però con la nostra personale determinazione di predicare con sempre maggiore fedeltà e costanza "Gesù Cristo e Lui crocifisso". Il modo più efficace di combattere l'errore è proclamare la verità. Il modo più sicuro per estinguere la falsità, è promuovere coraggiosamente i principi biblici. Protestare e riprendere non sarà abbastanza efficace nell'opporre resistenza al progresso dell'errore quanto la proclamazione della verità in Gesù"

2. Dio non mente

a. Una sfida per l'oggi. Sono convinto che stia proprio qui la sfida e la testimonianza che l'autentica fede riformata, incrollabilmente fedele alla Bibbia, debba dare al mondo contemporaneo, quella che è contenuta proprio in questo versetto: "Sia Dio riconosciuto verace, ed ogni uomo bugiardo, com'è scritto: 'Affinché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole e trionfi quando sei giudicato".

b. Una chiara confessione. Il retaggio comune dei cristiani fedeli di tutti i secoli è che la Bibbia è Parola di Dio, e che essa è verità senza riserva alcuna. In essa Dio ci parla autorevolmente per rivelarci chi Egli è come Dio e in quale modo Egli opera; per rivelarci chi eravamo noi come creature umane, come siamo diventati e perché; per rivelarci la via della umana salvezza nella Persona e nell'opera di Gesù Cristo.

Ed è proprio perché abbiamo compreso chi è Dio, e chi è oggi la creatura umana, che affermiamo con forza che Dio solo è verace, giusto nelle Sue parole e degno di fiducia, mentre la creatura umana, così com'è, nella cultura che si è creata in autonomia da Dio, è bugiarda ed indegna di fiducia.

c. Fiducia assoluta. Ammiro lo spirito di quel ragazzo che, menzionando qualcosa che aveva detto sua madre, un altro gli aveva risposto: "No, non è così". E lui: "Si, è così perché l'ha detto mia madre". "Ma, disse l'altro, "non è così". E lui: "Ma se mia madre l'ha detto, è così e basta, e se non è così, rimane così lo stesso perché mia madre l'ha detto". Qualcosa di simile, e forse più, per me vale nei riguardi di Dio. Se Dio l'ha detto, è così, e puoi anche provare, se vuoi, che è vero il contrario; ma per me rimane così e su questo punto non mi sposto. "...e sei solo uno stupido", potrebbe dire qualcuno. Va bene allora, sono uno stupido, uno stolto. "Ma Dio però ha scelto le cose stolte del mondo per svergognare le savie" e per far rimanere di stucco davanti a ciò che la fede rende possibile, quelli che non credono. Io sono un figliolo di Dio, e su questo punto io non mi muovo, non ci sarà nulla che potrà spingermi a mettere in questione Colui che disse: "Dio non è un uomo perché possa mentire... quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha dichiarato una cosa, non la compirà".

Non si tratta di cieco fanatismo, ma di una fiducia razionale basata sui dati di fatto e sull'esperienza.

3. Gli amari risultati dell'autonomia umana

Che l'uomo nella sua pretesa autonomia sia, come dice la Bibbia, "un bugiardo" è palese dalle conseguenze delle sue scelte. La Bibbia e la realtà dei fatti lo dimostra perché la sia è una cultura fondata sulla menzogna, sulla confusione e sul ridicolo, come pure sull'immoralità.

a. Una cultura fondata sulla menzogna. Si potrebbe dire che la cultura e la storia umana siano nate, dalla prospettiva biblica, proprio dall'aver creduto ad una menzogna. Ricordate che cosa aveva detto il tentatore ad Eva? "Voi non morrete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno, e sarete come Dio, conoscendo il bene e il male". La cultura umana si fonda su una menzogna! Sapete come Gesù definisce infatti Satana, il tentatore? Dice: "Egli fu omicida fin dal principio e non è rimasto fermo nella verità, perché in lui non c'è verità. Quando dice il falso, parla del suo, perché è bugiardo, e padre della menzogna". E quanto dura un edificio fondato sulla menzogna? Quanto dura un sistema basato sulla corruzione e sull'ingiustizia? Pretende di essere chissà chi e si vanta nella sua arroganza, ma è un castello di carte che cade miseramente. L'apostolo Paolo, scrivendo ai cristiani di Roma, considera la loro vecchia vita prima della loro conversione a Cristo, e dice loro: "Quale frutto dunque avevate allora delle cose delle quali ora vi vergognate? Poiché la loro fine è la morte"

