IL GRANDE MANDATO CHE CI VIENE RIVOLTO


"Ogni podestà mi è stata data in cielo e sulla terra. Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell'età presente. Amen" (Mt. 28:18-20).

Introduzione

Il testo che è stato scelto quest'anno come motivo conduttore della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani è molto importante.

Ci richiama come cristiani a rinnovare il nostro impegno di fede e di obbedienza a tutta la verità che Dio ci ha rivelato nella Bibbia, e ci richiama alle responsabilità che Dio ci ha affidato di diffondere nel mondo intero l'Evangelo della salvezza in Gesù Cristo, l'unico e solo possibile Salvatore che Dio abbia dato all'umanità per tirarci fuori dalle tragiche conseguenze del peccato, temporali ed eterne, sulla nostra vita.

Nello stesso tempo io credo che -per noi tutti che ci professiamo cristiani- questo testo ci richiami ad un seria verifica sul nostro operato, ad una seria confessione di peccato, e ad una seria svolta nella nostra vita.

Quante volte, infatti, abbiamo dubitato della verità che ci è stata rivelata nella Bibbia, quante volte abbiamo riveduto e corretto il suo messaggio per adattarlo al nostro comodo, alla nostra razionalità e logica, alle nostre umane tradizioni, quante volte non l'abbiamo vissuto fino in fondo e non abbiamo adempiuto in modo adeguato al mandato missionario che ci era stato posto davanti dal Signore Gesù Cristo.

Per questo -io credo, come cristiani- stiamo pagando, soprattutto in Europa, i nostri errori storici con un cristianesimo in ampia decadenza che non sa più rispondere alle reali esigenze delle persone a noi affidate, persone che sono diventate sempre più spesso come pecore senza pastore, senza più un saldo punto di riferimento, sballottate qua e là, come dice la Scrittura, da ogni vento di dottrina, e spesso "sbranate dai lupi" del momento, che hanno profittato di loro.

I. La legittima sovranità di Cristo

Il nostro testo inizia con una chiara affermazione della sovranità universale del Salvatore Gesù Cristo. Gesù dichiara: "Ogni podestà mi è stata data in cielo e sulla terra".

Come cristiani siamo chiamati a riaffermare senza alcun compromesso che c'è un solo Salvatore e un solo Evangelo pur essendovi diversi modi per evangelizzare e diverse possibili chiese.

Certo, uomini e donne in tutto il mondo, come creature di Dio, hanno una certa naturale conoscenza del Creatore perché, come afferma la Bibbia, la Sua impronta permane nel cuore umano e tutti possono riconoscerlo nelle Sue opere.

Questa rivelazione naturale, tuttavia, non è sufficiente perché da sola non rivela il proposito di Dio di salvare l'umanità attraverso il Suo unico Figlio Gesù Cristo. Questa rivelazione ci è stata data soltanto attraverso la Bibbia, Sua unica ed autentica Parola.

La rivelazione naturale, da sola, non può salvare perchè, il peccato che ci accomuna soffoca la verità, e ci porta su strade sbagliate, le strade dell'equivoco e dell'idolatria.

Per questo ritengo essenziale che noi respingiamo ogni sorta di compromesso con concezioni del mondo devianti e non bibliche, ogni sincretismo e ogni "dialogo" che sottointenda che Cristo parli in modo equivalente attraverso tutte le religioni ed ideologie.

Quello che Gesù di Nazareth rivela non è una delle umane risposte alla comune ricerca che l'uomo fa di Dio, ma la risposta che Dio dà alle aspirazioni di tutta l'umanità per porre fine alle sue ricerche.

Il mandato missionario di Gesù respinge ogni sincretismo ed ecumenismo che metta ogni sorta di religione in uno stesso indistinto pentolone, perchè tutto questo non dà a Cristo né al suo Evangelo il posto che loro spetta.

Gesù Cristo, il quale è il solo Dio-uomo e che s'è donato qual unico mezzo di riscatto per i peccatori, è il solo Mediatore fra Dio e gli uomini. Non v'è altro nome per il quale si abbia ad essere salvati. L'umanità perisce a causa del peccato, ma Dio l'ama e nel suo ambito Egli desidera operare salvezza, che tutti abbiano a ravvedersi. Coloro che rigettano Cristo rifiutano la gioia della salvezza e si condannano da loro stessi alla separazione eterna da Dio.

