La grazia del libero accesso a Dio
(Efesini 3:1-13)
Introduzione
E' bello stare con qualcuno che si ama, che ti conforta, ti istruisce e ti dà sicurezza. Mio figlio Gabriele di quattro anno, scende spesso nel mio ufficio. Gli chiedo: "Che cosa vuoi?", ne lui mi risponde: "Nulla, voglio soltanto stare un po' con te", e allora lui si mette li da parte e anche se non mi dice magari nulla, è contento di stare semplicemente in mia compagnia, mentre lavoro. Sa che, in un certo senso, egli può "rifugiarsi" da me, e che lo accolgo senza mandarlo via; egli ha fiducia di me.
Lo stesso tipo di rapporto fiducioso è possibile -a certe condizioni- fra noi e Dio, Colui che ci ha creato e che sostiene la nostra vita. Potete voi dire: Io posso sempre rifugiarmi con fiducia alla presenza di Dio, perché Lui mi accoglie, Lui mi ama, Lui mi conforta, Lui mi istruisce e mi consiglia, Lui mi protegge? Potete voi dire: nella buona come nella cattiva sorte, nella gioia come nel dolore, Dio è per me un padre buono e un vero amico? Io ho Qualcuno che mi aiuta a portare i pesi e i dolori della vita; la morte non mi fa paura perché so che essa mi permetterà di entrare ancora meglio alla presenza di Colui che mi ama: potete voi dire questo?
Questo è il sentimento che esprime un testo della Parola di Dio che ho scelto oggi per voi affinché tutti possano dire proprio così e fare esperienza di un vivo rapporto con l'Eterno. Paolo dice: tutto questo è possibile "...secondo il proponimento eterno che egli attuò in Cristo Gesù, nostro Signore, in cui abbiamo la libertà e l'accesso a Dio nella fiducia mediante la fede in lui" (Ef. 3:11,12).
I. Il nostro testo
Il testo della Parola di Dio che vi ho letto fa parte della lettera dell'apostolo Paolo ai cristiani di Efeso. Paolo scrive questa lettera da un carcere. Come ci è finito? E' finito là dentro a causa della predicazione dell'Evangelo cristiano, la quale aveva causato opposizione da parte delle autorità, che la consideravano dannosa e una minaccia al loro potere (1).
Paolo è afflitto ma non si scoraggia: Dio provvederà alla sua liberazione, anzi, se questo non è nella volontà di Dio Paolo sa che persino la sua prigionia sarà funzionale alla maggior gloria di Dio ed alla diffusione dell'Evangelo, e questo gli basta.
Da dove gli viene questa forza, questa audacia? L'apostolo Paolo è consapevole di avere ricevuto l'incarico da parte di Dio di dispensare, elargire, distribuire, partecipare (9) al mondo la grazia di Dio (2), di annunziare fra tutte le genti "le imperscrutabili ricchezze di Cristo" (8) ora disponibili a tutti, di manifestare "la multiforme sapienza di Dio" (10).
Noi sappiamo che egli -per grazia di Dio- è stato uno dei più grandi apostoli del cristianesimo. Lui -come apostolo e ministro di Dio (7)- ha ricevuto per rivelazione (3) "l'intelligenza del mistero di Cristo" (4), rimasto fino ad allora occulto, nascosto in Dio (5,9): ora esso viene fatto conoscere dallo Spirito Santo attraverso profeti ed apostoli (5), come pure attraverso la comunità dei cristiani (10), perché questo è il preciso proponimento eterno di Dio (11).
In che cosa consiste questo straordinario e entusiasmante messaggio? In questo: se leghiamo strettamente con piena fiducia la nostra vita al Salvatore Gesù Cristo abbiamo libero accesso a Dio (12) ed entriamo a far parte di quel popolo che è titolare, per grazia di Dio, di meravigliose promesse e di una straordinaria eredità (6).
Il libero accesso a Dio attraverso la persona e l'opera di Gesù Cristo ha attinenza e rilevanza sia per la nostra vita attuale sia per la nostra condizione dopo la morte.
II. Il libero accesso a Dio oggi
Nella persona di Gesù Cristo noi abbiamo la grazia di conoscere Dio da vicino, non solo, ma anche del contatto intimo ed amichevole con Lui.
1. Gli atei. Molti atei e agnostici, quando Dio tocca il loro cuore e giungono alla conversione a Dio attraverso la persona e l'opera di Gesù Cristo scoprono questo come una meravigliosa ed inaudita esperienza: in Gesù Dio diventa per loro reale e vicino come non avrebbero mai sospettato, essi scoprono che veramente, come dice la Bibbia che "Vi è... un solo Dio, ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini; Cristo Gesù uomo" (1 Ti. 2:5).
Essi hanno preso coscienza del loro peccato e dell'incolmabile distanza che li separa da Dio e in Cristo scoprono la grazia di un Dio che si avvicina loro, la grazia di essere accolti perché in Lui in loro peccati sono stati perdonati, come pure la grazia della promessa che le loro preghiere possono essere da Lui accolte ed esaudite. Dio per loro torna ad essere, grazie a Gesù Cristo un amico, un Padre, una presenza vivente ed operante.
