SEI VERAMENTE A POSTO DAVANTI A DIO?
Una domanda molto importante che ciascuno di noi si dovrebbe fare, soprattutto in vista della propria morte, è questa: Sono io veramente a posto davanti a Dio? Sono io certo che quando morrò passerò l'eternità in Paradiso, nella gioia e nella benedizione, in presenza di Dio, oppure avrò la brutta ed irreparabile sorpresa di vedermi respinto per sempre da Dio e cacciato nei tormenti dell'Inferno perché non mi sono mai preoccupato della condizione della mia anima e mi sono cullato in vane speranze?
La Bibbia -parola di Dio che non mente- parla molto chiaramente delle condizioni che una persona deve adempiere per essere salvata, ed essa parla altrettanto chiaramente delle irreparabili conseguenze del vivere e del morire senza essere a posto con Dio. Allora ci dobbiamo chiedere molto ma molto seriamente: sono io davvero a posto con Dio perché adempio alle condizioni che Dio chiaramente stabilisce per la mia salvezza? Oppure mi cullo in false ed infondate speranze o mi nascondo nella mia inescusabile ignoranza ed incredulità?
Mi addolora profondamente come tanta gente possa essere così cieca e negligente nei confronti del proprio destino eterno, e quanta rabbia sorge in me quando anche tante volte si ode predicare alla gente false speranze su un non meglio qualificato amore di Dio e su una grazia troppo a buon mercato per essere credibile. Quanto è molto più saggia la persona che non si accontenta di pie illusioni ma si accerta della verità che infallibilmente solo la Bibbia presenta!
Una prassi sana e realistica
Nel 1613 Luigi Bayly, vescovo a Bangor, nel Galles, di profonda fede riformata, scriveva un libro dal titolo: "La pratica di pietà - che insegna al cristiano il vero modo di piacere a Dio": un libro questo che, riprendendo il messaggio biblico, insegna i fatti su Dio e su noi stessi e come si possa instaurare e mantenere la nostra vitale comunione con Dio.
Questo libro era fra i favoriti della pietà dei bregagliotti nel 700 e nell'800 perché era stato tradotto in italiano, a Coira nel 1720 ed era divenuto molto popolare.
Il capitolo 49 de "La pratica di pietà" è intitolato: "Avvertimento a coloro che visitano gli ammalati" e credo che sia di estrema importanza per tutti noi.
Fra l'altro dice: "Se essi vedono che l'infermo è vicino alla morte, non devono nasconderglielo; essi devono piuttosto esortarlo amorevolmente ed avvisarlo discretamente dello stato in cui si trova affinché si prepari a lasciare questa vita temporale senza rincrescimento, per andare a godere la Vita e la Felicità eterna. Un'ora bene impiegata con colui che vicino alla sua fine, può fortificare molto la fede e la speranza di un fedele che abbia finito il suo corso in questo mondo".
E poi aggiunge: "Non adularlo con la vana speranza della vita presente, che talora tu non illuda la sua anima, e non la guidi alla morte. Avvisalo liberamente della sua fine, e fagli brevemente alcune di queste o d'altre simili domande".
Di che cosa si tratta? Si tratta delle domande fondamentali della nostra esistenza, rispondendo affermativamente e con sincerità alle quali, la Parola di Dio ci garantisce la vita eterna presso Dio.
Domande fondamentali
Dobbiamo tutti affrontare la morte e faremmo bene ad interrogarci con queste stesse domande e a verificare se effettivamente siamo personalmente a posto con Dio. Se confessiamo di non esserlo, Iddio ci offre l'opportunità di rimediarvi proprio ora e così garantirci la salvezza del nostro destino eterno. Quali dunque sono le domande che la fede cristiana riformata faceva rivolgere ai morenti? Sono nove e vengono rivolte anche oggi a noi.
1. Credi tu che Iddio -Padre, Figlio e Spirito Santo- con la Sua onnipotenza, abbia creato il Cielo, la Terra, e tutte le cose che sono in essi; e che le governi, con la Sua divina provvidenza, in tal modo che nulla si fa in questo mondo, se non quello che la Sua mano e il Suo consiglio abbiano determinato di fare? Lo credi tu con tutto il cuore?
