Le due facce dell'orgoglio d'essere creature
umane
Qualcuno ha osservato che un semaforo non è un'ingiusta limitazione della libertà di circolazione, ma qualcosa che garantisce la libertà di tutti, perché regola il traffico e permette di muoversi senza incidenti o contestazioni. Allo stesso modo qualsiasi buona legge, lungi dall'essere un imposizione contro la nostra libertà, di fatto la garantisce.
La Bibbia ci presenta l'essere umano come una speciale creatura di Dio dotata di grande dignità e libertà, perché fatta a Sua immagine e somiglianza, come pure di importanti compiti amministrativi in questo mondo. Per quanto nobile, l'essere umano, però, non è Dio, è e rimane una creatura che deve riconoscere i limiti entro i quali è stata posta ed il fatto di essere necessariamente dipendente da Colui che l'ha creata.
Dio ha posto dei limiti anche alla creatura umana, limiti molto vasti, ma pure necessari, limiti che regolano e garantiscono la sua vita. Sorpassare questi limiti significa pregiudicarci la nostra stessa vita.
Qualcuno si è chiesto come l'essere umano abbia potuto così presto decadere dalla sua condizione originaria e rovinato sé stesso. Quasi pare un bel frutto che ben presto marcisce. Il racconto biblico della caduta di Adamo ed Eva rappresenta proprio il fatto che l'essere umano rovina sé stesso ed il suo destino quando, abusando della sua intelligenza, vorrebbe essere più di quello che in realtà è. Inoltre che la creatura umana, superando i limiti in cui era stato posta, rovina sé stesso e la sua discendenza.
Ecco così che, dopo aver parlato di che cosa vuol dire essere immagine e somiglianza di Dio e quale sia il nostro compito in questo mondo, ci chiederemo quest'oggi: perché l'umanità è caduta in rovina? Quale processo ha condotto alla corruzione della nostra dignità originale?
L'inganno che precede la rovina
E' certamente famigliare per la maggior parte di noi il racconto biblico della caduta dell'umanità nel peccato. Dio aveva ammonito Adamo ed Eva di non mangiare del frutto proibito, eppure ne mangiano ugualmente. I fatti che precedono quest'atto di disubbidienza sono però più complicati di quanto ci rammentiamo.
Adamo ed Eva non si gettano allegramente fra le fauci della morte: la loro decisione di disubbidire a Dio viene anzi preceduta da un sottile processo di inganno.
Il racconto della Genesi ci racconta di come Eva incontra Satana che si presenta a lei come un serpente in grado di parlare. Egli era "il più astuto di tutte le fiere dei campi che l'Eterno Iddio aveva fatto" (Ge. 3:1), ed egli persuade Eva con paziente insistenza a commettere ciò che sarebbe stata la sua rovina. In che modo ha potuto così ingannarla? Qual è stata la sua strategia? La strategia di Satana nel Giardino dell'Eden si era focalizzata su una cosa soltanto: l'orgoglio umano.
La Bibbia dice: "Prima della rovina viene l'orgoglio, e prima della caduta lo spirito altero" (Pr. 16:18).
L'orgoglio è come una moneta perché anch'esso ha due facce: una è positiva e designa fierezza, senso della propria dignità; l'altra è negativa, perché è il senso che procede da eccessiva stima di sé e poca e nessuna degli altri. Satana, per trarre Eva in inganno, sembra giocare proprio con questi due aspetti del termine.
Il primo livello della strategia
Motivi per un sano orgoglio. Quali sono i motivi per cui Adamo ed Eva potevano essere giustamente orgogliosi della posizione che avevano ricevuto nel creato?
1. I nostri progenitori potevano essere giustamente orgogliosi delle straordinarie opportunità che erano state loro date. Dio li aveva posto Adamo nell'Eden come un giardiniere "perché lo lavorasse e lo custodisse" (Ge. 2:15). Oggi non pensiamo che essere giardinieri sia poi un così alto onore, ma l'Eden non era un giardino come gli altri: essi erano "nel giardino di Dio" (Ez. 31:9), il giardino del palazzo reale. Adamo era un ministro, non uno schiavo. L'Eden era un posto davvero meraviglioso, vivervi era un privilegio e lavorarvi il più alto onore. Con tali privilegi come si sarebbero dovuti sentire Adamo ed Eva?