2. Molti "credenti". Da questo punto di vista gli ex-atei sono molto più avvantaggiati, perché oggi ci troviamo difronte a tanti cosiddetti credenti che presumono troppo facilmente di credere in Dio e di parlare con Lui "così, come se niente fosse, facilmente" come se Dio fosse sempre per loro "a portata di mano", al loro servizio, un'"amicone" al quale si dà una pacca sulla spalla.
Essi presumono troppo facilmente di essere a posto con Dio, senza preoccuparsi di aver mai seriamente considerato che Dio nella Bibbia rivela sé stesso come il "totalmente altro", il Santo, il tremendo, l'inavvicinabile, e che c'è un abisso che ci separa da Lui, a causa della radicale corruzione della nostra natura umana, assolutamente incompatibile con la Sua Santità.
Essi non conoscono o non prendono abbastanza seriamente la Bibbia quando afferma che, per avvicinarci a Dio si esige da ogni essere umano la conversione ed la confessione del peccato, si esige l'intervento dell'unico mediatore che ci sia dato, Gesù Cristo, il quale solo può, con la Sua opera applicata alla nostra persona, tramite la fede, renderci accettabili agli occhi di Dio.
Ma no, essi pensano che "non c'è problema" fra di loro e Dio anzi, essi affermano che Dio sia presente nel cuore di tutti gli esseri umani! Che menzogna questa, che terribile illusione, che chiara ignoranza e disprezzo per il messaggio della Bibbia!
Nel cuore umano non vi sono che idoli, e Dio ne resta ben lontano. Nel cuore umano c'è solo il proprio Io, assunto a dignità divina. Si tratta questo dell'inganno di Satana, fin dai tempi di Adamo ed Eva.
Ed allora hanno buon gioco e sono logica conseguenza di questo empio modo di pensare gli ingannevoli scritti della cosiddetta Nuova Era (la New Age). Chi siamo, secondo la Nuova Era? Noi siamo Dio! E' una citazione da Shirley McLaine: "Siamo tutti parte del divino. Dio è in ognuno di noi. Non c'è separazione fra Dio e noi. Non può esserci, altrimenti non esisteremmo"; "l'Io Supremo... è il vostro canale diretto verso le immense ricchezze del vostro potenziale umano"; "Ascoltandolo, nutrendo in esso una fiducia totale e comportandovi in base a quella fiducia, potrete risolvere i conflitti o semplicemente lasciarli cadere".
Non serve il Dio della Bibbia. l'Io supremo solo è "il nostro Dio interiore", tanto che, afferma la MacLaine "in ogni problema... medito... e lascio che il mio Io Supremo si riveli, conduco con lui un autentico dibattito, con la certezza che non mi darà mai un cattivo consiglio".
Non udite in queste parole l'inganno di Satana, il suggerimento del serpente dell'Eden?
L'incolmabile distanza che c'è fra noi e il Dio vero e vivente, prodotta dal peccato, può essere superata solo attraverso la fiducia nell'opera del Salvatore Gesù Cristo!
III. Il libero accesso a Dio domani
Consideriamo ora la grazia che Dio ci fa in Cristo del libero e fiducioso accesso di Dio che potremo avere al momento della nostra morte.
Se lasciamo ora da parte i materialisti e gli atei che non credono in Dio e nell'immortalità dell'anima umana (con loro c'è da fare tutto un altro tipo di discorso), molti anche fra di voi -anche in questo caso- si potrebbero identificare in due categorie di persone: gli ottimisti e i pessimisti.
1. Gli ottimisti. Per gli ottimisti l'annuncio della Bibbia che noi possiamo avere un libero e fiducioso accesso a Dio non fa problema: è come sfondare una porta aperta, visto che per loro Dio sarebbe "nel loro intimo" ed essi stessi "parte di Dio".
Per loro la morte sarebbe l'accesso a "un mondo meraviglioso e di luce", il passaggio "come attraverso un tunnel" alla presenza di Dio e di tutti i nostri cari già deceduti. Gli ottimisti accolgono con entusiasmo i libri dell'occultismo moderno stile New Age, magari quelli mistificanti della dottoressa Kübler Ross, la quale, fra l'altro, pure cerca, in un suo recente libro, di "sdrammatizzare" e di negare l'esistenza di un giudizio di Dio al quale, come dice la Bibbia, verremo sottoposti dopo la morte e al quale dovremo rendere conto della nostra vita. Concezioni superate, dicono, tutti saremo perdonati, e saremo tutti felici! Non lo testimoniano anche le esperienze registrate di coloro che hanno avuto temporanee esperienze di morte?
Ahimè, tutto questo -per la fede biblica che noi affermiamo, non è che menzogna e un tragico inganno di Satana. Il vocabolario italiano, alla voce Mistificare scrive: adulterare, falsificare, ingannare la buona fede altrui facendo apparire una cosa per un'altra, da cui: falsificatore, impostore, imbroglione, simulatore.
