Non uccidere


(Es. 20:13; Ge. 4)

Introduzione

Il sesto comandamento, che costituisce l'oggetto della nostra meditazione quest'oggi, è molto breve. Dice semplicemente: «Non uccidere» (Es. 20:13).

Certamente nessuno di voi ha mai infranto questo comandamento, e potremmo dire che non ci riguardi, eppure... Vorrei farvi una domanda forse un po' imbarazzante e scottante che anche un programma televisivo recentemente aveva rivolto ai propri ospiti: "Avete mai augurato la morte dentro di voi a qualcuno? Avete mai fantasticato di 'fargliela pagare' a qualcuno che vi ha fatto un torto, o dal quale avete subito un'ingiustizia?". Onestamente dobbiamo riconoscere che, se pure questa domanda possa parere a qualcuno offensiva, tante volte ...anche noi siamo stati omicidi!

In quel programma televisivo -fra tutte le esperienze che venivano raccontate qualcuno era giunto ad affermare che fosse in qualche modo positivo e "liberante" fantasticare della morte di qualcuno, e che forse questo è il modo per non passare a vie di fatto, eppure i comandamenti di Dio riguardano anche il cuore, e possiamo infrangerli anche solo nella nostra mente, e questo per il Signore, conta altrettanto.

Uccidere dunque. Noi viviamo in una società che si dice civilizzata, eppure è una società dove si uccide, ed in tanti modi, una società dove quotidianamente (anche solo per finzione scenica), si celebra o si mostra l'omicidio e la criminalità, dove decade ogni scrupolo e rispetto umano. In ogni caso, viviamo in una società violenta. E' una grande contraddizione questa: se da una parte la scienza moderna ed i sistemi di prevenzione e cura nella società sono così avanzati, dall'altra viviamo all'insegna dell'omicidio e del disprezzo della vita umana.

I. Principio di base

Perché il Signore Iddio comanda di "Non uccidere" ampliando il significato di questo comandamento a tanti aspetti della nostra vita?

Cerchiamo di capire. La vita appartiene a Dio: è Lui che la rende possibile e che la sostiene. Dio è sovrano sulla vita, e solo Lui ne può disporre. Noi -come esseri umani- possiamo muoverci in questo campo solo nella misura in cui ci è espressamente consentito.

Quando noi sopprimiamo arbitrariamente la vita o semplicemente la danneggiamo, noi interferiamo colpevolmente nell'opera di Dio, ponendoci come Suoi avversari ed esponendo noi stessi ad inevitabili conseguenze.

La vita umana -a cui in modo particolare si rivolge questo comandamento- ha poi una sua particolarissima dignità perché l'essere umano -secondo la Bibbia- è una creatura unica nel suo genere, l'unica ad essere stata creata ad immagine e somiglianza di Dio (Ge. 1:26), pertanto essa deve essere oggetto di particolare onore.

L'immagine e la somiglianza con Dio in noi è stata -è vero- deturpata e sfigurata a causa del peccato; rimaniamo però creature speciali, destinate all'eternità, la cui vita trascende, si pone oltre, al di sopra, della vita animale o vegetale. Come su certi imballaggi particolarmente fragili, anche sull'essere umano sta scritto «maneggiare con cura» e solo secondo quanto ci è espressamente consentito.

Quando il sesto comandamento ci comanda di non uccidere esso ci proibisce qualunque lesione, offesa, ed ingiusta soppressione della vita umana, si condanna l'uso della violenza, ma anche le sue cause: l'odio, l'ira, il desiderio di vendetta. E' possibile infatti uccidere noi stessi o gli altri in tanti modi: fisicamente, mentalmente, emotivamente, e spiritualmente. Dio, nel sesto comandamento proibisce ciascuno di questi modi d'uccidere. Gli esseri umani sono immagine di Dio e sono compartecipi della nostra stessa carne. Se dunque non vogliamo offendere l'immagine di Dio, non dobbiamo recare offesa alcuna al nostro prossimo. Dice la Scrittura: «Chiunque spargerà il sangue di un uomo, il suo sangue sarà sparso per mezzo di un uomo, perché Dio ha fatto l'uomo a Sua immagine" (Ge. 9:6). Inoltre se non vogliamo rinnegare ogni umanità, dobbiamo averne cura come della nostra propria carne, dei nostri simili. La Scrittura riferisce questo all'amore e alla cura che il marito deve alla moglie, ma come non riferirlo pure ad ogni essere umano? Dice la Bibbia: «Così i mariti devono amare le loro mogli, come i loro propri corpi; chi ama la propria moglie, ama sé stesso. Nessuno infatti ebbe mai in odio la sua carne, ma la nutre e la cura teneramente, come anche il Signore fa con la chiesa» (Ef. 5:28,29).

