LA SAPIENZA DELLA LEGGE DIVINA
De. 5:1-21; 32,33; Mt. 5:17-20
Introduzione
La legalità internazionale va fatta rispettare: ecco la parola d'ordine che ha caratterizzato in questi ultimi tempi la scena internazionale. C'è una carta delle Nazioni Unite e vi sono regole internazionali che sole possono determinare la pace, la giustizia ed il buon ordine di ogni cosa, ed esse devono essere fatte rispettare contro chi pensa di contravvenirle impunemente, per il bene di tutti, se no è il caos.
Ecco un principio che sta entrando lentamente nella coscienza di molti come qualcosa di buono e di giusto.
Sembra impossibile, ma quanti ancora disprezzano il fatto che per il buon ordine di una nazione vi debbano essere leggi da rispettare? Possono essere più o meno buone e discutibili, ma un ordine ci deve essere. ...e quanti ancora ritengono di non dovere essere sottoposti a leggi morali che regolano la vita personale, solo per trasgredirle a proprio danno!
Si, viviamo nel contesto di una società a-morale, sempre più indisciplinata e senza regole, dove ciascuno, in nome della libertà, è Legge a sé stesso, e soprattutto dove viene negato il carattere assoluto e permanente di norme di comportamento che tali venivano ritenute nel passato, dove tutto viene considerato relativo, contingente...
E siamo inevitabilmente anche in una società in profonda crisi, dove tutto si sbriciola e decade.
In questo contesto molti cominciano a riconsiderare con maggiore attenzione l'etica, la disciplina, non più solo i diritti, ma anche i doveri, in questo contesto qualcuno ricomincia a riconsiderare anche i Dieci Comandamenti. E' una grande opera della divina provvidenza! E' stato scritto: "Solo il Dio della Bibbia, e nessun altro, può soddisfare il bisogno umano. Il Suo codice morale per secoli è passato attraverso le fiamme della controversia, senza nemmeno conservare l'odore del fumo" (D. J. Burrell).
I. Il nostro dovere
La fede ebraica prima e poi cristiana afferma e proclama l'esistenza di una legge universale di comportamento dal carattere assoluto e vincolante.
Il nostro Dio, afferma la Bibbia, è un Dio d'ordine e non di confusione. Dio è sovrano Legislatore e il dovere che Dio esige dall'essere umano, creatura Sua è l'ubbidienza alla Sua volontà rivelata.
Possiamo già cominciare ad intendere Dio e la Sua Legge quando noi osserviamo con attenzione la maestà, l'ordine e la bellezza del creato, quando noi ascoltiamo la testimonianza che ce ne dà la coscienza, quando consideriamo le lezioni che ci può dare l'esperienza e la storia umana. La volontà di Dio però, la possiamo conoscere in modo chiaro ed inequivocabile perché Egli l'ha proclamata in modo diretto attraverso la Sua Parola scritta: la Bibbia, e la Sua Parola fattasi uomo in Gesù Cristo.
Religione significa onorare Dio rendendogli il culto che gli spetta, ma il migliore culto che Egli gradisce da noi è l'ubbidienza. Dice la Bibbia: "L'ubbidienza val meglio del sacrificio" (1 Sa. 15:22). "Io vi esorto... a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio; il che è il vostro culto spirituale" (Ro. 12:1), e se Egli pretende da noi ubbidienza, vuol dire che ha parlato chiaramente.
II. La Legge morale
All'essere umano, nel suo stato primordiale di innocenza, Dio aveva dato una regola di ubbidienza precisa che chiamiamo Legge morale, una precisa norma di condotta, criterio rispetto alla quale possiamo valutare ciò che è conforme a giustizia. C'è dunque un sommo Legislatore, c'è una Legge che stabilisce la giustizia, e vi sono precise conseguenze per chi la trasgredisce.
Qual è il testo biblico che presenta in modo sintetico la Legge morale proclamata da Dio? Esso è il Decalogo, i Dieci Comandamenti, ed è quello che analizzeremo in questa serie di riflessioni.
