Non commettere adulterio!

Il settimo comandamento è: "Non commettere adulterio" (Es. 20:14).


Introduzione

Il sesso è diventato un ossessione per il mondo moderno. L'espressione della sessualità, il "fare all'amore", come si dice, sembra essere la cosa, il problema più importante che ci sia nella vita.

Il tutto pare essere cominciato già da quando Sigmund Freud, il famoso psicanalista, erroneamente aveva affermato che tutti i problemi psicologici dell'essere umano nascono dalla repressione dei nostri istinti sessuali. Messaggio quanto mai allettante, da allora tutti si sono dati da fare a eliminare il più possibile tutti i pregiudizi sul sesso, tutti i tabù, tutte le regole e le limitazioni, considerate sempre di più come innaturali camicie di forza, un attentato al libero perseguimento della felicità umana

 

 

Il pensiero moderno, che si sbarazza di ogni obbligo... e di ogni speranza, ci dice di profittare della vita al massimo e subito: fate ciò che vi piace fintanto che potete, e siate felici!

Il sesto comandamento ha a che fare con l'uso che facciamo della nostra sessualità.

L'aspetto sessuale della natura umana è parte integrante di ciò che Dio ha creato fin dall'inizio, e quindi è molto buono, bello, santo. Come ogni altra cosa che Dio ha creato, però, anche l'aspetto sessuale della nostra natura deve muoversi nei limiti assegnatigli da Dio, i quali ne garantiscono il corretto funzionamento, limiti che Egli ci ha oggettivamente ed inequivocabilmente rivelato attraverso le pagine della Bibbia.

Ogni infrazione alla buona, santa e giusta volontà di Dio, in ogni campo, è da considerarsi peccato che altera e guasta l'ordine stabilito e che sottopone il trasgressore e l'ambiente in cui vive ad inevitabili conseguenze negative. Questo vale evidentemente anche per tutto ciò che riguarda la sfera sessuale della nostra vita.

La Bibbia inquadra la sessualità umana nel contesto del matrimonio, cioè del solenne patto che unisce un uomo e di una donna per fare di essi un'unità funzionale, funzionale all'integrità, alla completezza della loro persona come pure alla propagazione della razza. Infrangere in ogni modo immaginabile i limiti posti alla sessualità umana nel contesto del matrimonio cade sotto l'ambito della proibizione a cui fa riferimento il settimo comandamento.

2. Il riferimento di base

Il settimo comandamento _À _À _1, preso nel suo senso letterale proibisce di avere rapporti sessuali con la moglie o la fidanzata di un altro uomo.

La religione ebraica considera l'adulterio un crimine molto grave contro Dio, l'uomo, e la società, l'infrazione di un patto solenne contratto davanti a Dio. Esso disonora Dio perché pone la volontà umana al di sopra della Sua, un deliberato ed inutile atto di ribellione, la forma più alta di furto, cioè rubare la carne stessa del nostro prossimo, svilire la dignità della donna, abbassarsi come un animale senza intelligenza a soddisfare le proprie voglie, un mezzo per distruggere la propria reputazione, un essere privi di senno e di intendimento, ecc. Era un crimine punito molto severamente sotto la legge mosaica.

Gli uomini di Dio dovevano disciplinare i propri occhi (Gb. 31:1; cf. 2 Pi. 2:14). La prostituzione era pure proibita (Le. 19:29), l'omosessualità (Le. 18:22; De. 23:18), la bestialità (Es. 32:19), e il travestitismo (De. 22:5) erano pure considerati violazioni della santità del matrimonio.

In positivo il matrimonio doveva essere osservato sia come atto (1 Co. 7:2) che come istituzione sociale (Ef. 5:23). Era da tenersi in alto onore (Eb. 13:4). Il matrimonio veniva celebrato come solenne patto fatto davanti a Dio (Pr. 2:17), richiedeva la capacità del marito di mantenere una famiglia (Pr. 24:27), ed amore per la propria moglie (Pr. 5:15-19; cf. Ef. 5:25).

