Ciò che ci insegnano i gigli

«Considerate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che nemmeno Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro» (Mt. 6:28,29).


Introduzione

In Palestina, dov'era vissuto Gesù, la primavera è una bellissima stagione. Coloro che l'hanno visitata ci dicono che i suoi campi e le sue colline sono belle oggi tanto quanto dovevano essere state tanto tempo fa. Vi sono margherite e bottoni d'oro, trifoglio e denti di leone, brillanti anemoni scarlatti, ranuncoli, papaveri, come pure altri tipi di fiori che ai nostri occhi sarebbero molto strani.

Fra questi fiori c'erano i gigli, fiori questi che a Gesù piacevano molto, e di fatto sono fiori di rara bellezza, molto usati come ornamento nei giardini. In Palestina c'e n'erano tantissimi, e nel mondo se ne contano fino a 90 specie: nessun altro fiore è più comune in Palestina del giglio.

Il giglio della Palestina non è come il nostro giglio bianco o di S.Antonio, o ai nostri mughetti (che appartengono alla stessa famiglia), né sono simili al giglio d'acqua di certi giardini, alla ninfea a fiori bianchi, o al giaggiolo, o ai narcisi. Esso è grande come una margherita. Il suo centro è nero ed i suoi petali sono di un rosso scarlatto chiaro.

Queste fiamme scarlatte sono così vivaci che Gesù aveva osservato che nemmeno il grande re Salomone, con tutta la sua gloria, aveva delle vesti belle come quei gigli.

Potete immaginare Gesù che sta insegnando alla gente le cose che riguardano Dio sul tappeto erboso e fiorito di una collina? In quei prati il vento soffiava facendo come danzare questi magnifici fiori. Chissà quante volte Gesù avrà esclamato: "...ma guardate che magnifici gigli!". Gesù era un maestro affascinante. Bastava che guardasse a delle cose comuni come dei gigli ed ecco che da questi avrebbe tirato fuori delle importanti lezioni che tutti dovevano imparare.

Il loro insegnamento

"Considerate i gigli", diceva il Maestro. Facciamolo allora anche noi. Che cosa ci dicono i gigli?

1) L'amore di Dio. La prima lezione che ci insegnano è questa: Dio ci deve amare intensamente. Dio, Colui che Gesù ci ha insegnato a chiamare Padre, ci ha dato tutto ciò di cui abbiamo bisogno per la nostra vita. Un mondo come il nostro avrebbe in sé tutto ciò di cui la popolazione del mondo avrebbe bisogno per la propria vita: un vestito, il cibo, e le case. Dio ci ha dato anche i fiori. Questi sono gli "extra" che ci ha dato. Voi potete sapere quanto una persona vi ami dagli "extra", dalle cose "in più" che vi dà.

E pensate anche ad un altro segno del suo amore. Noi spesso prendiamo per scontato quello che Lui ci dona, Lo ringraziamo molto di rado, o quasi mai. Noi, nel mondo, abbiamo rovinato tante belle cose che Egli ha fatto. Avrebbe motivo di essere molto arrabbiato con noi. Che cosa ha fatto però, è venuto in mezzo a noi nella persona di Gesù Cristo e ha dato a tante persone la possibilità di salvarci dal male in cui viviamo dando tutta la Sua vita per noi, non risparmiando nulla di sé per darci la possibilità della salvezza. Ci avete mai pensato?

2) Crescere bene. "Considerate i gigli", diceva Gesù. Perché? Perché pure ci insegnano come crescere. A tutti piace crescere. Se chiedete a un bambino quanti anni ha, non dirà "dieci" o "dodici", ma "dieci e mezzo", o "quasi tredici". A molti ragazzi piace misurarsi per vedere quanto crescono. Noi però non cresciamo muovendoci qua e là, né posiamo "sforzarci" a crescere di più. Cresciamo e basta! Non possiamo spingere noi stessi nell'aria. Dobbiamo crescere come i gigli. Naturalmente bisogna dare al seme o al bulbo del giglio, la possibilità di crescere. Essi hanno bisogno di nutrimento e di luce. Noi abbiamo bisogno di quelle cose che ci servono per crescere sia fisicamente che spiritualmente. Abbiamo bisogno di cibo, di riposo, e di esercizio, come pure abbiamo bisogno della verità, dell'amore, e di essere in comunione con Dio nel culto.

Spesso noi cresciamo sani e forti nel corpo, come pure intelligenti nella mente, ma quanti si preoccupano di coltivare anche la crescita del nostro spirito? Il nostro spirito non ha vita in noi a causa del peccato. In Gesù Cristo Dio vuole risvegliarlo e così lo espone all'annuncio del Vangelo ed all'azione dello Spirito Santo, perché noi saremo persone complete quando anche il nostro spirito cresce come Dio aveva inteso fin dall'inizio.

Se diamo alla nostra vita delle opportunità, essa crescerà come i gigli.

