"Sia ringraziato Dio per il Suo dono ineffabile"

(2 Co 9:15).


Introduzione

Potremmo definire il Natale come la festa del dono, la celebrazione e la pratica della generosità nel dare, una preziosa opportunità per dimostrare tangibilmente la sostanza del nostro amore non solo verso i nostri bambini o i nostri cari, ma verso tutti coloro che, nel nostro mondo, sono fra i più bisognosi.

Parlare di generosità a Natale comporta dei rischi perché a Natale viene promosso già fin troppo consumismo, e poi il nostro amore non si misura necessariamente dal valore monetario del nostro dono. Eppure la generosità è un aspetto essenziale di questa nostra celebrazione.

Nel capitolo da cui questo testo è tratto l'apostolo Paolo esorta i cristiani di Corinto ad essere generosi nei loro doni verso i fratelli e le sorelle di Gerusalemme che erano in gravi ristrettezze, l'avete udito, e termina rammentando loro del dono più grande che mai sia stato loro dato con quest'unica espressione di lode: "Sia ringraziato Dio per il Suo dono ineffabile".

Per quanto si possa essere generosi nei nostri doni, si può sempre "monetizzare", dare un valore oggettivo al dono che abbiamo fatto: ad es. il mio dono vale 100 franchi, vale 500 franchi, vale 1000 franchi. Il dono che però per primo Dio ci ha fatto, è ineffabile, cioè inestimabile, non lo puoi monetizzare, è di valore infinito.

L'Evangelo potrebbe essere definito con due verbi: donare e perdonare, difatti, quando esso opera con efficacia in un cuore umano esso produce due effetti: ci spinge a perdonare generosamente e a dare generosamente. Il cuore generoso di Dio genera negli esseri umani cuori generosi, e coloro che vivono di una tale generosità vengono spinti dal Suo Spirito ad imitare quella generosità in base alle proprie disponibilità.

Oggi però non vorrei tanto soffermarmi sul tema della generosità, anche se sarebbe più che pertinente, vorrei cercare di intendere il senso profondo di ciò che l'apostolo dice quando scrive: "Sia ringraziato Dio per il Suo dono ineffabile", e vorrei farlo soffermandomi su tre pensieri (1) la salvezza è completamente dono di Dio e che come tale deve essere ricevuta; (2) poi che questo dono è ineffabile, cioè che la sua grandezza non la si può esprimere adeguatamente con parole e (3) che per esso dobbiamo veramente rendere grazie a Dio.

 

I. La salvezza è completamente dono di Dio

Paolo dice: "Sia ringraziato Dio per il Suo dono ineffabile". Noi tutti siamo, a causa della nostra miseria e peccato, indegni di comparire alla santa presenza di Dio e irrimediabilmente perduti. L'Evangelo di Gesù Cristo, però, è il messaggio che Dio ci salva, ci riabilita davanti a Lui, per sola grazia, mediante la fede in Gesù Cristo. Quello che noi non potremmo mai in alcun modo né meritare né guadagnare, Dio ce lo dona a causa della Sua immensa generosità, tramite l'opera compiuta da Gesù Cristo. Questa verità l'abbiamo spesso predicata, ma la continueremo a predicare fintanto che ci saranno persone che pensano di "essere a posto" davanti a Dio o che pretendono di guadagnarsi la salvezza da soli, fintanto che tutti non avranno compreso una volta per tutte il significato della parola "grazia", cioè "l'immeritato favore" che Dio ci fa in Cristo.

1. La salvezza non può essere che un dono di Dio. La Parola di Dio sottolinea sempre che davanti a Dio noi tutti siamo dei malfattori che vivono, ed è un dato di fatto, nel più completo disprezzo della legittima Sua autorità sulla nostra vita e nella più totale negligenza di ciò che Egli ci ha comandato nella Sua Parola. Noi meritiamo la Sua inappellabile e giusta condanna, e la giusta condanna che la Sua parola stabilisce per chi Lo disprezza e non vive in armonia con la Sua Parola è la morte. Salvezza e riabilitazione sarebbero per noi possibili solo se qualcuno venisse e pagasse lui stesso il prezzo del nostro peccato, se qualcuno venisse e offrisse di ...morire al nostro posto per soddisfare le esigenze della giustizia di Dio. Chi mai potrebbe farlo? Chi mai vorrebbe farlo se questo fosse possibile? Siamo esseri abietti, spregevoli ed ignobili davanti a Dio, che nulla meritano.