L'alleanza del matrimonio, e l'infrazione del matrimonio (adulterio) vengono spesso usate come figura per descrivere i rapporti fra Dio ed il Suo popolo eletto.

Nel Nuovo Testamento il concetto viene ancora di più rafforzato. Viene negata all'uomo la libertà sessuale. Marito e moglie hanno obbligo di fedeltà. Gesù persino abolisce le eccezioni pure previste dall'Antico Testamento.

La grande serietà di Gesù per quanto riguarda il peccato dell'adulterio va di pari passo però con la Sua misericordia verso il peccatore, che comunque non scusa il peccato, ma richiede in ogni caso ravvedimento.

3. Una questione di purezza

Nel settimo comandamento si prescrive la preservazione della castità propria e dell'altrui persona, in cuore, parola e comportamento [1 Co. 7:2-5.34,36; Cl. 4:6; 1 Pi. 3:2].

Nel settimo comandamento si proibisce ogni pensiero, parola ed azione non casta [Mt. 15:19; 5:28; Ef. 5:3,4].

Non c'è nulla di male nel sesso, né è sbagliato soddisfare il proprio impulso sessuale nei limiti stabiliti da Dio. Il sesto comandamento proibisce l'abuso e la perversione della sessualità, la soddisfazione illecita del proprio impulso sessuale. Qui è proibito (1) il rapporto sessuale fuori dal matrimonio (fornicazione). "Se un uomo trova una fanciulla vergine che non sia fidanzata, e l'afferra, e si giace con lei... ella sarà sua moglie, perché l'ha disonorata" (De. 22:28,29); (2) l'adulterio, cioè l'avere rapporti sessuali con una persona sposata; (3) la bestialità, cioè avere rapporti sessuali con un animale; (4) l'omosessualità, cioè avere rapporti sessuali con una persona dello stesso sesso. "Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole" (Le. 18:22).

Come Dio ci rende capaci ad essere padroni del nostro impulso sessuale?

(1) Ad alcuni Dio ha dato il dono della continenza, la capacità di astenersene (Mt. 19:12),

(2) per la maggioranza però è il matrimonio il mezzo che Dio ha fornito per controllare l'impulso sessuale. In ogni caso esso deve essere solo "nel Signore", cioè fra due credenti (1 Co. 7:39).

Ad infrangere però il settimo comandamento non è solo l'atto esteriore, ma pure, per Gesù, il pensiero, l'intenzione; l'adulterio comincia dal cuore (Mt. 5:28). Per questa ragione dobbiamo resisterne gli inizi, non cadere in tentazione. Promuovere infine un giusto atteggiamento verso il sesso è di capitale importanza in una società come la nostra dove gli scrupoli e i limiti paiono cadere l'uno dopo l'altro.

Paolo scrive:

«Per il resto, fratelli, voi avete imparato da noi come dovete comportarvi per piacere a Dio. E già vi comportate così. Ma ora, nel nome del Signore Gesù, io vi prego e vi supplico di migliorare ancora.

Perché voi sapete quali sono le istruzioni che vi ho date da parte del Signore Gesù. Questa è la sua volontà: vivete in modo degno di Dio! e quindi state lontani da ogni immoralità. Ognuno sappia vivere con la propria moglie con santità e rispetto, senza lasciarvi dominare da indegne passioni, come fanno invece i pagani che non conoscono Dio. In queste cose nessuno deve offendere od ingannare gli altri. Ve l'ho già detto e vi ho già avvertiti seriamente: il Signore punisce chi commette questi peccati. Dio non ci ha chiamati a vivere nell'immoralità, ma nella santità. Perciò chi disprezza queste istruzioni, non disprezza l'uomo, ma Dio che vi ha dato il Suo Spirito Santo».

(1 Tessalonicesi 4:1-8, TILC)

Queste parole si applicano anche alla nostra situazione. Ecco perché nelle pagine che seguiranno confronteremo 1 Tessalonicesi 4 con le menzogne che udiamo nel nostro mondo oggi. Questi errori possono essere raggruppati in tre categorie: menzogne al riguardo dei modelli di condotta, menzogne al riguardo delle conseguenze, menzogne al riguardo delle soluzioni. Con l'aiuto di Dio potremo finalmente distinguere i fatti dalle illusioni, la verità dalla menzogna, per quanto abilmente camuffata.

