Un'esperienza di morte e di risurrezione


L'esperienza del profondo rinnovamento spirituale che avviene in una persona quando, ad un certo momento della sua vita incontra la persona del Salvatore Gesù Cristo, è qualcosa di così grande e meraviglioso che spesso non si trovano le parole adatte a descriverla, specialmente per chi non la conosce.

Ci si avvale allora delle espressioni della Bibbia che, non solo sono indispensabili a questo riguardo, ma che pure vengono usate da Dio stesso per far avvenire in altre persone ancora il miracolo di questo rinnovamento spirituale.

A partire da questa domenica e per tre domeniche consecutive esamineremo perciò un breve brano della Parola di Dio che mette in evidenza almeno tre aspetti di questa esperienza:

(1) un'esperienza di morte e di risurrezione.

(2) cercare e trovare le cose più preziose che esistono.

(3) nascondersi nel luogo più sicuro che esista.

L'apostolo Paolo, scrivendo ai cristiani di Colosse, dice ad un certo punto: "Se dunque voi siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di sopra dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Abbiate l'animo alle cose di sopra non a quelle che sono sulla terra, poichè voi moriste e la vita vostra è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria" (Cl. 3:1-4).

E' uno strano modo di parlare questo, nevvero? eppure esso descrive l'esperienza vissuta da persone comuni che ad un certo punto della loro vita sono venuti a contatto con un messaggio, quello di Cristo, un messaggio che ha suscitato il loro interesse e che, avendolo accettato e messo in pratica nella loro vita, li ha rinnovati, rigenerati a tal punto che ora essi descrivono la loro esperienza come se si trattasse di una vera e propria risurrezione ad una nuova vita.

 

I. Un risorgere spirituale con Cristo

"Se dunque voi siete stati risuscitati con Cristo". La prima cosa da rilevare in questa espressione è che la risurrezione dei corpi non è solo una speranza per il futuro, ma qualcosa che questi cristiani avevano sperimentato già in questa vita, e precisamente al momento della loro conversione a Cristo.

Che cosa ci dicono questi cristiani?

1. "Morti nel peccato". Non ne eravamo forse nemmeno coscienti, ma per Dio eravamo come morti, perduti per Lui, in balia di tutto ciò che a Dio dispiace, eravamo destinati solo al peggio. Iddio però ci ha chiamati alla salvezza. Avendo così affidato la nostra vita a Cristo, lo Spirito di Dio ci ha donato una vita qualitativamente nuova, ci ha resi "viventi a Dio", ci ha liberati dalla condanna che gravava su di noi. Che sensazione di euforia, di profonda pace interiore, poi, per questa vita ritrovata, una sensazione simile a quella di persone che stavano soffocando a cui sia stato dato finalmente ossigeno.

Ci siamo resi conto della condanna che gravava su di noi e, per l'intervento di Dio, come persone che stanno riacquistando l'uso dei proprii arti dopo essere stati paraliizzati, i nostri occhi si sono aperti, la mano contratta si è distesa, i piedi hanno cominciato ad incamminarsi sulla via di una rinnovata obbedienza verso Dio, ed il cuore ha cominciato a sentire il calore dell'amore che ci era stato manifestato.

2. Un tangibile cambiamento. Non è stata un'illusione, ma in noi è avvenuto un cambiamento tangibile. Prima di essere per grazia di Dio spiritualmente rigenerati la nostra anima era come un corpo quando muore.

Era come un seme in attesa di corrompersi. Nella maggior parte dei casi questo è un processo nascosto alla vista, ma è terribile da guardarsi. Ora una nuova vita ha vinto questa corruzione, ed ora siamo divenuti, si, come "semi incorruttibili", destinati a vivere per sempre. Non per niente queste sono immagini che la Scrittura stessa usa

Possiamo ora affermare che -per Dio- eravamo vergognosi alla vista, noi che, come creature umane eravamo destinate alla gloria! Non che molti di noi avessero commesso chissà quali peccati, come si usa dire. Il peccato è sempre una cosa vergognosa, una tragica realtà, indipendemente dalle sue "dimensioni". Che la situazione umana sia grave agli occhi di Dio già si vede dal fatto che la nostra salvezza sia costata a Dio nulla di meno della morte del Suo amato Figlio Gesù. "Vedete di quale amore ci è stato largo il Padre" (1 Gv. 3:1). Dio ci dice: "Voi siete preziosi agli occhi miei", e quanto Egli ha fatto per ricuperarci!.