L'eterno Figliolo di Dio però è venuto in mezzo a noi come uomo e su quella spaventosa croce si è caricato Lui stesso della pena che noi avremmo meritato e ha pagato Lui il prezzo della nostra salvezza, fra pene e torture atroci. Gesù il Cristo è uscito dalla gloria e beatitudine di Dio e ha donato completamente Sé stesso per noi. Come potremmo noi mai pensare di meritare una cosa simile? In quale altro modo potremmo noi pensare di ricevere la salvezza se non per grazia e come dono di Dio. La salvezza è l'inestimabile dono dell'amore immeritato di Dio.

2. La salvezza non è per opere. Vi sono molti poi che si ostinano ad affermare che la salvezza sia qualcosa che dobbiamo guadagnarci con le nostre buone opere, ma anche la Bibbia ed ogni fedele predicatore della Bibbia si ostinerà a ribadire che le opere umane, per quanto buone esse siano, non potranno mai essere base sufficiente per meritare salvezza davanti a Dio. Dice la Bibbia: "Siamo tutti come una cosa impura, e tutte le nostre opere di giustizia sono come un abito sporco"1. La nostra salvezza è qualcosa che dobbiamo ricevere -una volta confessata la nostra totale impotenza- dalle generose mani di Cristo, e questa è la fede. La salvezza è dono della grazia di Dio ricevuta dalle mani della fede, tese verso Cristo. Dice l'apostolo Paolo: "Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno se ne glori"2. Qualcuno ha detto: "La fede è il portiere che è stato incaricato ad aprire le porte della salvezza, perché quella porta gira sui cardini della generosa grazia di Dio".

3. Sante opere sono esse stesse un dono. Non possiamo inoltre essere salvati attraverso le nostre buone opere perché il compiere opere autenticamente buone e gradite a Dio è esso stesso un dono. Se avete fede, e gioia, e speranza, chi ve le ha date? Non sono sorte spontaneamente dal vostro cuore. Sono state seminate là da una mano generosa. Se avete vissuto una vita che è gradita a Dio perché rivolta con amore verso di Lui e verso il vostro prossimo, se avete servito la volontà di Dio come fedeli membri della Sua chiesa, dove avete preso la forza necessaria per farlo? Non ve l'ha forse data Colui che "opera tutte le cose in tutti"3? Avreste forse potuto compiere la vostra salvezza con timore e tremore4 se Dio non avesse operato in voi il volere e l'operare, per il Suo beneplacito?5. Come potete quindi pensare che le vostre opere meritino una ricompensa se vi sono state donate da Dio? Opere che siano gradite a Dio sono il risultato di una vita che per grazia Sua Dio ha rinnovato e che ha sospinto a bene operare. Dice la Bibbia: "Noi siamo infatti opera Sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha precedentemente preparato, affinché le compiamo"6.

4. I privilegi che comporta. Quali sono poi i privilegi che la salvezza comporta? E' inconcepibile il solo pensiero di poterli guadagnare! Sono tanto gloriosi da essere al di là di ogni capacità umana di conseguirli. Quali sono?

© Il perdono dei peccati secondo le ricchezze della Sua grazia7. Colui che ripone la sua fiducia nell'opera espiatrice di Cristo viene lavato da ogni colpevolezza, come se non avesse mai peccato. Chi mai potrebbe meritare una cosa del genere?

© Poi, chiunque crede in Cristo è giustificato, considerato da Dio come perfettamente giusto. La giustizia di Cristo gli è stata accreditata, Dio lo ha accettato8. In che modo mai potremmo noi, contaminati dal peccato dalla testa ai piedi, meritare di essere rivestiti dalla veste sontuosa della divina giustizia di Cristo e diventare giustizia di Dio in Lui9? E' inconcepibile! Un tale privilegio può venirci solo dalla infinita generosità di Dio.