Omicidio, violenza carnale, rapine, furti, peculato- tutto questo è proibito dalla legge, e per buoni motivi.

Si comprende bene perché vi siano leggi contro il vandalismo, l'incendio doloso, il commercio di cocaina, la corruzione di pubblico ufficiale e la violenza nella famiglia. Anche quegli insopportabili limiti di velocità sulle autostrade hanno una buona ragione. Abbiamo bisogno di leggi che proteggano i nostri diritti umani fondamentali e che prevengano comportamenti distruttivi e pericolosi.

Che dire però sulle regole di comportamento sessuale? Che male c'è se un uomo, nel privato di casa sua guarda con interesse riviste pornografiche o ammiri quei bei corpi in una speciale edizione di una rivista sportiva che presenti i costumi da bagno più alla moda? E' forse sbagliato che una donna che soffre a causa di un cattivo matrimonio, trovi almeno un po' di conforto nelle braccia (e nel letto) di un altro uomo? Forse che una coppia di adolescenti non sposati che si ama non potrebbe avere rapporti sessuali quando prenda appropriate precauzioni contro gravidanze indesiderate o malattie? E che male c'è nei rapporti sessuali fra adulti consenzienti?

Vi sono tante opinioni sui modelli di comportamento sessuale. Prima di considerare però ciò che ne pensa Dio, consideriamo alcune fra le menzogne più comuni.

Le menzogne

R "Io devo solo fare quello che mi sembra giusto".

R "I modelli della Bibbia sono superati".

R "A Dio non importa quello che io faccio a letto".

R "Dio è troppo buono per giudicare qualcuno".

R "Dio non è contrario ai rapporti prematrimoniali, all'adulterio, oppure all'omosessualità, ma solo alla promiscuità.

R "Tutti lo fanno, e quindi va bene".

R "Reprimere gli impulsi sessuali è innaturale".

R "Il sesso va bene, basta che ci sia l'amore".

R "Fantasticare sessualmente di certe persone va bene, basta non passare ai fatti".

R "L'attività sessuale prematrimoniale come il petting o il sesso orale va bene, basta che non ci sia la penetrazione".

R "L'attività sessuale prima del matrimonio può essere molto utile per farsi prima un'esperienza educativa".

Qual'è invece la verità sui modelli di comportamento sessuale? Cominciamo a considerarne le risposte come ci vengono fornite da 1 Tessalonicesi 4. L'apostolo Paolo indica diverse verità che faremmo bene a considerare per il nostro stesso bene.

1. I criteri di giusto e di sbagliato vengono da Dio, non dall'uomo. Paolo diceva ai nuovi credenti: «Perché voi sapete quali sono le istruzioni che vi ho date da parte del Signore Gesù. Questa è la sua volontà» (v. 2). Quello che lui dice al riguardo del comportamento sessuale corretto non erano sue opinioni. Né in questo lui semplicemente echeggiava la sua propria cultura o quello che credevano i suoi buoni amici. I comandamenti che Paolo esponeva venivano da Dio attraverso l'autorità che aveva ricevuto da Gesù come suo apostolo.

Egli parla di questi comandamenti come «la volontà di Dio» (v. 3). Ancora, nel v. 8 , egli dice che: «Perciò chi disprezza queste istruzioni, non disprezza l'uomo, ma Dio».

Quando facciamo di testa nostra è proprio questo il peso dell'argomentazione che noi dovremmo sentire. E' facile presumere che ciò che facciamo non abbia nulla a che fare con la nostra fede in Dio. E' facile presumere di continuare ad amare Dio e a credere in Lui anche se siamo coinvolti in un comportamento sessuale che sappiamo non essere coerente con i modelli della Bibbia.