b. Una cultura basata sulla confusione e sul ridicolo. L'apostolo Paolo dice che gli uomini, soffocando la verità nell'ingiustizia di una vita vissuta in aperta ribellione a Dio, non glorificando e non ringraziando Dio, "sono divenuti insensati nei loro ragionamenti, e il loro cuore senza intendimento si è ottenebrato. Dichiarando di essere savi, sono divenuti stolti e hanno mutato la gloria dell'incorruttibile Dio in un immagine simile a quella di un uomo corruttibile, di uccelli, di bestie quadrupedi e di rettili". Quante immagini della realtà contrastanti e divergenti vi sono nella filosofia di questo mondo, quante religioni che dicono cose completamente contraddittorie l'una dall'altra. Per alcuni Dio non esiste, per altri l'uomo è o diventerà Dio, per altri Dio corrisponde alla realtà in un unico amalgama, altri ancora credono in una pluralità di déi. Per alcuni l'uomo è Dio, per altri solo un animale evoluto. Non per nulla molti ritengono che la "legge della giungla" sia la più adeguata per la società umana. L'immagine biblica della confusione delle lingue avvenuta dopo la mancata costruzione della torre di Babele ne è un'illustrazione calzante. Qui l'arroganza umana riceve da Dio la giusta condanna: "Orsù, scendiamo laggiù e confondiamo la loro lingue, affinché l'uno non comprenda più il parlare dell'altro".

c. Una cultura basata sull'immoralità. Una cultura però che pretende autonomia da Dio produce pure una società dove l'uomo stesso è l'arbitro del bene e del male, secondo naturalmente i criteri aleatori della propria convenienza immediata. Vi ricordate come si chiamava l'albero del cui frutto Adamo ed Eva era stato loro proibito di non nutrirsi? "L'albero della conoscenza del bene e del male". "Conoscere il bene ed il male" significava per loro -e per noi- divenirne gli unici arbitri. E' come chiedere ad un incompetente di progettare una casa. Io non abiterei in una casa progettata da un totale incompetente nell'arte delle costruzioni.

Quali sono i criteri morali -se pure ne ha- l'individuo o la società che vanta libertà da Dio? Oggi in questo campo esiste il totale arbitrio, e le conseguenze si vedono.

Le descrive in modo quanto mai preciso la lettera ai Romani: "...per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami, poiché anche le loro donne hanno mutato la relazione naturale in quella che è contro natura. Nello stesso modo gli uomini, lasciata la loro relazione naturale con la donna, si sono accesi nella loro libidine gli uni verso gli altri, commettendo atti indecenti, uomini con uomini, ricevendo in sé stessi la ricompensa dovuta al loro traviamento ... essendo ripieni di ogni ingiustizia, fornicazione, malvagità, cupidigia, malizia; pieni di invidia, omicidio, contesa, frode, malignità, ingannatori, maldicenti, nemici di Dio, ingiuriosi, superbi, vanagloriosi, ideatori di cose malvagie, disubbidienti ai genitori, senza intendimento, senza affidamento, senza affetto naturale, implacabili, spietati"

Sarebbe questo l'uomo di cui possiamo aver fiducia? Ma La Bibbia dice chiaramente: "Sia Dio riconosciuto verace, ed ogni uomo bugiardo, com'è scritto: 'Affinché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole e trionfi quando sei giudicato

4. Il concetto biblico di verità

Si, Dio è verace, e solo in armonia con i Suoi piani creativi potremo trovare quella verità che ci fa liberi. Non si diventa veramente liberi liberandoci di Dio, ma sottomettendoci volonterosamente a Lui. Com'è possibile?