© Inoltre "Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio"10. Uno solo è il Figlio di Dio, Cristo, e nessuno di noi può osare di chiamarsi figlio di Dio se questo privilegio non gli è stato concesso da Dio Padre scegliendo deliberatamente di adottarlo. La Bibbia dice dei credenti: "...avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della Sua volontà"11. Come potremmo mai comprarci questo titolo? E poi essere figli comporta il diritto all'eredità.

© E ancora "Non sapete voi che i vostri corpi sono membra di Cristo?"12. Come spiegare una cosa simile? Ogni credente è come sposato indissolubilmente con Cristo. Con quale possibile nostro merito potremmo solo sperare di avere una tale ed eterna unione con Cristo? Con quale prezzo mai potremmo acquistare questo privilegio. Una tale certezza è possibile solo come conseguenza di un dono dell'amore di Dio!

© Ma non basta, ascoltate ancora. Per conseguenza della nostra unione con Cristo, Dio lo Spirito Santo viene a dimorare in ogni credente. Il nostro corpo diventa il Suo tempio. Dio dimora in noi e noi dimoriamo in Dio! Potremmo noi mai meritarlo? Ma neanche ne noi adempissimo perfettamente la legge di Dio! E poi tutti i doni a noi disponibili tramite lo Spirito Santo: per esempio la pace con Dio e di Dio nel nostro cuore. Come pensereste mai di ottenerla se non come dono di Dio? "Io vi do la mia pace" dice Cristo13.

© ...e se tutto questo ancora non vi convince, diamo ad uno sguardo al grande numero dei salvati in cielo, come l'Apocalisse ce li descrive. Sono arrivati là per merito loro? Giovanni dice: "Chi sono costoro che sono coperti di vesti bianche, e da dove sono venuti?" e la risposta è: "Costoro sono... quelli che hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell'Agnello"14.

Dal principio alla fine, come vedete, la salvezza è dono di Dio, e che cosa può essere più accessibile che un dono? Come potremmo mai noi acquisire tutto questo da soli. I credenti di cui la Bibbia testimonia all'unisono cantano: "Non a noi, o Eterno, non a noi, ma al Tuo nome dà gloria, per la Tua benignità e per la Tua fedeltà"15.

II. E' un dono ineffabile

Rivolgiamo ora la nostra attenzione a come il nostro versetto definisce il dono di Dio: "Sia ringraziato Dio per il Suo dono ineffabile". Ineffabile significa che non si può esprimere con parole, indicibile. Vuol dire forse che di questo dono non si può parlare? ...ma il pastore Castellina non fa altro che parlarne, anzi, egli cita sempre quel versetto che dice che nelle sue prediche egli si è proposto di non parlare mai d'altro che di Cristo e di Lui crocefisso16! Certo, perché Cristo è la sostanza e la somma del dono inestimabile che Dio ci fa, e Lui non potrà mai venirci a noia: è un pozzo inesauribile di sapienza e da nessun altra parte può essere trovato ciò che si trova in Cristo!

1. Cristo è ineffabile nella sua persona. Egli è perfetto uomo e perfetto Dio. Chi mai potrebbe adeguatamente descriverLo? "In Lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità"17. Egli è "Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della Pace"18. Colui che "è al di sopra di ogni principato, potenza, signoria e di ogni nome che si nomina non solo in questa età, ma anche in quella futura"19, la Parola eterna di Dio, "si è fatto carne ed ha abitato fra noi"20. E tutto questo perché? Per redimerti, o tu che credi. Dio ha dato Sé stesso per te per essere il tuo Salvatore. Davvero questo è un dono indicibile!

