IL RAPPORTO DEL CRISTIANO CON LA
VERITA'
Non di solo pane
Uno dei compiti essenziali e
costitutivi della fede cristiana è quello di diffondere la verità che Dio ci ha
rivelato attraverso la Bibbia.
Per questo io ritengo estremamente
importante collaborare con le società bibliche, il cui compito è quello di
tradurre la Bibbia nella lingua di ogni popolo e paese e diffonderla
capillarmente, come pure per me importante è collaborare con quelle organizzazioni
che si preoccupano di offrire dei metodi e degli ausili per mettere tutti in
grado di leggere metodicamente la Bibbia e di comprenderla.
Qualcuno potrebbe osservare come
oggi sia molto più importante far si che tutti abbiano abbastanza da mangiare e
una vita umana e decente, cosa che manca oggi a tanti e tanti popoli e nazioni.
Questo lo dobbiamo certo fare, ma come cristiani non possiamo ignorare che il
Signore Gesù ha detto chiaramente: *L'uomo non vive di solo pane, ma di ogni
parola che procede dalla bocca di Dio+
(Mt. 4:4).
I cristiani dell'Istria, privati
dei beni essenziali a causa della guerra, ci hanno chiesto aiuto e solidarietà.
Sapete però una cosa? Ci hanno chiesto anche di poter avere da noi una quantità
di Bibbie in croato, e non solo aiuti materiali. E sapete perché? Perché sono
convinti che solo la verità biblica, e lo Spirito Santo che opera attraverso di
essa, può trasformare il cuore dell'uomo, trasformarlo in uomo di pace e di
giustizia.
Le cose materiali, benché
importanti, non possono cambiare il cuore dell'uomo. Ci si può ammazzare e
compiere nefandezze anche con la pancia piena. L'essere umano può essere
veramente tale solo quando gli si provvede anche cibo spirituale.
Si, come cristiani sappiamo che
l'essere umano è fatto di corpo, mente e spirito, e noi ci dobbiamo occupare di
tutte queste dimensioni. Anche lo spirito va nutrito, e se non si nutre lo
spirito umano con il buon cibo della Parola di Dio otterremo comunque un essere
umano menomato e malato, e perduto per sempre, come ben vediamo in quelle
nazioni ricche dove c'è ricchezza materiale, ma miseria spirituale e morale.
La testimonianza del Diodati
La verità su Dio, sull'essere umano
e sulla via per la salvezza era arrivata per la prima volta in Bregaglia, dopo
tanti secoli di oscurantismo, nel sedicesimo secolo con la predicazione
dell'Evangelo ad opera dei riformatori protestanti.
E quella stessa verità era venuta
nelle case di tutti i Bregagliotti con la Bibbia tradotta in italiano da
Giovanni Diodati, teologo di Ginevra d'origine italiana.
Fin dalla sua giovinezza aveva
avuto nel cuore di diffondere il messaggio biblico nei paesi di lingua
italiana, e questo avrebbe realizzato traducendo la Bibbia in un linguaggio
compreso da tutti dopo 14 anni di lavoro.
I caratteri eccellenti che
distinguevano la versione del Diodati erano dunque molti, in primo luogo la
fedeltà, qualità essenziale per interpretare il testo sacro; in secondo luogo
la chiarezza, dovuta all'integrità dei termini usati dal traduttore ed alle
parafrasi che, sebbene molto criticate, non sono meno utili per il significato
del senso biblico; in terzo luogo il valore teologico delle note e dei commenti
che accompagnano la versione, che testimoniano una profonda conoscenza delle
lingue antiche ed una completa comprensione delle Scritture; ed infine grande
eleganza di stile.
Il più importante aspetto della
vita del Diodati venne da lui intrapreso in spirito di umiltà e di
riconoscenza verso Dio. Diodati attribuiva ogni bene che poteva trovarsi
nella sua opera a Dio solo e frequentemente affermava che il Signore l'aveva
aiutato nel suo compito. In questo Diodati si poneva nella tradizione del
riformatore Melantone nel fare uno stretto legame fra la guida di Dio e
l'impegno umano nella materia delle traduzioni bibliche. Questo viene bene
illustrato dalla lettera di Giovanni Diodati a J. A. De Thou, scritta durante
il 1607: *...mi sono proposto con tutte le mie forze e
nella più grande coscienza... di aprire la porta ai nostri italiani alla
conoscenza della verità celeste. Nostro Signore, che mi ha miracolosamente
guidato e fortificato in quest'opera, la fortifichi con la Sua benedizione,
alla quale solo addebito la perfezione della mia opera, e dalla quale solo io
confido della sua gloria, a salute di coloro che Gli appartengono, il che è e
sarà sempre l'unico obiettivo a cui dirigerò tutti i miei sforzi+.
L'amore per la verità
Lo stesso amore per la verità che
Dio ha rivelato deve pure caratterizzare ogni cristiano oggi.