Inoltre il sesto comandamento ci prescrive l'opposto, cioè amore, pazienza, e il prendersi cura degli altri. Esso promuove il rispetto di qualsiasi vita umana e il prendersi cura della salute e dell'integrità di noi stessi e degli altri.

II. Esempi di omicidio

Il sesto comandamento proibisce il togliersi la vita, o sopprimere ingiustamente la vita del nostro prossimo, o qualunque altra cosa che lo favorisca. Iddio vieta perciò ogni azione violenta e dannosa che possa ferire il corpo del nostro prossimo.

Sarebbero tanti i casi che noi potremmo trattare: il tempo però non ci permette che di esaminarne solo alcuni fra quelli che si potrebbero chiamare "omicidi legalizzati".

a. Il servizio militare. Molte persone per principio rifiutano il servizio militare perché l'esercito -essi dicono- è uno strumento di morte che relativizza il concetto di inviolabilità della vita umana ed educa all'uso della violenza e della forza.

Certo la Bibbia autorizza l'uso della forza per difendere sé stessi e gli altri dalle aggressioni dei malintenzionati, la Bibbia autorizza la legittima difesa a livello personale, sociale, e nazionale, ma, se il principio è valido, esso comporta forse più domande e perplessità che risposte e certezze.

Lo spargimento di sangue è l'unico metodo possibile per l'autodifesa? Più che educare all'uso della forza, non bisognerebbe educare attivamente alla pace? Ci sarebbero le guerre se tutti si rifiutassero di sparare? Non si potrebbe spendere meglio il cumulo di denaro che serve per gli armamenti per risolvere i problemi di questo mondo (tipo la fame, la miseria, la malattia ecc.)? L'esercito più che la patria non serve forse per difendere interessi privati, sporchi affari, ed egoismi nazionali? L'esercito è l'unica risposta possibile per insegnare ai giovani la disciplina, l'impegno e la collaborazione?

Il Salvatore Gesù Cristo ha ribadito il "non uccidere", ha detto di amare i nostri nemici, di saper "porgere l'altra guancia". Che significa questo per il cristiano che voglia essere coerente con il proprio maestro?

b. L'aborto. L'aborto rimane un grave problema anche per una civiltà che dispone di molti mezzi per evitare la fecondazione e limitare così la sovrappopolazione mondiale. Sopprimere però una vita fin nel grembo materno la Bibbia lo considera comunque un omicidio premeditato che la nostra società legalizza.

La Bibbia indica che la vita umana nella sua individualità, inizia al momento del concepimento e il bambino per quanto dipendente dalla madre, non è una parte del suo corpo, ma un'entità distinta e dotata della dignità e dei diritti che Dio assegna ad ogni essere umano a cui dà vita.

Oggi, nonostante tutte le giustificazioni che si possono addurre, muoiono più bambini ai quali si è negato il diritto di nascere, che quelli che muoiono per malattia o per incidente. Inoltre perché tanti che lottano magari contro l'estinzione di certe specie animali o contro la pena di morte, paiono insensibili alle stragi di bambini che avvengono quotidianamente negli ospedali, rispetto alle quali lo stesso Erode sfigura? Certo i problemi di povertà, denutrizione e malattia che fanno morire così tanti bambini al mondo sono reali, e devono essere risolti, ma è una soluzione quella di ucciderli prima che vengono alla luce? Che diritto abbiamo di disporre della vita umana che nasce? Spesso è comodo parlare di contraccezione e di aborto per chi non ha interesse che vengano risolti i problemi del nostro mondo.

c. L'eutanasia, o "buona morte", cioè il sopprimere la vita di una persona anziana, "per non farla soffrire", o perché si dice che la sua vita non avrebbe più senso, sospendendone le cure o attivamente procurandone la morte è pure un'infrazione del biblico "non uccidere". E' vero che anche a questo riguardo esistono un sacco di problemi, e che certa medicina fa sopravvivere a tutti i costi chi altrimenti sarebbe "naturalmente" morto. Chi ci dà però il diritto di decidere su una vita umana, se debba vivere oppure morire? Con quali criteri decidiamo se la vita di un anziano serve o non serve? Dio può dare significato anche a quell'esistenza che secondo i nostri criteri consideriamo la più irrecuperabile? I valori e lo stile di vita dell'Evangelo di Gesù Cristo possono dare senso e significato anche alle vite più disgraziate. Chi deve decidere se è meglio che una persona non viva più?

