Un segno di contraddizione


"Visto quella frase del Vangelo? Ah no, questa non la posso proprio accettare, non è vera, certo non può essere così, ci deve essere il modo di spiegarla altrimenti...".

Questa frase l'ho colta spesso in persone che si avvicinano per la prima volta alla Parola di Dio e, nel leggere semplicemente certe frasi, ne rimangono scandalizzate, offese...

Può capitare allora che queste persone trovino degli interpreti compiacenti che "le aiutano", con abili sofismi a capire che Gesù ...non voleva proprio dire quello che diceva, e questo per dare di Gesù o della Bibbia "un'immagine più accettabile".

E' vero, molti tentano di "adattare alla sensibilità moderna" -così dicono- la figura e le parole di Gesù.

Il loro tentativo appare lodevole: vogliono rendere Gesù più "appetibile" alla persona d'oggi, ai suoi problemi, alla sua mentalità e cultura. Il fatto è però che Gesù, in realtà, ha sempre scandalizzato e "provocato" gente di ogni tempo, anzi, Egli è -possiamo dire- "un provocatore nato", e lo faceva apposta per "abbassare la cresta" dell'essere umano, da sempre troppo orgoglioso per sottomettersi alla legittima autorità di Dio. Si, ogni tentativo di "addomesticare" la figura e le parole di Gesù o della Bibbia "puzza troppo" della naturale riluttanza del peccatore ad accettare la superiorità di Dio sulla persona umana.

Gesù, un "provocatore nato", o un "segno di contraddizione". Nel Vangelo secondo Luca troviamo Gesù bambino che, secondo l'uso di quel tempo, era stato presentato nel tempio dai suoi genitori. In quell'occasione incontrano un uomo giusto e pio, Simeone, che aspettava Colui che avrebbe consolato Israele, la venuta cioè del Messia. Ispirato dallo Spirito Santo, Simeone "vede chiaro" sul destino di quel bambino e, davanti alla madre di Gesù, Maria, dice: "Ecco, costui è posto per la caduta e per l'innalzamento di molti in Israele e per essere segno di contraddizione, e a te una spada ti trafiggerà l'anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori" (Lc. 2:34,35).

Ecco, questa profezia presenta sotto lo slogan "segno di contraddizione" quella che sarà (1) la missione di Cristo; (2) il carattere di Cristo, e (3) l'influenza esercitata da Cristo.

(1) La missione di Cristo. Il testo dice: "Costui è posto per la caduta e per l'innalzamento di molti in Israele".

Era vero per quanto sarebbe successo ai primi discepoli di Gesù. Nei giorni della sua sofferenza e morte vergognosa i suoi discepoli lo avevano abbandonato ed erano fuggiti, erano "caduti" da Lui, la sua morte era stata per loro uno scandalo ed una vergogna, ma sarebbero stati "rialzati", riabilitati nella fede e nel suo favore, dopo la sua risurrezione.

E' anche vero universalmente: tutti quelli che vengono a Gesù devono prima "cadere", far cadere il loro egoismo, la loro presunzione, il loro peccato, per essere poi "rialzati" in novità di vita. Saulo doveva cadere a terra da cavallo sulla via di Damasco per esserne poi "rialzato" come strumento scelto alla gloria di Cristo. Zaccheo doveva scendere da quell'albero su cui era salito prima che la salvezza potesse entrare in casa sua. Paolo dice: "Poiché se siamo stati uniti a Cristo per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione" (Ro. 6:5).

Lo stesso è vero nei propositi di Dio per l'Israele storico, il quale doveva decadere dal favore di Dio affinchè gli eletti fra le altre nazioni avessero potuto essere innestati nel popolo di Dio, ma l'Israele storico sarà "rialzato" quando Cristo ritornerà per rimuoverne l'empietà (Ro. 11:26).

(2) Il carattere di Cristo palesemente mostra come Egli sia di fatto un "segno di contraddizione". Gesù può essere "offensivo" ai più sia per la sconcertante ambiguità della sua persona, sia per l'allarmante chiarezza delle sue affermazioni. Indubbiamente la vita e l'insegnamento di Gesù hanno disturbato, scandalizzato, uomini e donne nelle loro certezze. Gesù è come un semaforo che mostra:

- una luce rossa di stop posta davanti agli occhi di chi dubita e di chi rifiuta di ravvedersi. Gesù dirà nel momento della sua massima sofferenza: "Se tali cose si fanno al legno verde, che cosa sarà fatto al legno secco?" (Lc. 23:31).

- una luce gialla di pericolo per coloro che passano oltre alla croce di Cristo presumendo di avere salvezza per sé stessi davanti a Dio ritenendo di essere già "a posto" oppure pensando di potere ottenere una grazia a buon mercato.

