Dimenticare e ricordarsi
*Ricordati del tuo Creatore nei giorni della
tua giovinezza+ (Ec. 12:1). *Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti+ (2 Ti. 2:8).
La città degli smemorati
Non avete mai sentito parlare della Acittà degli smemorati@? C=era una volta una città, uguale a tante
altre. Gli abitanti di quella città, però, erano molto smemorati, si
dimenticavano di tutto!
I bambini dimenticavano di fare i
compiti: perché mai avrebbero dovuto farli? I maestri qualche volta si
dimenticavano di venire a scuola: perché mai dobbiamo andare a scuola ad
insegnare? La mamma qualche volta si dimenticava di far da mangiare: perché mai
doveva preparare pranzo? Quelli che lavoravano talvolta si dimenticavano di
andare a lavorare. Perché dovremmo andare a lavorare? Quelli che dovevano
spedire i soldi della loro paga a fine mese si dimenticavano di spedirli! Il
capostazione si dimenticava di dare al treno il segnale per la partenza, e così
il treno spesso non partiva. Perché mai doveva partire? Non se lo ricordava
più.
Il papà si dimenticava di togliersi
le scarpe prima di andare a letto... e i bambini si dimenticavano di tornare a
casa quando faceva buio.
Pensate, una città dove tutti si
dimenticano di tutto: un vero incubo!
Un giorno, la gente di questo paese
si dimenticò persino di Dio. Le porte della chiesa rimanevano chiuse, sempre.
Le campane avevano dimenticato di suonare, la sacrestana di pulire la chiesa,
il pastore di fare il culto e la gente non se ne chiedeva il perché: tanto
anche la gente si dimenticava di venire in chiesa la domenica. Nessuno pregava
più, né leggeva più la Bibbia. Se l=era dimenticato, e non sapeva più il perché
dovesse farlo!
Il lunedì mattina il maestro
chiedeva agli scolari: *Perché non siete venuti a scuola ieri?+. *Ma ieri era domenica+, risposero gli scolari, *la domenica non c=è scuola+. *Perché non c=è
scuola la domenica?+ chiese il maestro. Gli scolari non sapevano
che cosa rispondere e quindi non sapevano perché la domenica le scuole
rimanessero chiuse. Si era anche accesa una discussione in merito: uno diceva
perché bisognava dormire, un altro diceva che era per andare a spasso... un=altro per fare dello sport... Non riuscivano a mettersi d=accordo in merito, e neanche il maestro, e nessuno si ricordava
più che la domenica era un giorno dedicato a Dio. Avevano dimenticato Dio.
- Dovete togliere quel manifesto!-
gridò il sindaco-. Chi ha attaccato sui muri delle case l=immagine di un bambino affamato? Ci rovina la nostra bella
città!
Anche lui aveva dimenticato Dio. E= per questo che non capiva che il manifesto voleva ricordare che
bisogna condividere con chi ha bisogno. Dio è amore e giustizia, e avendo
dimenticato Dio, avevano anche dimenticato che cosa voleva dire amore e
giustizia. Immediatamente tutte le immagini di bambini affamati vennero coperte
dalla pubblicità di cioccolatini.
La gente in quella città aveva pure
cominciato a bisticciare e a litigare e a prendersi a pugni e a coltellate. Non
ne sapevano il perché, ma avevano dimenticato anche perché bisognasse stare in
pace, e non c=era neanche qualcuno che gli venisse in mente
di fare da paciere. Perché mai doveva farlo?
Senza Dio la città era diventata
grigia, litigiosa, sporca, brutta, fatta di gente egoista e cattiva, che non
sentiva più responsabilità per niente e per nessuno. La vita stessa della gente
era diventata senza senso, e qualcuno pensava perfino di ammazzarsi: tanto,
perché vivere? Se lo era dimenticato!
Qualcuno però ogni tanto si
chiedeva: perché siamo diventati così? E= un mistero insolubile!
Un giorno però era venuto un vento
così forte tra i tetti delle case, così forte che aveva fatto persino muovere
le campane della chiesa. La campana suona. Improvvisamente la gente si ferma e
guarda in alto. E un uomo esclama: -Ecco che cosa abbiamo dimenticato: abbiamo
dimenticato Dio!
II. Rammentarsi
Esiste la città degli smemorati? Una
città dove tutti si dimenticano di tutto? Se esistesse in questi termini
sarebbe veramente un incubo. Però accade: una famiglia, una città, una società
che dimentica Dio può diventare veramente un posto da incubo, un Amuseo degli orrori@. Molti vivono allegramente come se niente
fosse e non si rendono conto che senza Dio soltanto invocano sulla loro vita
maledizioni, orrori e disgrazie, perché noi siamo stati fatti proprio per avere
comunione con Dio, come possiamo ben vedere nella meravigliosa persona del
Salvatore Gesù Cristo, e senza di Lui, preso seriamente come nostro Signore e
Salvatore, alla lunga diventiamo come dei mostri.