Nemmeno noi stessi abbiamo il diritto di decidere se vivere o no, perché la vita non ci appartiene, e nessuno di noi può nemmeno giustificare il suicidio, il quale rimane riprovevole per Dio. Oggi persino lo si pubblicizza sui giornali ed esistono associazioni di aspiranti suicidi: è una delle tante aberrazioni sataniche dei nostri giorni. Se una vita manca di senso, ebbene, diamoglielo questo senso, facendo conoscere a questa persona il Salvatore Gesù Cristo!

A questi esempi si potrebbero aggiungere decine di altre situazioni in cui la vita umana viene privata del valore e della dignità che Dio gli ha dato, oppure quando noi stessi danneggiamo il nostro corpo con una vita sregolata.

III. Si può uccidere in tanti altri modi

Il sesto comandamento chiaramente proibisce così uccidere e fisicamente far del male agli altri -l'omicidio premeditato, l'aborto, l'eutanasia, il suicidio, come pure esporre noi stessi a rischi non necessari o indulgere in pratiche che danneggiano la nostra salute come il fumo, l'alcool, l'abuso di droghe... Come tutti i comandamenti di Dio, però, esso riguarda non solo le azioni fisiche, ma anche le nostre motivazioni, i nostri pensieri, le nostre parole.

a. Con le parole. Possiamo "uccidere" qualcuno con le nostre parole, possiamo "assassinare" il buon nome di un altro con le calunnie ed il pettegolezzo, o "ammazzare" il rispetto che ha di sé stesso con scherzi crudeli, deridendolo, o riferendosi a lui con riferimenti degradanti.

b. Emotivamente, possiamo "uccidere" altre persone con l'odio e l'invidia. Esiste una sorta di assassinio "interiore" quando odiamo e portiamo rancore, come pure quando dentro di noi desideriamo ledere al nostro prossimo. Anche il sentimento omicida ci è vietato e ci è chiesto un intimo desiderio di conservare la vita del nostro prossimo. Sebbene sia la mano che genera l'omicidio, tuttavia a concepirlo è il cuore, quando è corrotto dall'ira e dall'odio. Anche se lo nascondi e lo cerchi di dissimulare, è certo che odio ed ira non sussistono senza desiderio di nuocere. Chiunque odia suo fratello è un omicida nel suo cuore, dice la Bibbia (1 Gv. 3:15). L'odio infatti è il seme dal quale può scaturire l'omicidio: è uccidere qualcuno dentro di noi. Prima che il primo omicidio venne commesso «Caino ne fu molto irritato e il suo viso ne fu abbattuto» (Ge. 4:5). Gesù ci insegna questa verità molto chiaramente quando nel Sermone sul monte dice: «Voi avete udito che fu detto agli antichi: Non uccidere, e: Chiunque ucciderà sarà sottoposto al giudizio; ma io vi dico: Chiunque si adira verso suo fratello senza motivo, sarà sottoposto al giudizio; e chi avrà detto al proprio fratello: Raca, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli avrà detto: Stolto, sarà sottoposto al fuoco della Geenna" (Mt. 5:21,22).

Controllare il proprio temperamento, quindi, è molto importante. Una rabbia non controllata può essere molto pericolosa. L'ira, come tutte le emozioni, è giusta o sbagliata a seconda delle motivazioni. L'essere arrabbiati contro il peccato, contro la bestemmia, contro il disonore del buon nome di un'altra persona, è positivo. Una rabbia vendicativa e incontrollata è pericolosa e peccaminosa: «Chi è lento all'ira val più di un forte guerriero, e chi domina il suo spirito val più di chi espugna una città» (Pr. 16:32).

c. Spiritualmente. Noi possiamo però anche "uccidere" noi stessi qualcun altro spiritualmente peccando volontariamente e promuovendo il peccato, oppure mancando di condurre gli altri presso il Salvatore Gesù Cristo affinché siano salvati.

Calvino diceva: "Se il Signore si preoccupa tanto dell'incolumità fisica di ognuno, possiamo dedurre quanto ci impegni a procurare la salvezza delle anime che per lui sono incomparabilmente più preziose".

Immaginate una persona che muore di fame e che implora da mangiare ad un ricco. Il ricco ignora le richieste dell'affamato, si tiene tutto per sé, e l'altro muore. Non è questo una sorta di omicidio? Allo stesso modo noi siamo stati riccamente benedetti dalla Parola di Dio (il "pane" di Dio per l'anima). Se la teniamo tutta per noi e non la condividiamo con chi non la conosce, non diventiamo "spiritualmente assassini"?

Immaginate una persona molto malata che si rifiuta di prendere le medicine che le sono state prescritte per la sua salute. Se muore, non è questa un tipo di suicidio? Allo stesso modo Dio ha provveduto una medicina per la malattia mortale che si chiama peccato. Se rifiutiamo questa medicina, non è forse questo un "suicidio spirituale"?