- una luce verde di sicurezza, di libero passaggio per coloro che in Lui credono ed a Lui obbediscono. Cristo, "il segno" dichiara che il semaforo verso la salvezza è verde per coloro che confidano in Lui. Prosegui con fiducia: se il tuo Maestro è stato contraddetto, non ti turbare più di quel tanto se molti parlano contro di te per le tue scelte di fede.

(3) L'influenza di Cristo. Il testo dice: "...per essere segno di contraddizione... affinché siano svelati i pensieri di molti cuori". Queste sono parole sono molto precise. Venire in contatto con Gesù significa che i pensieri del tuo cuore verranno svelati.

Gesù è la Parola vivente, che scruta ogni pensiero e segreta intenzione del cuore. Quello che veramente pensiamo di Lui viene rivelato ogni giorno dalle nostre parole e dalle nostre azioni. Sono esse per Lui o contro di Lui? Il nostro atteggiamento nei suoi confronti determinerà se noi rimarremo in piedi o cadremo nel giorno del giudizio; esso determina ora se la nostra vita è gradita al Suo sguardo. Il Signore guarda al cuore di una persona.

Dobbiamo chiederci: la "spada" del dolore che ha trafitto l'anima di Maria mentre essa era testimone dell'agonia e della morte del suo figlio e Salvatore, ha forse pure trafitto anche la mia anima, cosciente che quello che Egli ha patito è avvenuto per me? E poi: la mia vita dimostra vero interesse per chi ora soffre e per chi, respingendo Cristo, è avviato verso un destino di eterna sofferenza?

Eh si, se Gesù ti scandalizza per le sue affermazioni o per la sua vicenda, vuol dire che ha colto nel segno: non cercare di "aggirare l'ostacolo". E' necessario "cadere" davanti a Lui, perché solo quando la nostra presunzione sarà abbassata, allora Egli potrà rialzarti a vita nuova e a salvezza.

Lo scandalo della predicazione cristiana

La figura e le parole di Cristo hanno avuto da sempre l'effetto di essere uno scandalo, una provocazione, un segno di contraddizione per l'uomo e la donna che debbono essere, per così dire, "ridimensionati" rispetto all'autorità di Dio. Lo abbiamo considerato domenica scorsa.

La via della salvezza umana, però, passa attraverso un'altro mezzo umanamente "pazzesco, scandaloso, assurdo" rispetto a quello che il mondo chiama "buon senso": la predicazione del valore salvifico della croce di Cristo.

Vorrei leggervi che cosa dice la Bibbia a questo riguardo nella efficace traduzione interconfessionale:

"Predicare la morte di Cristo in croce sembra una pazzia a quelli che vanno verso la perdizione; ma per noi, che Dio salva, è la potenza di Dio! La Bibbia dice infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti, e squalificherò l'intelligenza degli intelligenti. Infatti, che hanno ora da dire i sapienti, gli studiosi, gli esperti in dibattiti culturali? Dio ha ridotto a pazzia la sapienza di questo mondo. Gli uomini, con tutto il loro sapere, non sono stati capaci di conoscere Dio. Perciò Iddio ha deciso di salvare quelli che credono, mediante questo annuncio di salvezza che sembra una pazzia. Alcuni vorrebbero miracoli, altri si fidano solo della ragione. Noi invece annunziamo Cristo crocefisso: per alcuni questo messaggio è offensivo, per gli altri è assurdo. Ma per quelli che Dio ha chiamato... Cristo è potenza e sapienza di Dio" (1 Co. 1:18-24).

La predicazione fedele del valore salvifico della Croce, viene oggi trattata allo stesso modo in cui Cristo era stato trattato nei giorni della sua umiliazione e sofferenza.

I sapienti di questo mondo se ne prendevano gioco, e i potenti secondo il mondo lo respingevano. Ciononostante, la predicazione al riguardo di Cristo crocefisso, per quanto "scandalosa" ancora suscita le reazioni più differenti.

(1) Si rivolge a coloro a cui sembra una pazzia e che vanno verso la perdizione. ...come quell'uomo che stava annegando, ma che aveva rifiutato il salvagente che qualcuno gli aveva buttato perché il colore del salvagente non era di suo gradimento. E' come considerare una pazzia che dal sole venga la luce.

(2) Si rivolge a quelli che Dio salva e per i quali è potenza di Dio. Come a persone che vengano strappate ad un incendio, che sono salvate dal dominio del peccato e trasferite nel Regno dell'amato Figliolo di Dio. E' lo Spirito Santo che fa loro da maestro ed essi vengono soddisfatti dalla Sua grazia. E' la potenza di Dio.

