La sapienza di Dio dipinta in cinque quadri


Introduzione

L'apostolo Paolo, parlando del contenuto della sua predicazione, dice: noi predichiamo Cristo crocefisso, che per i Giudei è scandalo, e per i Gentili, pazzia; ma per quelli i quali sono chiamati, ...predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio.

E' sconcertante per alcuni la predicazione al riguardo della morte di Cristo in croce come una manifestazione della sapienza di Dio. Non sembrerebbe piuttosto una stupidità, un contro-senso, un fallimento? Eppure dobbiamo comprendere la sapienza infinita di Dio, del Suo essere, del Suo parlare, del Suo agire, e lo possiamo fare, perché ci è dato di poterla conoscere. La multiforme sapienza di Dio: è quella che cercheremo di comprendere oggi.

Se Dio è, se Dio è Spirito, se Dio è sempre lo stesso, Dio è pure sapienza. La nostra non è tanto un'affermazione della logica, ma lo sappiamo perché è stato Dio stesso a rivelarcelo nelle Scritture. E' nella Bibbia infatti che Dio ci rivela la sua sapienza, infinita e perfetta.

Immaginiamoci allora cinque quadri di un'esposizione in cui ci viene esemplificata la Sua sapienza.

1. Primo quadro: la sapienza di Dio nella creazione

Consideriamo la bellezza del Suo creato. Tutto ciò che esiste è stato fatto da Lui, per mezzo della Sua Parola. L'apostolo Paolo dirà che la creazione intera rivela la divinità e la potenza di Dio. Gli esseri umani, però, si credono più sapienti, ed hanno accantonato questa rivelazione. Non desiderando entrare nella sapienza di Dio, sono divenuti degli stolti, degli stupidi.

a. La sapienza di Dio risulta subito dall'ordine dei suoi atti creativi:

- Dapprima crea l'energia fondamentale: Sia la luce! E la luce fu.

- Poi crea lo spazio necessario: Ci sia una distesa tra le acque.

- Poi la raccolta selettiva dei mari e delle terre: Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo, ed apparisca l'asciutto.

- Poi il sorgere della vita vegetale: della verdura, delle erbe che facevano seme, ...e degli alberi fruttiferi. Ora la dispensa è stata riempita. Mancava ancora il suo adattamento al ritmo della vita animale...

- I due grandi astri, il sole e la luna, che regolano il tempo, in giorni ed anni. Ora tutto è a posto.

- Così sorge la vita animale, nelle acque le prime nominate, poi sulla terra e sotto il cielo.

- poi gli animali terresti a dimensione d'uomo: bestiame, rettili, animali di ogni sorta.

- Infine, distinto da tutto ciò che lo precede, ma in continuità con esso: l'essere umano, creato a somiglianza di Dio, formato dalla polvere della terra, che riceve nelle sue narici un soffio vitale di Dio. Egli lo crea maschio e femmina. Questo per quanto riguarda l'ordine.

b. La sapienza di Dio risalta anche dalle distinzioni che Egli opera. Dio separa, segna frontiere invalicabili. Dio, nella Sua sapienza si rivela essere nelle Sue opere un Dio d'ordine e di bellezza. Non vuole confusioni. Non vuole delle mescolanze impossibili. E' per questo che egli separa le tenebre dalla luce, separa l'alto dal basso, separa le acque dalla terra ferma, distingue il giorno dalla notte. E' così che Egli circoscrive ciascun essere vivente in un suo spazio specifico. Nella Sua saggezza, più tardi, Egli si domanderà: La fonte, getta essa dalla medesima apertura il dolce e l'amaro? Può, fratelli miei, un fico fare olive, o una vite fichi? Neppure può una fonte salata dare acqua dolce... Nessuno può servire a due padroni. Ecco la fine del primo quadro.

2. Secondo quadro: la sapienza di Dio nella Caduta dell'uomo

L'uomo creato ad immagine di Dio è promosso ad un destino unico nel suo genere. Egli era stato creato per vivere eternamente con Dio.