2. Confessi tu di avere trasgredito i Comandamenti di Dio Onnipotente, con il pensiero, la parola e l'azione; e che tu, trasgredendo le Sue sante leggi, hai meritato la maledizione da parte di Dio, che consiste in tutte le miserie di questa vita, ed in tutti i tormenti eterni dell'Inferno, dopo che sarà finita, se Dio ti trattasse secondo i tuoi demeriti? Lo confessi tu?
3. Provi tu dolore e dispiacere nel tuo cuore per aver trasgredito queste sante leggi, e per non esserti applicato al servizio di Dio? Per essere stato tanto attaccato al mondo ed alle sue vanità? E non vorresti tu essere vissuto in altra maniera, mentre hai vissuto su questa terra? Provi anche tu questo?
4. Non desideri tu con tutto il tuo cuore di essere riconciliato con Dio, per Gesù Cristo Suo Figliolo, tuo mediatore, il quale è in Cielo, alla destra del Padre, là dove si presenta per te e dove intercede per la salvezza della tua anima? Lo desideri anche tu?
5. Non rinunzi tu a tutti gli altri mediatori o intercessori, santi o sante e ad ogni vana speranza non fondata sulla Parola di Dio? Non credi tu che Gesù Cristo l'unico Mediatore del Nuovo Testamento, sia potente da salvare appieno coloro i quali per mezzo di Lui si accostano a Dio, vivendo Egli sempre per intercedere per loro? E non vorresti tu dire a Gesù Cristo, con il profeta "Chi ho io in cielo fuori di te? E sulla terra non desidero che te"? Puoi tu dire lo stesso?
6. Credi e speri tu fermamente di essere salvato per il solo merito della sofferenza e della morte che Gesù Cristo ha compiuto per te, senza avere alcuna speranza di salvezza nei tuoi meriti, né in altre creature? E sei tu completamente persuaso che "In nessun altro è la salvezza; poiché non v'è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati"? Puoi dire tu lo stesso?
7. Perdoni tu tutte le ingiurie ed offese che ti sono state fatte da qualunque persona? Chiedi tu perdono con tutto il cuore a coloro che potresti avere ingiuriato od offeso con parole o con fatti? Sei pronto a dimenticare ogni odio che hai portato o che porti verso chicchessia, per potere comparire davanti alla faccia di Gesù Cristo, che è il Principe della Pace, con amore e carità perfetta?
8. Non ti dice forse la tua coscienza di aver rubato qualcosa alla vedova, all'orfano o ad altre persone? Sei certo che se non ne farai restituzione come fece Zaccheo (potendolo fare) non potrai pentirti sinceramente, e che senza una vera penitenza non puoi essere salvato, vedere la faccia di Gesù Cristo, quando comparirai davanti a Lui?
9. Credi tu fermamente che il tuo corpo risusciterà nell'ultimo giorno? E che sarà riunito con la tua anima nel giorno della Risurrezione, per essere giudicato dal Signore Gesù, e quindi andare con Lui nel Regno dei cieli, per vivere beatamente ed eternamente?
Infine, dice il nostro testo: "Se l'ammalato risponde a tutte queste domande, come un fedele cristiano deve fare..." coloro che visitano il malato terminale dovevano pregare la preghiera di riconsacrazione che seguiva.
Come rispondiamo?
Si, come rispondiamo a queste domande che sono fondamentali per la nostra vita, continueremo forse ad essere distratti e negligenti come se il nostro destino eterno non avesse importanza? Saremo noi così folli? Che la scomparsa di una persona cara possa essere per noi occasione per prendere finalmente responsabilità su noi stessi. A nostra disposizione continua ad esservi l'antica sapienza della Bibbia, parola immutabile che vale per noi e varrà ancora fin tanto che questo mondo continuerà, fin tanto che Cristo tornerà per raccogliere con sé coloro che Gli appartengono. Saremo noi tutti fra questi? Il mio desiderio più sincero e sentito è che possa essere così.
P. Castellina, 11 maggio 1992.
PR493
SEI VERAMENTE A POSTO DAVANTI A DIO?
