COME INNESCARE LA DINAMICA DELLE
OPERE BUONE
"11Infatti la
grazia salvifica di Dio è apparsa a tutti gli uomini, 12e ci insegna
a rinunziare all'empietà e alle mondane concupiscenze, perché viviamo nella
presente età saggiamente, giustamente e piamente, 13aspettando la
beata speranza e l'apparizione della gloria del grande Dio e salvatore nostro,
Gesù Cristo, 14il quale ha dato sé stesso per noi, per riscattarci
da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante nelle buone
opere. 15Insegna queste cose, esorta e riprendi con ogni autorità.
Nessuno ti disprezzi. 3:1Ricorda loro di essere sottomessi ai
magistrati e alle autorità, di essere ubbidienti, pronti ad ogni opera buona, 2di
non dire male di alcuno, di essere pacifici e miti, mostrando grande gentilezza
verso tutti gli uomini. 3Anche noi, infatti, eravamo insensati,
ribelli, erranti, schiavi di varie concupiscenze e voluttà, vivendo nella
cattiveria e nell'invidia, odiosi ed odiandoci gli uni gli altri. 4Ma
quando apparvero la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore verso gli
uomini, 5egli ci ha salvati non per mezzo di opere giuste che noi
avessimo fatto, ma secondo la sua misericordia, mediante il lavacro della
rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo, 6che egli ha
copiosamente sparso su di noi, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Salvatore, 7affinché,
giustificati per la sua grazia, fossimo fatti eredi della vita eterna, secondo
la speranza che abbiamo. 8Sicura è questa parola, e voglio che tu
affermi con forza queste cose, affinché quelli che hanno creduto in Dio abbiano
cura di applicarsi ad opere buone. Queste sono le cose buone ed utili agli
uomini. 9Ma evita le discussioni stolte, le genealogie, le contese e
le dispute intorno alla legge, perché sono cose inutili e vane" (Tito 3).
I. Le cose buone ed utili
agli uomini
Che cosa può essere definito
tale? Quando mi appresto a
preparare la meditazione per il nostro incontro domenicale io rifletto -in
spirito di preghiera- a ciò che può essere buono ed utile alla comunità che io
sono chiamato a servire. Che cosa può essere definito "buono ed
utile"? Tante possono essere le opinioni, ma è Dio, come un Padre
amorevole, che decide, nella Sua Parola, nella Bibbia, che cosa sia buono ed
utile per noi. Nella lettera ai Filippesi, ad esempio, sta scritto: "Tutte
le cose che sono veraci, tutte le cose che sono oneste, tutte le cose che sono
giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le
cose che sono di buona fama, se vi è qualche virtù e se vi è qualche lode,
pensate a queste cose" (Fl. 4:8).
In modo particolare il testo
biblico di oggi mette in rilievo come la predicazione e l'istruzione cristiana
non debba essere una disquisizione accademica fine a sé stessa, ma debba avere
per obiettivo "mobilitare gli uditori" ad impegnarsi fedelmente a
compiere opere buone, il testo dice: "8affinché quelli
che hanno creduto in Dio abbiano cura di applicarsi ad opere buone"
alla gloria di Dio e per il bene della umana società, in modo specifico: "12perché
viviamo nella presente età saggiamente, giustamente e piamente" cioè
per manifestare una vita piena di saggezza, di giustizia e di amore verso Dio.
Troppi discorsi inutili. Quante "9discussioni
stolte", infatti, quanti discorsi senza capo né coda si odono anche
talvolta dai pulpiti, quante questioni irrilevanti ed accademiche, prive di
potenza, che non trasformano la realtà, ma che annoiano e non edificano, che
lasciano il tempo che trovano. Quanti discorsi da "studiosi, esperti in
dibattiti culturali" (1 Co. 1:20 TILC). Quante astrazioni, magari di
etica e di morale, quante discorsi che il nostro testo chiama: "9le
genealogie, le contese e le dispute intorno alla legge, ...cose inutili e
vane". Quante cose spesso anche buone, alle quali si può assentire
solo intellettualmente, ma che non danno alcuna carica, che non mobilitano in
chi ascolta "il volere e l'operare" (Fl. 2:13).
Una sola è la parola efficace. Perché avviene questo? Lo afferma il nostro
testo quando sottolinea che è necessario annunziare la "8parola
sicura" che Dio onora rendendola efficace tramite il Suo Spirito, che
è la Parola dell'Evangelo, che Paolo definisce: "potenza di Dio per la
salvezza di chiunque crede" (Ro. 1:16).