Questo però è proprio il luogo dove la menzogna deve essere smascherata. Dobbiamo renderci conto che non possiamo respingere la legge di Dio senza respingere la Sua stessa Persona e la Sua signoria sulla nostra vita. Le sue leggi sono espressione del Suo amore e della Sua sapienza. Quando cerchiamo di separare le questioni sessuali dal nostro rapporto con Lui, tentiamo l'impossibile.

Dobbiamo fare quindi molta attenzione a non ignorare parti della Bibbia che non ci piacciono. Nella Bibbia i modelli di comportamento sessuale vengono esposti 1xn coerenza in tutta la sua estensione, siano essi quelli delle leggi dell'Antico Testamento, che quelli affermati da Cristo oppure quelli scritti dagli autori del Nuovo Testamento.

Le regole bibliche non sono semplicemente opinioni umane- vengono da Dio stesso (2 Ti. 3:16; 2 Pi. 1:20,21).

Sfortunatamente tutti noi opponiamo a questo punto una certa resistenza perché per natura abbiamo la tendenza di fare solo di testa nostra, e il mondo che ci circonda ci spinge pure in quella direzione. E' un problema, però, che ha angustiato tutti sin dal giorno in cui il peccato è entrato sulla scena del mondo (Ro. 1:18-32).

Noi infatti vorremmo essere gli unici padroni della nostra vita piuttosto che ammettere che in questo Dio ne sappia molto più di noi su ciò che è buono, piuttosto che sottometterci al Suo codice morale molto rigoroso.

2. Dio proibisce l'immoralità sessuale. Dio non dice: "Beh, che importa, tanto l'uomo non cambierà mai..." per quanto riguarda il comportamento sessuale. In 1 Tessalonicesi 4:3, Paolo dice: «Questa è la sua volontà: vivete in modo degno di Dio! e quindi state lontani da ogni immoralità».

La parola qui tradotta con "immoralità" nell'originale greco è "porneia", che Paolo usa per riferirsi a tutto il comportamento sessuale che esce dal contesto un- uomo-più-una-donna-sposati.

L'immoralità sessuale include quindi i rapporti prematrimoniali, l'adulterio, gli atti omosessuali, la prostituzione, l'incesto, la violenza sessuale, e persino il concupire ed il linguaggio osceno (Levitico 20 elenca un'ampia varietà di atti sessuali che violano l'intenzione di Dio per le nostre espressioni sessuali).

Perché mai Iddio pone questi limiti intorno alla sessualità? Immaginate un fiume che scorra pacifico fra città e campagne. Il fiume fornisce alla gente ed alle industrie l'acqua necessaria, come pure aiuta ad irrigare i campi coltivati. I pescatori sportivi si divertono a prenderne i pesci. I bambini si divertono a nuotarci dentro ed a giocare. Quando però vengono le piogge, il fiume diventa una corrente impetuosa. Quando continua a piovere lungamente il fiume straripa ed inonda città e campagne. Case e industrie vengono distrutti e danneggiati, le coltivazioni vengono spazzate via, e le famiglie sono in lutto perché qualche loro caro vi è annegato.

Per diversi aspetti, il sesso è come il fiume che abbiamo appena descritto. Nei suoi giusti limiti, quelli stabiliti da Dio, esso è magnifico e porta gioia a uomini e a donne. Quando però si fanno delle scelte peccaminose, il sesso straripa violentemente oltre le sue rive e crea solo problemi e disastri.

Iddio per noi vuole il meglio. I suoi modelli di comportamento sono stati intesi per proteggerci, non per rovinare il nostro divertimento!

3. Iddio aveva inteso il sesso come una bella ed importante parte del rapporto del matrimonio. Paolo ci esorta ad usare del proprio corpo con santità e rispetto (1 Te. 4:4). Noi usiamo la nostra sessualità con santità e con rispetto quando conserviamo il sesso per il matrimonio solamente.

Ebrei 13:4 dice: «Il matrimonio sia rispettato da tutti, e gli sposi siano fedeli. Perché Dio condannerà chi commette adulterio o altre immoralità».

La frase "e gli sposi siano fedeli" è un'interpretazione dell'originale che letteralmente dice: «...e il letto coniugale sia incontaminato» (ND) dove la parola greca per "letto" significa "rapporto sessuale".

