UNA VITA ESUBERANTE

(Giovanni 10:1-11)


Introduzione

Nel contesto del paesaggio di morte che è così tipico del nostro mondo, il tempo di Pasqua con il messaggio che comunica, risalta in tutta la sua forza come una magnifica celebrazione della vita.

Lo vediamo nella simbologia delle uova, portatrici di vita, nell'idea di fecondità, rappresentata dai conigli, nella risveglio della natura che caratterizza la primavera. E' un tempo di ottimismo e di speranza anche se, evidentemente, non c'è molto da stare allegri se si guarda la realtà delle cose.

Il nostro ottimismo, però, non è una romantica ed poco realistica "fiducia nella vita", non si basa sulla fede nel ciclo di una natura che si rigenera, né sulla capacità umana di migliorare le cose. L'ottimismo cristiano è legato all'opera della grazia di Dio che nella persona di Gesù Cristo pone autentiche basi per una vita rifondata, veramente rinnovata. L'ottimismo cristiano è legato alla risurrezione di Cristo, primizia di una nuova creazione alla quale siamo chiamati a partecipare.

Al centro della fede cristiana sta il Salvatore Gesù Cristo che disse: "Il ladro non viene se non per rubare e ammazzare e distruggere; Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano ad esuberanza" (Gv. 10:10).

Questa settimana, nelle scuole secondarie, abbiamo esaminato proprio il testo che contiene questa meravigliosa affermazione di Gesù, ed alcuni ragazzi mi hanno proprio chiesto che cosa volesse dire ottenere quella "vita esuberante", quella vita "abbondante", di cui Egli parla, ed è quello che anche noi vorremmo scoprire quest'oggi.

I. L'essere, il benessere e ...qualcosa di più

Potremmo distinguere la vita in tre livelli: quello dell'essere, quello del benessere e quello del "qualcosa di più", della vita sovrabbondante che Cristo ci dona.

L'aggettivo "esuberante" in "vita ad esuberanza", dono di Cristo, significa una vita che non è semplice "sopravvivenza", una vita che non rientra nei canoni di ciò che è comune in questo mondo, ma è vita "con molto di più", una vita che "trabocca", una vita ricca non tanto di beni materiali e di esperienze mondane, ma di qualità e di contenuto spirituale.

Vi sono quelli dei quali si dice che semplicemente "vegetano"; vi sono quelli che hanno la possibilità di "godersi la vita" soddisfacendo con intensità tutti i loro sensi con ciò che il mondo può offrire, e poi vi sono coloro che hanno cominciato a gustare le dimensioni più vaste che solo la prospettiva spirituale di Gesù Cristo può offrire.

L'essere. "Vegetare", "sopravvivere" se può andare bene per una pianta, per l'essere umano mi sembra troppo limitativo. Molti in questo mondo devono già lottare per la semplice sopravvivenza. Hanno diritto a vita ed alla salute, questo loro diritto è nostro dovere garantirglielo, ma non basta il minimo indispensabile per sopravvivere. Hanno diritto ad avere i mezzi per conseguire molto di più. Gesù lo sapeva e Lui stesso ci mostrava che il pane era essenziale provvederlo, ma che questo doveva preludere a qualcosa di ben maggiore.

Il benessere. Il benessere è quello che ci permette di avere un lavoro regolare e retribuito adeguatamente, una casa accogliente, periodi di riposo e delle ferie, la soddisfazione di molti nostri desideri. L'essere non basta, ci vuole un di-più, ci vuole il ben essere. Questo cercano molti popoli dell'est europeo che vengono a bussare alle nostre porte. Nemmeno il benessere, però, soddisfa completamente l'essere umano: ci vuole qualcos'altro ancora.

La sovrabbondanza. Se è vero com'è vero che neppure da solo il benessere è sufficiente, ci vuole qualcosa di più che questo mondo come tale non può offrire. Il giovane ricco del racconto biblico, era ricco, ma questo non soddisfava veramente la sua vita. Quando Gesù pronunciava quel magnifico: "Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano ad esuberanza", Egli dichiarava di essere Lui stesso fonte di un nuovo tipo di vita. In Lui, ed in Lui solo, avremmo potuto avere questo "di più" che comprende e completa gli altri "tipi" di vita.

Di che cosa si tratta? E' difficile spiegarlo con parole. E' un'esperienza da fare. Ascoltate una parte della testimonianza di John Bunyan, un credente riformato del 17. secolo:

Dopo un periodo di profonda insoddisfazione e frustrazione "improvvisamente, mentre sedevo accanto al fuoco, sentii risuonarmi nel cuore queste parole: Devo accostarmi a Gesù. Al che la mia oscurità ed il mio ateismo si dileguarono, e le sante cose del Cielo si palesarono ai miei occhi... Allora dissi a mia moglie con gioia: Ora so! Ora so! e fu quella una buona sera per me, come ne avevo avute poche. Incominciai a desiderare la compagnia di alcuni fedeli, per poter impartire loro quello che Dio mi aveva palesato. Cristo era prezioso alla mia anima quella sera; a mala pena potevo stare a letto per la gioia, la pace e il trionfo che avevo ottenuto attraverso Cristo..." .Della stessa esperienza possono testimoniare innumerevoli credenti: è l'esperienza del ricevere il multiforme beneficio dell'opera di Cristo, in seguito alla conversione.