2. Cristo è ineffabile nel Suo abbassamento e nella sua morte. Potreste mai immaginare che cosa è significato per Lui lasciare il trono della Sua gloria e nascere nel puzzo di una stalla? L'Eterno diventa un bambino, cullato sulle ginocchia di una donna. Eccolo nella bottega di un falegname, obbediente ai suoi genitori. Eccolo in grande povertà, senza avere un posto dove poggiare il capo, eccolo assetato, a chiedere ad una peccatrice di darli un po' da bere. E' indicibile! Eccolo "Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza, simile ad uno davanti al quale ci si nasconde la faccia, ...disprezzato, senza alcuna stima"21 da parte dei più, Lui che davanti al quale tutti gli angeli si inchinavano. E poi, tradito da Giuda, abbandonato dai suoi amici, flagellato, riceve sputi in faccia, accusato ingiustamente, incoronato di spine, inchiodato su una croce, muore fra sofferenze indicibili. Perché ha fatto questo? Per salvarci. Un tale Salvatore è veramente un dono ineffabile!

3. Cristo è ineffabile nella Sua gloria. Quando pensiamo poi alla Sua risurrezione, alla Sua ascensione in cielo, alla Sua gloria alla destra di Dio, ci sono parole per descriverlo? Che qualcuno nella Sua posizione sia il dono di Dio per noi, che ci largisce tutte le ricchezze dello Spirito Santo, che lassù Egli interceda per noi, e che persino tornerà ancora per portarci con sé, davvero si tratta di qualcosa di indicibile!

4. Cristo è ineffabile in ciò che opera nel credente. Non è poi al di là di ogni immaginazione ciò che Egli opera nella persona che in Lui ripone la sua fiducia? Egli dall'eternità l'aveva scelta, a suo tempo la chiama, la rigenera, la porta alla fede e all'amore, la giustifica, la santifica, e poi verrà insieme con Lui glorificata e resa simile all'immagine di Lui stesso. Potremmo mai spiegare a parole il miracolo della nuova nascita che Egli opera attraverso il Suo Spirito Santo, nella vita del credente? Non sorprende che gli increduli non capiscano ciò di cui stiamo parlando quando parliamo della potenza di Cristo a salvare e rigenerare chiunque crede e a capovolgergli il suo destino eterno! Che miracoli indicibili!

5. Non si finirebbe più di parlarne. Del dono che Dio ci fa in Gesù Cristo non si finirebbe più di parlarne. Spesso mi sono chiesto di che cosa abbia mai parlato il pastore Alberto Martinengo nei suoi 78 anni di servizio e di predicazioni soltanto nella comunità di Stampa nel '600. Dicevo: la comunità si sarà stufata di ascoltarlo per così tanto tempo! Eppure, se egli predicava Cristo, nemmeno 78 anni di servizio sarebbero stati bastati per descrivere la Sua gloria, e per parlarne, intendiamoci, senza annoiare mai! E quando poi, secondo le Sue promesse, tutti coloro che Dio salva saranno per sempre in cielo con Lui, pensereste davvero di esaurire lassù tutti i nostri argomenti di conversazione su di Lui? Lo vedremo quale Egli è, ma le risorse del nostro linguaggio saranno ancora limitate e non se ne troveranno mai abbastanza per parlarne appieno. Davvero Cristo è un dono ineffabile!

 

III. Dobbiamo rendere grazie

Ed ecco l'ultimo punto: di questo ineffabile dono noi dobbiamo ringraziare il Signore. Il testo dice: "Sia ringraziato Dio per il Suo dono ineffabile". L'apostolo qui non ringrazia Dio solo personalmente, ma invita pure noi a ringraziare Dio per il preziosissimo dono che ci ha fatto: Cristo Gesù. Diciamolo ora di tutto cuore: "Sia ringraziato Dio per il Suo dono ineffabile"!

Alcuni non possono dire questo grazie a Dio, perché non ci pensano mai! Se però ci pensiamo bene, non possiamo fare altro che ringraziare con estrema riconoscenza. Non è nulla per voi che Dio abbia dato il Suo unico Figlio Gesù Cristo affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna22? Riflettete. Potreste mai dire davanti a tutto questo: Non mi importa nulla di Cristo? Sareste così pazzi? Riflettete e cominciate a ringraziare il Signore, senza ritardo!