Allora eravamo "senza forza". Quando eravamo prigionieri del peccato, non potevamo fare bene alcuno, ma, come dice la Scrittura, "mentre eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo è morto per gli empi... mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi" (Ro. 5:6,8).

Allora eravamo "immersi" solo in ciò che è materiale, e non potevamo discernere le cose dello Spirito. Ora è stato creato in noi uno spirito che ci fa vivere in funzione di cose spirituali.

3. Il mondo: come una tomba. Come conseguenza per aver ricevuto questa vita qualitativamente nuova, e nel corso di questa trasformazione interiore, il mondo per noi ha assunto l'apparenza di una tomba. Si, notate bene: per un cadavere una tomba come abitazione vale come qualunque altro posto, ma il momento in cui riacquista vita, beh, non la può più sopportare, così le cose in cui prima provavamo piacere, ora non ci dicono più niente.

Per esempio: prima una religione puramente esteriore e formale ci soddisfava. Una vuota formalità andava benissimo per un'anima morta. Il giudaismo del tempo di Gesù compiaceva coloro che si ponevano sotto il suo giogo: tradizioni, pretenziosi ma vuoti sacramenti e riti, sono "mobili di bell'aspetto per la camera di un uomo morto", ma quando la vita eterna entra nell'anima, tutto questo viene gettato via come tanta spazzatura. Un uomo vivo abbisogna di vesti che siano confacenti a muoversi in tutta libertà.

Allo stesso modo le cose che sono tanto popolari in questo mondo: siano essi piaceri della carne o dell'egoistico guadagno, tutto questo ha perduto l'importanza che prima aveva. Tutte queste cose sono come una bara per l'uomo risuscitato. Egli anela ad esserne liberato.

4. Un'autentica risurrezione. Per noi la risurrezione non è così un modo di dire, un linguaggio figurato: per grazia di Dio lo siamo veramente in senso spirituale, e completamente. Difatti il Signore Gesù non era stato risuscitato solo con la testa... mentre i suoi piedi rimanevano nel sepolcro! Così siamo stati rinnovati in ogni parte di noi stessi. Abbiamo ricevuto, sebbene solo come un bambino che deve ancora crescere, vita perfetta in Gesù Cristo. Il nostro udito è ristabilito, i nostri occhi si sono aperti, i nostri piedi son diventati agili. E questa nostra condizione, per grazia di Dio e per precisa sua promessa sarà eterna. Quando questa "tenda" si disfacerà, avremo un corpo nuovo, simile a quello di Cristo risorto. Come la morte non ha più dominio su Cristo risorto così lo è anche per noi.

 

II. Nuove ambizioni

Avendo sperimentato tutto questo, allora comprendete come l'apostolo Paolo esorti questi credenti ad esercitare la vita di questo uomo nuovo aspirando ad ottenere tutte le sue potenzialità.

1. Lasciamo il sepolcro. Ora che per grazia di Dio avete ricevuto nuova vita ed avete sperimentato un profondo rinnovamento personale, come Cristo risuscitato lasciate il sapolcro! Lasciate la tomba di una religione puramente esteriore, per adorare Iddio di tutto cuore, in spirito ed in verità.

Lasciate la tomba di tutte quelle passioni che tanto fanno agitare la gente in questo mondo e che portano solo alla fine a rivinare sè stessi. Tutto questo deve essere per voi come cose morte, per voi che siete "risorti con Cristo". Affrettiamoci a lasciare alle nostre spalle, a dimenticare tutto ciò che a Dio dispiace, come Gesù Cristo si è affrettato a lasciare la tomba. Egli ha reso quei tre giorni nella tomba i più brevi possibile, così non attardiamoci nelle cose che tanto attirano l'attenzione del mondo, non ne vale la pena, passeranno. Aggrappatevi risolutamente ora alle cose che durano!

