Beni preziosi da
investire
(2 Pietro 1:1-11
con Matteo 25:14:30)
Saggezza e responsabilità dell=investimento
E=
saggio chi, avendo ricevuto molto denaro, non lo spreca o non lo lascia
inutilizzato, ma lo investe affinché, non solo si conservi, ma anche aumenti, a
beneficio nostro e a beneficio dei nostri cari.
Il Signore Gesù raccontò un giorno
una parabola a proposito dell=intelligenza nel fare investimenti con
quello che si ha ricevuto. La leggerò secondo la versione in lingua moderna
(1991).
*Un uomo, partendo per un
altro paese, riunì i suoi servi ed affidò loro i suoi beni. Ad uno diede da
amministrare una somma pari a 50.000 franchi, ad un altro 20.000, e all=ultimo 10.000, in
proporzione alle loro capacità. Poi partì per il suo viaggio. Quello che aveva
ricevuto la somma maggiore, si mise subito all=opera, comprando e vendendo, e ben presto
raddoppiò ciò che aveva ricevuto. Anche il secondo investì il denaro nel modo
giusto, e raddoppiò la somma. Quello che aveva ricevuto di meno, invece, scavò
una buca e vi nascose il denaro per tenerlo al sicuro. Dopo molto tempo il
padrone tornò dal suo viaggio e chiese conto ai servitori del suo denaro.
Quello a cui aveva affidato la somma maggiore gliene riportò il doppio. Il padrone
lo lodò: ABene, ti sei dimostrato un
servo buono e fedele! Sei stato fedele in questa piccola responsabilità, perciò
ti affiderò dei compiti molto più grandi. Prendi parte alle gioie del tuo
Signore!@. Poi venne il secondo: ASignore, mi hai dato questa
somma da investire e io l=ho raddoppiata@. ABen fatto!@ disse il padrone. ASei un servo bravo e
fidato. Sei stato fedele in questa piccola somma, perciò ti affiderò cose ben
più importanti! Vieni a prendere parte alla gioia del tuo Signore!@. Infine si presentò anche
quel servo che aveva ricevuto la somma più bassa: ASapendo che sei esigente, e
che raccogli anche dove non hai seminato e vendemmi dove non hai coltivato, ho
avuto paura e ho nascosto il denaro in una buca. Eccolo!@. Ma il padrone rispose: APigro e furfante che non
sei altro! Dato che sapevi che sono esigente, avresti almeno potuto mettere il
mio denaro in banca, così ne avrei avuto gli interessi! Togliete i soldi a
questo servo e dateli a quello che ha la somma maggiore. Chi fa buon uso del molto
che gli viene dato, riceverà ancora di più, tanto che possiederà in abbondanza;
mentre a chi non ne farà buon uso sarà tolto persino quel poco che gli è stato
affidato. E gettate questo servo inutile fuori, nelle tenebre, dove piangerà,
digrignando i denti@ (Matteo 25:14-30).
E=
importante esortare al senso di responsabilità, all=intraprendenza e ai buoni investimenti.
Gesù qui, però, non parlava di
denaro -anche se evidentemente questo pure deve essere utilizzato nel modo che
Dio stabilisce. Gesù parlava di beni spirituali (il Aregno dei cieli@), non meno importanti di quelli materiali,
beni veramente eccezionali, che Dio dona a tutti coloro che si sottomettono con
fede ed ubbidienza alla legittima autorità di Dio, ed accolgono con gioia l=offerta di salvezza in Gesù Cristo, diventandone discepoli.
Attenzione però, i beni che Dio
dona durante questa vita ai credenti, non sono Ain
natura@, cioè subito tangibili e godibili, ma sono Abeni potenziali@. Molti, diventando credenti, infatti, vorrebbero poter godere
subito quei benefici che l=Evangelo aveva loro promesso, e rimangono
talora quasi delusi se non Asentono@ subito l=efficacia
dell=essere in comunione con Cristo. Non ci si
rende spesso conto che i benefici terreni della comunione con Cristo sono risultato
anche dell=investire quello che potenzialmente gli è stato dato, nelle situazioni
della sua vita concreta. Al credente viene dato una sorta di Acapitale di benedizioni spirituali@ che egli deve mettere a buon frutto con senso di
responsabilità. Per usare un=altro esempio, il credente non può
pretendere Ala pappa pronta@, ma deve Acucinarsela@ con
i Acibi grezzi@ che
gli sono stati dati.
