Il dilemma di un maestro cristiano ma non solo...
I.
Un fenomeno comune
Il testo biblico che vorrei
proporre alla vostra attenzione quest=oggi, si trova nella lettera ai cristiani di
origine ebraica e, se dovessimo dare un titolo a questa porzione di lettera,
esso potrebbe essere: AIl dilemma di un maestro cristiano@: discorso questo quanto mai appropriato per l=inizio di un altro anno scolastico.
Onore ai maestri! Se qualcuno pensa che un maestro abbia la
vita facile, si sbaglia di grosso. Non che i maestri siano impeccabili e non
abbiano limiti, ma ...quanti grattacapi, quante frustrazioni, quante difficoltà
ha un maestro! A volte insegnare in certe situazioni è veramente un incubo.
Credo che tante volte, invece di criticarli, dovremmo onorare i maestri, dare
loro la grazia della cristiana compassione e solidarietà!
Una triste constatazione. Comunque, ad un certo punto della lettera
agli Ebrei, dopo che questo maestro di dottrina cristiana ha esposto alcuni fra
i misteri della meravigliosa persona del Salvatore Gesù Cristo, egli osserva:
*...avremmo molte cose (ancora) da dire, ma
difficili da spiegare, poiché voi siete diventati lenti a capire. Infatti,
mentre a quest'ora dovreste (già) essere (voi) maestri, (in realtà voi) avete
di nuovo bisogno che vi insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio, e
siete giunti al punto di aver bisogno di latte e non di cibo solido. Chiunque,
infatti usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia, perché è
ancora un bambino; il cibo solido invece è per gli adulti, che per esperienza
hanno le facoltà esercitate a discernere il bene dal male. Perciò, lasciando
l'insegnamento elementare su Cristo, tendiamo alla perfezione, senza
porre di nuovo il fondamento del ravvedimento dalle opere morte e della fede in
Dio, e della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della
risurrezione dai morti e del giudizio eterno, e ciò faremo, se Dio lo permette+. (Ebrei
5:11-6:3).
Si, gli scolari di questo maestro
non capiscono perché mancano a loro le basi per capire discorsi più complessi:
perché questa situazione? Questo è davvero un problema: che dovrà fare allora
questo maestro?
II.
Nella nostra situazione
Importanza dell=istruzione cristiana. Stavo recentemente discutendo con i miei
colleghi sul programma di insegnamento della religione nelle scuole della
Bregaglia. Istruire la popolazione che appartiene alla nostra chiesa sul
contenuto della fede cristiana evangelica è compito molto importante e di
grande responsabilità, compito che richiede impegno diligente perché il mandato
di insegnare ci proviene direttamente dal Signore Gesù Cristo. Gesù infatti
disse agli apostoli ed alle generazioni susseguenti di cristiani: *Andate dunque, e fate discepoli di tutti i
popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando
loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Ed ecco, io sono
con voi tutti i giorni, fino alla fine dell'età presente. Amen+ (Mt. 28:19,20). Nostra responsabilità in questa valle, si
diceva in questa discussione, è quella di insegnare regolarmente ai bambini ed
ai ragazzi dalla prima alla nona classe.
Programmi razionali. Certo l=istruzione cristiana dura una vita intera,
perché in Cristo sono contenuti insondabili tesori di sapienza e di conoscenza
(Cl. 2:3), ma saggiamente i responsabili dell=istruzione
religiosa evangelica nel nostro cantone e in Italia (e non solo questi,
evidentemente) hanno stabilito doversi in nove anni dare una panoramica
completa dell=istruzione cristiana. Ecco così che in sei
anni i nostri libri di testo per bambini e ragazzi intendono coprire il
contenuto di massima di tutta la Bibbia; in settima classe riesaminare la
struttura e l=insegnamento dell=Antico Testamento; in ottava del Nuovo Testamento, e in nona
classe illustrare le tappe principali della storia della chiesa cristiana nel
corso dei secoli. Il tutto viene integrato nell=ora
di preparandi e di confermandi nell=esposizione delle dottrine che
caratterizzano la nostra fede e dei diritti e doveri del membro della chiesa.
Il piano è veramente ottimo e razionale, ed è stato studiato da persone
competenti come pure adeguati e sperimentati sono i metodi per il suo insegnamento.
