ALLA MENSA DI DIO
(culto famigliare, pr. 381 del 1992 03 14)
Preludio
Salmo 133 "Eccellenza dell'unità fra i fratelli"
CANTO DELL'INNO Nº
Introduzione
Sapete che cos'è la Santa Cena? Forse per qualcuno di voi la cosa è molto strana, perché uomini e donne, in questa occasione vengono in chiesa e, al momento stabilito, si alzano, vengono qui davanti in fila, e ricevono dal pastore un piccolissimo pezzo di pane e bevono un goccio di vino offerto loro da un'altra persona della comunità che aiuta il pastore.
Qualcuno di voi sicuramente si sarà chiesto: - Ma è questa una "Cena"? E perché si mangia un pezzo di pane così piccolo?
Io però rispondo: - Sai, ciò che è importante in quel pane non è la sua grandezza. Non è pane per togliere la fame, potremmo dire che è "pane per il cuore"!
Che strana risposta, che cosa voglio dire?
Per esempio, fa si che uomini e donne vivano in pace fra di loro e in pace con Dio! E' il segno di un'amicizia!
Un pane che può far nascere la pace? Un pane segno di amicizia? Come può essere?
Ecco, per spiegarvi questo vorrei raccontarvi una storia: la storia dei tre fratelli.
La storia dei tre fratelli
Un'anziana contadina viveva con i suoi tre figli in una grande fattoria. Possedevano anche molti campi, abbastanza almeno perché ognuno dei fratelli potesse vivere bene. Questi erano uomini forti e robusti, sempre pronti a litigare, ma di cuore buono.
Quando la mamma invecchiò, le dissero:
- Mamma, cerca di rimanere in buona salute; finché tu sei con noi staremo in pace l'uno con l'altro.
- Non posso rimanere sempre con voi, - rispose la vecchia -; presto dovrò morire.
- Dacci qualcosa, allora, perché possiamo vivere in pace! - dissero i figli.
La vecchia rimase in silenzio e da quel giorno la si vedeva spesso attraversare i campi, immersa in profondi pensieri.
Veramente la vecchia madre aveva già provveduto a tutto. Aveva scritto una lettera con le sue ultime volontà a ciascuno dei figli. Aveva indicato precisamente quali campi sarebbero toccati ad ognuno. Chissà se questo sarebbe stato sufficiente? La donna continuò a riflettere.
Ormai in punto di morte, chiamò i tre figli, prese un pane e lo spezzò in tre parti. - Mangiate! - disse, e poi chiuse gli occhi e morì.
Così i figli mangiarono quel pane, che si era intanto bagnato con le loro lacrime. avevano poi coperto il corpo della madre con un lenzuolo, e prepararono il funerale.
Poco tempo dopo la morte della madre, tra i fratelli maggiori era cominciata a crescere della tensione. Una volta, mentre il maggiore era andato in un suo campo per ararlo, aveva scoperto che il secondo fratello vi era già al lavoro.
- Che cosa stai facendo sul mio campo? - chi chiese con voce irata. - Che cosa dici? Questo è il mio campo! - gridò l'altro di rimando.
Mentre stavano per venire ai pugni, arrivò il fratello più giovane.
- Smettetela! - disse - Andate piuttosto a prendere le lettere che vi ha scritto la mamma. Poi ci incontreremo a casa mia.
I due fratelli erano ancora arrabbiati, ma quasi per sfida, ognuno stava andando verso la propria casa. Non si guardavano negli occhi, non volevano sedersi intorno allo stesso tavolo, non volevano parlarsi; bastava una scintilla e di nuovo sarebbe scoppiata la lite.
Allora il fratello più giovane prese dalla tasca un involto, lo aprì: dentro c'era un pane. Lo spezzò in tre pezzi e ne diede uno a ciascuno. Egli stesso prese il terzo pezzo e cominciò a mangiare.
Gli altri due erano stati un po' a guardare, infine ognuno ne mangiò un boccone, poi un altro, e un altro ancora e, improvvisamente, i loro occhi si riempirono di lacrime.
- Adesso tirate fuori le lettere! - disse il fratello più giovane, e tutti e tre si misero a leggerle. Davvero c'era un errore: uno stesso campo veniva nominato in tutte e due le lettere: era stato assegnato per sbaglio a tutti e due i fratelli.
- Allora lo lavoreremo insieme - dissero.