Altri non possono dire: "Sia ringraziato Dio per il Suo dono ineffabile" perché non sanno se questo dono l'abbiano ricevuto oppure no. Qualche volta pensano di si, altre volte pensano di no! Non tollerate dubbi su questo argomento. La Bibbia ci esorta: "Afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato!"23. Cerca di conoscere Cristo, confessaGli il tuo peccato, confida in Lui totalmente, e ricevi la certezza di chi ha affermato a chiare lettere: "Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita"24. Allora potrai unirti a noi e dire: "Sia ringraziato Dio per il Suo dono ineffabile".

Uniamoci allora a questo rendimento di grazie. Ringraziamo Dio perché è Lui che ci ha dato come Salvatore il Suo Figliolo Gesù Cristo. Ringraziamolo spontaneamente, a tempo e fuori di tempo. L'apostolo Paolo era tutto occupato quel giorno a tirare su il denaro sufficiente per venire in soccorso ai cristiani poveri della Palestina, e cercava di convincere i Corinzi a dare generosamente: ciononostante i suoi pensieri ritornano sempre sul meraviglioso dono di Dio in Cristo e il suo ringraziamento è qualcosa che gli esce dal cuore nonostante le circostanze. Così anche noi, possiamo essere occupati in tante cose, e anche magari travagliati ed afflitti, ma se ci pensiamo, anche nell'afflizione più profonda, possiamo essere consolati dal solo pensiero di ciò che Dio ci ha dato in Gesù Cristo, ed allora esplodere spontaneamente, come Paolo e Sila, nelle catene, nel buio, e nella puzza di un carcere sotterraneo: "Sia ringraziato Dio per il Suo dono ineffabile".

Soprattutto però ringraziatelo praticamente: ringraziate Dio facendo qualcosa di significativo che provi la vostra gratitudine! E' una povera gratitudine quella che è fatta solo a parole!

Come si può essere a Dio riconoscenti in pratica? Prima di tutto condividendo il dono dell'Evangelo a quanti ne sono privi e non lo conoscono! Fate conoscere agli altri il dono di Dio in Gesù Cristo, a quanti non si rendono conto di quanto sia prezioso, a quanti lo disprezzano, a coloro che sono poveri spiritualmente. E poi dimostriamo di aver compreso il dono di Dio donando a nostra volta generosamente a chi è nel bisogno materiale, vicino o lontano che sia, operando solidarietà concreta, pace, giustizia, amore, conforto: tutto quello che noi abbiamo dobbiamo saperlo condividere con gli altri generosamente perché Dio in Cristo generosamente ha dato tutto Sé stesso per noi. Dobbiamo essere Suoi imitatori se vogliamo veramente ringraziarlo: Donare e perdonare deve anche essere il nostro stile di vita!

A Natale celebriamo la generosità di Dio che ha donato il Figlio Suo Gesù Cristo per la nostra salvezza. A Natale Dio ci aiuti a magnificare il Suo Figlio: a Lui solo ogni onore e gloria! Eleviamo verso di Lui i nostri "alleluia", "Sia ringraziato Dio per il Suo dono ineffabile"! Amen.

Note

(1) Is. 64:6; (2) Ef. 2:8,9; (3) 1 Co. 12:6; (4) Fl. 2:12; (5) Fl. 2:13; (6) Ef. 2:10; (7) Ef. 1:7; (8) Ro. 14:3; (9) 2 Co. 5:21; (10) 1 Gv. 3:1; (11) Ef. 1:5; (12) 1 Co. 6:15; (13) Gv. 14:27; (14) Ap. 7:13,14; (15) Sl. 115:1; (16) 1 Co. 2:2; (17) Cl. 2:9; (18) Is. 9:5; (19) Ef. 1:21; (20) Gv. 1:14; (21) Is. 53:3; (22) Gv. 3:16; (23) 1 Ti. 6:12; (24) Gv. 5:24. Questo sermone è un adattamento e riduzione di quello pronunciato da C.H. Spurgeon a Londra il giorno 13 marzo 1892, e pubblicato su: "Metropolitan Tabernacle Pulpit, volume 38/1892, Edimburgh: The Banner of Truth Trust, 1991, p. 121 ss. In questo testo, p. 3158.


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