(3) Si rivolge a coloro per i quali questo messaggio è offensivo, scandaloso. Sin dal tempo della Sua risurrezione, per chi è accecato dalla sua incredulità, la croce di Cristo è una pietra che lo fa inciampare. La croce di Cristo si presenta sul suo cammino, e non può evitarla. Come dice l'apostolo Paolo un Dio crocefisso è un messaggio blasfemo per gli ebrei, ma, come dice la profezia, un giorno, al ritorno di Cristo essi "guarderanno a colui che hanno trafitto", e si ravvedranno.

(4) Si rivolge a coloro questo messaggio è assurdo. Alcuni cercano solo ciò che "ubbidisce alla dea ragione" e che perseguono la scienza, e considerano assurdità Colui che è la stessa incarnazione della sapienza di Dio. La pazzia di Dio però è più sapiente della sapienza degli uomini. Gli uomini con tutto il loro sapere non sono stati capaci di conoscere Dio. Non è ironico che alcuni cerchino per tutta la vita la scienza e la sapienza e passino oltre, inconsapevoli, alla sapienza di Dio incarnata senza vederla?

(5) Si rivolge però anche a "quelli che Dio ha chiamato, per i quali Cristo è potenza e sapienza di Dio". L'evangelo di Gesù Cristo è potenza di Dio per provvedere a tutti i bisogni umani, ed è sapienza di Dio per soddisfare anche la ricerca più appassionata della verità. Conoscere Dio come viene rivelato nella Sua Parola significa acquisire vera conoscenza.

Dio così, nella predicazione al riguardo della croce di Cristo discrimina fra coloro che accettano umilmente e senza riserve il metodo di Dio per quanto apparentemente assurdo, e quelli che non sanno rinunciare alla propria presunzione.

Quale è il vostro atteggiamento al riguardo?

Fede nel Cristo dell'Evangelo significa trovare vera sapienza per la mente. La sapienza riguarda più il carattere che il pensiero. Essa ci dà la capacità di comprendere e scavare con sicurezza nelle cose spirituali. La sapienza umana, in fondo, è limitata al sensibile ed al materiale, ma questa sapienza ci allarga gli orizzonti e ci aiuta a giudicare tutto in modo spirituale.

Fede nel Cristo dell'Evangelo significa acquisire per grazia una vera e profonda giustizia ed accettabilità difronte a Dio della nostra persona, giustizia che non potremmo mai acquisire con le nostre proprie risorse. Abbiamo tutti bisogno che la nostra persona sia accettata e valorizzata, ma soltanto Dio ci può restituire questa "dignità" autentica di cui abbiamo bisogno.

Fede nel Cristo dell'Evangelo significa essere reclutati al servizio di Qualcuno che può dare alla nostra vita senso e prospettiva. Iddio ci rende suoi collaboratori, attivamente impegnati in un lavoro soddisfacente e fecondo, perché fondato nella certezza che quello che Dio si propone si realizzerà. E' in Cristo che la vita può uscire dal senso di inutilità che ci attanaglia.

Fede nel Cristo dell'Evangelo significa vivere con la certezza positiva di Qualcuno che promette di stare sempre a nostro fianco e che non ci abbandonerà mai. Noi temiamo la solitudine, ed a ragione. Cristo ci può dare la comunione che noi cerchiamo: comunione con Dio, iniziatore e sostegno della nostra esistenza, ma anche comunione con coloro che Dio riscatta dalla stessa solitudine che noi avvertiamo nella nostra vita.

Lo scandalo della predicazione del valore della croce di Cristo è una sfida che Dio fa a ciascuno di noi anche oggi.

Chiamati all'anticonformismo

Iddio sembra che ci prenda gusto a scandalizzare e a provocare apposta tutti noi con un modo di agire, di rivelarsi, di salvare, in aperta contraddizione con la nostra mentalità, con la nostra logica, con i valori che vanno per la maggiore.

La figura e le parole di Gesù scandalizzano, ed il metodo che Dio ha scelto per salvare l'essere umano viene considerato dai più offensivo ed assurdo: la predicazione circa il valore della morte di Gesù Cristo in croce. Tutto questo lo avevamo visto nelle due domeniche passate.

Vorrei proporre oggi alla vostra attenzione ancora un'altro aspetto dell'agire di Dio: in Cristo e tramite la predicazione della croce Iddio ci chiama alla salvezza tramite una conversione che deve risultare in un modo di pensare e di agire decisamente anticonformista rispetto a quello che è la norma nel nostro mondo. Ascoltate questo testo della Parola di Dio:

"...e non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio" (Ro. 12:2).

La maggior parte di noi sente un naturale bisogno di conformarsi a quello che pensa e fa la maggioranza della gente forse per essere accettati, per stare tranquilli, per non essere criticati. Altri hanno un carattere più ribelle e critico, e vivono e pensano in modo anticonformista, alternativo, proponendo modelli diversi, e spesso per il solo piacere di essere provocatori, di essere contro tutto ciò che viene ritenuto "perbenismo".