Il messaggio di Pietro
Questo concetto è contenuto ed
esemplificato dall=apostolo Pietro nella sua seconda lettera
contenuta nella Bibbia. Nei primi undici versetti di questa lettera egli si
esprime in questo modo:
*Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù
Cristo, a coloro che hanno ricevuto in sorte una fede preziosa quanto la nostra
nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo, grazia e pace vi siano
moltiplicate nella conoscenza di Dio e di Gesù nostro Signore. Poiché la sua
divina potenza ci ha donato tutte le cose che appartengono alla vita ed alla
pietà, per mezzo della conoscenza di colui che vi ha chiamati mediante la sua
gloria e virtù, attraverso le quali ci sono donate le preziose e grandissime
promesse, affinché, per mezzo di esse, diventiate partecipi della natura
divina, dopo essere fuggiti dalla corruzione che è nel mondo a motivo della
concupiscenza. Anche voi, per questa stessa ragione, usando ogni diligenza,
aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza
l'auto-controllo, all'auto-controllo la perseveranza, alla perseveranza la
pietà, alla pietà l'affetto fraterno e all'affetto fraterno l'amore, perché se
queste cose si trovano in voi abbondantemente, non vi renderanno pigri né
sterili nella conoscenza del Salvatore nostro Gesù Cristo. Chi invece non ha
queste cose, è cieco e miope, perché ha dimenticato di essere stato purificato
dai suoi vecchi peccati. Perciò, fratelli, sforzatevi sempre maggiormente di
rendere sicura la vostra vocazione ed elezione perché, facendo queste cose non
inciamperete giammai. Così, infatti, vi sarà ampiamente concesso l'ingresso nel
regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo+ (1 Pi. 1:1-11).
1. A chi si rivolge
Dicevamo all=inizio che qui si parla di beni veramente eccezionali, che Dio
dona a tutti coloro che si sottomettono con fede ed ubbidienza alla legittima
autorità di Dio ed accolgono con gioia l=offerta di salvezza in Gesù Cristo,
diventandone discepoli. Questo viene confermato da Pietro stesso che scrive
queste sue parole proprio a persone che, a causa dell=amore e della misericordia di Dio verso di loro, per mezzo dell=efficace potenza del Salvatore Gesù Cristo, sono stati chiamati
a fuggire dalla concupiscenza e dalla corruzione di questo mondo (4c), per essere partecipi della natura
divina (4b).
Possiamo immaginare queste persone
-magari noi stessi- che ora Afuggono@ da questo mondo corrotto e corruttore, da
questo mondo ribelle che rifiuta Dio e le Sue leggi, da questo mondo ignorante
e cieco, destinato solo alla distruzione perché già condannato da Dio. Possiamo
immaginare queste persone -magari noi stessi- a cui Dio immeritatamente ha
aperto gli occhi, che hanno ricevuto in sorte una fede preziosa (1b), che sono stati lavati, purificati, dal
prezioso sangue di Cristo dai loro vecchi peccati (9b), che ora corrono verso l'ingresso nel
regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo (11b) dopo aver ricevuto preziose e
grandissime promesse (4a) di partecipare cioè, ora e per l=eternità, alla santità, alla giustizia, all=amore ed alla gioia che appartengono a Dio e a tutti coloro che
sono in comunione con Lui.
2. Che cosa hanno ricevuto
Si, queste persone sono state fatto
oggetto delle preziose e grandissime promesse di Dio (4a), promesse di vita significativa ed eterna
in comunione con Dio. Non solo, ma è stato pure fatto loro dono di un capitale
potenziale che, se investito durante il corso di questa vita, dovrà essere
speso per acquistare tutte le cose che appartengono alla vita ed alla pietà.