Essi sono stati rivelati da Dio a Mosè sul Monte Sinai, scritti da Lui su due tavole di pietra e riportati nel capitolo 20 dell'Esodo e nel capitolo 4 del Deuteronomio. I primi quattro comandamenti contengono i nostri doveri verso Dio, gli altri sei i nostri doveri verso l'essere umano.
Possiamo dire che la decadenza umana inizi quando si ignora la volontà di Dio e non ci si sottopone alla Sua giustizia cercando di stabilire la fallace nostra propria (Ro. 10:3), quando non si dà a Dio l'onore che Gli spetta, soffocando la verità con ingiustizia (Ro. 1:18) e con "vani ragionamenti" (Ro. 1:21).
Difronte alla proclamazione della Legge di Dio molti reagiscono con fastidio ed insofferenza, quasi che essa volesse toglierci "il bello dalla vita". In realtà Dio proibisce il peccato non per impedirci di godere la vita, ma per impedirci di distruggere noi stessi (J. Blanchard).
La Legge morale era stata intesa per dirigere la vita dell'essere umano in modo vincolante e perpetuo ed affinché fosse da noi imparata con cura e messa diligentemente in pratica. Mosè dice: "...non ve ne sviate né a destra né a sinistra; camminate in tutto e per tutto per la via che l'Eterno, il vostro Dio, vi ha prescritta" (De. 5:33).
Dio esigeva conformità perfetta alla Sua Legge nell'intera disposizione del nostro essere, anima e corpo. Gesù infatti diceva: "Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l'anima tua, e con tutta la forza tua, e con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso" (Lc. 10:27), perché essa stabilisce ciò che è giusto nei Suoi confronti e nei confronti dei nostri simili, per servirLo senza paura "in santità ed in giustizia, nel suo cospetto, tutti i giorni della nostra vita" (Lc. 1:75).
Se l'avessimo adempiuta ci sarebbe stata garantita la vita, se l'avessimo infranta saremmo incorsi nella morte. La Scrittura infatti dice: "Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della Legge per metterle in pratica... Chi avrà messe in pratica queste cose, vivrà per via di esse" (Ga. 3:10,12).
III. L'uso della Legge morale
Detto questo, però bisogna anche dire che, in effetti, vista la tragica decadenza dell'essere umano dal primordiale stato di innocenza in cui era stato creato, nessuno è più in grado ora di adempiere tramite essa la giustizia di Dio e quindi conseguire la vita promessa. Siamo tutti sottoposti alla maledizione prevista per chiunque la infrange, come se fossimo tutti sottoposti ad un pesante giogo dal quale non riusciamo più a liberarci. Dice il Nuovo Testamento: "Nessuno infatti sarà salvato perché osserva la Legge" (Ga. 2:16), all'uomo naturale questo è impossibile.
Dobbiamo perciò concludere che siamo ormai tutti condannati e la Legge di Dio non ci serve più? No, nella prospettiva di Gesù Cristo, venuto "per adempiere alla Legge" essa continua ad avere un'importante funzione, sia per la persona naturale che per quella rigenerata da Dio in Gesù Cristo. Paolo afferma: "Ora noi sappiamo che la Legge è buona, se uno la usa legittimamente" (1 Ti. 1:8).
E' vero che tutti siamo sotto il giogo della maledizione che la trasgressione della Legge di Dio implica, ma il Salvatore Gesù Cristo è venuto per rendere possibile il riscatto di chiunque a Lui si affida. I credenti possono infatti dire: "Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge" (Ga. 3:13), e ancora: "Dio ha mandato Suo Figlio in una condizione simile alla nostra... In questo modo Dio ha compiuto quello che la Legge di Mosè non poteva ottenere, a causa della debolezza umana; e noi ora possiamo adempiere quello che la Legge comanda, e lo possiamo perché non viviamo più nella nostra debolezza, ma siamo fortificati dallo Spirito" (Ro. 8:3,4 TILC).
E' stato scritto: "Cristo ha redento il Suo popolo dalla maledizione della legge, ma non da quello che essa comanda; ci ha salvati dall'ira di Dio, ma non dal Suo governo" (A. W. Pink).
La proclamazione della Legge di Dio assolve ancora ad importanti funzioni, sia nei riguardi delle persone che non hanno fatto esperienza di conversione a Gesù Cristo, sia per quelle persone che, risvegliate per grazia di Dio alla fede, sono in comunione con Gesù Cristo.