Che cosa intende la Parola di Dio quando esorta a "non conformarci a questo mondo"? Si tratta di qualcosa di molto simile all'anticonformismo comunemente inteso perché la Bibbia ci esorta a distinguerci dal modo di pensare e di agire prevalente in questo mondo, con l'unica differenza però che il modello al quale siamo chiamati a nostra volta a conformarci non è la "contro-cultura" del momento, ma la volontà di Dio chiaramente rivelata nella Bibbia, la quale è buona, accettevole e perfetta.

Ed è tragico constatare che conformarsi seriamente alla volontà di Dio spesso voglia dire staccarsi nettamente dal perbenismo religioso di un certo modo di essere chiesa molto accomodante e compiacente che coltiva "opportuni compromessi" con il mondo circostante e spesso se ne identifica.

Conformarsi a questo mondo, però, non vuole forse dire "adattarsi" a sopravvivere nel suo contesto, e l'anticonformismo, non è spesso sintomo di disadattamento e di autolesionismo?

Veramente? In realtà la persona che si conforma a questo mondo non è necessariamente quella che meglio lo comprende, o che meglio ne ammira la bellezza, né quella che meglio sappia adattarsi a tutte le sue circostanze, e c'è anche il conformismo di chi si adatta alla contro-cultura di moda!

Conformarsi significa spesso essere troppo schiavi delle cose che si vedono per comprenderne il significato, troppo chiusi nelle abitudini più o meno di moda della società in cui si è immersi per poter penetrare le cose che ne sono al di là.

La parola "conformarsi" implica prendere noi stessi la forma delle cose che ci circondano, come una colata di acciaio quando si sfredda, prende la forma di ciò in cui era stata versata.

La parola di Dio afferma con chiarezza che i modelli ed i valori che oggi prevalenti a questo mondo, e che lo stanno portando alla rovina, non erano in alcun modo quelli previsti per l'essere umano quando era stato creato. L'essere umano era stato creato ad immagine di Dio, e la forma alla quale doveva conformarsi doveva essere derivata da Dio stesso e non dalle cose che gli dovevano stare soggette.

Il pagano è quella persona che -avendo la vista corta a causa del peccato- vive in funzione delle cose che lo circondano come se fossero tutto ciò che esiste, e si adatta ad esse. Adattandosi ad esse, egli se ne lascia dominare, controllare. Egli così si comporta da idolatra, dando alle cose ed alle forze di questo mondo l'onore e l'obbedienza dovute solo a Dio. Poco importa poi che il mondo conosca modelli di conformismo ed anticonformismo ai quali l'uno o l'altro si identifichi. Essi non sono che variazioni dell'unico tema: la soggezione dell'uomo agli elementi di questo mondo per quanto nuovi, vari, o più o meno convenienti essi possano apparire.

Dio però, in Cristo, allarga le nostre prospettive e, liberandoci dal peccato, ci libera dalla soggezione alle cose di questo mondo permettendoci di padroneggiarle e non di esserne dominati.

In Cristo, e con la forza del Suo Spirito Santo, Dio ci salva trasformandoci tramite una conversione radicale del nostro modo di pensare e di agire affinché giungiamo ad apprezzare per esperienza quanto sia di gran lunga migliore per noi stessi il modello di vita che Dio aveva fin dall'inizio previsto per noi e che è incarnato in Gesù Cristo, nel quale si realizza perfettamente la volontà di Dio.

La vita cristiana perciò diventa quel processo per cui noi siamo resi sempre più simili a Cristo, chiamato dalla Bibbia "il nuovo Adamo", l'archetipo di essere umano che noi dovevamo essere fin dall'inizio, e dal quale Adamo è decaduto.

La trasformazione che Dio vuole operare in noi, lungi dal renderci inadatti a vivere in questo mondo, è in realtà proprio ciò che gli permette di viverci nel modo migliore, apprezzarne il valore e di esercitare su di esso un'influenza, di vederlo nella giusta prospettiva. Gli uomini e le donne di Dio di cui la Bibbia ci parla erano persone che vedevano ogni cosa nella prospettiva di Dio e non in quella falsata di questo mondo. Essi vedevano il mondo come Dio l'aveva fatto, e non come l'abbiamo fatto diventare ribellandoci a Lui. Erano in comunione con ciò che è eterno cosicché potevano contemplare la scena degli eventi di questo mondo come un movimento finalizzato allo svolgersi dei propositi di Dio, buoni, accettevoli, e perfetti.

Un augurio: che ciascuno di noi non conformandoci a questo mondo, ma giungendo a conoscere la volontà di Dio come rivelata dalla Bibbia e in Gesù Cristo giungiamo a conoscere per esperienza ciò che solo può definirsi buono, accettevole e perfetto.


