COME BAMBINI APPENA NATI...
"O Eterno, il mio cuore non è orgoglioso, e i miei occhi non sono alteri, e non mi occupo di cose troppo grandi e troppo alte per me. Ho veramente calmato ed acquetato la mia anima, come un bambino svezzato sul seno di sua madre; la mia anima dentro di me è come un bambino svezzato. O Israele, spera nell'eterno, ora e per sempre" (Sl. 131)
Questo breve salmo della Bibbia presenta il credente come un bambino svezzato fra le braccia di sua madre, un bambino. E' un bambino che ha appena smesso di essere nutrito con il latte: certamente un piccolo shock. Ora deve essere nutrito in modo diverso, ma ha fiducia, fiducia che sua madre non gli darà mai cose cattive, ma sempre buone per lui.
Ricorda una frase di Gesù che dice: "Vi è tra voi qualche uomo che, se suo figlio gli chiede del pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà una serpe. Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a coloro che gliele chiedono" (Mt. 7:9,10).
1. C'è una realtà negativa, la malvagità umana. Non bisogna farsi illusioni sull'essere umano. Il romanticismo non è realista. Bisogna avere il realismo della Bibbia, realismo confermato dalla tragedia della cattiveria umana, che ha sempre meno scrupoli anche difronte a bambini indifesi, che spesso vengono maltrattati, sfruttati, disprezzati. E' la realtà del peccato. Sappiamo dare buoni doni ai nostri figli? Non è sempre vero, e i "buoni doni" non sono sempre quelli che si danno a Natale: ma soprattutto quelli che la dichiarazione universale dei diritti dei bambini illustra e che abbiamo sentito e così riassunto:
1. Io non so difendermi, ho bisogno di una protezione speciale.
2. Io ho diritto di crescere in maniera sana e normale.
3. Io ho diritto di formare il mio corpo, la mia mente, il mio spirito in condizione di libertà e di dignità.
4. Io ho diritto ad avere un nome ed una cittadinanza.
5. Io ho il diritto di nascere.
6. Io ho diritto ad avere abbastanza da mangiare.
7. Io ho diritto ad una casa.
8. Io ho diritto di giocare.
9. Io ho diritto di essere curato quando sono malato.
10. Io ho diritto all'amore ed alla comprensione degli altri.
11. Io ho diritto alla sicurezza morale e materiale.
12. Io ho diritto ad avere una famiglia felice.
13. Io ho diritto a ricevere per primo protezione e soccorso.
14. Nessuno ha il diritto di sfruttarmi per suo interesse.
15. Io ho diritto di vivere in un ambiente di pace, di tolleranza e di fraternità.
Difronte a tutto questo abbiamo concluso dicendo: "Quanti però, al mondo ancora non godono di questi diritti?"
2. La realtà del ravvedimento. Qualcuno però prende coscienza della realtà del peccato che rovina la sua vita, inducendolo a far del male agli altri e che lo separa irreparabilmente da Dio. Lo Spirito Santo opera in lui una rigenerazione, una nuova nascita.
Si rende conto del suo peccato e se ne ravvede e, davanti a Dio, in ginocchio, dice: "O Eterno, il mio cuore era orgoglioso, presuntuoso, superbo, arrogante, insolente, altero, altezzoso, impertinente, tracotante, prepotente, petulante, sfacciato, molesto, violento. I miei occhi erano alteri, sprezzanti, altezzosi. Pensavo di essere chissà chi, mi occupavo di cose che a mio giudizio erano alte e grandi, ma ero cieco. Non vedevo la mia miseria e lo stato di perdizione in cui mi trovavo. Signore, perdonami, se puoi".
3. La realtà del vero amore. Ed ecco che quest'uomo incontra per la prima volta l'amore, incontra Gesù Cristo. Riconsidera la storia di Gesù e comprende che Egli è Dio che si è abbassato fino a noi con immenso amore, che si è interessato a Lui fino a morire sulla croce affinché il Suo sangue potesse purificarlo del tutto dal suo peccato, dalla sua miseria! Gesù ha preso su di sé il suo peccato, ha pagato Lui, l'innocente, la colpa del peccatore, affinché potesse esserne liberato. "Perché l'hai fatto, Signore?", "L'ho fatto per amore, l'ho fatto per te!", "Ma io non merito per niente questo amore: io ti ho crocefisso nel mio peccato!" E' l'amore del vero Padre, della vera madre, di Colui che è pronto a sacrificare tutto sé stesso per il bene della sua creatura, anche se ha sbagliato, anche se è malvagia.
4. La pace ritrovata. Ed ecco così che il peccatore, salvato per grazia, lui che meritava solo la condanna e la riprovazione di Dio, viene accolto, come il figliolo prodigo, nelle braccia di suo padre, in Dio, come nelle braccia di una madre. Egli può ora dire: "Ho veramente calmato ed acquetato la mia anima, ho cessato dall'agitazione, come un bambino svezzato sul seno di sua madre; la mia anima dentro di me è come un bambino svezzato".
Si, Egli riscopre Dio come una vera madre, un genitore che "da cose buone a quanti gliele chiedono", anche se non se lo meritano, anche se devono essere ripresi, un genitore che "si toglierebbe il pane di bocca" per darlo a suo figlio.
Quest'uomo così, rinnovato dall'amore di Dio diventa gradualmente una persona nuova e sarà lui, a sua volta, a dare cose buone agli altri, perché ha capito, perché ha lasciato alle spalle le cose vecchie, perché è diventato pure lui un bambino, una persona che in Dio, è rinata a nuova vita, e così potrà dire: "O Israele, spera nell'eterno, ora e per sempre", perché è il Suo amore la causa della soluzione di tutti i gravi problemi che noi viviamo in questo mondo.
Con l'apostolo Pietro, quest'uomo rigenerato dalla grazia di diro esorterà anche noi dicendo: "Deposta dunque ogni malizia ed ogni inganno, le ipocrisie, le invidie, ed ogni maldicenza, come bambini appena nati, desiderate ardentemente il puro latte della parola, affinché per mezzo suo cresciate, se pure avete gustato che il Signore è buono" (1 Pi. 2:1,2).
(P.C. p. 985)
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