2. In secondo luogo le istruzioni che Dio aveva dato ad Adamo, lo avrebbero dovuto fare ben riflettere. Dio aveva detto loro: *Mangia pure liberamente da ogni albero del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai+ (Ge. 2:16,17). Di solito noi pensiamo a quanto "assurda" sia questa limitazione e a quanto "irragionevole" sia la sanzione, ma dovremmo piuttosto pensare all'enorme libertà di cui potevano godere: *Mangia pure liberamente da ogni albero del giardino+. Ai nostri orecchi una tale libertà potrebbe non essere poi così significativa, ma ai tempi di Mosè, soltanto pensare di aver potuto godere del 99% dei privilegi di cui godeva un re era qualcosa di impensabile. Potevano accedere a tutto, meno che ad una cosa. Non è stupefacente?
3. In terzo luogo Adamo non avrebbe dovuto fare tutto questo grande lavoro da solo. Avrebbe ricevuto "un aiuto conveniente a lui", una sposa nella quale avrebbe potuto trovare la massima soddisfazione desiderabile e con la quale moltiplicare. Abitare e coltivare il giardino dell'Eden sarebbe stato privilegio suo e di tutti i suoi discendenti! Quale maggiore onore avrebbe potuto avere?
Un'insoddisfazione indotta. L'insistenza di Mosè sulle benedizioni ricevute da Adamo ed Eva ci chiarisce la portata della fase iniziale del trabocchetto preparato da Satana. Invece di sfidare Eva con grande arroganza a ribellarsi al suo Creatore, Satana dapprima porta Eva ad essere insoddisfatta degli onori che Dio aveva loro conferito. Egli convince Eva a mettere in questione la dignità della propria condizione: *Ha Dio veramente detto: Non mangiate di tutti gli alberi del giardino.?... Dio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno+ (Ge. 3:1,5). In effetti Satana dice: *Guarda a te stessa, Eva. Dio vi ha privato del meglio: essere come Dio. Come puoi continuare a vivere quando Dio ti ha trattato in questo modo?+.
In politica, per esempio, spesso non solo si vanta i propri meriti, ma pure si cerca di discreditare l'avversario: è precisamente ciò che fa Satana. Fintanto che Eva confida negli onori che Dio gli ha conferito, non ha ragione alcuna di opporsi a Lui. Di conseguenza Satana a convince prima che non è abbastanza essere il coronamento della creazione. Sotto l'influenza di Satana, Eva guarda a sé stessa, perde di vista il suo meraviglioso disegno e comincia a voltare le spalle dal suo Fattore.
Noi come loro. Qualcuno potrebbe però commentare come hanno potuto essere così ciechi. Perché Adamo ed Eva hanno perso di vista la loro condizione privilegiata? Quando però guardiamo ad Adamo ed Eva, noi pure guardiamo a noi stessi. Anche noi perdiamo di vista molto facilmente i nostri privilegi di immagine di Dio. Certo non viviamo più nell'Eden, ma le benedizioni di Dio ancora ci circondano. Egli sostiene un universo ordinato, si dimostra paziente con noi quando pecchiamo, ci provvede il necessario per la vita, dà a molti una certa misura di prosperità. Ciononostante spesso noi vediamo in questo un onore tanto piccolo da volgere le spalle a Dio per perseguire il frutto velenoso del peccato.
I non credenti cadono in questa tentazione in innumerevoli modi. Il peccato inganna a tal punto coloro che sono senza Cristo che spesso non vedono nemmeno la grazia che Dio accorda loro. I doni della salute, della famiglia, del lavoro, vengono presi per scontati, e non come qualcosa per cui rendere grazie a Dio. Qual è il risultato di questo inganno? E' lo stesso sia per i non credenti che per Eva. Essi non apprezzano la dignità che Dio ha loro conferito, e così cercano significato per la loro vita su strade sbagliate.
L'inganno di Satana prende molte forme anche nella vita cristiana. Dimentichiamo la gloria del perdono ed il privilegio di essere stati adottati come figlioli di Dio. Perdiamo persino di vista tutta la portata della nostra risurrezione in Cristo. Privati della certezza di essere speciali creature di Dio, cerchiamo ciò che possa renderci nobili per altre strade.
Quante volte invidiamo altri perché possiedono più di quanto noi abbiamo, quanto a beni, salute, condizione esteriore ecc. E' specialmente in tempo di prova e di sofferenza che questo atteggiamento è comprensibile. Anche il Salmista guardò un giorno alla sua vita e disse: *Io sono un verme e non un uomo+ (Sl. 22:6). Dobbiamo però stare attenti a non sentirci disonorati solo perché non abbiamo i lussi di cui altri possono godere.
Quando ci troviamo in queste circostanze, però, faremmo bene a tenerci stretti al prezioso insegnamento della Scrittura. Cristo ci ha concesso così tante benedizioni che proprio non abbiamo motivo per mettere in questione il nostro valore. Alcune di queste potranno sembrare più grandi di altre perché sono più visibili, ma tutte queste sono dotazione del nostro grande privilegio.