Un segno di contraddizione

"Visto quella frase del Vangelo? Ah no, questa non la posso proprio accettare, non è vera, certo non può essere così, ci deve essere il modo di spiegarla altrimenti...".

Questa frase l'ho colta spesso in persone che si avvicinano per la prima volta alla Parola di Dio e, nel leggere semplicemente certe frasi, ne rimangono scandalizzate, offese...

Può capitare allora che queste persone trovino degli interpreti compiacenti che "le aiutano", con abili sofismi a capire che Gesù ...non voleva proprio dire quello che diceva, e questo per dare di Gesù o della Bibbia "un'immagine più accettabile".

E' vero, molti tentano di "adattare alla sensibilità moderna" -così dicono- la figura e le parole di Gesù.

Il loro tentativo appare lodevole: vogliono rendere Gesù più "appetibile" alla persona d'oggi, ai suoi problemi, alla sua mentalità e cultura. Il fatto è però che Gesù, in realtà, ha sempre scandalizzato e "provocato" gente di ogni tempo, anzi, Egli è -possiamo dire- "un provocatore nato", e lo faceva apposta per "abbassare la cresta" dell'essere umano, da sempre troppo orgoglioso per sottomettersi alla legittima autorità di Dio. Si, ogni tentativo di "addomesticare" la figura e le parole di Gesù o della Bibbia "puzza troppo" della naturale riluttanza del peccatore ad accettare la superiorità di Dio sulla persona umana.

 

Gesù, un "provocatore nato", o un "segno di contraddizione". Nel Vangelo secondo Luca troviamo Gesù bambino che, secondo l'uso di quel tempo, era stato presentato nel tempio dai suoi genitori. In quell'occasione incontrano un uomo giusto e pio, Simeone, che aspettava Colui che avrebbe consolato Israele, la venuta cioè del Messia. Ispirato dallo Spirito Santo, Simeone "vede chiaro" sul destino di quel bambino e, davanti alla madre di Gesù, Maria, dice: "Ecco, costui è posto per la caduta e per l'innalzamento di molti in Israele e per essere segno di contraddizione, e a te una spada ti trafiggerà l'anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori" (Lc. 2:34,35).

Ecco, questa profezia presenta sotto lo slogan "segno di contraddizione" quella che sarà (1) la missione di Cristo; (2) il carattere di Cristo, e (3) l'influenza esercitata da Cristo.

(1) La missione di Cristo. Il testo dice: "Costui è posto per la caduta e per l'innalzamento di molti in Israele".

Era vero per quanto sarebbe successo ai primi discepoli di Gesù. Nei giorni della sua sofferenza e morte vergognosa i suoi discepoli lo avevano abbandonato ed erano fuggiti, erano "caduti" da Lui, la sua morte era stata per loro uno scandalo ed una vergogna, ma sarebbero stati "rialzati", riabilitati nella fede e nel suo favore, dopo la sua risurrezione.

E' anche vero universalmente: tutti quelli che vengono a Gesù devono prima "cadere", far cadere il loro egoismo, la loro presunzione, il loro peccato, per essere poi "rialzati" in novità di vita. Saulo doveva cadere a terra da cavallo sulla via di Damasco per esserne poi "rialzato" come strumento scelto alla gloria di Cristo. Zaccheo doveva scendere da quell'albero su cui era salito prima che la salvezza potesse entrare in casa sua. Paolo dice: "Poiché se siamo stati uniti a Cristo per una morte simile alla sua, saremo anche partecipi della sua risurrezione" (Ro. 6:5).

Lo stesso è vero nei propositi di Dio per l'Israele storico, il quale doveva decadere dal favore di Dio affinchè gli eletti fra le altre nazioni avessero potuto essere innestati nel popolo di Dio, ma l'Israele storico sarà "rialzato" quando Cristo ritornerà per rimuoverne l'empietà (Ro. 11:26).

(2) Il carattere di Cristo palesemente mostra come Egli sia di fatto un "segno di contraddizione". Gesù può essere "offensivo" ai più sia per la sconcertante ambiguità della sua persona, sia per l'allarmante chiarezza delle sue affermazioni. Indubbiamente la vita e l'insegnamento di Gesù hanno disturbato, scandalizzato, uomini e donne nelle loro certezze. Gesù è come un semaforo che mostra:

- una luce rossa di stop posta davanti agli occhi di chi dubita e di chi rifiuta di ravvedersi. Gesù dirà nel momento della sua massima sofferenza: "Se tali cose si fanno al legno verde, che cosa sarà fatto al legno secco?" (Lc. 23:31).

- una luce gialla di pericolo per coloro che passano oltre alla croce di Cristo presumendo di avere salvezza per sé stessi davanti a Dio ritenendo di essere già "a posto" oppure pensando di potere ottenere una grazia a buon mercato.