II. I nemici della vita

Se riprendiamo però l'espressione di Gesù sulla vita che ci vuole donare notiamo che già in essa sono contenuti elementi che ci permettono di meglio comprendere. Il primo è un preciso avvertimento: Gesù ci mette in guardia contro chi ci vorrebbe privare, derubare di questa vita "Il ladro non viene se non per rubare e ammazzare e distruggere; Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano ad esuberanza".

Quelle che la Bibbia chiama "le forze spirituali della malvagità" intendono tenere il mondo ed i suoi abitanti sotto il loro controllo. La vita che l'Evangelo di Gesù Cristo desidera impartire, è una minaccia al loro potere, e così fan di tutto affinché di essa rimaniamo ignoranti, oppure ne abbiamo un'immagine distorta e falsata. A questo fine esse sono pronte a manipolare persino predicatori e chiese compiacenti.

La vita che Cristo offre ci può essere nascosta e l'accesso ad essa impedito allo stesso modo in cui i regimi dittatoriali privano i loro soggetti di libertà negando loro i diritti umani ai quali pure sarebbero intitolati.

1. I nemici della vita sono ingannevoli nei loro metodi. "In verità, in verità vi dico, che chi non entra per la porta nell'ovile delle pecore, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro ed un brigante" (10:1).

Non solo ai tempi di Cristo, ma anche oggi vi sono nemici del Vangelo che vi sia più di una porta nell'ovile della salvezza. Si tratta di una menzogna. Vi sono molti prodotti contraffatti che pretendono falsamente di farci giungere agli stessi obiettivi, e che devono essere considerati nemici della vita autentica. Il labirinto della vita presenta molte vie d'uscita che sembrano buone, ma che si riveleranno ben presto vicoli ciechi. Una è la via di salvezza. Il labirinto è fatto per ingannare e per tenerci intrappolati. Non dobbiamo lasciarci ingannare. Ci possiamo fidare solo di Gesù, il quale non mentisce nell'indicarci la via d'uscita: "Io sono la porta; se uno entra per me sarà salvato" (10:9). Gesù ha pure dichiarato: "Io sono la via, la verità, e la virta; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv. 14:6).

Molti proprio non riescono a digerire le pretese dell'unicità di Gesù. Egli però è netto, preciso e radicale nelle Sue affermazioni, e non si può far finta che egli non le abbia fatte o cercare di "aggirare l'ostacolo" negandolo. Se siamo discepoli di Gesù dobbiamo accogliere l'intero complesso del Suo insegnamento, e non solo quello che ci torna più comodo.

2. I nemici della vita sono difettosi nel loro messaggio. "Ma un estraneo non lo seguiranno; anzi, fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei" (10:5). Vi sono tanti vangeli contraffatti che promettono vita, come quelli degli imbonitori televisivi che a gran voce magnificano i loro prodotti i quali, dopo essere stati incautamente acquistati si riveleranno un inganno. La felicità che i prodotti di questo mondo offre è di breve durata, mentitori sono maghi ed oroscopi... Con quanta presunzione, poi, vengono propagandate nuovissime teorie educative e filosofie, e con quanto disprezzo si scagliano contro i principi eterni della Bibbia, ormai ritenuti superati. Quanto patetica è però la loro caduta, il loro fallimento, la loro rovina, alla prova del tempo...

3. I nemici della vita sono distruttivi per quanto riguarda la loro motivazione. "Il ladro non viene se non per rubare e ammazzare e distruggere". Il ladro di vita ed il truffatore viene solo per derubare. I nemici dell'Evangelo non danno: prendono, assorbono. Non vivificano, ma mortificano; non benedicono, ma maledicono. Il loro scopo è quello di distruggere le loro prede dopo averle prese in trappola. E' solo alla fine, quando talora è troppo tardi, che ci si rende conto di essere stati presi in trappola, di essere stati ingannati. Avremmo fatto meglio a prendere con serietà quel messaggio "vecchio e superato" che ci proveniva dalla Bibbia, quel messaggio che quel predicatore si ostinava a comunicare nonostante che molti lo accusassero e gli dassero ogni titolo dispregiativo fra cui pure quello di "fondamentalista"!