Il rapporto fra meglie e marito è quello che provvede opportunità per la soddisfazione dei desideri sessuali. Difatti l'apostolo Paolo esorta i coniugi a rispondere volentieri ai bisogni sessuali l'uno dell'altra (1 Co. 7:1-9), tanto che negare all'altro il rapporto sessuale potrebbe voler dire proprio invitare le tentazioni da parte di Satana (v. 5).

Nel racconto della creazione, Iddio afferma il suo proposito a che l'uomo e la donna lascino i propri genitori per divenire "un'unica carne" (Ge. 2:24). Questo rapporto di una-carne implicava l'intimità sia fisica che spirituale nel contesto di un rapporto di reciproco impegno (Mt. 19:5,6). Troppo spesso, nella nostra fame di avere uno stretto rapporto di amore possiamo perseguire il rapporto sessuale come un fine in sé stesso. E la libidine ci può accecare a tal punto da farci cercare il sesso per il sesso senza che ci rendiamo conto delle profonde implicazioni spirituali di un tale atto (1 Co. 6:15-20).

4. Non possiamo permetterci di cercare nel mondo il nostro modello di comportamento sessuale. L'apostolo dice che dobbiamo far uso del nostro corpo: «senza lasciarvi dominare da indegne passioni, come fanno invece i pagani che non conoscono Dio» (1 Te. 4:5).

Il nostro mondo è divenuto ossessionato con un'immagine pervertita del sesso. Come ogni altro buon dono di Dio, anche il sesso è stato distorto dagli effetti del peccato.

La pubblicità, gli spettacoli televisivi, i film, le riviste, i libri, e le conversazioni quotidiane sul posto di lavoro hanno gonfiato il sesso a tal punto da fargli prendere ogni debita proporzione, da farlo andare oltre ad ogni limite.

Inoltre, la parte frustrante della libidine è che essa desidera sempre di più. Essa riesce a far stravolgere alla gente ogni senso comune e a portarla ad usare gli altri per la propria eccitazione (via riviste, videocassette, film, musica, e incontri personali).

La ragione per cui il nostro mondo non ci può offrire un sano metro di condotta è che esso ha dimenticato il Dio degli assoluti morali facendosi degli déi di comodo o tirando fuori convenienti scuse, cercando gratificazioni sessuali immediate. Romani 1 descrive la parabola discendente che esso provoca. Ci si ribella ai modelli di comportamento che Dio ha stabilito per noi perché la Sua legge ostacola il nostro desiderio a fare sempre ciò che meglio ci piace, ma solo a nostro danno.

5. La purezza è una faccenda di cuore. Paolo ci mette in guardia contro una vita controllata dalle passioni (1 Te. 4:5). Gesù ci aiuta a renderci conto che potremmo anche non aver commesso atti sessuali illeciti con il nostro corpo, di fatto però con la nostra mente l'abbiamo commesso, e questo vale tanto quanto (Mt. 5:27-30).

A questo punto dobbiamo chiarire la differenza fra pensieri sessuali legittimi e la libidine; sono infatti parte della esperienza umana di tutti i giorni.

Quello che dobbiamo evitare è il coltivare ed il prendere gusto nei pensieri immorali. Quando la nostra mente si sofferma spesso e volentieri su atti sessuali che siano al di fuori di quanto Iddio ammetta, abbiamo valicato il confine della libidine. I pensieri sessuali illeciti devono essere riconosciuti in quanto tali e devono essere respinti.

Proverbi 4:23 afferma: «Vigila sui tuoi pensieri: la tua vita dipende da come pensi». Gesù disse: «Perché è dal cuore che vengono tutti i pensieri malvagi che portano al male: gli assassinii, i tradimenti fra marito e moglie, i peccati sessuali, i furti, le menzogne, gli insulti...» (Mt. 15:19). I nostri pensieri sono il punto di partenza delle nostre azioni.

I messaggi del cuore possono essere fraintesi. Potrai anche sapere che c'è una differenza fra libidine ed amore, ma la distinzione può anche non essere troppo chiara quando sei tu ad essere coinvolto in questa passione fulminante.