1. La proclamazione della Legge di Dio estesa a tutti
Proponendomi di far conoscere la Legge di Dio a tutti, realizzo degli obiettivi di estrema importanza che la Bibbia delinea chiaramente.
a. Io li informo della natura di giustizia e santità di Dio, come pure della Sua precisa volontà. Dice il Signore: "Siate santi, perché io sono santo" (Le. 11:44). Dobbiamo conoscere le perfezioni di Dio e renderci conto che come creature, siamo "speciali" ed abbiamo un destino particolare.
b. Io li informo dei precisi doveri che essi, come creature, sono tenuti a compiere davanti al loro Creatore. "O uomo, Egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; e che altro richiede da te l'Eterno, se non che tu pratichi ciò ch'è giusto, che tu ami la misericordia, e cammini umilmente col tuo Dio" (Mi. 6:8).
c. Io li convinco altresì della loro incapacità ad adempiere questa Legge ai fini della salvezza, facendo loro prendere coscienza della contaminazione e corruzione della natura, del cuore e della vita umana a causa del peccato. Dice Paolo: "mediante la legge è data la conoscenza del peccato... io non avrei conosciuto il peccato se non fosse per mezzo della legge" (Ro. 3:20; 7:7). Se è vero che oggi si dice che non vi sia il senso del peccato, è perché non vengono predicati i doveri che Dio esige da noi, espressi da una legge assoluta ed universale.
d. Facendo conoscere la Legge di Dio, io accompagno ciascuno al ravvedimento, nell'umiliante consapevolezza del proprio peccato e della propria miseria, conducendoli così ad intendere con chiarezza il bisogno che essi hanno di Cristo e della perfezione della Sua ubbidienza. "Cristo è lo scopo e il fine della legge di Mosè" dice la Bibbia (Ro. 10:4 TILC),
La predicazione della legge è definita dalla Bibbia una salutare pedagogia che deve farci prendere coscienza della nostra reale condizione per poi riporre in Cristo solo e nella Sua opera la nostra fiducia ai fini della salvezza (Ga. 3:22).
La proclamazione della Legge di fronte a persone che non sono state rigenerate dalla grazia di Dio è intesa dunque a fare risvegliare la loro coscienza affinché si salvino dalla giusta condanna che grava su di loro e per condurli al Salvatore Gesù Cristo.
Dice la Bibbia: "Ricordiamo che una legge non è fatta per quelli che agiscono bene, ma per quelli che agiscono male; per i ribelli e i delinquenti, per i malvagi e i peccatori, per quelli che non rispettano Dio e quel ch'è santo, per gli assassini... per gli immorali, per i depravati, per i mercanti di schiavi, per i bugiardi e gli spergiuri: insomma, per tutti quelli che vanno contro la sana dottrina" (1 Ti. 1:9,10).
Per chi però, ciononostante, persiste a voler rimanere in condizione di peccato e di incredulità, la proclamazione della Legge di Dio li rende inescusabili e pienamente coscienti della loro scelta. "Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della Legge per metterle in pratica" (Ga. 3:10). E' come dire: "Io te l'ho detto: non rinfacciarmi però un giorno di non averlo sentito".
2. La proclamazione della legge morale
a coloro che Dio ha rigenerato
La Legge di Dio è solo però strumentale per condurre uomini e donne al ravvedimento ed alla fede in Gesù Cristo? No. E' stato scritto: "La Legge ci rimanda all'Evangelo, affinché possiamo essere giustificati, e l'Evangelo ci rimanda alla Legge affinché, essendo stati giustificati, conosciamo quale sia il nostro dovere" (S. Bolton).