III. Le certezze di questa nuova vita in Cristo

"Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano ad esuberanza". La vita vittoriosa e permanente che possiamo ottenere in Cristo non è una teoria filosofica o teologica: è una Persona, il Signore Gesù Cristo, al riguardo del quale vi sono certezze che non possioâmo ignorare o sfuggirne.

La vita abbondante in Cristo è storicamente osservabile. Gesù disse: "Io sono venuto...": è un dato di fatto, non una teoria.

La vita abbondante in Cristo è ottenibile in modo dinamico. "...perché abbiano la vita", perché la ricevano. Gesù dice: "Io do loro la vita eterna, e non periranno mai" (10:28). Giovanni stesso riprende questo tema e dirà: "Iddio ci ha data la vita eterna, e questa vita è nel suo Figliolo. Chi ha il Figliolo ha la vita; chi non ha il Figliolo di Dio, non ha la vita" (1 Gv. 5:11,12).

 

IV. Le qualità di questa nuova vita

"Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano ad esuberanza", e poi: "Il buon pastore mette la sua vita per le pecore" (10:11). Tre qualità di questa vita risaltano chiare da questo versetto: il fatto che sia qualcosa di affascinante; il fatto che sia abbondante, ed il fatto che sia permanente.

Una vita affascinante. A volte consideriamo la miseria della nostra condizione umana e ci ritroviamo ad avere una profonda insoddisfazione per noi stessi. E' un sentimento sano questo, perché vuol dire che aneliamo ad una vita qualitativamente molto migliore. Saremmo portati a disperare di noi stessi se non scoprissimo ben presto, dalla Parola di Dio, che siamo stati "eletti, prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi ed irreprensibili dinanzi a Lui nell'amore" (Ef. 1:4). Allora la vittoria sulla miseria della condizione umana ci appare possibile. Vediamo la meravigliosa persona di Cristo che ci viene presentata in tutto il suo splendore e ci sentiamo irresistibilmente attratti da Lui. Cristo così prende la nostra esistenza, comincia a purificarla ed a trasformarla fino alla gloria finale. Giovanni scrive: "Diletti... non è ancora stato reso manifesto quel che saremo. Sappiamo che quand'Egli sarà manifestato, saremo simili a Lui, perché lo vedremo come Egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica, come Egli è puro" (1 Gv. 3:2,3).

Una vita abbondante. Si tratta di vita nella sua pienezza, tale quale Dio aveva intesa per noi quando ci aveva creato.

E' come se la Parola di Dio rendesse più profonda la nostra capacità affinché il Figliolo di Dio la riempisse di tutta la Sua pienezza. "in Lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità, e in Lui voi avete tutto pienamente" (Cl. 2:9)

Una vita dal carattere permanente. Si, è una vita dal carattere eterno. "Questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo e vero Dio, e Colui che tu hai mandato: Gesù Cristo" (Gv. 17:3). Quella che otteniamo è una vita che non termina con la nostra morte fisica, anzi, la morte fisica non è che un passare ad una vita più piena in Gesù Cristo. Questa vita permanente è eterna perché comincia sulla terra quando accogliamo Gesù Cristo come nostro Signore e Salvatore, e termina in cielo.

Conclusione

Il messaggio del tempo di Pasqua è dunque un messaggio di esultante speranza perché ci rinnova l'invito a portare la nostra vita al suo compimento ultimo, cioè innestandola in Cristo: egli solo è il mezzo per cui la nostra umanità potrà avere quel "di più", oltre il semplice "essere", oltre il "benessere", verso la sovrabbondanza.

Per molti il solo sopravvivere è già una conquista, il benessere un sogno lontano, la vita abbondante di cui parla Cristo un'utopia non bene definibile. Quest'ultima però non è un lusso per pochi privilegiati, un "di più" che pochi si possono permettere quasi che in fondo fosse superfluo: è dono di Dio in Cristo Gesù. Spesso il benessere materiale è un grave impedimento al raggiungimento della vita che dona Gesù. Paolo dice che dopo aver incontrato Gesù tutte le cose che prima per li avevano tanto importanza sono diventate come spazzatura.

Come il titolo di una trasmissione televisiva evangelica, vita abbondante è "vivere al 100%", una soddisfazione che va ben oltre a quella che ottiene colui che giunge a realizzare tutte le sue migliori aspirazioni in questo mondo.

Facciamo allora attenzione alle false risposte che il nostro mondo dà alle nostre legittime domande, consideriamo le certezze di questa nuova vita, come pure le sue qualità. Con queste verità in mente, io vi invito a ricevere questa nuova vita in cristo. Respingere Cristo significa respingere opportunità di vita, respingere la vita significa perire per sempre.

Non vorremmo noi dire: "Grazie, Signore Iddio, per il tuo indescrivibile dono" e poi aprire la mano ed il cuore della nostra fede e dire "grazie"?


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