Nella Sua sapienza, Dio pone l'essere umano davanti alla prova di una scelta, dato che Egli non ha creato un robot, né un animale superiore dotato solo di istinto. Ha creato un essere umano a somiglianza Sua, per questo può conoscere Dio, può parlargli. L'essere umano viene elevato al supremo privilegio della comunione con Dio.

E' necessaria, però, una prova. Nella Sua sapienza, Dio non pone all'uomo un limite superiore troppo alto. Egli non divide il giardino d'Eden in due parti uguali, proibendogli una di queste. Al contrario, Egli apre all'uomo tutte le porte della libertà. Tutto il giardino è a disposizione dell'uomo, tutti gli alberi gli appartengono, salvo uno. La sapienza di Dio che misura la prova, la permette.

L'uomo, però, ascolta la voce del tentatore che gli suggerisce quella che potremo chiamare una "teologia del sospetto". Come! Iddio vi ha detto.... ...e subito cade davanti all'unica prova che gli era stata messa davanti.

Dio, nella Sua sapienza, si presenta all'uomo decaduto per interpellarlo. Desidera prepararlo affinché riconosca la sua colpa, ma che difficoltà per Dio portare l'uomo a confessare il suo peccato. Egli cerca scusanti, accusa la sua donna, la quale, a sua volta, accuserà il serpente tentatore.

Allora Iddio, nel suo amore, rivela un piano di salvezza infinitamente saggio. Si, l'aveva già concepito nel Suo cuore di Padre eterno:

La progenie della donna (cioè la sua discendenza, un suo figlio) schiaccerà la testa del serpente (cioè: distruggerà le opere del diavolo), ma esso gli ferirà il calcagno (cioè, morirà sulla croce).

Senza poi attendere, come se fosse una prima lezione pedagogica, Dio immola degli animali per dare delle tuniche di pelle alla prima coppia umana. Esse così coprono ciò che ormai rappresenta la loro vergogna. E' la fine del secondo quadro.

3. Terzo quadro: la sapienza di Dio nella lunga preparazione pedagogica

Si tratta qui del tempo che separa la Caduta dall'Avvento di Gesù Cristo, un tempo lungo migliaia di anni. Noi dobbiamo qui necessariamente riassumerlo, là dove Dio si prende tutto il tempo necessario.

Nella Sua sapienza infinita, Dio sceglie un uomo, gli dà una famiglia, la quale diventerà un popolo, attraverso il quale tutte le famiglie della terra saranno benedette. Quest'uomo è Abramo, il popolo è Israele.

- A questo popolo Dio dona Mosè, e attraverso di lui la Legge. Dio pone in modo sovrano le condizioni tramite le quali l'essere umano potrà accostarsi a Lui.

- Nel cuore stesso di questa Legge divina si trova il culto mediante il quale l'uomo può servire Iddio andandoGli incontro. Nella Sua sapienza Dio fa imparare all'uomo che senza spargimento di sangue non c'è remissione. Infatti la legge stabilisce che quasi tutte le cose vengano purificate dal sangue, e senza spargimento di sangue i peccati non sono perdonati. Questo gli insegna la gravità del peccato, la separazione infinita che lo separa ormai da Dio, salvo che il sangue a lui gradito getti un ponte fra i due.

Poi Dio dà Davide come re. Egli regnerà su Israele e i suoi figli dopo di lui... fino all'eternità. Mistero della sapienza divina, non tarderemo a comprendere il significato di questo regno eterno.

Poi Iddio dona i profeti che rammentano incessantemente al popolo che si svia, il senso della Legge, il senso del culto,il senso delle promesse fatte. Essi fanno appello al popolo di tornare a questo Dio mal servito, così male compreso.

Una questione si pone.

E' saggio usare una pedagogia che duri migliaia di anni? Non c'è forse il rischio di scoraggiare coloro che attendono e che non vedranno compimento alcuno? Una tale domanda è quella dell'uomo che non comprende affatto la sapienza di Dio, perché nel tempo della sua formazione, che è quello dell'attesa e della speranza, Dio già dona la Sua grazia, il Suo perdono, la Sua comunione.