Dio ha provveduto alle Sue umane
creature tutto ciò che serve ad una vita soddisfacente e significativa?
Certamente, e con sovrabbondanza. Dio ha provveduto non solo per l=@essere@, ma anche per il benessere di tutti. Anche
solo a livello naturale, questo mondo potrebbe soddisfare le esigenze di tutta
l=umanità attuale, e più numerosa ancora, se
le sue risorse fossero gestite secondo la volontà di Dio. Si, in questo mondo
avremmo tutto il necessario per tutti, se le risorse disponibili fossero bene
amministrate ed investite, trafficate.
Ancor di più questo vale per i beni
spirituali che Iddio ci mette a disposizione, per grazia, in Cristo a chi vive
in modo rispettoso e devoto verso Dio. Come dice la Parola di Dio, AEgli può, secondo la potenza che opera in
noi, fare smisuratamente al di là di quanto chiediamo o pensiamo+ (Ef.
3:20). Dice qui l=Apostolo Dio può , ma ciò che Egli vuole dare lo si
ottiene quando la potenza di Dio è all=opera in noi, quando Atraffica@ in noi.
Tutte le cose che appartengono
alla vita ed alla pietà
sono disponibili per noi in Gesù Cristo, la pietà essendo tutti gli strumenti
che Dio ci concede per poter intrattenere con Lui un significativo rapporto
personale.
3. Beni da investire
Che succede però, quando uno, pur
avendo ricevuto questo capitale, non lo investe come dovrebbe, o lo lascia lì
come qualcosa da contemplare passivamente, o da nascondere come l=uomo della parabola evangelica?
E= la
concreta e triste possibilità che lamenta l=apostolo
Pietro. Immaginate quest=uomo, questo credente, a cui gli è stato
dato uno chèque che porta il suo nome e che, durante il viaggio di questa vita
può utilizzare per acquistare quanto gli occorre. Non rendersi conto di avere
in tasca un tale capitale, oppure lasciarlo inutilizzato senza investirlo per
un malinteso risparmio, rimanere poveri mentre si potrebbe essere ricchi di
ogni bene spirituale sarebbe veramente sciocco e miope! Eppure è la sorte di
molti cristiani, sia pure bene intenzionati, che dimostrano di essere pigri
e sterili (8a) solo perché non investono questo
capitale. Già, pigri e sterili, quanti credenti e comunità cristiane
sono in questa posizione! C=è da domandarsene il perché come se fosse
una cosa misteriosa? No.
Le divine promesse sono grandi,
meravigliose, dobbiamo veramente esultare di gioia per le benedizioni che in
Cristo abbiamo ricevuto. Questo però non basta, dice l=Apostolo, a queste promesse dovete aggiungere da parte vostra diligenza,
usare cioè ogni vostro sforzo per realizzare queste potenzialità nella vostra
vita. C=è bisogno di qualcosa di più della fede,
dovete cercare di conoscere Dio sempre meglio per scoprire la Sua volontà per
la vostra vita.
Pietro sembra dire: AVolete conoscere di più la bontà e la pace di Dio? Allora
imparate a conoscere sempre meglio il Salvatore Gesù Cristo. Più lo conoscerete
più egli dispiegherà il Suo grande potere per darvi tutto ciò che vi occorre
per vivere veramente una vita al massimo delle sue potenzialità@.
E ancora: ASe voi fallite e mancate di aggiungere alla vostra fede queste
qualità, voi siete veramente ciechi, o al meno, dalla vista corta, perché
dimenticate di essere stati liberati dalla vecchia vita di peccato per vivere
ora una vita forte e vittoriosa per il Signore. Più crescerete spiritualmente,
più diventerete fruttuosi ed utili per il Signore Gesù@.
4. Un crescendo di vita
L=Apostolo
così chiarisce come, nel corso di questa vita, il cristiano possa e
debba, per suo stesso vantaggio, realizzare le potenzialità che la grazia di
Dio gli ha donato, e questo in diverse aree, Aaggiungendo@, arricchendosi sempre più di una serie di beni spirituali.