Molti cristiani perdono il senso della loro dignità concentrandosi troppo sui loro sbagli. Tutti noi abbiamo bisogno di essere corretti ed incoraggiati. Quando ci allontaniamo da Cristo abbiamo bisogno di un sano e severo rimprovero, ma guai ad eccedere nell'autodegradazione: "Sono solo un buono a nulla, un verme miserabile e detestabile...". No, continuiamo ad essere preziose e redente immagini del Creatore. Non perdiamo di vista le nostre mancanze, ma nemmeno il nostro valore agli occhi di Dio!
Mancare di riconoscere l'onore che Dio ci ha concesso ci conduce direttamente sul sentiero della ribellione. Satana cerca di derubarci dal senso della nostra dignità proprio come l'ha rubata ad Eva. quando ci riesce, siamo proprio là dove i desidera. Siamo pronti a guardare altrove per realizzare noi stessi.
Per esempio, che cosa ci fa cadere nel peccato dell'avidità? Dapprima siamo insoddisfatti con ciò che abbiamo. Il nostro conto in banca è troppo bassi, la nostra vecchia aiuto ci imbarazza, non riteniamo di essere belli come desidereremmo. Pensiamo di meritare di più e lo perseguiamo. Che cos'è che conduce all'infedeltà matrimoniale? Spesso l'adulterio inizia con l'insoddisfazione a casa nostra. Cessiamo di riconoscere il privilegio che abbiamo nell'essere sposati. Non vediamo più nostra moglie e i nostri bambini come un dono di Dio. Una volta che perdiamo il senso di gioia nel nostro matrimonio, la porta si apre e lo cercheremo fra le braccia di qualcun altro.
Invece di mettere sempre in evidenza le nostre mancanze e bisogni, dobbiamo acquisire un forte convincimento del valore che abbiamo agli occhi di Dio. Quando siamo pienamente persuasi dell'onore che Dio generosamente ci ha conferito in Cristo, Lo serviremo con entusiasmo.. Quando però ci dimentichiamo ciò che Dio ha compiuto, siamo destinati a ribellarci contro di Lui.
Il secondo livello della strategia
Abbiamo fin ora esaminato come Satana manipoli il senso di orgoglio di Eva. Una volta che Satana ha fatto perdere ad Eva il senso della propria dignità, la conduce ad un'arrogante sfida verso Dio. Anche questo aspetto della tentazione era basata sull'inganno.
Se qualcuno vi offrire un bicchiere di veleno, lo berreste? Certo no. Lo rifiutereste anche se foste in un deserto con una sete terribile. Anche Adamo ed Eva sarebbero stati tanto intelligenti da rifiutare l'offerta di un veleno. Così Satana non disse: "Su, coraggio, mangia questo frutto anche se ti ucciderà!". Al contrario la porta a pensare che mangiarlo sarebbe stato bene per lei: *Allora il serpente disse alla donna: "Voi non morrete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno, e sarete come Dio, conoscendo il bene e il male+ (Ge. 3:4,5). Dio aveva detto che mangiare del frutto proibito li avrebbe uccisi, ma Satana disse: "Non è vero, questo solo vi renderà come Dio". Eva mangiò così del frutto proibito solo quando fu convinta che facendo così non ci sarebbero stati più limiti alla propria realizzazione.
Il maligno continua con questa strategia anche oggi. Ci prende in trappola convincendosi che qualcosa di proibito sia bene per noi. Quanti di noi mentono perché si rendono conto che mentire distruggerebbe la loro vita? Quanti cristiani infrangono il giorno di riposo perché ci logorerebbe lavorare sette giorni alla settimana? Se crediamo che qualcosa ci faccia male, di solito la evitiamo. Perché allora soccombiamo ad azioni peccaminose che inevitabilmente ci devasteranno? Perché ci convinciamo che il peccato ci sarà in qualche modo di beneficio. Crediamo che esso alla fine ci renda la vita più sopportabile. anche se sappiamo che alla fine certi comportamenti ci costeranno, noi convinciamo noi stessi che i benefici immediati compenseranno l'eventuale danno.
Questo tipo di inganno ci attacca da ogni parte. Televisione, film, libri e riviste ci dicono che i tradizionali valori cristiani sono limitativi e disumanizzanti. La promiscuità sessuale viene considerata un'esperienza positiva fra adulti consenzienti. L'avidità comporta il beneficio della ricchezza. Il divorzio porta alla libertà personale. Alla fine giungiamo a credere che il male è bene e che il bene è male. Allora perseguiamo il peccato per i suoi benefici ed incoraggiamo gli altri a fare lo stesso.