La prima Alleanza è quella della Legge. La ricordiamo spesso. La seconda Alleanza, in Gesù Cristo, sarà quella della grazia. Sbagliamo a fare una separazione netta fra la Legge da una parte, e la Grazia dall'altra. Questo significa dimenticare la sapienza estremamente varia di Dio che, nella sua pedagogia, già dona ad Israele le primizie dell'Evangelo.

Ecco perché Abramo credette all'Eterno, che gli contò questo come giustizia nella promessa che gli era stata fatta. Anche Davide si può rallegrare della sua salvezza, dicendo: Beato Colui la cui trasgressione è rimessa e il cui peccato è coperto.

Sono i Salmi a testimoniare come i credenti sotto l'antica alleanza si siano pienamente rallegrati in speranza, senza avere un sentimento di frustrazione. In fede morirono tutti costoro, senza avere ricevuto le cose promesse, ma avendole vedute e salutate da lontano, e avendo confessato che erano forestieri e pellegrini sulla terra... dimostrano che cercano una patria ...migliore, cioè una celeste; poiché Iddio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio; poiché ha preparato loro una città.

Nella Sua saggezza Dio ha messo in atto un'ammirevole pedagogia che prepara la venuta di Cristo. E' la fine del terzo quadro.

4. Quarto quadro: la sapienza di Dio manifestata in Gesù Cristo.

Eccolo dunque, Colui che incarna perfettamente la sapienza eterna di Dio. Egli è sacerdote e va ad offrire sé stesso in sacrificio perfetto come l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Egli è re, figlio di Davide, e si siederà eternamente sul trono divino. E' in Lui che si chiarisce finalmente il mistero. Egli è profeta, e ci porta la Parola perfetta di Dio. Nella Sua venuta Egli la compie, la completa, anzi, Lui stesso è la Parola fatta carne, ...piena di grazia e di verità.

A dodici anni, Egli sale al tempio di Gerusalemme per la prima volta. Egli si siede in mezzo ai dottori, li ascolta e fa loro delle domande. E tutti quelli che l'udivano, stupivano del suo senno e delle sue risposte.

A trent'anni comincia il suo ministerio pubblico. Non ha mai seguito i corsi di studio comuni per tutti gli altri dottori del suo tempo. Quando parla, però, egli sorprende, stupisce, affascina, oppure irrita. Egli non parla come gli scribi o i farisei, né come i teologi ed i dottori della legge. Parla con autorità e sicurezza, soprattutto, dice verità. Parla della terra e degli uomini, e mai si sbaglia. Parla del cielo e di Suo padre che Egli ha visto ed insegna le certezze eterne che trascendono il tempo e lo spazio. Nessun uomo parlò mai come quest'uomo.

Cercano di farlo tacere, di metterlo in imbarazzo, di metterlo in contraddizione con le autorità romane, o con i Giudei. Cercano di discreditarlo davanti alla gente. Invano, però. Il re Salomone era un re sapiente, ed ecco: qui v'è più che Salomone.

-Bisogna pagare il tributo a Cesare? Temibile domanda, questa. Com'è possibile uscire da questo tranello? Se dice di si, sarà accusato di essere un collaborazionista dei Romani. Se dice di no, sarà accusato di essere un oppositore che vuol far rivoltare il popolo. I suoi nemici hanno bene calcolato la loro mossa: Gesù non potrà loro sfuggire. Non conoscono però l'infinita sapienza di Dio. Mostratemi la moneta del tributo... Di chi è questa effige e questa iscrizione? - Di Cesare! -Rendete dunque a Cesare quel ch'è di Cesare, e a Dio quel ch'è di Dio.

Ammirevole saggezza, quella che fa allontanare, senza parole, sia i Farisei séttari, che gli erodiani collaborazionisti.

Quando però è lui a fare le domande, egli mette in imbarazzo i suoi nemici e li riduce questa volta ancora al silenzio.