Un uomo ed una donna potrebbero chiamare il loro rapporto sessuale "fare all'amore", ma quello che fanno non essere e non fare affatto l'amore. Potrebbe essere anche un caso grave di desiderio egoistico.

La libidine può rendere cieca una persona al suo bisogno di seguire i modelli di purezza stabiliti dal Signore, e può far si che essa ignori l'ingrediente essenziale di un impegno matrimoniale.

Il mondo spesso ci presenta la menzogna che possiamo avere un rapporto sessuale veramente amorevole ed altruista al di fuori del matrimonio. Però è terribilmente egocentrico e miope pensare che i nostri desideri sessuali personali siano più importanti che obbedire a Dio e fare ciò che è fisicamente e spiritualmente il meglio, sia nel presente che per l'eternità, per noi e per l'altra persona.

6. Il sesso non è tutto. Secondo 1 Tessalonicesi 4, i valori più importanti sono compiacere a Dio, perseguire la santità, trattare con onore il nostro corpo, e non arrecare danno ad alcuno (vv. 1-6). Certamente non vogliamo sottovalutare l'importanza che Dio ha dato al sesso, ma non vogliamo neppure andare all'altro estremo e farne un Dio. Una persona può vivere una vita felice e soddisfacente anche senza il sesso.

Purtroppo una persona non sposata è spesso portata a pensare che essa sia inferiore alla persona che abbia o abbia avuto rapporti sessuali con qualcuno. Il matrimonio ed il sesso possono essere talmente idolatrati che una persona non sposata si senta tagliata fuori. La verità è che il sesso è solo una parte dell'intera vita matrimoniale. Una buona vita sessuale non garantisce la felicità coniugale.

L'apostolo Paolo certamente non avrebbe descritto in 1 Co, 7:32-40 i vantaggi della vita da "single" se avesse pensato che il sesso fosse una parte indispensabile della nostra vita.

«Era inteso che il sesso fosse il dessert, e non il piatto principale!»

Se perseguiamo il piacere sessuale come se fosse l'unica strada alla felicità, troveremo ben presto che il sesso in realtà non ci da quelle soddisfazioni che cerchiamo. Al contrario, è probabile che diventeremo dipendenti a pratiche e passioni che ci renderanno schiavi, e alla fine non avremo nel cuore che una profonda insoddisfazione. Il re Salomone, per esempio, non aveva trovato che il piacere fisico fine a sé stesso fosse stato davvero soddisfacente, e lui le aveva provate tutte! "E' così perché lo dico io, e basta!". Quante volte avrai già udito queste parole quand'eri piccolo!

Forse i tuoi genitori o insegnanti ti davano quella risposta al tuo persistente "perché?" perché non avevano tempo di spiegartelo, o forse perché anche se te lo avessero spiegato, non avresti capito perché una certa cosa doveva essere così. In ogni caso, la tua impressione era che la loro proibizione era per loro solo un modo per imporre incomprensibili restrizioni al tuo comportamento.

Le affermazioni della Bibbia a volte possono parere piuttosto arbitrarie o assurdamente restrittive. Come vedremo però, nella Bibbia c'è molto di più di un "E' così perché lo dico io, e basta!".

Le verità della Bibbia possono proteggerci dagli effetti dannosi del credere a menzogne.

Le menzogne

R "L'attività sessuale fra adulti consenzienti non fa male a nessuno".

R "Avere una storia extraconiugale può solo fare del bene ad un matrimonio".

R "Il mio comportamento sessuale non ha alcuna conseguenza sull'utilità che posso prestare a Dio".

R "Mi fermerò in tempo quando vedrò arrivare complicazioni".

R "Posso interrompere questo rapporto quando voglio".

R "Non mi farò mai scoprire".

R "Dio perdona sempre e comprende, per questo non mi punirà per quello che sono".

