VERSO UN'ADEGUATA IMMAGINE DI NOI STESSI

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Un'immagine equilibrata

Un giornale ha dato la notizia di due avvenimenti che si sono svolti nello stesso hotel di una città. In una camera un uomo disperato si suicida e lascia un biglietto con su scritto: "La mia vita non vale nulla. Non conto nulla e non servo a nulla. Sono solo un unico grande fallimento. Non piangete per me". Da un'altra parte dell'hotel si svolgeva un congresso del movimento della New Age. Dopo molti discorsi che esaltavano la grandezza dell'uomo, il conferenziere esorta tutti ad alzarsi e ripetere insieme ad alta voce: "Io sono Dio, io sono Dio, io sono Dio...". L'articolo concludeva dicendo: "L'ironia dell'essere umano è che gente che si trova nello stesso posto allo stesso tempo possa avere idee così contraddittorie su sé stessa".

Questo articolo dimostra bene una delle più grandi ironie dell'esistenza umana: alcuni pensano di essere onnipotenti e degli dei, altri che non sono nulla e non valgono nulla. Chi ha ragione? Possiamo trovare un'adeguata immagine di noi stessi in questo confuso mondo?

Andare agli estremi è naturale: lo facciamo sempre: o mangiamo troppo o ci lasciamo morire di fame per fare una dieta; o lasciamo che i nostri figli facciano ciò che vogliono, o rendiamo la loro vita impossibile per la nostra troppa severità. Alcuni fanno il passo disperato del suicidio, altri rendono culto a sé stessi. Tutti noi tendiamo ad avere idee molto divergenti su noi stessi. A volte andiamo nello stesso tempo in entrambe le direzioni.

E' possibile acquisire un'immagine equilibrata della nostra vita? Possiamo avere fiducia nel valore della nostra persona senza scadere nell'arroganza? Possiamo essere umili senza perdere il nostro senso di dignità? Dobbiamo giungere ad un modo di considerare noi stessi che eviti gli estremi. L'unico modo per trovare un'immagine equilibrata di noi stessi è volgerci alla rivelazione di Colui che ci ha creato. Dobbiamo guardare a noi stessi attraverso lo specchio della Bibbia.

Dobbiamo fare come ci consigliano le associazioni per la difesa dei consumatori per i cibi che compriamo: leggere l'etichetta del prodotto prima di acquistarlo: è sempre molto istruttivo e salutare...

Nel primo capitolo della Bibbia, Dio mette un'etichetta sulla razza umana. Se la leggiamo attentamente, possiamo imparare molto su noi stessi. Mosè riporta le prime parole di Dio sull'umanità in questo modo: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame e su tutta la terra, e su tutti i rettili che strisciano sulla terra" (Ge. 1:26). Già fin dall'inizio il Creatore ci ha dato questa notevole etichetta. Ci ha chiamati l'immagine di Dio!

Che cosa vuol dire veramente essere stati fatti ad immagine di Dio? E' la descrizione di ciò che ci distingue dalle altre creature. E' un concetto a più facce che mette in evidenza due lati dell'esistenza umana: la nostra umiltà e la nostra dignità.

Noi siamo umili immagini di Dio, ma abbiamo anche una grande dignità, perché siamo immagini di Dio! Per avere così un'idea equilibrata dell'essere umano, dobbiamo comprendere entrambi i lati di quest'etichetta che Dio ci ha apposto.

I. Umili immagini

La parola 'immagine' richiama la nostra attenzione su qualcosa di umile entità. Nell'A. T. 'immagine' spesso significava una statuetta di terracotta che rappresentava un personaggio. Ecco così che quando la Bibbia ci considera 'immagini' di Dio, essa intende dire che siamo rappresentazioni umili e limitate di un Dio infinito. Immagini di Dio si, ma pur sempre immagini.

Oggi, invece, è tornato di moda dire che gli esseri umani siano divini, che siamo estensioni del Creatore, con il potenziale in noi stessi di essere déi! L'umanesimo, il marxismo, alcune sétte, l'influsso delle religioni orientali ha fatto si che sempre di più si parlasse della divinità dell'umanità.

La Bibbia però insiste sul fatto che non siamo déi, siamo semplicemente immagini di Dio, non siamo uguali al nostro Creatore né abbiamo in noi stessi una qualche scintilla di divinità. Siamo soltanto creature che riflettono il loro Creatore.

E poi, quale tipo di immagine siamo? Siamo forse una "statuetta" d'oro, d'argento, di rubini, o di diamanti? No, la Bibbia dice che siamo una "statuetta d'argilla", "Dio formò l'uomo dalla polvere della terra" (Ge. 2:7). Nella rappresentazione della Genesi, l'uomo era una figurina d'argilla!