In occasione del Suo processo, per farlo condannare da testimoni, bisognerà pagarli per trovarne di falsi. E ancora, davanti a Colui che è la verità stessa, saranno essi a rimanere confusi. Gesù offrirà Lui stesso il motivo della Sua condanna proclamandosi Dio, ciò che veramente Lui è da tutta l'eternità.

Bisognerebbe ancora parlare dell'intima conoscenza che Lui aveva dell'essere umano, del modo in cui Lui era in grado di sondare i pensieri più profondi. Bisognerebbe parlare dei misteri da Lui rivelati durante per esempio, l'incontro da Lui avuto con Nicodemo, oppure delle meravigliose parabole che sollevano il vero di misteri sconosciuti fino allora.

Dobbiamo però purtroppo lasciare questo meraviglioso quarto quadro.

5. La sapienza di Dio nella morte espiatrice di Gesù Cristo sulla croce

Ed eccoci arrivati finalmente alla sapienza di Dio manifestata nella morte del Suo Figliolo Gesù Cristo.

E' chiaro che non è la croce che ci salva, ma il Cristo crocefisso. La croce, troppo spesso divenuta un feticcio, un idolo, non può salvarci.

E' uno strano paradosso quello di notare come se da una parte Dio ci ha messo millenni per preparare la salvezza, ora la compia in sei ore nella sofferenza di Cristo sulla croce, in tre giorni se si include la risurrezione, inseparabile dalla sua morte.

Il Cristo crocefisso e risuscitato sta al centro della Storia.

Abbiamo già appreso che senza spargimento di sangue non c'è remissione. Chi potrà alla fine offrire un sacrificio sufficiente a togliere, una volta per tutte, il peccato dalla realtà umana?

L'immenso debito che il peccato aveva causato, necessitava un sacrificio dal valore immenso. Chi, in mezzo agli uomini, poteva offrirlo? Nessuno, eccetto Dio stesso. Perciò, entrando nel mondo, egli dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo. Allora ho detto: Ecco, io vengo ...per fare la tua volontà.

Egli è l'agnello senza difetto né macchia, ben preordinato prima della fondazione del mondo.

Egli è divenuto uomo per identificarsi con noi e per prendere il nostro posto. Egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità: il castigo, per cui abbiamo pace, è stato su di Lui, e per le sue lividure, noi abbiamo avuto guarigione.

Nello stesso tempo Dio e uomo, egli soddisfa le esigenze della giustizia di Dio e copre il debito che è stato contratto a causa del nostro peccato. Egli prende su di sé non soltanto il peccato di qualche persona, ma di un grande numero di persone nel mondo intero. Perché Iddio ha tanto amato il mondo, da dare il Suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.

Ed ecco così l'insondabile sapienza di Dio.

Il quinto quadro è dunque terminato?

Non del tutto. Non per te, se non hai ancora riconosciuto in Gesù Colui che è morto per te e che ti offre, per il suo sangue, il perdono dei tuoi peccati e la vita eterna.

Conclusione

Dio è saggio. Egli però chiede a ciascuno di noi: Tu, però, sei saggio?

Tu non puoi esserlo se non quando sottometterai la tua vita intera al governo del Signore Gesù. Confessagli le tue colpe, e dichiara la tua fede, oggi ancora, senza attendere. Egli ti aspetta perché ti ama.

Dio è la fonte della vita e della sapienza. L'uomo non può trovare altrove la strada della sapienza e della vita.

Oggi molti, come ai tempi dell'apostolo Paolo, vorrebbero prima vedere miracoli convincenti per credere, altri, come i greci cercano la sapienza filosofica.

L'apostolo Paolo risponde: noi predichiamo Cristo crocefisso, che per i Giudei è scandalo, e per i Gentili, pazzia; ma per quelli i quali sono chiamati, ...predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio; poiché la pazzia di Dio è più savia degli uomini.

Ci è così rivolto un chiaro appello ad acquisire in noi stessi la sapienza di Dio. Come ne risponderemo a livello personale?

[Jacques Dubois, in "Promesses" n. 96, 1991/2. p.p. 16-19, p. 2558, elaborazione di P.Castellina]


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