Qual è la verità sulle conseguenze di un desiderio sessuale non controllato? E' lo stesso apostolo Paolo a menzionare due delle maggiori conseguenze in 1xTessalonicesi: «In queste cose nessuno deve offendere od ingannare gli altri. Ve l'ho già detto e vi ho già avvertiti seriamente: il Signore punisce chi commette questi peccati» (1 Te. 4:6). Quest'unico versetto ci dà due ragioni molto gravi per evitare ogni forma di immoralità sessuale.

R L'immoralità produce delle vittime;

R L'immoralità attira il giudizio di Dio.

Esaminiamo perciò questi due modi in cui il nostro comportamento influisce su di noi, sugli altri, e su Dio.

1. L'immoralità produce delle vittime. Le persone che ne sono coinvolte -anche se possono essere partecipanti volontari- restano comunque delle vittime. Subiscono un torto, vengono usate, abusate, ingannate, e derubate.

Per esempio, la coppia che pratica rapporti sessuali prematrimoniali si derubano vicendevolmente della verginità e di una coscienza pulita. Si privano della gioia di dare al futuro sposo o sposa il prezioso dono di un'intimità destinata originalmente solo al contesto del matrimonio.

"Se scegliamo di peccare, ne subiremo le conseguenze.

Non possiamo evitarlo.

Possiamo pure per questo venire perdonati, ma questo non cambia i risultati".

(Ray Stedman)

Una persona che commetta adulterio non fa un torto solo al proprio partner sessuale, ma anche alla propria famiglia. Contrariamente al mito che una storia extraconiugale rafforzi un matrimonio: l'adulterio non può che rosicchiare sempre di più la fiducia e la comunione di un matrimonio..

Un uomo che prenda piacere nella pornografia fa torto alle altre persone considerandole come oggetti sessuali, piuttosto che come persone dotate da Dio di un valore intrinseco. Il suo acquisto di materiale sessualmente esplicito incoraggia lo sfruttamento della donna. Se è sposato, egli priva sé stesso e sua moglie di esperienze sessuali soddisfacenti perché la confronterà sempre con le bellezze quasi-perfette che vede nelle riviste e nelle videocassette. Se è single, si riempirà la testa di avidi desideri che lo porteranno a maltrattare le donne che frequenta.

Una persona che unisca le fantasticherie con una masturbazione coercitiva si priva di una coscienza pulita, diventa carente nei suoi rapporti con il mondo reale, e diminuisce la sua capacità di godere appieno di una sessualità corretta.

Un uomo o una donna che incoraggi un'altra persona ad atti omosessuali favorisce il prodursi di sensi di colpa, sviluppa un senso distorto di piacere sessuale, ed incoraggia uno stile di vita che contraddice i progetti di Dio per l'uomo e per la donna.

Proverbi da 5 a 7 descrive diversi modi in cui l'immoralità vittimizza la gente. Produce morte (5:5), perdita dell'onore (v. 9), rammarico (vv. 11-13), fiducia malriposta (vv. 15-20), e riduce il valore di una persona a quello di un pezzo di pane (6:26).

Per esempio, il peccato del Re Davide con Betsabea produsse diverse vittima lo stesso Davide; Betsabea, perché essa era stata tolta a suo marito; Uriah, il marito di Betsabea, perché venne ucciso secondo gli ordini di Davide; il bambini, il quale morì; e il Signore, dato che i pagani ebbero occasione di usare l'incidente per bestemmiarlo (2 Sa. 11,12).

2. L'immoralità attira il giudizio di Dio. La sessualità usata in modo illecito non solo produce vittime, ma insulta pure Dio. 1 Te. 4:6 afferma «il Signore punisce chi commette questi peccati», o, letteralmente, il Signore diventa il vendicatore delle vittime dell'immoralità.

Dio non prende il peccato alla leggera. Egli vede chiaramente il danno che noi facciamo a noi stessi e l'uno all'altro. Egli sa che, in quanto raccogliamo ciò che seminiamo, tutti ricevono ciò che si meritano. Galati 6:7 afferma: «Perché ciascuno porterà le conseguenze di quello che fa... non fatevi illusioni: con Dio non si scherza! Ognuno di noi raccoglie quello che ha seminato». Possiamo essere sicuri che in questa vita o nell'altra, la giustizia di Dio verrà perfettamente eseguita. Questo ci ridimensiona non poco.