Fallimento e frustrazione. Nella nostra situazione, però, ci troviamo
di fronte a quella che spesso per noi è una tragedia: dopo nove anni di
insegnamento, spesso la maggioranza dei ragazzi si trova in situazione di
pressoché totale ignoranza non solo del contenuto della Bibbia, ma pure -se
interrogata- dimostra di non sapere nemmeno le cose fondamentali che riguardano
la persona e l=opera del Signore e Salvatore Gesù Cristo.
Questa ignoranza, poi, perdura e si cristallizza nell=adulto, vanificando e svuotando la testimonianza di un=intera chiesa, dando spazio a disimpegno, indifferenza,
agnosticismo, incredulità, forme spurie, di religiosità e superstizione.
III.
Le cause del fallimento
Molti ed incrociati potrebbero
essere i motivi di questa situazione soprattutto la mancanza di impegno nello
studio della fede cristiana dovuta ad una società sempre più areligiosa dove la
fede non è più un valore importante, ma anche carenze negli insegnanti e
certamente a causa l=influenza deleteria di correnti liberali e
moderniste che criticano radicalmente la Bibbia svuotandola dei suo contenuto
soprannaturale; vanificando l=Evangelo del ravvedimento e della
conversione e alterando il messaggio cristiano come si è tramandato nella
storia.
Giunge allora più che mai opportuna
anche per noi la Parola che Dio ci rivolge quest=oggi
e che dice: Aa quest'ora dovreste essere maestri, avete
di nuovo bisogno che vi insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio, e
siete giunti al punto di aver bisogno di latte e non di cibo solido@ (5:12). Si, è come se per assurdo si dicesse ad una persona:
...a quest=ora dovresti già essere un maestro, invece
sei ancora in prima elementare! Che cosa pensereste di un simile scolaro? Che
vergogna! Eppure questa è la situazione in tanti -troppi- casi, se pensiamo
alla conoscenza ed alla sapienza che Dio si è compiaciuto di impartirci in
Cristo.
1. Negligenza
Pedagogia si, ma... Qual è allora il ragionamento che fa qui il
nostro scrittore? Il principio che il nostro testo insegna è molto chiaro.
L'istruzione cristiana deve essere impartita con lo stesso sistema pedagogico
delle scuole di questo mondo, cioè gradualmente, cominciando dalla prima classe
con le cose elementari, edificando poi passo dopo passo, elemento dopo
elemento, quando questo è stato assorbito.
Avviene però che, quando lo
scolaro non è diligente nello studio, come quando nella scuola lo scolaro
non fa i compiti- questi non assorbe questi primi elementi e -ciononostante- a
causa dell'età, passando a "classi successive" non comprende più
quanto gli viene insegnato, perché gliene mancano le basi. E' la situazione in
cui si trova lo scrittore della lettera agli Ebrei rispetto ai suoi
destinatari.
Cose difficili? Perché oggi alcuni affermano di Anon capire@ o di Atrovare difficili@ certe prediche? Può ben essere che questo avviene non per
colpa del predicatore (benché possa anche capitare che Ala colpa@ è sua e che debba cambiare metodo), ma
perché chi fa questa osservazione forse non è stato abbastanza diligente alla
scuola di Cristo (che dura tutta una vita). Può anche darsi che questo
discepolo di Cristo abbia spesso Amarinato@ la
scuola. Quante volte Aaveva altro da fare@, invece che venire al culto, quante scuse più o meno
giustificate aveva per non partecipare allo studio biblico! C=è da sorprendersi ora che ...non capisca?
Adattarsi. Potrebbe legittimamente, se questa è la sua
situazione, pretendere che il predicatore o l=insegnante,
Asi adattasse@ al
livello più basso e dicesse Acose semplici@,
magari accontentandosi di retorici luoghi comuni che non impegnano più di quel
tanto?
Lo scrittore del nostro testo
biblico così dice: "avrei tante cose da insegnarvi", ma voi le
trovate difficili. Io faccio fatica a spiegarvele solo perché "siete
diventati lenti a capire". Potreste ben capirle, ma -a causa della
vostra negligenza- che cosa debbo fare? Andare avanti (bisogna andare avanti!)
oppure essere costretto a tornare e ad insistere sempre di nuovo sui
"primi elementi" della fede, mentre a quest'ora avreste dovuto essere
già quasi dei maestri al riguardo...? Forse non ho alternativa: se i miei
uditori non comprendono, le mie sarebbero solo inutili parole al vento!