2. Impegnamoci. Come il nostro Signore ha poi passato attivamente quel breve periodo che doveva ancora trascorrere con i suoi discepoli, così dobbiamo trascorrere i nostri "quaranta giorni" che ancora ci resta da passare sulla terra al servizio attivo del Signore.

Passiamoli il più lontano possibile da tutto ciò che questo mondo tanto gradisce e il più vicino possibile al Signore.

Passiamoli testimoniando con la parola e con i fatti delle cose grandi che il Signore ha compiuto in noi e che ancora vuole fare nel mondo, proprio come Gesù ha testimoniato, per quel tempo, la potenza della risurrezione.

Passiamoli accompagnandoci spesso e con gioia con tutti coloro che come noi sono stati riscattati, consolandoci ed edificandoci reciprocamente in comunione fraterna per crescere verso nuove conquiste spirituali.

Passiamoli nel predisporre ogni cosa per l'avanzamento del regno di Dio, in funzione della diffusione dell'Evangelo.

3. Ascendere. E poi, come Cristo è asceso al cielo ritornando presso Dio Padre l'intera nostra mente deve pure, per così dire poi, "ascendere" al cielo con Cristo. Come?

Noi abbiamo bisogno di nutrimento spirituale che sulla terra non può essere trovato: ricerchiamo quello che la Bibbia definisce "il pane che scende dal cielo", che è la Parola di Dio potenziata dallo Spirito Santo. Tutto questo per noi è di grande valore e deve essere cercato con grande diligenza, ma cerchiamo non solo cibo spirituale per noi stessi, ma presso Cristo ricerchiamo: la fede che muove le montagne, una speranza salda che ispiri ogni nostro passo, l'amore per beneficare sempre gli altri, cerchiamo la gloria di Dio, e non la nostra, il bene dell'uomo, la gioia vera che proviene da Dio solo. Il nostro tesoro è lassù e vale più di tutto quanto sta quaggiù.

Cristo deve essere per noi come una calamita. Pensate ad un uomo ed una donna che si vogliono bene. Lui è può anche essere lontano, ma il cuore di lei è con lui, sempre. Il suo pensiero rimane concentrato in Lui.

E non è forse vero questo per l'anima che sa di essere tanto amata da Cristo. Il nostro cuore e la nostra mente non sarà forse fisso in Lui? Non avrà forse desiderio e nostalgia costante per Lui?

Cristo siede alla destra del trono di Dio, perchè l'opera sua è completata, perciò risorti con lui, in lui troviamo la nostra pace ed il nostro riposo.

E' alla destra di Dio, in un luogo di onore e di favore, così come l'anima rigenerata e rinnovata sa di essere per grazia di Dio considerata giusta e sottoposta all'opera benefica dello Spirito di Dio.

Chiamati alla

stessa esperienza

Ed ecco allora, comprendete, che l'esperienza del profondo rinnovamento spirituale che avviene in una persona quando, ad un certo momento della sua vita incontra la persona del Salvatore Gesù Cristo viene descritta dal nostro testo prima di tutto come morte e risurrezione, un'esperienza fattibile fin da ora.

Davanti a tutto questo come potrebbe reagire chi non ha mai sperimentato ciò che questi credenti ed altri ancora hanno vissuto? Ne rimarranno increduli spettatori, o scettici, o diranno che questo a loro non potrà mai avvenire.

No, questa esperienza avviene anche oggi. Forse in questo stesso momento Iddio starà chiamando ad essa pure qualche nostro ascoltatore, più aperto di altri. Che si avvicini allora di più a Cristo, alla Bibbia, che è Parola di Dio, e tutto questo potrà essere realtà anche per lui.

Le prossime due trasmissioni descriveranno la stessa esperienza come cercare e trovare, e poi come un nascondersi nel luogo più sicuro che ci sia.


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