Quando Mosè scriveva la Genesi, egli aveva davanti a sé una società, quella egiziana, estremamente gerarchica. Alla punta c'era il Faraone, un essere divino -così almeno diceva-, alla base della piramide c'erano gli schiavi, che non contavano niente e non avevano dignità: pura carne da lavoro e "da cannone", come si dice oggi. Mosè opponeva però a questo una concezione del tutto diversa. Tutti gli esseri umani sono "d'argilla", non esiste alcun essere umano di statura divina!

E' difficile negare oggi che questo sia vero: noi siamo creature debolissime e indifese, basta un soffio e non ci siamo più. Ma tali erano pure Adamo ed Eva allo stato di perfezione: soltanto figurine di argilla, persino in assenza del peccato e della morte. Se i nostri perfetti progenitori erano tali umili creature, quanto più lo siamo noi! Non è ovvio che siamo così fragili? Eppure quanti oggi si illudono rappresentandosi l'essere umano con le loro fantasie di grandezza!

Quante volte più o meno apertamente certi insegnanti dicono ai loro allievi: "Io sono qui per liberarvi dai ceppi della superstizione, della religione e della moralità che i vostri genitori vi hanno inculcato... Sono qui per insegnarvi ad essere i soli arbitri della vostra vita, liberi dai condizionamenti di Dio o della morale... vi aiuterò a farvi diventare voi stesso il dio della vostra vita". Si, lo spirito della società moderna ci vorrebbe portare a liberarci del nostro Creatore per essere noi i creatori di noi stessi. E quanti di fatto oggi ritengono di vivere come meglio loro aggrada, senza più i vincoli della morale. Mentono ed ingannano per perseguire i loro scopi, calpestano gli altri senza il minimo scrupolo. Quanti dicono: "L'avidità è una buona cosa!".

I razzisti trattano altri gruppi come inferiori perché pensano di essere meglio degli altri, i bianchi più intelligenti e produttivi dei neri. Il nord meglio dell'ozioso e parassita sud. I nazisti pensavano di essere una "razza superiore" e che questo li giustificasse a sterminare gli ebrei. Oggi in Yugoslavia i serbi considerano i musulmani dei "sotto-uomini" da sterminare senza pietà facendo "pulizia etnica", castrando gli uomini e violentando le loro donne affinché nascano solo "cetnici". Vi sono madri che abortiscono perché pensano che i bambini siano un freno alla loro libertà. Vi sono figli che trascurano i bisogni dei loro genitori anziani per comprarsi una macchina più bella. Non sono che alcuni esempi questi. Pieni del senso della propria importanza agiscono come se fossero déi.

Si esaltano poi le conquiste della scienza come se tutto l'universo fosse a nostra disposizione per farne quel che vogliamo. Questo è vero in ogni area della vita. Certo abbiamo superato i nostri antenati in molte aree, ma riusciamo a padroneggiare su poco. La nostra conoscenza è minuscola e limitata, ancora immensamente limitata. Perché? Mosè l'aveva spiegato tanto tempo fa nella Genesi. Le nostre limitazioni sono grandi perché siamo solo immagini fatte di polvere.

E' facile pensare che siamo grandi, che siamo al di sopra degli altri. Questo mito verrà però infranto quando dovremo morire. Pensate che il mondo noterà quando moriremo? Qualcuno verrà al nostro funerale, e mancherete ad alcuni vostri cari. La società però potrà fare benissimo a meno di noi. Possiamo anche credere di essere déi, ma un giorno la verità verrà a galla.

Nel cercare un'autentica immagine di noi stessi dobbiamo cominciare là dove inizia l'etichetta che Dio ha posto su di noi -il pieno riconoscimento della nostra umile condizione. Com'è che lo dimentichiamo così spesso? Come consideriamo noi stessi in casa, al lavoro, o in chiesa? Dobbiamo respingere l'arroganza quando fa capolino in noi, non si accorda con quello che veramente noi siamo. Comprenderemo realmente chi siamo solo quando riconosceremo di essere umili statuette d'argilla. Faremmo bene a prendere la Bibbia sul serio.

II. Immagini di grande dignità

Gli esseri umani sono creature umili, ma guardate ancora alla nostra etichetta. Siamo immagini, ma immagini di Dio. Dio non ha fatto assomigliare Adamo ed Eva a sassi, ad alberi o ad animali. Ci ha fatti speciali, ci ha conformato alla Sua propria immagine e somiglianza. Egli si è prefisso di renderci creature di incomparabile dignità.