Proclamare Gesù come "Salvatore del mondo" non significa che tutti gli uomini siano automaticamente o in fin dei conti salvati, né tantomeno che tutte le religioni offrano la salvezza in Cristo. Ciò vuole piuttosto dire che è necessario proclamare l'amore di Dio per un mondo peccatore, invitare tutti a volgersi verso di lui come Salvatore e Signore e darsi a lui personalmente in un atto di pentimento e di fede.

Gesù Cristo è stato elevato al di sopra di ogni nome; noi aspettiamo ardentemente il giorno in cui ogni ginocchio si piegherà davanti a lui ed ogni lingua lo confesserà come Signore.

II. Evangelizzare

"Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli", dice il nostro testo. Evangelizzare secondo la Bibbia, significa spandere la buona notizia che Gesù Cristo è morto per i nostri peccati, che è risuscitato dai morti secondo le Scritture, che regna in quanto Signore e che ora offre, a tutti coloro che credono in Lui e si ravvedono dai loro peccati, il perdono dei peccati e il dono dello Spirito Santo per renderci liberi.

La nostra presenza cristiana nel mondo diventa così indispensabile per l'evangelizzazione, come pure lo è un dialogo aperto per meglio comprendere il nostro prossimo.

L'evangelizzazione in sé, però, è proclamazione del Cristo: persuadere gli uomini a venire a Lui per essere riconciliati con Dio.

E' chiaro che, per essere autentici discepoli di Cristo, vi sia anche un costo da pagare. Quando noi trasmettiamo l'invito dell'Evangelo, non abbiamo il diritto di nascondere quanto costi l'essere discepoli di Cristo in termini di personale impegno.

Gesù continua a chiamare coloro che vogliono seguirlo, e li chiama a rinunciare a loro stessi, a caricarsi della loro croce e a identificarsi con la comunità di coloro che gli appartengono. Il testo infatti dice: "...battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato".

Conseguenze dell'evangelizzazione sono l'ubbidienza a Cristo, l'integrazione nella comunità dei cristiani e un servizio responsabile nel mondo al prossimo.

III. Educazione nella verità rivelata

Il comando di "...insegnare loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato" implica poi un chiaro impegno di insegnare e vivere la verità rivelata.

E' necessario così che noi affermiamo chiaramente la divina ispirazione, la verità e l'autorità della Scrittura, dell'Antico e del Nuovo Testamento nella loro totalità. Essa è la sola parola scritta di Dio, senza errore in tutto ciò che afferma, unica autorità che possa dirsi infallibile regola di fede e di condotta.

L'autorità delle Sacre Scritture, per la quale devono essere credute ed obbedite, non dipende dalla testimonianza di alcun uomo, o chiesa, ma completamente da Dio (che è verità in sé stesso), loro autore, e devono quindi essere ricevute, perché è la Parola di Dio.

Tutto ciò che la Scrittura dichiara -è vero- non è allo stesso modo ovvio né chiaro per tutti, ciononostante quelle cose che è necessario conoscere, credere ed osservare per la salvezza, sono così chiaramente proposte, ed aperte in una parte o in un'altra delle Scritture, che non solo l'erudito, ma anche l'incolto con mezzi ordinari, può arrivare a comprendere in modo sufficiente.

E' necessario così che noi affermiamo che questa parola è potente per compiere il piano di salvezza di Dio nel cuore che la riceve. Il messaggio della Bibbia è rivolto a tutta l'umanità perchè la rivelazione di Dio in Cristo, così come la troviamo nella Scrittura, non può cambiare. Attraverso di essa lo Spirito Santo continua a parlarci ancora oggi.

In ognuna delle diverse culture esso illumina l'intelligenza del popolo di Dio perchè esso colga in modo nuovo e personale la verità divina e sia manifestata a tutta la Chiesa l'infinitamente varia sapienza di Dio.

IV. La promessa della Sua presenza

Se noi, saremo così fedeli al Salvatore Gesù Cristo, saremo indubbiamente efficaci perchè la Sua promessa è chiara: "Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell'età presente. Amen".

Cristo rimane con noi perché dà a ciascun credente il dono dello Spirito Santo. Dobbiamo credere nella potenza dello Spirito Santo. Il Padre ha mandato il suo Spirito per testimoniare del Figlio: senza la sua testimonianza, la nostra è vana.