Nella Bibbia troviamo questa
esortazione, indirizzata soprattutto a dei giovani:
*Ricordati del tuo Creatore nei giorni della
tua giovinezza+ (Ec. 12:1), prima che sia troppo tardi,
ricordatene, prima che tu renda inutile, vana e vuota la tua vita.
1. Di chi dobbiamo ricordarci? ADel tuo Creatore@. E= Lui che ci ha fatti, e non noi da noi
stessi. Verso di Lui siamo in debito per la nostra vita, per la nostra salute,
per le facoltà della nostra mente.
a. Per diritto di Creazione Dio è l=autorità suprema a cui dobbiamo ubbidienza, a Lui dovremo
rendere conto della nostra vita e di tutto ciò che ci ha dato. Noi siamo
responsabili verso di Lui, ed Egli ci porterà in giudizio. Dobbiamo così
ricordarci di Lui ed esserGli ubbidienti, perché Egli è Colui che ci ha creato
ed è Lui che ha stabilito le regole di una vita veramente soddisfacente.
b. Dobbiamo ricordarci di Lui e sapere che
possiamo metterci in comunicazione con Lui con la preghiera. Questa possibilità
è reale e in Cristo Gesù ci è possibile.
c. Dobbiamo ricordarci di Lui ed esserGli
riconoscenti, perché Egli potrebbe benissimo toglierci quello che ci ha dato
nella Sua generosità. E= Lui che sovrintende alla nostra vita e che
provvede a noi secondo le ricchezze della Sua grazia.
Dobbiamo ricordarci di Lui ed essere
vigilanti, Astare all=occhio@ perché in caso contrario saremmo noi e soltanto noi gli
artefici della nostra eterna miseria.
2. Quando dobbiamo ricordarci di
Lui? A cominciare dai giorni
della nostra giovinezza.
a. E= la gioventù il tempo più appropriato per
riempire i granai della memoria. Allora le nostre facoltà sono più libere e
malleabili. E= quello il tempo in cui dobbiamo prendere l=abitudine di pensare a Dio, l=abitudine
di pregare, l=abitudine di agire sulla base di un principio
informatore e per la gloria di Dio. Se ne formate l=abitudine ora, sarà più facile più tardi fare ciò che è giusto.
b. La pratica della comunione con Dio durante
la gioventù ci può salvare da molti peccati ed afflizioni. La comunione con Dio
è rimedio efficacissimo per i mali della vita.
c. La pratica della comunione con Dio durante
la gioventù può rendere la vita più nobile e più bella.
d. Sono pure le incertezze della vita che fan
si che sia solo intelligente essere Aa posto@ con Lui fin dalla gioventù. Chissà che cosa
ci può riservare il futuro. Magari potremmo non più avere l=opportunità di farlo.
3. Perché ci dobbiamo ricordare
di Dio. Perché i giorni
verranno in cui rimpiangeremo amaramente di non averlo fatto prima.
4. Quali sono i mezzi per
raggiungere e per preservare il ricordo del Creatore?
a. Dato che per natura siamo stranieri alla
verità divina, siamo pronti a ricevere istruzione da quelli che sono più saggi
e migliori di noi.
b. Investighiamo le Scritture. Esse ci rivelano
infallibilmente il nostro Creatore. Non solo esse ci rammentano di Lui, ma esse
contengono la rivelazione del nostro Creatore. Esse sono in grado di renderci
sapienti a salvezza mediante la conoscenza di Cristo.
c. Prendiamo la determinazione di avvalerci
regolarmente di tutti gli altri mezzi della grazia che Dio ha stabilito per
noi: la predicazione della parola di Dio ed il culto famigliare in casa.
d. Prendiamoci l=abitudine
di vedere il Creatore in ogni cosa e di fare sempre riferimento a Lui in ogni
cosa; riconoscere la mano di Dio nelle opere della natura e nel corso degli
eventi. Dio deve essere l=influenza determinante su tutta la nostra
vita.
e. Vigiliamo attentamente sul nostro cuore e
sulla nostra condotta.
Conclusione
Sarebbe ben triste lasciar passare i
giorni della nostra gioventù senza dare il nostro cuore a Cristo.
Un giorno il Signore Gesù aveva
detto parole molto dure che avevano scandalizzato molti e, dice l=Evangelo: *da quel momento molti dei suoi discepoli si
tirarono indietro e non andavano più con lui. Allora Gesù disse ai dodici: AVolete andarvene anche voi?@ E Simon Pietro gli rispose: ASignore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole
di vita eterna. E noi abbiamo creduto ed abbiamo conosciuto che tu sei il
Cristo, il Figlio del Dio vivente@ (Gv. 6:67-69).
(Paolo Castellina, Borgonovo, sabato 8 maggio
1993, Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte
dalla Versione Nuova Riveduta, ed. 1991, La Buona Novella, Brindisi).