- una luce verde di sicurezza, di libero passaggio per coloro che in Lui credono ed a Lui obbediscono. Cristo, "il segno" dichiara che il semaforo verso la salvezza è verde per coloro che confidano in Lui. Prosegui con fiducia: se il tuo Maestro è stato contraddetto, non ti turbare più di quel tanto se molti parlano contro di te per le tue scelte di fede.

(3) L'influenza di Cristo. Il testo dice: "...per essere segno di contraddizione... affinché siano svelati i pensieri di molti cuori". Queste sono parole sono molto precise. Venire in contatto con Gesù significa che i pensieri del tuo cuore verranno svelati.

Gesù è la Parola vivente, che scruta ogni pensiero e segreta intenzione del cuore. Quello che veramente pensiamo di Lui viene rivelato ogni giorno dalle nostre parole e dalle nostre azioni. Sono esse per Lui o contro di Lui? Il nostro atteggiamento nei suoi confronti determinerà se noi rimarremo in piedi o cadremo nel giorno del giudizio; esso determina ora se la nostra vita è gradita al Suo sguardo. Il Signore guarda al cuore di una persona.

Dobbiamo chiederci: la "spada" del dolore che ha trafitto l'anima di Maria mentre essa era testimone dell'agonia e della morte del suo figlio e Salvatore, ha forse pure trafitto anche la mia anima, cosciente che quello che Egli ha patito è avvenuto per me? E poi: la mia vita dimostra vero interesse per chi ora soffre e per chi, respingendo Cristo, è avviato verso un destino di eterna sofferenza?

Eh si, se Gesù ti scandalizza per le sue affermazioni o per la sua vicenda, vuol dire che ha colto nel segno: non cercare di "aggirare l'ostacolo". E' necessario "cadere" davanti a Lui, perché solo quando la nostra presunzione sarà abbassata, allora Egli potrà rialzarti a vita nuova e a salvezza.


Lo scandalo della predicazione cristiana

La figura e le parole di Cristo hanno avuto da sempre l'effetto di essere uno scandalo, una provocazione, un segno di contraddizione per l'uomo e la donna che debbono essere, per così dire, "ridimensionati" rispetto all'autorità di Dio. Lo abbiamo considerato domenica scorsa.

La via della salvezza umana, però, passa attraverso un'altro mezzo umanamente "pazzesco, scandaloso, assurdo" rispetto a quello che il mondo chiama "buon senso": la predicazione del valore salvifico della croce di Cristo.

Vorrei leggervi che cosa dice la Bibbia a questo riguardo nella efficace traduzione interconfessionale:

"Predicare la morte di Cristo in croce sembra una pazzia a quelli che vanno verso la perdizione; ma per noi, che Dio salva, è la potenza di Dio! La Bibbia dice infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti, e squalificherò l'intelligenza degli intelligenti. Infatti, che hanno ora da dire i sapienti, gli studiosi, gli esperti in dibattiti culturali? Dio ha ridotto a pazzia la sapienza di questo mondo. Gli uomini, con tutto il loro sapere, non sono stati capaci di conoscere Dio. Perciò Iddio ha deciso di salvare quelli che credono, mediante questo annuncio di salvezza che sembra una pazzia. Alcuni vorrebbero miracoli, altri si fidano solo della ragione. Noi invece annunziamo Cristo crocefisso: per alcuni questo messaggio è offensivo, per gli altri è assurdo. Ma per quelli che Dio ha chiamato... Cristo è potenza e sapienza di Dio" (1 Co. 1:18-24).

La predicazione fedele del valore salvifico della Croce, viene oggi trattata allo stesso modo in cui Cristo era stato trattato nei giorni della sua umiliazione e sofferenza.

I sapienti di questo mondo se ne prendevano gioco, e i potenti secondo il mondo lo respingevano. Ciononostante, la predicazione al riguardo di Cristo crocefisso, per quanto "scandalosa" ancora suscita le reazioni più differenti.

(1) Si rivolge a coloro a cui sembra una pazzia e che vanno verso la perdizione. ...come quell'uomo che stava annegando, ma che aveva rifiutato il salvagente che qualcuno gli aveva buttato perché il colore del salvagente non era di suo gradimento. E' come considerare una pazzia che dal sole venga la luce.

(2) Si rivolge a quelli che Dio salva e per i quali è potenza di Dio. Come a persone che vengano strappate ad un incendio, che sono salvate dal dominio del peccato e trasferite nel Regno dell'amato Figliolo di Dio. E' lo Spirito Santo che fa loro da maestro ed essi vengono soddisfatti dalla Sua grazia. E' la potenza di Dio.