Una domanda molto importante che ciascuno di noi si dovrebbe fare, soprattutto in vista della propria morte, è questa: Sono io veramente a posto davanti a Dio? Sono io certo che quando morrò passerò l'eternità in Paradiso, nella gioia e nella benedizione, in presenza di Dio, oppure avrò la brutta ed irreparabile sorpresa di vedermi respinto per sempre da Dio e cacciato nei tormenti dell'Inferno perché non mi sono mai preoccupato della condizione della mia anima e mi sono cullato in vane speranze?
La Bibbia -parola di Dio che non mente- parla molto chiaramente delle condizioni che una persona deve adempiere per essere salvata, ed essa parla altrettanto chiaramente delle irreparabili conseguenze del vivere e del morire senza essere a posto con Dio. Allora ci dobbiamo chiedere molto ma molto seriamente: sono io davvero a posto con Dio perché adempio alle condizioni che Dio chiaramente stabilisce per la mia salvezza? Oppure mi cullo in false ed infondate speranze o mi nascondo nella mia inescusabile ignoranza ed incredulità?
Mi addolora profondamente come tanta gente possa essere così cieca e negligente nei confronti del proprio destino eterno, e quanta rabbia sorge in me quando anche tante volte si ode predicare alla gente false speranze su un non meglio qualificato amore di Dio e su una grazia troppo a buon mercato per essere credibile. Quanto è molto più saggia la persona che non si accontenta di pie illusioni ma si accerta della verità che infallibilmente solo la Bibbia presenta!
Una prassi sana e realistica
Nel 1613 Luigi Bayly, vescovo a Bangor, nel Galles, di profonda fede riformata, scriveva un libro dal titolo: "La pratica di pietà - che insegna al cristiano il vero modo di piacere a Dio": un libro questo che, riprendendo il messaggio biblico, insegna i fatti su Dio e su noi stessi e come si possa instaurare e mantenere la nostra vitale comunione con Dio.
Questo libro era fra i favoriti della pietà dei bregagliotti nel 700 e nell'800 perché era stato tradotto in italiano, a Coira nel 1720 ed era divenuto molto popolare.
Il capitolo 49 de "La pratica di pietà" è intitolato: "Avvertimento a coloro che visitano gli ammalati" e credo che sia di estrema importanza per tutti noi.
Fra l'altro dice: "Se essi vedono che l'infermo è vicino alla morte, non devono nasconderglielo; essi devono piuttosto esortarlo amorevolmente ed avvisarlo discretamente dello stato in cui si trova affinché si prepari a lasciare questa vita temporale senza rincrescimento, per andare a godere la Vita e la Felicità eterna. Un'ora bene impiegata con colui che vicino alla sua fine, può fortificare molto la fede e la speranza di un fedele che abbia finito il suo corso in questo mondo".
E poi aggiunge: "Non adularlo con la vana speranza della vita presente, che talora tu non illuda la sua anima, e non la guidi alla morte. Avvisalo liberamente della sua fine, e fagli brevemente alcune di queste o d'altre simili domande".
Di che cosa si tratta? Si tratta delle domande fondamentali della nostra esistenza, rispondendo affermativamente e con sincerità alle quali, la Parola di Dio ci garantisce la vita eterna presso Dio.
Domande fondamentali
Dobbiamo tutti affrontare la morte e faremmo bene ad interrogarci con queste stesse domande e a verificare se effettivamente siamo personalmente a posto con Dio. Se confessiamo di non esserlo, Iddio ci offre l'opportunità di rimediarvi proprio ora e così garantirci la salvezza del nostro destino eterno. Quali dunque sono le domande che la fede cristiana riformata faceva rivolgere ai morenti? Sono nove e vengono rivolte anche oggi a noi.
1. Credi tu che Iddio -Padre, Figlio e Spirito Santo- con la Sua onnipotenza, abbia creato il Cielo, la Terra, e tutte le cose che sono in essi; e che le governi, con la Sua divina provvidenza, in tal modo che nulla si fa in questo mondo, se non quello che la Sua mano e il Suo consiglio abbiano determinato di fare? Lo credi tu con tutto il cuore?