Immaginate una persona che stia cercando di persuadere un suo "amico" a bere un bicchiere di veleno dicendogli che si tratta qualcosa di delizioso e rinfrescante, non sarebbe questo un assassinio? Allo stesso modo il peccato è un veleno spirituale. Se una persona cerca di indurre un'altra a peccare, non è forse questo un assassinio spirituale?

C'è forse qualcuno che non abbia mai commesso omicidi spirituali? Chi si sia astenuto dal versare il sangue non è per questo innocente del crimine di omicidio. Chi commette realmente oppure medita o macchina o concepisce nel suo cuore qualcosa contro il bene del prossimo, è considerato omicida da Dio. D'altra parte trasgrediamo il comandamento per il nostro atteggiamento di insensibilità, non adoperandoci a far del bene al prossimo, secondo le nostre possibilità e nelle occasioni che si presentano.

IV. Ulteriori questioni

Esaminiamo infine due ultime questioni. (1) La Bibbia non dice che uccidere animali per nutrirsene sia assassinio (e questo dal Diluvio in poi, cf. Ge. 1:30; 9:3), e mantiene una netta distinzione fra animale e uomo, anche se evidentemente anche in questo caso bisogni farsi delle domande. E' giusto uccidere animali indiscriminatamente promuovendone l'estinzione o semplicemente "per piacere" o per scaricare su di essi i nostri istinti aggressivi? o far soffrire e morire gli animali per la nostra sperimentazione "scientifica"?

(2) E' la pena di morte per i criminali? Certo Dio aveva protetto l'omicida Caino impedendo a chiunque di fargli del male (Ge. 4:15). Secondo la Bibbia, però, non è omicidio, quando una legittima autorità permette il togliere la vita a qualcuno come ultima istanza per proteggere la vita di altri, e soprattutto dei più deboli ed indifesi. E' proprio impossibile, però, il recupero spirituale e morale dell'assassino?

Promuovere attivamente la vita

Il sesto comandamento, soprattutto, non si limita a proibire, ma anche prescrive, esso non ha solo a che fare con atti di violenza, ma implica l'attiva preservazione e promozione della vita a tutti i livelli.

Nel sesto comandamento si prescrive ogni sforzo legittimo di preservare la nostra propria vita, e la vita degli altri. L'intenzione del comandamento è che ciascuno abbia a cuore la salvezza e la conservazione di tutti, dato che Dio ha costituito il genere umano come unità. Se possiamo fare qualcosa per conservare la vita del nostro prossimo, dobbiamo adoperarci diligentemente sia procurandogli quanto necessario per la vita, sia ovviando quanto è negativo, parimenti aiutandolo e soccorrendolo se si trova nel pericolo o nell'insicurezza. Il comandamento intende mobilitarci in favore della vita, dell'essere e del benessere, diremmo oggi, di ogni essere umano.

Nella Bibbia troviamo numerosi esempi: "Quando Jezebel sterminava i profeti dell'Eterno, Abdia prese cento profeti e li nascose cinquanta in una caverna, e provvide loro pane ed acqua" (1 Re 18:4).

Soprattutto abbiamo l'esempio del Salvatore Gesù Cristo, il quale ha speso l'intera sua esistenza per far si che uomini, donne, bambini, senza distinzione alcuna, potessero essere restituiti ad una vita degna di questo nome, nella salute, nella gioia, in una vita piena e dalle prospettive eterne.

Al contrario di ciò che comune in questo mondo, Gesù disse: «Il ladro non viene se non per rubare, uccide e distruggere; ma io sono venuto affinché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv. 10:10).

L'amore fedele, misericordioso, immutabile e perfetto di Cristo per il Suo popolo, nonostante i loro peccati, i tradimenti, i fallimenti, e la costante loro indegnità, è l'ideale, il modello stabilito per ogni cristiano. I seguaci di Cristo desiderano, pregano, e si sforzano di camminare sul sentiero tracciato da Cristo, essi desiderano riflettere il suo amore misericordioso e paziente. Essi si rattristano piuttosto perché, a causa del peccato che continua a dimorare nella loro vecchia natura essi non lo possano fare in modo perfetto. Sia nel segreto del nostro cuore che nei fatti delle nostre azioni quotidiane, noi dobbiamo essere riconosciuti come persone che amano e benedicono, come persone che promuovono la vita nel senso più ampio del termine. Dobbiamo assomigliare al nostro Maestro Gesù Cristo. Chiediamogli la grazia di poterlo fare, ravvedendoci dei nostri peccati.

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