Quale dev'essere il rapporto di
ogni cristiano con la verità rivelata? Vorrei proporvelo attraverso un testo
biblico tratto dalla terza lettera dell'apostolo Giovanni. E' un esempio di
corrispondenza privata dell'apostolo, ma presenta un messaggio universale.
La lettera era stata scritta ad un
generoso e ardente amico di Giovanni, Gaio, -ben conosciuto per la sua
amorevole ospitalità-, per esortarlo ad intrattenere i predicatori itineranti,
nonostante l'aspra opposizione di uno spavaldo ed autocratico dirigente della
chiesa, di nome Diotrefe.
Leggiamone la prima parte.
L'anziano al carissimo Gaio, che
io amo in verità. Carissimo, io desidero che tu prosperi in ogni cosa e goda
buona salute, come prospera la tua anima. Mi sono infatti grandemente
rallegrato quando sono venuti alcuni fratelli ed hanno reso testimonianza della
tua fedeltà alla verità, in quanto tu cammini in verità. Non ho gioia più
grande di questa: di sentire che i miei figli camminano nella verità fedelmente
in tutto ciò che fai per i fratelli e per i forestieri. Essi hanno reso
testimonianza del tuo amore davanti alla tua chiesa; tu farai bene a provvedere
loro per il viaggio in modo degno di Dio, perché sono partiti per amore del suo
nome, senza pretendere nulla dai gentili. Noi dobbiamo dunque accogliere tali
persone, per essere collaboratori nella causa della verità.
Portatori della verità
In questa lettera viene menzionata
molto spesso la parola verità, intesa come la verità che Dio ci ha
rivelato: verità su Dio stesso, verità sulla nostra condizione umana, verità
sulla redenzione dell'essere umano.
Il cristiano è quella persona che
ha ricevuto la verità rivelata con fede ed obbedienza, che vive della verità
rivelata e che la testimonia con le parole e con i fatti, in modo coerente. Il
cristiano deve avere un rapporto dinamico con la verità rivelata, deve
esserne costantemente in comunione.
La Società Biblica vuole essere uno
strumento nelle mani del popolo di Dio al servizio della verità rivelata.
Come Società Biblica e come cristiani, dobbiamo avere coscienza di aver
ricevuto una grande responsabilità: vivere, conservare, pubblicare oggi la
verità rivelata e ritrasmetterla alle future generazioni, e questo in un tempo
come il nostro, un tempo molto difficile perché di grande confusione ed
apostasia.
Quale rapporto personale
dobbiamo noi avere con la verità rivelata? Ce lo illustra alcune espressioni di
questa stessa lettera.
1. La verità deve dimorare in
noi. Lo vediamo espresso
nel v. 3 *Mi sono infatti grandemente rallegrato
quando sono venuti alcuni fratelli ed hanno reso testimonianza della tua
fedeltà alla verità+, frase che letteralmente potrebbe meglio
essere tradotta: "alcuni fratelli hanno reso testimonianza della verità
che è in te". Si, la verità deve trovare dimora stabile nella
nostra persona. Lo stesso Giovanni dice nella sua prima lettera: *Giovani, vi ho scritto perché siete forti e
la parola di Dio dimora in voi+ (1 Gv. 2:14).
Possiamo noi dire che la Parola di
Dio dimora in noi? Che la verità rivelata da Dio attraverso la Bibbia,
determina tutto il nostro modo di pensare, di parlare e d'agire? Certo, lo
deve, una volta che noi abbiamo compreso come essa non è parola d'uomo, ma
Parola di Dio, che Dio stesso ancora oggi usa per rigenerare spiritualmente
l'essere umano.
Paolo dice: *La Parola di Cristo abiti in voi
copiosamente, in ogni sapienza+ (Cl. 3:16), e Gesù stesso disse: *Se dimorate in me e le mie parole dimorano
in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto+ (Gv. 15:7).
2. Una strada. In secondo luogo la verità rivelata è come
una strada sulla quale camminare. Il v. 4 infatti dice: *Non ho gioia più grande di questa: di
sentire che i miei figli camminano nella verità+. Nella Bibbia "camminare" significa
"comportarsi", per cui "camminare nella verità" significa
rapportarsi con Dio, con gli altri, e con il mondo che ci circonda, secondo
verità, cioè secondo i principi-guida che Dio ha stabilito per la nostra vita.
I Dieci Comandamenti sono per ogni cristiano dei principi-guida. Essi, è vero,
ci mostrano la corruzione della nostra propria natura e la condanna a cui siamo
sottoposti per averli infranti tutti. Per il cristiano, però, liberato da
questa condanna mediante la fede nel valore espiatorio del sacrificio di
Cristo, per il cristiano rigenerato a nuova vita mediante lo Spirito Santo,
questi comandamenti diventano i principi ispiratori della sua vita
riconoscente. Essi delimitano la strada su cui dobbiamo camminare e regolano i
nostri rapporti con Dio e con gli altri.