Fino a che punto però bisogna Apiegarsi@ a questa situazione? Gli Ascolari diligenti@ dovranno soffrire a causa di quelli
negligenti e attendere nel loro progresso? La chiesa dovrebbe avere forse Aclassi speciali@ a seconda del livello a cui uno è giunto?
Oppure bisognerebbe abbandonare al suo destino chi è ostinatamente negligente
oppure ancora non occuparsi di chi meriterebbe di più e che giustamente
vorrebbe andare oltre Aai primi elementi degli oracoli di Dio@?
Conseguenze. E= come se un maestro di scuola dicesse: AVi avevo dato dei compiti da svolgere, i compiti servono per
esercitarvi nelle cose imparate, e voi non li avete fatti. Ora voi non capite
quello che ora vi insegno, avrete brutte note di merito, e certamente non
potrete passare la classe@. Vedete la pigrizia e la negligenza si
pagano anche a livello spirituale con una mancata crescita, o peggio, nel perdere
del tutto i benefici della grazia di Dio (che forse non si erano prima mai
veramente ricevuti).
Il nostro autore sembra dire a
questo punto: Per ora devo Afarvi ripetere la classe@. Forse lo troverete "noioso", ma non potrete mai
avanzare, né capire oltre se veramente non avete acquisito, per esperienza gli
elementi di base.
2. Disubbidienza
Ci sono altri motivi oltre alla
negligenza per cui molti Anon capiscono@
discorsi Apiù avanti@?
Certo: non solo per mancanza di impegno, serio e perseverante, ma anche perché
-il nostro autore dice- non avete fatto esperienza, non avete messo in pratica,
quello che avete udito.
Può anche darsi che da noi, in
certe situazioni, vi siano stati insegnanti infedeli che negavano la necessità
di un=esperienza personale di conversione oppure
insegnanti Atroppo teorici@ che
non davano né gli strumenti né l=esempio di un=autentica
esperienza cristiana. Certamente -però- Anon capire@ la
verità proclamata sorge spesso dalla palese disubbidienza della persona
che non ha voluto piegarsi al ravvedimento ed alla fede incondizionata nel
Signore e Salvatore Gesù Cristo che gli era stata proclamata e che è la base
stessa della Acomprensione@.
Possiamo anche parlare di Aperdono dei peccati@ ma fintanto che non facciamo l=amara esperienza del cadere in ginocchio, sentendo tutto il
peso del nostro peccato, implorando la misericordia di Dio, udendo di questa
necessità non potremo che sentire un=eco di irrealtà.
Possiamo parlare della grazia di
Dio, ma fintanto che non sperimento la grazia nella mia vita, Asono un metallo che rimbomba, uno strumento che suona a vuoto@ (1 Co. 13:1 TILC).
Possiamo anche parlare lungamente
della virtù purificatrice della sofferenza, e il nostro uditorio sopprimerà a
fatica gli sbadigli; se però abbiamo conosciuto la sofferenza e, per la grazia
di Dio l=abbiamo sostenuta con forza, la gente
ascolterà sempre con interesse. Gesù diceva: AIn
verità, in verità ti dico che noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo di
ciò che abbiamo visto@ (Gv. 3:11). Si, certi argomenti possono
apparire Astrani@, Adifficili@, Ainconsistenti@, forse perché mai li abbiamo presi sul
serio e provati nella nostra vita.
La Bibbia a questo riguardo è
chiara: senza un=autentica conversione dell=intera persona: corpo, mente ed anima, a Gesù Cristo, non si
capirà mai nulla veramente, perché la sapienza di Dio si muove su un piano
differente da quello della sapienza di questo mondo. Lo dice chiaramente il
nostro autore in alcune sue espressioni: la vostra mancanza di comprensione
deriva dal fatto che siete carenti di "esperienza" nella "parola
di giustizia", dal fatto che le vostre facoltà non sono state
sufficientemente Aesercitate@.
Vedete che, in fondo,
incomprensione qui, di fatto, può voler dire incredulità, perché chi ode non si
è mai magari abbandonato fiduciosamente, per un motivo o per un altro, a ciò
che la Bibbia o un predicatore, gli aveva detto. In fondo molti preferiscono
udire solo quello che gli è comodo e che non li impegna, e forse troveranno Amaestri@ compiacenti che gli diranno solo quello che
avranno voglia di udire, e lo comprenderanno... ma la menzogna si rivela solo e
sempre a nostra dannazione.
