IL TIMORE DELLA MORTE
I. Morire bene
La Bibbia dice che il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo è venuto "per liberare tutti quelli che, per timore della morte, erano tenuti in schiavitù per tutta la vita".
Avete voi timore della morte? Il nostro comportamento è molto ambiguo e contradditorio a questo riguardo. C'è chi ne ha una paura folle, anche se non vorrebbe ammetterlo, e per questo non ne parla mai, ne caccia via il pensiero stesso e la vicinanza fisica. Il timore della morte li paralizza, non possono sopportare nemmeno la visita ad un ospedale o ad una casa per anziani e con riluttanza partecipano ad un funerale, cercando persino di evitare di udire quanto il predicatore vi dirà.
Altri sembrano sfidarla con cinismo e fatalismo, cercando nel presente il massimo della soddisfazione e mettendo in ridicolo il senso di responsabilità e la fede del cristiano che ad essa intende prepararsi.
Iddio, però, nella Sua Parola ci libera dalla paura della morte: ci illumina sulla sostanza e sul significato dell'esistenza umana, ci chiarisce quale sia il destino umano, ci insegna a vivere responsabilmente verso noi stessi e gli altri, ci dà concreta speranza di riscatto dalle miserie di questa vita e lo fa offrendoci il Suo Figlio Gesù Cristo come nostro Signore, Salvatore, e maestro. L'apostolo Paolo, ai cristiani di Tessalonica scriva: "Ora, fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono [nella morte], affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati [nella morte]"
John Wesley, il leader di quel movimento cristiano di risveglio chiamato "Metodismo", ebbe a dire: "La nostra gente muore bene". E' così anche per noi, dopo aver vissuto "bene" alla luce del Salvatore Gesù Cristo?
II. Ragioni per non aver timore
Ho avuto modo già di menzionare, in un passato funerale, un prezioso libro di fede riformata, intitolato "La pratica della Pietà", di Luigi Bayly. Esso parla molto di come prepararsi a morire "bene" e, dopo aver elencato quali sono i requisiti ai quali dobbiamo adempiere per dire di poter essere veramente in pace con Dio e in comunione con il Salvatore Gesù Cristo, in un altro capitolo affronta il problema del timore della morte. Rivolgendosi così al cristiano che ha adempiuto diligentemente ciò che Iddio prescrive per la propria eterna salvezza: cioè il ravvedimento di fronte a Dio e la fede nel Signore Gesù Cristo, scrive:
"Se il timore della morte ti spaventa, nei tuoi grandi dolori pensa in te stesso:
I. Che soltanto i vili e i codardi temono ciò che non è, perché nella Chiesa di Gesù Cristo non c'è la morte. Dio infatti afferma: chiunque vive e crede in Gesù Cristo non morrà mai in eterno.Infatti solo coloro che vivono fuori di Gesù Cristo e non sono in comunione con Lui possono veramente temere la morte. I cristiani non muoiono; ma quando piace a Dio, sono trasportati dalla terra in cielo, come Enoc. Le pene di questa vita non sono che come il carro di fuoco di Elia, per portarli in cielo, o come le piaghe di Lazzaro, che lo portano nel seno di Abrahamo. In breve, se tu sei come uno di quelli che come l'altro Lazzaro amano Gesù, questa malattia non è a morte, ma per la gloria di Dio il quale, per grazia ti ama e trasforma la tua morte temporale in vita eterna".
E aggiunge: "E se molti pagani, come Socrate, Curzio, Seneca, ecc. morirono volentieri quando potevano vivere anche con contentezza nel mondo, sulla sola fiducia nell'immortalità dell'anima; tu che sei stato si lungo tempo ammaestrato nella scuola di Gesù Cristo, ed ora sei invitato alle nozze dell'Agnello, vorresti tu ricusare di andarci con allegrezza? Ciò non avvenga". Si, il cristiano muore con allegrezza perché sa dove sta andando, e la sua fede non si basa su vaghe ipotesi, ma sulla rivelazione di Dio in Gesù Cristo.
Poi Bayly continua e dice:
"II. Ricorda che la tua dimora nel mondo non è che il secondo grado nella tua vita. Infatti tu, dopo essere stato nove mesi nel ventre di tua madre, sei stato sforzato di uscirne per vivere fra gli uomini molto più tempo; e quando questo secondo grado della tua vita, del quale Iddio ha stabilito il termine, sarà finito, ti converrà allo stesso modo passare da questo secondo grado ad un terzo che sarà l'ultimo, perché non avrà mai fine. E al riguardo di quanti vivono e muoiono nel Signore, questo terzo grado, cioè la vita eterna e beata, sopravanza senza comparazione tanto più la vita temporale, quanto questa sopravanza senza comparazione quella che si vive nel ventre della madre. Gesù Cristo stesso passò per quella porta a quest'ultimo ed eccellentissimo grado di vita. Tutti i santi che sono stati prima di te, e che saranno dopo di te, passeranno per quella via. Dunque perché temeresti tu ciò che è comune agli Eletti di Dio? Perché ti contristerebbe ciò che è stato così grato agli altri? Non temere la morte, perché essa è l'Esodo, cioè l'uscita da una vita malvagia, e la Genesi, cioè il principio di una vita migliore; il fine di una vita temporale, ma il principio di una vita eterna".
In terzo luogo, Luigi Bayly:
"III. Considera che vi sono tre cose sole che ti potrebbero far temere la morte.