In ebraico il concetto di verità dipende da una parola che significa ciò che può sostenere, che non fallisce e che non delude le nostre aspettative.

Vero è quindi ciò che è reale, in contrapposizione a ciò che è fittizio ed immaginario. Come vane sono le speranze di chi si affida agli idoli delle varie religioni, che sono vanità e nulla in sé stessi, così è vana ed infondata è la speranza di chi confida nell'uomo, assunto a natura divina e criterio ultimo secondo il quale giudicare le cose.

Vero è ciò che risponde autenticamente a quello che dice di essere. Un vero uomo è una persona il cui umanità viene pienamente realizzata. Dio, nello stesso modo, come si è rivelato nella Bibbia è completamente all'altezza di quello che dice di essere. Egli è fedele alle Sue promesse, e ciò che rivela di sé e della creazione è pienamente coerente e funzionante. Nessuno è mai stato deluso dall'essersi affidato totalmente al Dio della Bibbia, coerentemente a quanto affermato.

Vero è ciò la cui realtà corrisponde alla manifestazione. Dio è verace perché è veramente ciò che afferma di essere, perché Egli è ciò che Egli ci comanda di credere che Egli sia, e perché tutte le Sue dichiarazioni corrispondono a quello che veramente Egli è.

Vero è ciò a cui noi ci possiamo fiduciosamente affidare, che non fallisce, cambia o delude: In questo senso Dio è verace perché Egli è immutabile e fedele. Le Sue promesse non cadono nel vuoto. Egli non delude, perché "permane in eterno". Si, sul Dio di Gesù Cristo, Colui che parla e si manifesta in tutta la Bibbia possiamo veramente poggiare con fiducia i nostri piedi.

Conclusione

Che il nostro mondo sia molto diverso da quello che aveva reso possibile la Riforma protestante è vero, ma questo non vuole dire che ciò che la Riforma ha sostenuto e per cui ha lottato non sia più valido. Anzi. E' cambiato il contesto storico, sono cambiate le domande di fondo e gli atteggiamenti della maggioranza dei nostri contemporanei, ma il nostro mondo corrisponde più che mai -ed esattamente- all'immagine eterna che di esso dà la Bibbia.

Guai però a lasciarci accecare dallo spirito dei nostri tempi come se fosse il non plus ultra del progresso, guai a negare, oppure ad adattare e a rivedere il messaggio biblico per conformarlo alla concezione corrente del mondo. Mentre molti oggi criticano, alterano o rifiutano la Bibbia ed accettano e si conformano allo spirito dei tempi, noi come cristiani, se vogliamo essere fedeli al mandato di Cristo, dobbiamo fare e promuovere proprio l'opposto: accettare inalterato il messaggio della Bibbia come l'eterna e verace Parola di Dio per conformarci ad esso e rifiutare, criticandolo radicalmente per trasformarlo lo spirito dei tempi. Questo si che è vero anticonformismo e che richiede coraggio.

Ieri come oggi io e voi dobbiamo avere il coraggio di affermare quella parola biblica che dice: "Sia Dio riconosciuto verace, ed ogni uomo bugiardo, com'è scritto: 'Affinché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole e trionfi quando sei giudicato".

Ai cristiani che oggi celebrano la Riforma ma che la ritengono superata, vorrei rammentare la parola del Salvatore Gesù Cristo che disse: "Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi... Se dunque il Figlio [di Dio] vi farà liberi, sarete veramente liberi".

Qualcuno ora mi chiederà, ma come rispondi allora alla domanda di quel teologo italiano che si chiedeva: "Che cosa c'è dietro questa eclissi di Dio nella coscienza dell'uomo moderno, per cui questo uomo moderno ha spostato il suo interesse su cose che considera per lui più vitali di Dio e della sua giustizia?"? Io rispondo: l'incipiente cecità spirituale che solo Cristo potrà risanare.

(Paolo Castellina, 3 novembre 1993, pred. n. 569. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione La Nuova Diodati, edizione "La Buona Novella", Brindisi, 1991).

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