Quali? Fede, virtù, conoscenza, autocontrollo, perseveranza, pietà, affetto
fraterno, amore. Tutte qualità queste, presenti in Gesù Cristo. Nella misura in
cui il credente Aconosce@ Gesù Cristo, in intima comunione con Lui,
nella misura in cui parteciperà a queste virtù, ecco che potrà arrivare al
traguardo finale come un intelligente amministratore.
a. Fede. Fede qui è il primo elemento di questi
beni spirituali. Qui però l=apostolo non esorta ad avere fede: è
presupposta, è scontata: è il requisito fondamentale di ogni altro dono e
sviluppo spirituale. Senza di essa tutto questo discorso sarebbe vano. Dici di
avere fede? Ma la fede senza le opere, senza conseguenze pratiche è morta. A
che serve avere dei princìpi se non influenzano la vita? Non esiste vera fede
in Cristo se non è chiaro che essa influisce molto concretamente tutto quello
che pensi, fai e dici. Qui l=Apostolo dice: esercitate la vostra fede per
sviluppare:
b. Virtù, cioè la determinazione, la risoluzione, l=energia per servire il Signore in ogni cosa, in modo
eccellente. Virtù è anche però il coraggio indispensabile per vivere una
vita impostata nello stile di Cristo. Non è facile rinnegare il proprio
egoismo, sfidare il conformismo e Aportare la croce di Cristo@: perseguire l=obiettivo del regno di Dio richiede
coraggio. Anche al tempo di Gesù molti non lo seguivano, non perché non
credevano che avesse ragione, ma perché erano pigri, codardi, paurosi, oppure
si vergognavano. Raggiungerà gli obiettivi di Dio chi è ardito, che non ha
paura di osare e di sfidare sé stesso e lo status quo. Investite i vostri beni
spirituali e fateli fruttare sviluppando coraggio. Nell=esercitare però la virtù, sviluppate:
c. La conoscenza. Il coraggio è una forza che solo la sapienza
può adoperare. Coraggio senza sapienza può diventare follia e irresponsabilità.
Si tratta di sviluppare competenza nel servizio del Signore, è conoscenza
applicata all=azione, quella che si chiama prudenza.
E= ciò che raccomanda Paolo quando dice: ANon siate disavveduti, ma intendete quale
sia la volontà del Signore...
Badate dunque di camminare con diligenza, non da stolti, ma come
saggi...Procedete con sapienza verso quelli di fuori, riscattando il tempoA. E= un tipo di sapienza questa che nasce dall=esperienza e dall=osservazione, dallo studiare con attenzione
la Parola di Dio e nell=applicarla coscientemente a noi stessi.
Investite i vostri beni spirituali e fateli fruttare sviluppando sapienza e
conoscenza. Nell=esercitare però la conoscenza, sviluppate:
d. Auto-controllo. L=autocontrollo è la padronanza di sé stessi.
Il mondo spesso, con tutte le sue passioni e forze compulsive è come una
corrente che tutto vorrebbe trascinare con sé. Quante volte Aci lasciamo tentare@, mentre dovremmo opporre resistenza, essere
inamovibili, sia rispetto alle nostre pulsioni interne che ai tentativi di
forze esterne di trascinarci e di manipolarci. Dobbiamo sviluppare in noi forza
di resistenza, capacità di dire di no e di subirne le conseguenze, la capacità
di forzare la nostra debole natura a fare ciò che è giusto. E= requisito stesso della vittoria nelle nostre imprese.
Investite i vostri beni spirituali e fateli fruttare sviluppando autocontrollo.
Nell=esercitare però autocontrollo, sviluppate:
e. Perseveranza. C=è un=indubbia connessione fra l=auto-controllo e la capacità di perseverare. Il primo ci
insegna a resistere, la seconda a resistere fino alla fine. Dice il Signore: AA chi vince, e ritiene fino alla fine le
opere mie, darò potestà sulle nazioni@.