Il nostro povero mondo ha bisogno
di uomini e di donne che operino ciò che Dio considera buono, che vivano cioè "12bsaggiamente,
giustamente e piamente", ma perché questo sia possibile è necessario
avere uomini e donne rigenerati e rinnovati dallo Spirito Santo (3:5).
Per questo, più che discussioni
accademiche abbiamo bisogno di essere messi in contatto con "11la
grazia salvifica di Dio ...apparsa a tutti gli uomini". E' necessario
mettere in contatto uomini e donne con l'energia che da Dio solo procede.
Ecco perché il nostro testo dice: "8voglio
che tu affermi con forza queste cose", "che tu insista nel
ripetere queste cose", affinché di fatto "quelli che hanno creduto
in Dio abbiano cura di applicarsi ad opere buone", anzi, di più "15Insegna
queste cose, esorta e riprendi con ogni autorità. Nessuno ti disprezzi",
si, non farti intimidire da chi magari ti disprezza perché insisti su queste
cose, perché tu stai annunziando la verità.
II. L'opera di Dio
E' "buona ed utile agli
uomini", così, la Parola dell'Evangelo: ecco perché nel nostro testo
l'apostolo ribadisce le tappe principali dell'esperienza cristiana, anzi, come
Dio agisce per rendere giusti i peccatori, per rigenerarli e per
rinnovarli, per dare loro salvezza eterna e la speranza di "un'eredità nei
cieli", ma soprattutto com'è possibile che dei peccatori impenitenti e
sclerotizzati come noi siamo, vivano "12nella presente età
saggiamente, giustamente e piamente". La grazia salvifica e la bontà
di Dio, infatti, si manifesta nella precisa Sua volontà di "14riscattarci
da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante nelle buone
opere". Si, pensate, la bontà e la grazia di Dio opera in modo tale
che da questa massa umana stolta, ingiusta, corrotta ed empia, alla quale noi
tutti apparteniamo esca, riscattato, un popolo puro, libero da ogni malvagità
ed impegnato in opere buone, ed Egli chiama ciascuno di noi ad appartenervi!
Nella genuina esperienza cristiana
c'è un prima, un durante, e un poi, e tutt'e tre queste
tappe vengono magnificamente descritte dal nostro testo.
A. Il prima. Quando i cristiani guardano alla loro
esperienza passata essi riconoscono vedono le tappe del loro riscatto.
1. La condizione di peccato. L'apostolo Paolo, come ogni cristiano
rigenerato può parlare di un "com'eravamo". Egli dice: "3Anche
noi, infatti, eravamo insensati, ribelli, erranti, schiavi di varie
concupiscenze e voluttà, vivendo nella cattiveria e nell'invidia, odiosi ed
odiandoci gli uni gli altri". Eravamo degli incoscienti e vivevamo
senza Dio in questo mondo e ribelli a Lui, incuranti della Sua legge e delle
terribili conseguenze che -averla infranta- gravavano su di noi. Vivevamo
schiavi di molti desideri e pensieri malvagi. Eravamo cattivi verso i nostri
simili ed invidiosi, eravamo odiosi agli altri e a Dio per la nostra arroganza
ed il nostro egoismo, e pieni di odio anche fra di noi.
2. L'opera di Cristo a nostro
favore. Ad un certo punto
però della loro vita "11la grazia salvifica di Dio è
apparsa", ed hanno aperto per la prima volta i loro occhi non solo
sulla loro condizione di peccatori condannati davanti a Dio, ma anche
sull'opportunità di personale riscatto che Dio stava loro offrendo in Gesù
Cristo, la Sua bontà, la Sua grazia salvifica, e sono stati portati da Dio al
ravvedimento ed alla fede. Hanno compreso il valore della persona di Gesù
Cristo: "14il quale ha dato sé stesso per noi, per
riscattarci da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante
nelle buone opere". Hanno compreso che Egli voleva salvarli
dichiarandoci giusti perché Egli aveva pietà di loro e non perché avessero
fatto alcunché che potesse piacere a Lui, infatti: "5egli ci
ha salvati non per mezzo di opere giuste che noi avessimo fatto, ma secondo la
sua misericordia".
3. Il rinnovamento dello Spirito
Santo. Hanno visto operare in
loro la potenza rigeneratrice e rinnovatrice dello Spirito Santo che cominciava
a trasformarci di fatto in modo gradito a Dio. "5mediante il
lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo 6che
egli ha copiosamente sparso su di noi, per mezzo di Gesù Cristo, nostro
Salvatore", come se lo Spirito di Dio li avesse immerso in un bagno
purificatore e li avesse fatto risorgere a nuova vita, e così di fatto è
avvenuto.