1. La perdita che tu fai per essa;
2. I dolori che essa causa;
3. Gli effetti terribili che la seguono.
Eppure tutto ciò non è che un falso rumore".
Hai paura di perdere i tuoi beni terreni ai quali eri tanto attaccato? Bayly dice: "1. Quanto al primo, se tu ti lasci dietro qualche bene incerto, che i ladri possono rubare, tu troverai in cielo un vero tesoro, che non ti potrà più essere tolto. Qui beni ti erano stati affidati come ad un amministratore per rendertene conto. Quelli ti saranno dati per goderli eternamente".
Hai paura di perdere la tua famiglia e i tuoi amici? "Se tu abbandoni la tua cara moglie, sarai sposato a Gesù Cristo, che è molto più amabile. Se tu abbandoni i tuoi figlioli ed amici, tu troverai colà i tuoi pii antenati e figlioli che sono morti prima di te, tu vi troverai Gesù Cristo, tutti i suoi santi ed i suoi angeli beati, e finalmente tutti i tuoi figlioli, che saranno figlioli di Dio, ti seguiteranno quando il loro termine sarà compiuto. Tu abbandoni possedimenti terreni, e una casa di terra, per possedere un'eredità celeste e gloriosa, che ti è stata acquistata, preparata e riservata. Che hai tu dunque perduto? La morte non ti è ella un guadagno? Cammina, cammina: tutti ti seguiranno".
Se poi ci spaventano i dolori del morire, Bayly, armato della sua Bibbia dice:
"2. Quanto ai dolori della morte, il timore di quelli fa più male che i dolori che si patiscono, perché molti cristiani muoiono con poca pena e con pochi dolori. Appoggia l'ancora della tua speranza sopra il fermo fondamento della Parola di Dio, il quale ti ha promesso che la Sua potenza sarà portata a compimento nella tua debolezza e che non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze. Insomma, Gesù Cristo muterà ben presto le tue pene temporali, in contentezze eterne".
Infine, hai paura che ci sia dopo la morte solo l'eterno castigo di Dio, perché non sei del tutto sicuro di essere veramente a posto con Lui? Bayly afferma:
"3. Infine, quanto agli effetti terribili che seguiranno la morte, essi non riguardano te, se tu sei uno dei membri di Gesù Cristo, il quale, con la Sua morte, ha infranto il dardo della morte, a pro dei Suoi fedeli, affinché non vi sia più alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Gesù Cristo ha inoltre dichiarato che chi ascolta la Sua parola e crede a colui che lo ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. Per questo lo Spirito Santo grida dal cielo: Beati i morti che da ora in avanti muoiono nel Signore affinché si riposino dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono. Dunque, al riguardo dei fedeli la morte è stata inghiottita nella vittoria e il suo dardo (che è il peccato) e le pene del peccato, sono levate via da Gesù Cristo.
Poi il Bayly mette in rilievo come:
"Inoltre, nella Scrittura la morte viene chiamata (al riguardo dei nostri corpi) un sonno, a un riposo; ma al riguardo delle nostre anime, un entrare nella pace presso al nostro Padre celeste, un morire in pace, un andarsene al Padre, una partenza da questa tenda per andare con il Signore, una separazione dell'anima dal corpo, per essere con Cristo".
Il Bayly, forte delle certezze della fede cristiana riformata, termina dicendo:
"Che dirò io di più? Che è preziosa agli occhi dell'Eterno la morte dei suoi santi. Le pene non sono che la fatica per arrivare alla vita eterna. Ricuserebbe forse qualcuno di attraversare l'inferno per entrare nel paradiso? Si ricuserà egli di passare per la morte, per entrare nella vita? Tu non hai nulla da temere dopo la morte. Non hai da temere i tuoi peccati, perché Gesù Cristo ti ha riscattato; né il Giudice, perché Egli è tuo caro fratello; né il sepolcro, perché esso è il letto del Signore; né l'inferno, perché il tuo Redentore ne conserva Lui le chiavi; né il diavolo, perché i santi angeli di Dio sono accampanti intorno a te, e non ti abbandoneranno finché non ti abbiano portato in cielo.
Tu non sei mai stato più vicino alla vita eterna; glorifica dunque Iddio con una morte beata; digli, con un cuore contento: Vieni, Signore Gesù, vieni; perché il tuo servitore desidera vederTi e abbracciarTi. Signore, soccorri alla mia debolezza, ed adempi il mio desiderio".
III. Conclusione
Si, il cristiano che abbia adempiuto nel ravvedimento e nella fede nel Signore Gesù Cristo, tutti i doveri che la Bibbia dichiara spettanti ai figlioli di Dio, non deve più temere la morte.
Certo, è molto triste staccarsi dalle persone che più ci sono state care, è molto triste separarci da ciò a cui tanto eravamo attaccati, ma solo il meglio ci aspetta per il futuro. Non è una pia illusione o una vaga speranza. La persona che già ha visto la presenza e la potenza di Dio durante la sua vita terrena, sa che quello stesso Dio non lo abbandonerà dopo di questa, ma gli darà quanto gli ha con certezza promesso.
Per questo è estremamente importante per ciascuno di noi rispondere all'invito che Dio ci fa di ravvederci dalla nostra ribellione contro di Lui, abbandonando ogni presunzione non fondata sulla Sua Parola, e riponendo completamente la nostra vita nelle braccia del Salvatore Gesù Cristo, il quale è venuto per salvare proprio peccatori come noi.
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