Com'è che arriviamo a credere alle menzogne? Allo stesso modo in cui Eva giunse a credere che quel frutto proibito le facesse bene. Notate che cos'ha fatto poco prima di mangiarne: *E la donna vide che l'albero era buono da mangiare, che era piacevole agli occhi e che l'albero era desiderabile per rendere uno intelligente; ed ella prese del suo frutto, ne mangiò+ (Ge. 3:6). Eva fece la propria analisi del frutto: "Non importa ciò che gli altri ne dicono", "verificherò da sola che cos'è". Eva si volge verso l'albero proibito e lo guarda e ne mangia solo quando si convince che, sulla base della propria investigazione che l'albero è "buono e desiderabile".
Di solito ci sfugge il significato di questo particolare perché viviamo in un'epoca che ci incoraggia ad esplorare il mondo da soli. I genitori insegnano ai propri figli di investigare il mondo con attenzione. Le scoperte scientifiche dimostrano il valore della sperimentazione creativa e della scoperta. Da questo punto di vista sembrerebbe che Eva avesse solo messo in azione i talenti naturali di cui era dotata per esplorare il meglio possibile le azioni che doveva compiere.
In sé stesso questo potrebbe sembrare positivo, ma Eva non usa semplicemente le sue capacità: lei abusa delle sue capacità. Invece di usare la ragione in consapevole sottomissione alla parola del suo Creatore, lei si pone come giudice ultimo. Determina da sé stessa che fare del frutto nonostante che Dio glielo abbia già rivelato.
Ora vedete come possa diventare efficace la tentazione al falso orgoglio. La maggior parte della gente non agita consapevolmente il pugno di fronte alla faccia di Dio per saltare a piè pari nei ranghi di Satana. Sono pochi quelli che intenzionalmente fanno un patto col Diavolo. Nella maggior parte dei casi la gente ha buone intenzioni. "Posso vedere da me stesso che questa è una buona scelta", diciamo, "se mi giova allora mentirò", oppure "io ho bisogno di un divorzio", oppure: "l'aborto è la migliore scelta che possa fare". In realtà abbiamo già voltato le spalle alla verità per confidare nel nostro potere di discernimento anziché in quello della Parola di Dio.
Spesso ci arrabbiamo quando non riusciamo a montare un apparecchio che abbiamo comprato, solo perché non ci siamo presi la briga di leggere le istruzioni. Volevamo saperne di più del suo costruttore. Eva ha fatto lo stesso nell'Eden. Dio le aveva detto che mangiare di quel frutto sarebbe stata la morte per lei, ma Eva presumeva di non aver bisogno delle istruzioni del Creatore. Poteva fare da sola la scelta giusta. E chi avrebbe avuto poi ragione? Dio o il Creatore? Come la Scrittura ci dice, quel frutto era dopo tutto velenoso: poteva portare tutta l'umanità sotto la sentenza di morte.
Per generazioni abbiamo imitato l'arroganza di Adamo ed Eva. Nonostante gli innumerevoli problemi che ci siamo causati, ancora poniamo la sapienza umana come criterio ultimo di giudizio sulla verità. Dove ci ha portati però questo divorzio fra intelligenza umana e rivelazione di Dio? Ripetutamente solo alla rovina. Guardate alla testimonianza della storia. I grandi successi dell'umanità non sono che un breve intermezzo di oppressione, ingiustizia, oppressione predominanti. Se siamo onesti con noi stessi dobbiamo riconoscere che il nostro falso orgoglio ci ha distrutti.
Conclusione
Vedete allora come l'orgoglio dell'essere creature umane possa giocarci brutti scherzi. Possiamo essere giustamente orgogliosi della nostra condizione umana per come Dio ci ha creati. Quante volte però l'orgoglio monta la testa e noi perdiamo di vista che siamo pure solo creature, creature necessariamente limitate.
Guardando alla prima tentazione possiamo imparare moltissimo sui noi stessi. Noi spesso non ci rendiamo conto di essere inconsapevolmente ancora le vittime dell'avversario di Dio, Satana, che ci inganna giocando sul nostro orgoglio. Prima ci deruba di un legittimo orgoglio nell'onore che Dio ci ha conferito, poi ci conduce a perseguire un falso orgoglio. Volgiamo le spalle a Dio e decidiamo che possiamo scoprire da soli come rendere la nostra vita degna di essere vissuta. Ciononostante, come nel Giardino dell'Eden, sono le nostre decisioni a farci affondare nella rovina. La prossima volta esamineremo insieme le conseguenze della ribellione alla legittima autorità di Dio sulla nostra vita.
(Paolo Castellina, 20 febbraio 1998, pred. n.
567. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte
dalla versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991).