Paolo parla di persone che hanno
fatto questa esperienza: la presa di coscienza della propria condizione di
peccatori, il ravvedimento e la fede nel sangue di Cristo, l'esperienza della
rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, e definisce questa
l'esperienza cristiana di base. E' stata anche la nostra? Lo può e lo deve
essere!
B. Il durante. Ed ecco il punto saliente del messaggio.
Realizzata per opera di Dio questa nuova condizione esistenziale ha dunque
senso l'appello dell'apostolo a novità di vita. Ci è apparsa la grazia
salvifica di Dio perchè? "12perché viviamo nella presente
età saggiamente, giustamente e piamente". La grazia di Dio in Gesù
Cristo innesca necessariamente nel cristiano autentico, quella che potremmo
chiamare "la dinamica delle opere buone". Diventare cristiani non
vuole dire soltanto ricevere per grazia mediante il ravvedimento e la fede
salvezza eterna, non significa soltanto essere "7fatti eredi
della vita eterna, secondo la speranza che abbiamo", ma significa aver
"8cura di applicarsi ad opere buone", impegnarsi in
esse. La dimensione del presente è transitoria, ma non irrilevante, perché qui
dobbiamo manifestare ciò che per grazia abbiamo ricevuto. Il cristiano ora
appartiene ad "14un popolo speciale, zelante nelle buone
opere", cioè ad un popolo che vive con zelo nell'oggi in modo saggio,
giusto e pio. Queste buone opere è Dio che le definisce e, parafrasando una
famosa espressione di Gesù, "date a Cesare quello che è di Cesare e a
Dio quello che è di Dio", questo significa:
1. Dare a noi stessi quello che
è nostro, cioè ciò che è
confacente alla nostra dignità di esseri umani fatti ad immagine e somiglianza
di Dio. Per soddisfare noi stessi "ci concediamo" tante cose, ma non
tutto quello che cerchiamo per goderne ci fa del bene, anzi! Per questo la
grazia di Dio "12ci insegna a rinunziare all'empietà e alle
mondane concupiscenze", cioè a respingere ogni malvagità e i nostri
cattivi desideri. Ci può fare del bene solo ciò che è in armonia con la volontà
che Dio per noi ha espresso, e quando la nostra vita rispecchia i propositi
originari, il fine per cui Dio ci ha creati e che ci rivela in Gesù Cristo.
2. Dare ai nostri simili ciò che
appartiene loro. Prima di
convertirci a Cristo siamo egocentrici ed egoisti. Gli altri sono solo
concorrenti, persone da sfruttare o calpestare. La grazia di Dio però ci
insegna a "2non dire male di alcuno, ad essere pacifici e
miti, mostrando grande gentilezza verso tutti gli uomini". Quante
persone hanno come "sport favorito" il parlar male degli altri e sono
litigiosi per natura, ma la grazia di Dio in Gesù Cristo ci insegna ad essere
umili e gentili con tutti. Dobbiamo avere grande rispetto per gli altri,
"dare" agli altri ciò che spetta loro in dignità, rispetto, aiuto,
solidarietà, senza fare distinzioni di sorta perché l'essere umano, chiunque
esso sia ed in qualunque condizione si trovi, ha ricevuto da Dio grande
dignità.
3. Dare a "Cesare"
quello che è di "Cesare".
Il nostro testo dice: "1Ricorda loro di essere sottomessi ai
magistrati e alle autorità, di essere ubbidienti, pronti ad ogni opera
buona". Il governo degli stati, la legislazione civile, la
magistratura, sono istituzioni che Dio stesso promuove perché per grazia Egli
vuole così mettere un freno alla corruzione ed alla malvagità umana.
L'autorità, dice l'apostolo Paolo, è istituita da Dio, e quelli che vi
resistono attirano su di sé la Sua condanna. L'apostolo dice espressamente: "I
magistrati, infatti, non sono da temere per le opere buone, ma per le malvagie;
ora vuoi non temere l'autorità? Fa' ciò che è bene e tu riceverai lode da essa,
perché il magistrato è ministro di Dio per te nel bene... egli non porta la
spada invano... è un vendicatore con ira contro colui che fa il male. Perciò è
necessario essergli sottomessi, non solo per timore dell'ira ma anche per
ragione di coscienza... Rendete dunque a ciascuno ciò che gli è dovuto"
(Ro. 3:1ss). Il cristiano dunque apprende dalla grazia di Dio ad essere
cittadino modello, e questo non vuole dire "suddito", ma cittadino
libero, responsabile, e critico nel bene.