Questo aspetto del racconto di Mosè si distanziava radicalmente dalle concezioni comuni al suo tempo. Allora solo i re potevano pretendere di essere immagini della divinità. La gente comune e i contadini non avevano un tale valore. Era loro destino soffrire e morire per gratificare i re. Era questo che stava dietro alle terribili sofferenze di Israele in Egitto. Che cosa dava al Faraone il diritto di trattare così crudelmente la gente e di schiavizzarla? La risposta era molto semplice per gli egiziani: la loro concezione del mondo. E che potevano aspettarsi dalla vita quella povera gente? Non avevano alcuna dignità e non meritavano alcun rispetto. Solo Faraone rappresentava l'autorità divina sulla terra.

Le parole di Mosè si opponevano direttamente a questa menzogna. Egli affermava coraggiosamente che ogni essere umano era un'immagine reale di Dio. Ogni discendente di Adamo ed Eva conserva questa onorevole condizione. Dio dà grande dignità non a pochi, ma a tutta la razza umana.

Il ritratto che Mosè fa della dignità umana sfida pure il modo in cui molti guardano oggi agli altri. Tutto intorno a noi vi sono persone che negano nelle parole e nei fatti la dignità di altri esseri umani.

Strano che possa sembrare, studenti di università spesso incontrano concezioni dell'umanità eccessivamente basse da quegli stessi insegnanti che li incoraggiano ad agire come dei. Contraddittorio quanto questo può sembrare si insiste che la razza umana non sia altro che risultato di un'evoluzione casuale. Gli umani non sarebbero altro che del fango particolarmente fortunato...

Il risultato del sottovalutare la razza umana è evidente dovunque. Che valore si può mai attribuire alla vita umana se siamo soltanto del fango particolarmente fortunato? Che cosa diventa la moralità e la libertà? Se noi ci priviamo di ogni vestigio di valore, allora si comprende come si possa distruggere sé stessi con la droga o annegare in una bottiglia. A che serve vivere?

Nei primi capitoli della Genesi Mosè afferma la dignità dell'essere umano per due ragioni. In primo luogo egli voleva che gli Israeliti respingessero i valori degli Egiziani: la politica degli egiziani di crudele oppressione era contraria alla realtà. Dio non aveva conferito dignità solo a pochi: tutti erano Sua immagine. Gli israeliti trattati come bestie al servizio dei loro padroni erano destinati alla dignità e dovevano essere trattati come tali. In secondo luogo Mosè insegnava agli israeliti come avrebbero dovuto trattare gli altri nel futuro. Sapeva quanto facilmente anche gli oppressi sarebbero diventati oppressori. Una volta sistemati nella terra promessa la tentazione di maltrattare i deboli ed i vulnerabili sarebbe stata grande. Ecco perché la legge di Mosè insisteva molto sul dovere di proteggere le vedove, gli orfani e gli stranieri. Maltrattare altri era contrario alla volontà di Dio. Fra gli israeliti non si sarebbe dovuta formare alcuna casta crudele. I servi sarebbero stati trattati in modo onorevole. In giudici non avrebbero mostrato favoritismi verso i ricchi e i potenti. Anche il re sarebbe stato soggetto alla legge di Dio.

La concezione biblica della dignità umana si rivolge al mondo moderno nello stesso modo. In primo luogo ci aiuta a guardare a noi stessi come dovremmo. Dobbiamo imparare a trattare con un mondo che costantemente assale il nostro senso di onore. Non dobbiamo affrontare l'antica propaganda egiziana, noi viviamo in democrazia, è vero. Il mondo non ha cessato però di dire che alcuni valgono più di altri: adotta semplicemente criteri diversi. Quante volte disprezziamo e critichiamo chi si comporta in modo diverso da diverso da noi. Anche i bambini possono essere crudeli e maltrattare gli altri. Quante volte valutiamo una persona da quanto guadagna, misuriamo la sua dignità da quanto possiede. Istruzione, apparenza: ecco i modelli con i quali giudichiamo gli altri.

Il racconto mosaico della creazione è una buona notizia a coloro che non riescono ad adeguarsi agli standard moderni. Il nostro valore non risiede nelle circostanze esterne della nostra vita. Dio, il Creatore di tutto, annuncia che siamo Sua immagine -immagini regali che possiedono una dignità regale. Non importa quello che altri possano dire: siamo preziosi perché siamo creature speciali di Dio. Ricchi o poveri, istruiti o non, attraenti o no- siete l'immagine di Dio.

Tante volte anche noi ci guardiamo allo specchio e vediamo qualcuno che ci delude. Impariamo ad odiare i nostri fallimenti, e giungiamo pure ad odiare noi stessi. Vogliamo essere umili, ma perdiamo ogni senso della nostra importanza. Guardiamoci ancora allo specchio. Dio dichiara che la persona che vedete allo specchio è la Sua immagine regale. Agli occhi di Dio voi siete tanto importanti come qualunque re e nobile che abbia camminato sulla terra. Ignorate le menzogne del mondo, e riconoscete gioiosamente la dignità che Dio ha impartito generosamente su di voi.