Come Dio tratta coloro che commettono atti immorali? Dalla Bibbia e dall'esperienza pratica possiamo osservare diversi metodi con i quali Dio esegue la sua giustizia:

R Una coscienza piagata dal senso di colpa:

R memorie dolorose;

R malattie trasmesse sessualmente;

R carcerazione per crimini sessuali;

R perdita di amici e di rapporti famigliari;

R perdita di efficacia nel ministerio cristiano;

R morte;

R perdita di remunerazione in cielo.

«Si può portare

del fuoco sul petto,

senza bruciarsi il vestito?»

(Pr. 6:2)

Nel periodo successivo al suo peccato con Betsabea, anche se il Signore aveva perdonato a David, il giudizio ne avrebbe immancabilmente ugualmente seguito (2 Sa. 11,12). Dio disse che durante il regno di Davide la nazione sarebbe stata sempre in guerra, la sua famiglia si sarebbe rivoltata contro di lui, le sue mogli

gli sarebbero state prese e violate, ed il bambino che sarebbe nato dall'adulterio sarebbe morto (2 Sa. 12:9-14). Questo non significa che Dio tratti l'adulterio sempre in questo modo, nel caso di Davide, però, Dio agisce in questo modo forse per la posizione particolare che Davide assume come capo del popolo.

In Genesi 39 leggiamo di un giovane di nome Giuseppe che aveva resistito alla tentazione perché temeva Iddio e le conseguenze di dispiacerlo, anche se, così resistendo, avrebbe avuto delle conseguenze su piano umano.

Quando la moglie di Potifarre cercava di sedurlo, Giuseppe rispose: «Non posso commettere un'azione tanto malvagia e peccare contro Dio stesso!». Certo a causa di questa presa di posizione Giuseppe avrebbe sofferto per molto tempo, perché la moglie di Potifarre riuscì a vendicarsi e a farlo incarcerare sotto la falsa accusa che lui le avrebbe fatto violenza. Giuseppe però aveva la coscienza pulita e nella prigione stessa poté fare esperienza della benedizione divina, sfociata poi nella sua liberazione (Ge. 39-50).

Ricordate Sodoma e Gomorra, due città i cui cittadini vivevano notoriamente in modo immorale? Dio le distrusse con il fuoco (Ge. 19).

L'apostolo Paolo parla della necessità di tenere il proprio corpo sotto controllo, altrimenti non sarebbe stato più qualificato per ottenere il premio del fedele servizio (1 Co. 9:27). Inoltre egli scrive a Timoteo che la persona che desidera essere usata da Dio deve essere prima purificata (2 Ti. 2:21).

L'autore della lettera agli Ebrei scrisse che Iddio disciplina i suoi figlioli (12:1-11). Possiamo essere certi che se cadiamo nel peccato, Egli prenderà azioni tali da farci avere piena coscienza del suo abominio.

Perché Iddio desidera che io e te ci manteniamo puri? Ecco una lista incompleta che include alcune delle ragioni indicate prima.

_ per dare gloria a Dio;

R per compiacere Iddio;

R per aiutare gli altri e non per fare loro del male;

R per onorare il nostro consorte;

R per proteggere la chiesa;

R per non farci diventare vittima;

R per riflettere la bontà di Dio;

R per mostrare una comprensione corretta del peccato;

R per renderci utili al Suo servizio;

R per proteggere la nostra futura felicità.

Ciò che tutto questo dovrebbe dirci è che le regole poste da Dio sono solo per il nostro migliore interesse. I modelli di comportamento che Egli ha stabilito dimostrano il Suo amore ed il Suo interesse per noi e per il nostro bene, e ci aiutano a mostrare il nostro amore per gli altri.

«Il sesso nel giusto contesto

causa molta gioia,

nel contesto sbagliato,

invece, produce dolore».

 

1Kal. fut. 2. pers. sing. masch. di _À _ "commettere adulterio".


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