3. Un'atmosfera. La verità viene qui considerata come un'atmosfera
nella quale muoversi. *tu cammini in verità+ (3). Possiamo chiederci quale "atmosfera culturale"
noi respiriamo. Respiriamo forse l'aria inquinata della letteratura decadente e
volgare che ci viene proposta oggi? Respiriamo l'aria inquinata delle filosofie
e ideologie che ci portano lontano dalla verità rivelata? Oppure abbiamo la
buona abitudine di prendere fare ogni giorno una "passeggiata"
respirando "l'aria fresca" della Parola di Dio, riempiendoci d'essa i
"polmoni"? E' un'abitudine quanto mai salutare "respirare"
ogni giorno "l'aria" della Parola di Dio, lasciandocene impregnare!
4. Un suolo. La verità è considerata qui come un terreno
sul quale l'amore è radicato. Il nostro testo dice: *L'anziano al carissimo Gaio, che io amo in
verità+ (1). Che cosa significa "amare in
verità una persona"? Certo amarla veramente, a fatti, e non solo a parole,
ma c'è di più. Significa amarla secondo la verità rivelata, amare una persona
come si conviene, amare una persona come Dio ci ama, amare una persona come
Cristo ci ha amati, fino a dare tutta la Sua vita per noi. La verità rivelata è
modello d'amore per il cristiano. Essa è il terreno su cui può crescere vero
amore, amore disinteressato, amore di chi sa rinunciare a sé stesso per darsi
all'altro. La verità rivelata è davvero il terreno su cui si può fondare ogni
rapporto umano che voglia veramente essere come Dio desidera e come solo ci è
di beneficio.
5. Uno strumento. La verità però è anche uno "strumento
di lavoro". Il nostro testo dice *essere collaboratori nella causa della
verità+, ma una traduzione più letterale ci
suggerisce *essere collaboratori con la verità+, o "collaboratori (di Dio) con la verità. Che significa?
Significa che la verità rivelata è davvero "uno strumento di lavoro".
Ricordate che cosa Paolo dice a Timoteo? *Tutta
la Scrittura è divinamente ispirata e utile ad insegnare, a convincere, a
correggere e ad istruire nella giustizia, affinché l'uomo di Dio sia completo,
pienamente fornito per ogni buona opera+
(2 Ti. 3:16).
La verità rivelata nella Bibbia è
strumento di insegnamento, strumento per persuadere, correggere, istruire, chi?
L'essere umano che voglia trovare in Dio la migliore realizzazione di sé
stesso.
6. Una compagna. Essere *essere
cooperatori con la verità+ (8), significa però anche che nel nostro
pellegrinaggio dovremmo rendere la verità nostra compagna, anzi, che della
verità dovremmo essere attivi cooperatori. Si, la verità è all'opera nel mondo,
lo Spirito Santo di Dio è la verità di Dio all'opera nel mondo per chiamare
efficacemente al ravvedimento, alla fede ed all'ubbidienza coloro che per
grazia di Dio sono stati eletti ad appartenere al Suo popolo. Lo Spirito Santo
potrebbe benissimo fare a meno di noi, ma Egli desidera includerci nella Sua
opera e operare attraverso le nostre preghiere, l'evangelizzazione, l'azione
sociale. Abbiamo il privilegio di essere così cooperatori con la verità.
7. Colei che ci deve
raccomandare. Infine è
dalla verità che noi testimoniamo, con la nostra parola e l'intera vita nostra
che ci dovranno riconoscere. Ad un certo punto della sua lettera Giovanni dice:
*Demetrio ha ricevuto testimonianza da tutti
e dalla verità stessa+ (12). Demetrio era un credente stimato
perché dalla sua vita traspariva veramente che era un uomo di verità, un uomo
dedicato completamente alla verità che Dio ha proclamato. Possono gli altri
dire lo stesso di noi?
Conclusione
Ecco dunque quale dev'essere il
rapporto che il cristiano deve intrattenere con la verità rivelata.
Ecco perché il cristiano deve non
solo nutrirsi del messaggio biblico, ma pure adoperarsi per la sua diffusione.
Le Società Bibliche sono ancora oggi uno strumento importante a questo scopo,
perché sono al servizio della verità rivelata.
Dobbiamo tutti noi saper
testimoniare che la verità rivelata deve dimorare in loro, che essa è la
strada sulla quale camminano, l'atmosfera che essi respirano, il
terreno su cui si fonda la loro opera d'amore, lo strumento principe
del loro operare, compagna di viaggio, e il criterio stesso con
il quale dovranno essere riconosciuti.
Certo, si potrebbe osservare che la
verità non è un libro, ma una persona, il Signore e Salvatore Gesù Cristo. E'
vero: Lui stesso lo ha affermato, ma come potremmo mai conoscere il vero volto
di Cristo e rapportarsi a Lui senza la verità rivelata nella Bibbia? Cristo e
la Bibbia sono inscindibili perché entrambi sono espressione della verità che
Dio ci ha comunicato, che dobbiamo vivere e che a nostra volta dobbiamo
comunicare.