3) Fiducia in Dio. I gigli ci insegnano pure che dobbiamo aver fiducia nel nostro Padre celeste. I fiori hanno una breve vita, specialmente quanto li tagliamo. Purtroppo presto verranno gettati via. I gigli della Palestina durano solo tre settimane. Gesù sembrava così dire: "Se Dio ha fatto dei fiori così belli per durare solo così poco tempo, se è così generoso nel prendersi cura di questi piccoli amici che vanno via così presto, perché non confidare pure che Egli ha cura dei piccoli esseri umani che ha fatto, e che valgono molto di più dei fiori?

C'era una volta un esploratore che si chiamava Mungo Park. Durante uno dei suoi viaggi, egli era stato attaccato da dei selvaggi e derubato. Era a circa 500 chilometri dal più vicino centro abitato, ed era così scoraggiato che pensava che per lui era arrivata l'ultima ora. Ad un tratto, mentre era a terra ferito, vide una piccola pianticella di muschio non più grande della punta di un dito. Era perfetta in forma e bellezza. Così disse a sé stesso: "Se Dio si è scomodato a prendersi tanta cura anche di una piccola pianticella così in un angolo così oscuro della terra, egli dovrà prendersi maggiore cura di creature che ha fatto a Sua immagine, ed Egli si prenderà cura di me! Avrò fiducia in Lui!". Questo solo pensiero riuscì a dargli coraggio e speranza, e fu in grado di continuare lottando fintanto che riuscì ad essere salvo!

4) L'utilità delle cose piccole. "Ma guardate solo quei fiori!". Essi ci dicono che anche il più giovane ed il più piccolo fra noi può fare cose utili per gli altri. Conoscevo un bambino piccolo dell'età per andare all'asilo infantile. Un giorno, giocando nei prati, aveva visto alcuni bei fiori. Aveva raccolto diversi bottoni d'oro e denti di leone, e alcune margherite. Poi era corso da sua madre. Non conosceva molte parole, ma quando diede quei fiori a sua madre, lei si era resa conto che quei fiori le stavano parlando nella loro lingua. Talvolta quello che facciamo per gli altri può sembrare poca cosa, ma non possiamo mai sapere quanto potrebbe significare per loro il fatto che solo pensiamo a loro. I gigli dei campi erano molto piccoli, ma essi rendevano il mondo più bello e la vita più dolce.

A che cosa servono i fiori? Il fiore è un organo di riproduzione delle piante, è così bello e profumato perché serve per attirare gli insetti e diffondere così i semi. Ma esso indubbiamente serve, con i suoi colori e profumo, per rendere più bello il mondo.

Noi facciamo tante cose più o meno utili nella vita, ma le facciamo anche "bene" affinché tutti, vedendo quanto bene sono fatte, possano dare gloria a Dio.

Dobbiamo dire: "Io voglio fare ogni cosa il meglio possibile, affinché attraverso la bellezza, la pulizia, e l'ordine di quel che faccio, Iddio pure venga onorato, la sua giustizia, il suo amore, la sua santità! Com'è bello vivere alla gloria di Dio!

5) La bellezza interiore. Nei gigli mi sembra però che ci sia un ultima lezione. Nel giglio non c'è bellezza solo esteriore, il giglio è bello perché la bellezza è impressa nella sua natura interiore.

Noi spesso facciamo delle cose brutte, e poi le ricopriamo con la vernice, con la calce, o le indoriamo, per renderle belle. Dio non fa mai così. Le sue opere non hanno alcun ornamento ingannevole. La forma che Egli dà ad ogni creatura è proprio quella che gli è propria, ed il colore con il quale lo adorna non andrà mai via. Nel suo grande laboratorio la verità e la bellezza vanno sempre insieme!

Il giglio è simbolo della purezza e della castità, che il Signore vuole rendere parte del nostro carattere. La bellezza interiore è ciò che più importa, e che si rifletterà naturalmente anche all'esterno.

L'apostolo Pietro diceva alle donne, e naturalmente anche agli uomini: «Non preoccupatevi di essere belle al di fuori, con pettinature raffinate, gioielli d'oro e vestiti eleganti. Cercate invece la bellezza nascosta e durevole, quella del cuore. Cercate di avere un animo buono e sereno: queste cose sono preziose difronte a Dio» (1 Pi. 3:3,4).

Conclusione

Quante cose allora ci insegna un giglio dei campi! e Gesù era veramente un maestro straordinario nel farci vedere queste cose.

Ci insegnano la grandezza dell'amore di Dio, l'importanza di crescere bene ed in modo equilibrato, che di Dio possiamo avere piena fiducia, che anche le piccole cose possono essere importanti, e quanto sia importante la bellezza e la purezza interiore.

Chiediamo a Dio in preghiera di imprimere queste lezioni profondamente in noi e di viverle fino in fondo, per la Sua gloria, e per il nostro bene!

(P. Castellina, p. 1578. Da: D. A. MacLennan, in "A Treasury of Story Sermons for Children", C.L.Wallis, ed. Grand Rapids: Baker Book House, 1957-1984).


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