Sebbene la persona che è in comunione di fede e di obbedienza a Cristo, sia stata per grazia di Dio, liberata dal dovere adempiere perfettamente la Legge di Dio ai fini della propria salvezza ed essa non sia più per loro strumento di giustificazione o di condanna, tuttavia la Legge continua ad avere per loro un ruolo particolare.
a. Mostra loro fino quanto essi debbano veramente apprezzare l'opera di Cristo che per noi l'ha adempiuta. Apprezzare cioè quanto Cristo abbia patito subendo egli stesso per loro la maledizione che la Legge comporta per quanti la infrangono. Dice la Bibbia: "Quindi noi eravamo sotto la maledizione della legge. Cristo ce ne ha liberati quando, sulla croce, ha preso su di sé questa maledizione... Così, per mezzo di Gesù cristo, la benedizione che Dio aveva promesso ad Abramo raggiunge anche i pagani; e tutti noi che abbiamo fede in Cristo riceviamo lo Spirito promesso" (Ga. 3:14,15).
b. Li stimola a manifestare con l'intera loro vita riconoscenza verso di Lui. "...affin di concederci che, liberati dalla mano dei nostri nemici, gli servissimo senza paura, in santità ed in giustizia, nel suo cospetto, tutti i giorni della nostra vita" (Lc. 1:74,75).
Come non dedicare a Lui in riconoscenza tutta la nostra vita, dopo aver ricevuto una simile grazia?
c. Li esorta ad avere la massima cura di conformarsi ad essa come regola della loro ubbidienza. Dice la Bibbia: "Poiché la grazia di Dio, salutare per tutti gli uomini, è apparsa e ci ammaestra a rinunziare all'empietà e alle mondane concupiscenze, per vivere in questo mondo temperatamente, giustamente, e piamente, aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Iddio e Salvatore, Gesù Cristo; il quale ha dato sé stesso per noi affin di riscattarci da ogni iniquità e di purificarsi un popolo suo proprio, zelante nelle opere buone" (Tt. 2:11-14).
La legge di Dio, per i credenti, è guida e modello per la vita giusta e buona alla quale sono stati chiamati.
Conclusione
Abbiamo incominciato la nostra riflessione col parlare dell'importanza della legge nella nostra vita perché viviamo in un mondo che altrimenti sarebbe avviato solo alla totale anarchia ed alla auto-distruzione.
Una commissione di ricerca sul crimine aveva dichiarato: "Ogni bambino inizia la sua vita come un piccolo selvaggio. E' completamente egoista ed egocentrico. Ha idee chiare su che cosa vuole avere e lo vuole avere ad ogni costo e subito- il suo biberon, l'attenzione di sua madre, i giocattoli dei suoi compagni, l'orologio dello zio. Negateglielo una volta e ribollirà di rabbia e di aggressività, il che potrebbe diventare omicida se il bambino non fosse così impotente. Di fatto, egli è sporco: non ha né morale, né conoscenza, né abilità. Questo significa che tutti i bambini -non solo alcuni- nascono delinquenti. Se fosse loro permesso di continuare nel mondo egocentrico dell'infanzia, se fosse dato disco verde alle loro azioni impulsive per soddisfare qualunque cosa volessero, ogni bambino diventerebbe solo un criminale- un ladro, un assassino, uno stupratore..."
Questa è la realtà. E se è vostra tendenza di pensatori positivi di ignorarla, non per questo se ne andrà via.
Dio è Legislatore, la creazione è ordine, e non confusione. L'essere umano ha precisi doveri da adempiere, e questi sono stati rivelati nella Bibbia in modo assoluto, permanente ed universale. La nostra vita dipende dall'esecuzione puntuale e diligente di tutto ciò che Dio ci richiede.
Abbiamo mancato di farlo e quindi siamo caduti in uno stato di abbandono e di corruzione dal quale da soli non possiamo più uscire. Per questo la proclamazione della Legge di Dio ci fa prendere coscienza della nostra vera condizione e ci accompagna verso Cristo, il solo che possa risolvere il nostro problema e riabilitarci.
In comunione con Cristo, la Legge di Dio continuerà ad esserci utile per farci conoscere la volontà di Dio, la quale -per riconoscenza e nella convinzione che è il meglio per noi- è criterio unico, assoluto ed universale di tutto ciò che possa essere chiamato giustizia.
Per questo vi invito a studiare la Legge di Dio, e lo faremo insieme, scorrendo i Dieci Comandamenti che la grazia di Dio ha consegnato a Mosè, e poi alla Bibbi come un grande tesoro, prezioso per chi sa apprezzare le cose di inestimabile valore.
[P.C. p.2585]
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