3. Uno stomaco non adatto
Collegato al discorso sull=esperienza è l=esempio che il nostro autore fa del cibo per
neonati e del cibo per adulti. E= un esempio che compare altre volte nella
Bibbia.
Egli dice: l'insegnamento che
dovrei darvi è simile a "cibo solido" per uno stomaco adulto, ma non
lo potete digerire, perché il vostro stomaco è rimasto quello di un Alattante@. Avete ancora bisogno di "latte"!
Il vostro stomaco si è adattato al latte! Vorreste voi per tutta la vita
nutrirvi di latte con il poppatoio? Magari: latte, miele, e pappine!
Qualcuno potrebbe dire: ma i
discorsi semplici e per bambini sono i più belli: non è meglio sentire delle
belle favole, sentir parlare di animaletti e di fatine, di buoni sentimenti e
di amore piuttosto che Abrutti@ racconti di guerra e di crudeltà, Atroppo realistici@. ADi cose brutte se ne sentono già
abbastanza...@, e poi il bambino non ama ascoltare di
responsabilità e di castighi... Certo, l=infanzia ha i suoi lati positivi, ma l=infantilismo non è certo positivo: non si può rimanere bambini
per tutta la vita, per quanto poetico possa essere... Dei piccoli bambini è
bella la semplicità, l=onestà, l=umiltà,
i sentimenti genuini, e poi l=affetto e la cura della mamma. Iddio però ci
dice nella Sua parola: ANon ragionate come bambini. Siate come
bambini per quanto riguarda il male, ma siate adulti nel modo di ragionare@ (1 Co. 14:20 TILC).
Rimanere bambini significa rimanere
ignoranti e privi di capacità, significa amare le cose vane e i giocattoli
(quanti giocattoli per adulti vi sono in cui tanti uomini e donne passano il
loro tempo e quanti adulti superficiali e vuoti amano le cose futili!).
Rimanere bambini significa leggerezza ed incostanza, significa essere Asballottati e trasportati da ogni vento di
dottrina, per la frode degli uomini... mediante gli inganni dell=errore@
(1 Co. 4:14), incapacità di trattare affari più ponderosi, inefficienza e
minima misura di conoscenza, fede ed altre grazie. Conoscete la storia di Peter
Pan, il bambino che non voleva crescere mai?
Alcuni ritengono che la religione e
la Bibbia siano Acose da bambini@: forse lo pensano perché non sono mai cresciuti nella fede al
di là della scuola domenicale! Quanti adulti vi sono in questa situazione!
IV.
Come risolvere il dilemma?
L=insegnante
che scrisse la lettera a quei cristiani di origine ebraica aveva dunque un
problema. Dice: ...avremmo molte cose (ancora) da dire, ma difficili da
spiegare, poiché voi siete diventati lenti a capire+.
Non sappiamo se egli sia tornato
indietro con infinita pazienza e sia tornato ad insegnare, a quelli che Asi erano persi per strada@ le cose fondamentali della fede ed abbia
detto agli altri di attendere. A volte può essere utile, ma fino a che punto
vale la pena di farlo? Fino a che punto cercare di ricuperare tutti e fino a
quando bisogna star dietro a coloro che si ostinano nella loro negligenza, nel
loro rifiuto di fare esperienza delle cose del Signore, e nel rimanere Abambini@? Quando dobbiamo lasciare che faccia il suo
corso il principio selettivo della Asopravvivenza@ non
del più forte, ma del più serio e del più impegnato?
Una cosa però è chiara. Gesù disse:
Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché vi dico che molti
cercheranno di entrare, e non potranno+
(Lu. 13:24), e AEntrate per la porta stretta, perché larga è
la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono coloro che
entrano per essa. (14) Quanto è stretta invece la porta e angusta la via che
conduce alla vita! E pochi sono coloro che la trovano!+ (Mt. 7:13,14). La via della salvezza non è aperta a tutti,
essa passa attraverso un impegno serio e continuativo.
Solo come discepoli di Gesù
diligenti in tutti i nostri doveri (quelli che egli ci impone), che cercano l=esperienza pratica di ciò che odono da Gesù, e che sono sulla
via della maturità potremo raggiungere la salvezza. Nessuno si illuda!
(Paolo Castellina,
Borgonovo, sabato 21 agosto 1993. Tutte le citazioni bibliche, salvo
diversamente indicato, sono tratte dalla Versione Nuova Riveduta, ed. 1991, La
Buona Novella, Brindisi)