In secondo luogo, la prospettiva di Mosè ci insegna pure come dobbiamo trattare gli altri. Quante volte usiamo favoritismi verso l'uno o l'altro. Mettiamo in ridicolo le abitudini di altre culture e disprezziamo chi non si adatta alle nostre idiosincrasie. L'impegno radicale che la Bibbia ha di affermare la nobiltà di ogni essere umano: ogni persona senza distinzione deve essere trattata come un'onorevole immagine di Dio.

Andreste da qualcuno salutandolo come "Buon giorno, Sua Maestà" e trattandolo come tale, anche se quella persona non ci garba? Allora ci renderemmo conto come doveva suonare al principio il racconto mosaico di Adamo ed Eva. Questi schiavi si guardavano l'un l'altro e si rendevano conto con stupore di essere tutti discendenti della linea regale di Adamo ed Eva.

Come sarebbe diverso il mondo se vivesse secondo questa verità! Le tensioni famigliari svanirebbero, le guerre svanirebbero: se ci guardassimo l'un l'altro come Dio ci ha progettati, il mondo sarebbe radicalmente diverso da com'è ora

e sarebbe un luogo molto diverso.

Dobbiamo affrontare la realtà che la gente intorno a noi sono simboli visibili di Dio nel mondo. Quando ingiustamente attacchiamo la Sua immagine, noi attacchiamo Lui. Quando disonoriamo l'immagine di Dio disonoriamo Dio stesso. "Con la lingua... benediciamo Dio e Padre, e con essa malediciamo gli uomini che sono fatti a somiglianza di Dio. Dalla stessa bocca esce benedizione e maledizione, Fratelli miei, le cose non devono andare così" (Gm. 3:9,10). I genitori disonorano Dio quando essi provocano ed abusano i loro figli. I figli mancano di rispetto al loro Creatore quando si ribellano ai loro genitori. Mariti e mogli maltrattano Dio quando essi si maltrattano l'un l'altro.

Mosè mette in chiaro ad Israele che Dio dà ad ogni essere umano un titolo alla dignità. Come rinneghiamo noi l'onore che ci appartiene? In quale modo trattiamo gli altri con meno dignità di quella che meritano come immagine di Dio? Dobbiamo prendere a cuore la descrizione che Dio fa della razza umana. Siamo immagini di argilla -una grande lezione di umiltà, ma siamo anche immagini di Dio -creature di grande valore e dignità.

Un'immagine alterata

Come abbiamo visto, Mosè presenta un ritratto meravigliosamente equilibrato della razza umana nel primo capitolo della Genesi. Questa Sua immagine fa sorgere però serie domande. Se noi siamo l'immagine di Dio, umile ma di grande dignità, perché lottiamo così tanto da una parte con tanta degradazione e dall'altra con tanta auto-esaltazione? Perché la nostra vita sembra così contraddire quello a cui Dio ci aveva fatti fin dall'inizio? La risposta a queste domande risiede nel fatto che l'immagine che all'inizio avevamo di Dio si è gravemente deteriorata, sfigurata, alterata. Noi non siamo più quello che dovevamo essere. Che cosa è successo? E' la storia del nostro deliberato rifiuto di stare nei limiti che dovevano esserci propri, è la storia di una rovina, è la storia del peccato con il quale noi ci siamo auto-condannati, staccando la nostra presa dalla fonte di energia che sola poteva conservarci in vita.

E' anche però la storia di Gesù Cristo, immagine perfetta e inalterata di Dio, che è venuto a restaurare questa immagine in tutti coloro che a Lui si affidano come Suoi discepoli.

La razza umana ha subito gravi alterazioni in peggio attraverso la storia. Per comprendere chi siamo, dobbiamo pure tenere in considerazione questi sviluppi. Quando comprenderemo ciò che abbiamo fatto a noi stessi, quello che Dio ha compiuto per noi, e quello che Egli farà per noi, vedremo con maggiore chiarezza che cosa significa essere umani.

Allora vedete, la gente intorno a noi è confusa su chi sono. In questa confusione, vacilliamo fra auto-degradazione e auto-esaltazione solo la Bibbia ci può dare un ritratto equilibrato dell'essere umano. Siamo immagini d'argilla, ma immagini destinate a riflettere il nostro Creatore. in questa prospettiva equilibrata, dobbiamo vivere con umiltà e con dignità. Il mondo ci offre molte immagini false, ma la Scrittura ci fornisce un'immagine di noi stessi che vale davvero la pena di trovare.

(Paolo Castellina, 30 settembre 1993, predica tratta da: Richard L. Pratt, Designed for Dignity, Phillisburg, NewJersey, USA, Presbyterian & Reformed P. H., 1993, cap. 1. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione La Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991).

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