4. Date a Dio quello che è di
Dio. Ultimo, ma non meno
importante è imparare a vivere nell'oggi in modo pio, "pieni di amore
verso Dio" (12, TILC). L'uomo e la donna di questo mondo vivono come
se Dio non esistesse, in aperta ribellione contro di lui, oppure creandosi una
religione di comodo a proprio uso e consumo. Il cristiano però coltiva il
proprio rapporto con Dio quotidianamente in questo mondo, nella preghiera e
nella lettura e meditazione della Bibbia in tutte le sue forme. Cristo lo ha
riconciliato con Dio, ed ora egli può "camminare" con fiducia con
Dio, chiamarlo Padre e considerarsi legittimamente Suo figlio. La comunione con
Dio è per lui un privilegio ed un dovere, una gioia ed una responsabilità. La
comunione con Dio va coltivata, come si coltiva la migliore amicizia ed il migliore
matrimonio che tale vuole considerarsi. A Timoteo Paolo scrive: "...esercitati
nella pietà, perché l'esercizio corporale è utile a poca cosa, ma la pietà è
utile ad ogni cosa, avendo la promessa della vita presente e di quella
futura" (1 Ti. 4:7).
In questo modo, vedete, il nostro
testo ci esorta alle opere buone, ma non come un appello moralistico che lascia
il tempo che trova, ma ci indica le opere buone come diretta conseguenza della
nostra rigenerazione morale e spirituale, unico presupposto per opere che
veramente valgano agli occhi di Dio.
D. Il poi
Naturalmente nell'esperienza
cristiana c'è anche il "poi". La salvezza non è qualcosa che
interessi soltanto questa vita, ma comporta promesse di vita eterna. Se è vero
che ci sono stati cristiani che, sbagliando, incentravano la loro fede solo
sulla salvezza eterna, nell'aldilà, trascurando le responsabilità del presente,
vi sono oggi cristiani che considerano il cristianesimo come qualcosa che abbia
a che fare solo con la riforma ed il miglioramento di questo attuale mondo.
Questo è altrettanto sbagliato. L'apostolo Paolo dice: "Se noi speriamo
in Cristo solo per questa vita, noi siamo i più miserabili di tutti gli
uomini" (1 Co. 15:19).
Il nostro testo ci dice chiaramente
che noi siamo stati salvati non solo "12perché viviamo nella
presente età saggiamente, giustamente e piamente", ma anche "7affinché,
giustificati per la sua grazia, fossimo fatti eredi della vita eterna, secondo
la speranza che abbiamo", si, perdonati e rinnovati dalla Sua grazia, riceviamo
la vita eterna che speriamo, e vivremo un giorno per sempre con il Signore
Gesù, il quale ci ha riscattato ed ha voluto che a Lui appartenessimo in modo
speciale. Noi infatti "13aspettiamo la beata speranza e
l'apparizione della gloria del grande Dio e salvatore nostro, Gesù
Cristo".
III. Non chiacchiere inutili,
dunque!
Ecco così che il messaggio che noi
annunciamo deve essere fatto di "cose buone ed utili agli uomini",
quelle che Dio ha riservato per noi in Gesù Cristo. Queste non saranno così
chiacchiere inutili, ma la potenza di un Evangelo da comunicare e da vivere:
non è questo forse un messaggio che ci consola immersi come siamo in "9discussioni
stolte, le genealogie, le contese e le dispute intorno alla legge, perché sono
cose inutili e vane"?
La grazia salvifica di Dio in Gesù
Cristo è apparsa, è apparsa la Sua bontà, è apparsa la Sua potente efficacia di
salvezza affinché un popolo a Lui consacrato sia zelante nelle opere buone e
viva in modo saggio, giusto, e pio. Un popolo che alla fine sarà fatto erede
della vita eterna e si unirà felicemente alla gloria del nostro grande Dio e
Salvatore Gesù Cristo. Ecco come innescare la dinamica delle opere buone in
questo mondo, e questa è una parola sicura, testimoniata dai fatti di vite
trasformate a gloria di Dio in ogni tempo e paese. Vorrete voi inserirvi in
questa dinamica di salvezza ed uscire così dalla spirale discendente di una
vita senza senso né prospettiva, rovinata dalle miserie del peccato? L'offerta
permane valida! Andiamo dunque a Cristo con ravvedimento e fede!
[Paolo Castellina, 16 febbraio 1998.
Tutte le citazioni bibliche qui riportate, salvo diversamente indicato, sono
tratte dalla versione "Nuova Diodati", edizione 1991, La Buona
Novella, Brindisi].