Chi la pensa così avrà delle brutte ed irreparabili sorprese, perché la Bibbia, autorevole Parola di Dio, lega indissolubilmente il nostro destino a come ci rapportiamo al Salvatore Gesù Cristo che disse: "Ho la morte in mio potere, in mio potere è il mondo dei morti" (Ap. 1:18 TILC).
2. I pessimisti. Per i pessimisti, quell'altra categoria, invece, la morte è "il re degli spaventi" (Gb. 18:14), uno sconosciuto ed un nemico che terrorizza, come sconosciuta e in fondo nemica è l'immagine di Dio, Giudice implacabile. In un certo senso il pessimista qui è molto più realista perché, come dice la Bibbia, "E' cosa spaventevole cadere nelle mani del Dio vivente" (Eb. 10:31).
Quando il profeta Isaia ebbe per la prima volta la visione gloriosa di Dio, egli pensava di essere fulminato all'istante perché Dio aveva detto a Mosè: "Tu non puoi vedere la mia faccia, perché nessun uomo mi può vedere e vivere" (Es. 33:20). Isaia allora esclama: "Ahimè! Io sono perduto, perché sono un uomo dalle labbra impure ed abito in mezzo ad un popolo dalle labbra impure" (Is. 6:5).
Isaia è consapevole della santità di Dio da una parte e della radicale corruzione umana dall'altra, come pure della totale incompatibilità delle due. Il pessimista dice realisticamente come lo stesso Isaia: "Le vostre iniquità hanno prodotto una separazione fra voi e il vostro Dio, ed i vostri peccati hanno fatto nascondere la sua faccia da voi, per non darvi ascolto. Poiché le vostre mani sono contaminate di sangue, le vostre dita di iniquità, le vostre labbra proferiscono menzogna, e la vostra lingua sussurra perversità" (Is. 59:3).
Il pessimista sa che deve scontare una colpa troppo grande per lui, che deve avere un mediatore fra lui e Dio che non sa trovare.
3. La soluzione è in Cristo
Per l'ottimista che si nutre di false certezze e di vane speranze, per il pessimista che non trova risposta alla propria angoscia e disperazione, come pure per altre categorie di persone in cui forse voi vi ponete, il nostro testo evangelico dà una chiara risposta, annuncia una straordinaria buona notizia.
Dio da sempre, dall'eternità, ha stabilito un suo preciso proponimento di salvare un vasto numero di persone nel contesto di questa umanità perduta e rovinata a causa del peccato, e di portarle nella gloria della Sua presenza. Questo proponimento Dio lo ha portato ad effetto, realizzato, attraverso la persona e l'opera del Salvatore Gesù Cristo.
La rivelazione biblica ci presenta il Salvatore Gesù Cristo come l'unica chiave che ci può aprire la porta della presenza di Dio. Gesù è Colui il quale può far si che la nostra iniquità sia rimossa, e il nostro peccato espiato: Egli si è offerto di pagare il prezzo della liberazione dalla nostra miseria temporale ed eterna subendo Lui al posto nostro, sulla croce, il castigo che noi meritavamo a causa del nostro peccato.
Gesù è il mezzo per cui possiamo venire adottati nella famiglia di Dio e diventare titolari, per grazia di Dio, di tutti i privilegi e di tutte le benedizioni che questo comporta. In Lui, in Gesù, possiamo ottenere la libertà, l'ardire, la piena assicurazione di poter accedere a Dio e godere così per sempre della Sua presenza. E' Gesù infatti, che ci mette in grado di chiamare Dio nostro Padre sicuri, questa volta si, della Sua più totale disponibilità e favore nei nostri riguardi.
Si, noi possiamo diventare accettevoli a Dio unendo strettamente la nostra vita al Salvatore Gesù Cristo, con una fede ed un'obbedienza senza riserve. E' soltanto in Gesù, uniti per la fede a Lui che possiamo avere l'ardire di avere libero accesso senza più timore alcuno al Trono della grazia.
Conclusione
E' bello stare con qualcuno che si ama, che ti conforta, ti istruisce e ti dà sicurezza. E' bello sapere che in Dio possiamo trovare forza, consiglio e sollievo nelle angosce della nostra vita e che anche la morte non ci fa più paura perché al di là di essa vi sono le amorevoli braccia di Dio che ci accolgono.
Dobbiamo però assicurarci di aver ciascuno di noi riposto la sua fiducia più incondizionata nel Salvatore Gesù Cristo, dopo avergli confessato le nostre vane speranze e le nostre angosce, dopo aver deposto ai suoi piedi il peso eterno del nostro peccato: solo allora potremo avere "la libertà e l'accesso a Dio nella fiducia".
Il profeta Isaia, dopo aver confessato davanti a Dio il suo peccato ebbe la gioia di vedere un angelo che gli toccò le labbra con un carbone ardente e che gli disse: "Ecco, questo ha toccato le tue labbra, la tua iniquità è rimossa e il tuo peccato è espiato" (Is. 6:7). Lasciamo che il Salvatore Gesù Cristo tocchi il nostro cuore e lo trasformi: solo allora potremo godere per sempre la presenza di Dio. Così possa essere per ciascuno di noi qui presenti.
(fine)
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