2. Confessi tu di avere trasgredito i Comandamenti di Dio Onnipotente, con il pensiero, la parola e l'azione; e che tu, trasgredendo le Sue sante leggi, hai meritato la maledizione da parte di Dio, che consiste in tutte le miserie di questa vita, ed in tutti i tormenti eterni dell'Inferno, dopo che sarà finita, se Dio ti trattasse secondo i tuoi demeriti? Lo confessi tu?
3. Provi tu dolore e dispiacere nel tuo cuore per aver trasgredito queste sante leggi, e per non esserti applicato al servizio di Dio? Per essere stato tanto attaccato al mondo ed alle sue vanità? E non vorresti tu essere vissuto in altra maniera, mentre hai vissuto su questa terra? Provi anche tu questo?
4. Non desideri tu con tutto il tuo cuore di essere riconciliato con Dio, per Gesù Cristo Suo Figliolo, tuo mediatore, il quale è in Cielo, alla destra del Padre, là dove si presenta per te e dove intercede per la salvezza della tua anima? Lo desideri anche tu?
5. Non rinunzi tu a tutti gli altri mediatori o intercessori, santi o sante e ad ogni vana speranza non fondata sulla Parola di Dio? Non credi tu che Gesù Cristo l'unico Mediatore del Nuovo Testamento, sia potente da salvare appieno coloro i quali per mezzo di Lui si accostano a Dio, vivendo Egli sempre per intercedere per loro? E non vorresti tu dire a Gesù Cristo, con il profeta "Chi ho io in cielo fuori di te? E sulla terra non desidero che te"? Puoi tu dire lo stesso?
6. Credi e speri tu fermamente di essere salvato per il solo merito della sofferenza e della morte che Gesù Cristo ha compiuto per te, senza avere alcuna speranza di salvezza nei tuoi meriti, né in altre creature? E sei tu completamente persuaso che "In nessun altro è la salvezza; poiché non v'è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati"? Puoi dire tu lo stesso?
7. Perdoni tu tutte le ingiurie ed offese che ti sono state fatte da qualunque persona? Chiedi tu perdono con tutto il cuore a coloro che potresti avere ingiuriato od offeso con parole o con fatti? Sei pronto a dimenticare ogni odio che hai portato o che porti verso chicchessia, per potere comparire davanti alla faccia di Gesù Cristo, che è il Principe della Pace, con amore e carità perfetta?
8. Non ti dice forse la tua coscienza di aver rubato qualcosa alla vedova, all'orfano o ad altre persone? Sei certo che se non ne farai restituzione come fece Zaccheo (potendolo fare) non potrai pentirti sinceramente, e che senza una vera penitenza non puoi essere salvato, vedere la faccia di Gesù Cristo, quando comparirai davanti a Lui?
9. Credi tu fermamente che il tuo corpo risusciterà nell'ultimo giorno? E che sarà riunito con la tua anima nel giorno della Risurrezione, per essere giudicato dal Signore Gesù, e quindi andare con Lui nel Regno dei cieli, per vivere beatamente ed eternamente?
Infine, dice il nostro testo: "Se l'ammalato risponde a tutte queste domande, come un fedele cristiano deve fare..." coloro che visitano il malato terminale dovevano pregare la preghiera di riconsacrazione che seguiva.
Come rispondiamo?
Si, come rispondiamo a queste domande che sono fondamentali per la nostra vita, continueremo forse ad essere distratti e negligenti come se il nostro destino eterno non avesse importanza? Saremo noi così folli? Che la scomparsa di una persona cara possa essere per noi occasione per prendere finalmente responsabilità su noi stessi. A nostra disposizione continua ad esservi l'antica sapienza della Bibbia, parola immutabile che vale per noi e varrà ancora fin tanto che questo mondo continuerà, fin tanto che Cristo tornerà per raccogliere con sé coloro che Gli appartengono. Saremo noi tutti fra questi? Il mio desiderio più sincero e sentito è che possa essere così.
[P. Castellina, 11 maggio 1992. Tutte le citazioni bibliche qui riportate sono tratte dalla versione "Nuova Diodati", edizione 1991, La Buona Novella, Brindisi].
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