(3) Si rivolge a coloro per i quali questo messaggio è offensivo, scandaloso. Sin dal tempo della Sua risurrezione, per chi è accecato dalla sua incredulità, la croce di Cristo è una pietra che lo fa inciampare. La croce di Cristo si presenta sul suo cammino, e non può evitarla. Come dice l'apostolo Paolo un Dio crocefisso è un messaggio blasfemo per gli ebrei, ma, come dice la profezia, un giorno, al ritorno di Cristo essi "guarderanno a colui che hanno trafitto", e si ravvedranno.

 

(4) Si rivolge a coloro questo messaggio è assurdo. Alcuni cercano solo ciò che "ubbidisce alla dea ragione" e che perseguono la scienza, e considerano assurdità Colui che è la stessa incarnazione della sapienza di Dio. La pazzia di Dio però è più sapiente della sapienza degli uomini. Gli uomini con tutto il loro sapere non sono stati capaci di conoscere Dio. Non è ironico che alcuni cerchino per tutta la vita la scienza e la sapienza e passino oltre, inconsapevoli, alla sapienza di Dio incarnata senza vederla?

(5) Si rivolge però anche a "quelli che Dio ha chiamato, per i quali Cristo è potenza e sapienza di Dio". L'evangelo di Gesù Cristo è potenza di Dio per provvedere a tutti i bisogni umani, ed è sapienza di Dio per soddisfare anche la ricerca più appassionata della verità. Conoscere Dio come viene rivelato nella Sua Parola significa acquisire vera conoscenza.

Dio così, nella predicazione al riguardo della croce di Cristo discrimina fra coloro che accettano umilmente e senza riserve il metodo di Dio per quanto apparentemente assurdo, e quelli che non sanno rinunciare alla propria presunzione.

Quale è il vostro atteggiamento al riguardo?

Fede nel Cristo dell'Evangelo significa trovare vera sapienza per la mente. La sapienza riguarda più il carattere che il pensiero. Essa ci dà la capacità di comprendere e scavare con sicurezza nelle cose spirituali. La sapienza umana, in fondo, è limitata al sensibile ed al materiale, ma questa sapienza ci allarga gli orizzonti e ci aiuta a giudicare tutto in modo spirituale.

Fede nel Cristo dell'Evangelo significa acquisire per grazia una vera e profonda giustizia ed accettabilità difronte a Dio della nostra persona, giustizia che non potremmo mai acquisire con le nostre proprie risorse. Abbiamo tutti bisogno che la nostra persona sia accettata e valorizzata, ma soltanto Dio ci può restituire questa "dignità" autentica di cui abbiamo bisogno.

Fede nel Cristo dell'Evangelo significa essere reclutati al servizio di Qualcuno che può dare alla nostra vita senso e prospettiva. Iddio ci rende suoi collaboratori, attivamente impegnati in un lavoro soddisfacente e fecondo, perché fondato nella certezza che quello che Dio si propone si realizzerà. E' in Cristo che la vita può uscire dal senso di inutilità che ci attanaglia.

Fede nel Cristo dell'Evangelo significa vivere con la certezza positiva di Qualcuno che promette di stare sempre a nostro fianco e che non ci abbandonerà mai. Noi temiamo la solitudine, ed a ragione. Cristo ci può dare la comunione che noi cerchiamo: comunione con Dio, iniziatore e sostegno della nostra esistenza, ma anche comunione con coloro che Dio riscatta dalla stessa solitudine che noi avvertiamo nella nostra vita.

Lo scandalo della predicazione del valore della croce di Cristo è una sfida che Dio fa a ciascuno di noi anche oggi.


Chiamati all'anticonformismo

Iddio sembra che ci prenda gusto a scandalizzare e a provocare apposta tutti noi con un modo di agire, di rivelarsi, di salvare, in aperta contraddizione con la nostra mentalità, con la nostra logica, con i valori che vanno per la maggiore.

La figura e le parole di Gesù scandalizzano, ed il metodo che Dio ha scelto per salvare l'essere umano viene considerato dai più offensivo ed assurdo: la predicazione circa il valore della morte di Gesù Cristo in croce. Tutto questo lo avevamo visto nelle due domeniche passate.

Vorrei proporre oggi alla vostra attenzione ancora un'altro aspetto dell'agire di Dio: in Cristo e tramite la predicazione della croce Iddio ci chiama alla salvezza tramite una conversione che deve risultare in un modo di pensare e di agire decisamente anticonformista rispetto a quello che è la norma nel nostro mondo. Ascoltate questo testo della Parola di Dio:

"...e non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio" (Ro. 12:2).

La maggior parte di noi sente un naturale bisogno di conformarsi a quello che pensa e fa la maggioranza della gente forse per essere accettati, per stare tranquilli, per non essere criticati. Altri hanno un carattere più ribelle e critico, e vivono e pensano in modo anticonformista, alternativo, proponendo modelli diversi, e spesso per il solo piacere di essere provocatori, di essere contro tutto ciò che viene ritenuto "perbenismo".