Tornarono al lavoro e i due aratri ora solcavano la terra uno accanto all'altro.
La pace non era stata ristabilita per sempre, perché occasioni di litigio ce ne sarebbero state ancora molte. Però, ogni volta, prima di mettersi a litigare, i fratelli si sedevano intorno al tavolo. E prima di cercare insieme un accordo, spezzavano il pane, come la madre aveva loro insegnato.
Segno di comunione
Pensate, non potrebbe essere anche per questo che Dio ci dona il pane in chiesa, perché viviamo in pace? Si, e perché diventiamo capaci di amarlo come Egli ha amato noi, come pure per farci capire che Egli è sempre con noi.
Anche la mamma di quei tre fratelli, benché morta, era come se -attraverso quel pane- fosse sempre vicina ai suoi figli.
Quando noi spezziamo il pane della S. Cena, Dio ci è ancora più vicino di quello. Gesù ce l'ha promesso.
CANTO DELL'INNO Nº
Testo biblico: Matteo 26:17-30
Pensieri sul testo
Riflettiamo brevemente sul testo che abbiamo letto.
(1) Gesù vuole celebrare insieme con i suoi amici più intimi la Pasqua. A Pasqua celebravano la liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù in Egitto. Prima di scappare dall'Egitto gli israeliti in famiglia mangiavano una cena a base di pane non lievitato, erbe amare, vino, e un agnello arrosto. Era simbolo che essi appartenevano ad un unico popolo che era amico di Dio, che poi li avrebbe liberati.
(2) Anche dopo quella cena con i suoi amici, Gesù sapeva che sarebbe successo qualcosa di terribile ma di significato altrettanto grande di quello della liberazione dall'Egitto. Gesù sarebbe stato arrestato, processato, e condannato a morte. Lui non aveva fatto alcun male. I suoi nemici però vogliono che Egli venga eliminato. Ecco così un'ultima cena per rinsaldare la loro amicizia. Da ora in poi tutte le volte che avessero fatto una simile cena, essi avrebbero commemorato quello che aveva fatto Gesù, e Gesù sarebbe stato in modo speciale vicino a loro.
(3) Fra i discepoli c'è un finto amico di Gesù, Giuda, che lo avrebbe poi tradito. Gesù, nonostante questo vuole mangiare anche con Giuda. Non lo manda via. Gli offre comunque la Sua amicizia. Forse quella cena fatta insieme gli avrebbe ammorbidito il cuore e servito per riconciliarsi con Lui?
(4) Il pane spezzato ed il vino versato sono simbolo di ciò che Gesù ha fatto per quelli che appartengono a Lui: dare la Sua intera vita per portare loro la salvezza eterna, pagare per loro il prezzo del loro peccato. Gesù si è lasciato spezzare il corpo, il Suo sangue è stato versato per coloro che per fede appartengono a Lui.
(5) In questa giornata noi non celebriamo "ufficialmente" la Santa Cena, ma vorrei
distribuire lo stesso un pezzetto di questo pane a ciascuno di voi: io credo che anche questo semplice gesto può diventare significativo.
i. per rinsaldare la nostra amicizia fra di noi;
ii. per sottolineare che Gesù vuole essere il nostro amico più caro: egli ci vuole dare i benefici della Sua vita, morte e risurrezione; Egli ci vuole accompagnare durante tutta la nostra vita con il Suo consiglio, la Sua correzione...
iii. Deve essere impegno per noi a conoscerci ed accettarci meglio l'un l'altro.
iv. Deve essere impegno a conoscere sempre meglio il Salvatore Gesù, ad apprezzarlo, a saper vedere quanto Egli possa essere importante per la nostra vita.
CANTO DELL'INNO Nº
Prima di distribuirlo, pensate se siete in pace con tutti veramente. Qualcuno ti è antipatico? Sei arrabbiato e in lite con qualcuno? Devi essere pronto a perdonare e a diventargli amico, nello stesso modo in cui doni quel pane. E soprattutto: sei veramente amico di Gesù? Sai quanto può essere meravigliosa la Sua amicizia? Prendendo quel pane devi dire al Signore: Signore, voglio conoscerti meglio e diventare tuo amico. (...)
- Spiegare l'iniziativa di 'Pane per tutti'.
CANTO DELL'INNO Nº
PREGHIERA
e consueta conclusione.
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