E' lo Spirito che produce in noi la convinzione di peccato, la fede in Cristo, la nuova nascita e la crescita nella vita cristiana. Ma lo Spirito Santo è anche uno spirito missionario, per questa ragione l'evangelizzazione dovrebbe scaturire spontaneamente da una chiesa riempita dallo Spirito. Quando una chiesa non è missionaria, essa è in contraddizione con sé stessa. Quando lo spirito rinnoverà la chiesa nella verità, nella sapienza, nella fede, nella santità, nell'amore, nella potenza, allora l'evangelizzazione su scala mondiale diventerà una reale possibilità. Per questo è essenziale che tutti i cristiani di preghino Iddio per una tale manifestazione del suo Spirito sovrano in modo tale che il suo frutto sia manifesto in tutti coloro che gli appartengono e che tutti i suoi doni possano arricchire il corpo di Cristo. Solo allora la chiesa intera diventerà un utile strumento nella sua mano e tutta la terra potrà ascoltare la Sua voce.

V. Cooperazione

Una parola infine sulla cooperazione di tutti i cristiani nell'evangelizzazione. Per un'evangelizzazione efficace, io credo che sia essenziale la cooperazione di tutti i cristiani che si muovono su questa chiara base.

Iddio vuole che la sua chiesa sia una nella verità in maniera visibile. Dal suo lato l'evangelizzazione ci esorta ad essere uniti perchè l'unità rinforza la nostra testimonianza, mentre le nostre divisioni indubbiamente svalutano l'Evangelo della riconciliazione.

Quelli però che condividono la stessa fede biblica, devono essere intimamente uniti nella comunione fraterna, in vista del comune compito e testimonianza.

Dobbiamo chiaramente confessare che qualche volta la nostra testimonianza è stata indebolita dal nostro colpevole individualismo e da un'inutile dispersione. Per questo dobbiamo impegnarci a ricercare un'unità più profonda nella verità, nell'adorazione, nella santità e nella missione. E' importante la cooperazione a livello locale per aiutare la chiesa universale a proseguire il suo compito, per elaborare dei piani strategici, per incoraggiarci reciprocamente e per condividere risorse ed esperienze.

Conclusione

Più di 2700 milioni di persone, cioè due terzi dell'umanità, devono ancora essere evangelizzati e non necessariamente in chissà quale lontano paese. Io credo che dobbiamo vergognarci per il fatto che si siano trascurate così tante persone, ciò costituisce per noi e per la chiesa un rimprovero costante.

Il materialismo, l'indifferenza e la confusione è grande intorno a noi: non dobbiamo però perdere la speranza. Iddio continua anche oggi ad operare affinché molti uomini e donne, in tutto il mondo, siano aperti al Signore Gesù e lo ricevano con gioia.

Dobbiamo pregare senza stancarci per la salvezza di coloro che non sono ancora stati raggiunti e compiere nuovi sforzi per dare un decisivo impulso all'evangelizzazione del mondo. In un paese già evangelizzato, può essere qualche volta necessario ridurre il numero dei missionari stranieri e ridurre l'aiuto finanziario per facilitare la crescita della chiesa indigena ed aiutarla così ad avere maggiore fiducia in sé stessa, e nel medesimo tempo liberare dei fondi da destinarsi a regioni non ancora evangelizzate.

Il nostro sforzo dovrebbe essere quello di ottenere, attraverso tutti i mezzi disponibili e nel più breve tempo possibile, che ogni persona possa ascoltare, comprendere ed accettare la buona novella. Tale scopo non potrà certamente essere raggiunto senza sacrificio.

Tutti siamo scioccati dalla povertà di milioni di esseri umani e turbati dalle ingiustizie che ne sono la causa. Saremmo però miopi ed illusi se pensassimo che solo l'azione politica e la necessaria solidarietà potesse risolvere tutti i loro problemi. Per loro come per noi la radice ultima di ogni problema e sofferenza umana è il peccato, e dobbiamo essere convinti che solo quando si risolverà il problema del peccato tramite la conversione dell'intera persona al Salvatore Gesù Cristo si sarà loro dato un significativo contributo di liberazione.

E' per questo che dobbiamo accogliere con estrema serietà l'impegno ad evangelizzare che ci viene rivolto dal testo biblico propostoci quest'anno. Il grande mandato del Signore Gesù Cristo rivolto a tutti i suoi discepoli non è semplicemente una proposta o un'opzione, ma un comando indiscutibile.

Paolo Castellina,

pastore evangelico, Stampa (GR).


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