C=è un obiettivo da raggiungere: che vergogna fermarsi sulla
strada e tornare indietro perché non si è stati capaci di perseverare. Dobbiamo
sviluppare la grazia della persistenza, della fermezza, dell=essere incrollabili, avere Alo
stomaco forte@ per parare ogni colpo senza cadere.
Investite i vostri beni spirituali e fateli fruttare sviluppando perseveranza.
Nell=esercitare però perseveranza, sviluppate:
f. La pietà. Pietà significa la pratica del rapporto
costante con Dio, il desiderio di sviluppare un sempre migliore rapporto on Dio
attraverso la preghiera, la meditazione della Sua parola e di ogni altro mezzo
che Egli ci ha dato per coltivare un rapporto costante con Lui. La costanza del
rapporto con Dio è indispensabile: coraggio e conoscenza, perseveranza e
pazienza non sarebbero qualità cristiane se non sono esercitare ed influenzate
da un rapporto costante con Dio. Senza questo riferimento alla persona di Dio,
tutto questo non sarebbe che una vuota etica laica, un moralismo senza forza.
Investite i vostri beni spirituali e fateli fruttare sviluppando la pietà. Nell=esercitare però la pietà, sviluppate:
g. affetto fraterno e amore. Questo è importante perché
se pure è necessario coltivare il nostro rapporto con Dio, è necessario non
isolarci socialmente e coltivare il nostro rapporto con gli altri. Significa
imparare godere della presenza delle altre persone e scoprire in esse tratti
desiderabili) per poi giungere ad amarle intensamente con Cristo ha insegnato.
L=amore sacrificale, l=amore vissuto ed insegnato dal Signore Gesù Cristo non è cosa
che Aci venga da sola@, ma cosa che dobbiamo coltivare investendo nella nostra vita i
beni spirituali di cui Dio ci ha fatto oggetto.
E=
stato scritto: AUn uomo può anche essere un buon medico
senza amare i suoi pazienti; un buon avvocato senza amare i suoi clienti, un
buon geologo senza amare la scienza; ma non potrà essere un buon cristiano
senza amore@ (D. L. Moody).
5. Conferma
Pietro ci dice, dopo aver esposto
il concetto dei beni spirituali da investire, che avere investito in questo
modo il capitale che gli è stato affidato, avrà per il cristiano un ulteriore
vantaggio: quello di confermare a sé stesso la realtà della sua vocazione ed
elezione (10a) evitando così di Ainciampare@ sull=aspro cammino di questa vita (10b). Pietro sembra dire: ASi, cari fratelli, lavorate duramente per provare che voi siete
realmente fra quelli che Dio ha scelto e chiamato@. Un
albero si vede dai suoi frutti, dice la Bibbia. Come faremo a sapere se
veramente siamo a posto davanti a Dio, e noi non illudiamo noi stessi della
nostra reale condizione? Verificando attentamente se tutte queste cose di cui
la Bibbia parla si trovano in noi, se questi doni veramente ci sono stati dati
e producono in noi tangibili conseguenze pratiche di tal fatta. La Bibbia dice:
AEsaminate voi stessi per vedere se siete
nella fede, provate voi stessi@.
Al credente, strappato dalla
corruzione di questo mondo, è stato dato un capitale da far fruttare. L=ho ricevuto io e lo faccio fruttare? Ascoltate ancora il nostro
testo biblico: *se queste cose si trovano in voi
abbondantemente, non vi renderanno pigri né sterili +. Quando il Signore tornerà, saranno queste le parole che Egli
ci dirà: *Bene, ti sei dimostrato un servo buono e
fedele! Sei stato fedele in questa piccola responsabilità, perciò ti affiderò
dei compiti molto più grandi. Prendi parte alle gioie del tuo Signore!@ oppure ci troveremo fra quei servi inutili, respinti fuori,
nelle tenebre?
(Paolo Castellina,
Borgonovo, sabato 28 agosto 1993, pred 560. Tutte le citazioni bibliche, salvo
diversamente indicato, sono tratte dalla Nuova Diodati).