Che cosa intende la Parola di Dio quando esorta a "non conformarci a questo mondo"? Si tratta di qualcosa di molto simile all'anticonformismo comunemente inteso perché la Bibbia ci esorta a distinguerci dal modo di pensare e di agire prevalente in questo mondo, con l'unica differenza però che il modello al quale siamo chiamati a nostra volta a conformarci non è la "contro-cultura" del momento, ma la volontà di Dio chiaramente rivelata nella Bibbia, la quale è buona, accettevole e perfetta.

Ed è tragico constatare che conformarsi seriamente alla volontà di Dio spesso voglia dire staccarsi nettamente dal perbenismo religioso di un certo modo di essere chiesa molto accomodante e compiacente che coltiva "opportuni compromessi" con il mondo circostante e spesso se ne identifica.

Conformarsi a questo mondo, però, non vuole forse dire "adattarsi" a sopravvivere nel suo contesto, e l'anticonformismo, non è spesso sintomo di disadattamento e di autolesionismo?

Veramente? In realtà la persona che si conforma a questo mondo non è necessariamente quella che meglio lo comprende, o che meglio ne ammira la bellezza, né quella che meglio sappia adattarsi a tutte le sue circostanze, e c'è anche il conformismo di chi si adatta alla contro-cultura di moda!

Conformarsi significa spesso essere troppo schiavi delle cose che si vedono per comprenderne il significato, troppo chiusi nelle abitudini più o meno di moda della società in cui si è immersi per poter penetrare le cose che ne sono al di là.

La parola "conformarsi" implica prendere noi stessi la forma delle cose che ci circondano, come una colata di acciaio quando si sfredda, prende la forma di ciò in cui era stata versata.

La parola di Dio afferma con chiarezza che i modelli ed i valori che oggi prevalenti a questo mondo, e che lo stanno portando alla rovina, non erano in alcun modo quelli previsti per l'essere umano quando era stato creato. L'essere umano era stato creato ad immagine di Dio, e la forma alla quale doveva conformarsi doveva essere derivata da Dio stesso e non dalle cose che gli dovevano stare soggette.

Il pagano è quella persona che -avendo la vista corta a causa del peccato- vive in funzione delle cose che lo circondano come se fossero tutto ciò che esiste, e si adatta ad esse. Adattandosi ad esse, egli se ne lascia dominare, controllare. Egli così si comporta da idolatra, dando alle cose ed alle forze di questo mondo l'onore e l'obbedienza dovute solo a Dio. Poco importa poi che il mondo conosca modelli di conformismo ed anticonformismo ai quali l'uno o l'altro si identifichi. Essi non sono che variazioni dell'unico tema: la soggezione dell'uomo agli elementi di questo mondo per quanto nuovi, vari, o più o meno convenienti essi possano apparire.

Dio però, in Cristo, allarga le nostre prospettive e, liberandoci dal peccato, ci libera dalla soggezione alle cose di questo mondo permettendoci di padroneggiarle e non di esserne dominati.

In Cristo, e con la forza del Suo Spirito Santo, Dio ci salva trasformandoci tramite una conversione radicale del nostro modo di pensare e di agire affinché giungiamo ad apprezzare per esperienza quanto sia di gran lunga migliore per noi stessi il modello di vita che Dio aveva fin dall'inizio previsto per noi e che è incarnato in Gesù Cristo, nel quale si realizza perfettamente la volontà di Dio.

La vita cristiana perciò diventa quel processo per cui noi siamo resi sempre più simili a Cristo, chiamato dalla Bibbia "il nuovo Adamo", l'archetipo di essere umano che noi dovevamo essere fin dall'inizio, e dal quale Adamo è decaduto.

La trasformazione che Dio vuole operare in noi, lungi dal renderci inadatti a vivere in questo mondo, è in realtà proprio ciò che gli permette di viverci nel modo migliore, apprezzarne il valore e di esercitare su di esso un'influenza, di vederlo nella giusta prospettiva. Gli uomini e le donne di Dio di cui la Bibbia ci parla erano persone che vedevano ogni cosa nella prospettiva di Dio e non in quella falsata di questo mondo. Essi vedevano il mondo come Dio l'aveva fatto, e non come l'abbiamo fatto diventare ribellandoci a Lui. Erano in comunione con ciò che è eterno cosicché potevano contemplare la scena degli eventi di questo mondo come un movimento finalizzato allo svolgersi dei propositi di Dio, buoni, accettevoli, e perfetti.

Un augurio: che ciascuno di noi non conformandoci a questo mondo, ma giungendo a conoscere la volontà di Dio come rivelata dalla Bibbia e in Gesù Cristo giungiamo a conoscere per esperienza ciò che solo può definirsi buono, accettevole e perfetto.


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