LE PARABOLE DELLA CRONACA DI TUTTI I GIORNI


 Introduzione

Leggere con attenzione i fatti che succedono ogni giorno nel campo della politica internazionale è sempre molto istruttivo, se li si medita a fondo: istruttivo sulla natura umana e quindi su noi stessi, e istruttivo perchè questi fatti possono essere essi stessi "parabole" illustrative di verità che la Bibbia insegna e che essi non fanno che ulteriormente confermare. Anzi, direi di più: se noi non impariamo dalla Bibbia stessa quello che per il nostro bene ci vuole insegnare, presto o tardi le stesse lezioni le dovremo imparare sulla nostra pelle, e a caro prezzo.

Oggi, mentre l'est europeo cerca di risolvere i suoi gravi problemi economici e sociali liquidando il socialismo e riconciliandosi con l'Occidente, c'è ancora sempre chi pensa di risolvere tutti i suoi problemi con l'uso della forza, l'aggressione, la guerra. Parlo della deplorevole recente vicenda dell'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq, fatto che, come tanti altri fatti che purtroppo succedono, ci offre molti spunti di riflessione.

La nuova guerra Iraq-Kuwait mi è sembrata una "parabola vivente" almeno di due verità bibliche:

1. dell'origine vera di tutte le guerre;

2. e poi del fatto lampante che se infrangiamo per nostro tornaconto i princìpi di giusto comportamento che Dio ha stabilito, prima o poi ne paghiamo le logiche conseguenze.

 

A. La vera causa di ogni guerra

Quali sono le cause delle guerre? Beh, direbbe qualcuno, bisogna esaminare caso per caso i motivi psicologici, sociali, economici di ogni particolare situazione. Certamente le cause di una guerra possono essere molto complesse, ma qual è la radice ultima di ogni guerra, anzi, la radice ultima di ogni contesa, di ogni litigio?

La Bibbia, che è Parola di Dio, risponde molto chiaramente:

"Da dove vengono le guerre e le contese fra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano (guerreggiano) nelle vostre membra? Voi bramate e non avete; voi uccidete ed invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete perchè non domandate; domandate e non ricevete, perchè domandate male per spendere nei vostri piaceri" (Giacomo 4:1-3).

1. I fatti. "Il ladro di Bagdad", così è stato definito da numerosi giornali, nello stile dei racconti da "le mille e una notte" il dittatore dell'Iraq dopo che questi si è "mangiato con un solo boccone" il vicino, ricchissimo e tanto bramato stato sovrano del Kuwait. Altri giornali lo hanno definito, meno poeticamente un "mostro", altri ancora il "Nuovo Hitler" del Medio Oriente.

Avevamo appena tirato un sospiro di sollievo perchè erano state duramente messe a tacere le pretese e l'arroganza dell'espansionismo dell'Iran khomeinista che proclamava e combatteva "guerre sante", che ecco il suo stesso avversario pare avanzare pretese non meno preoccupanti.

Quali sono le motivazioni del leader politico dell'Iraq? I giornali parlano delle "mire egemoniche di Sadam Hussein, che non chiede altro di poter operare indisturbato nel piccolo emirato" e poi chissà dove ancora. Si parla delle sue ambizioni e del suo espansionismo. "Il suo appetito crescerà mangiando" ci avverte qualcun altro. "I carri iracheni potranno continuare la loro marcia verso sud, in territorio saudita, senza incontrare resistenze". Sadam Hussein viene definito "l'Hitler degli anni 90" il quale avrebbe un solo obiettivo: eliminare l'influenza americana sul Medio Oriente, conquistare il controllo di un punto di vitale importanza per il mondo intero.

In effetti, il Medio Oriente è la riserva energetica stessa di tutta la ricchezza dell'Occidente e chi lo controlla, controlla tutto il mondo: che tentazione pensare di controllare da soli quest'area, potere ricattare tutto il mondo, governare magari con la scusa di diventare paladino della causa di tutti gli oppressi e gli sfruttati, magari a nome dello stesso Islam. Sadam Hussein vanta infatti di essere discendente diretto di Maometto! Pensate: ambizioni personali mascherate di umanesimo e di religione!

Altri commenti dicono: "...vuole dominare. Il disgelo delle relazioni fra le due superpotenze non si è esteso al medio oriente al contrario, la distensione ha liberato le forze aggressive, concedendo a Sadam Hussein più libertà di manovra per soddisfare le sue voglie di conquista e di egemonia.

E poi fa guerra perchè la sua è: "un economia sull'orlo della bancarotta... non sa come pagare i debiti (40 mio. dollari) accumulati durante gli otto anni della guerra del golfo..." e allora vuole mettere le mani su "una cassaforte imbottita d'azioni prestigiose industrie o istituti di credito occidentali (il Kuwait), e aggiungere al petrolio iracheno, quello kuwaitiano". Non gli va, infine, la politica di tenere bassi i prezzi del petrolio, lui vuole guadagnare, guadagnare il più possibile, non solo per salvare la sua economia, ma anche perchè "gli pare giusto" spremere il più possibile l'occidente.

Certo, non ho intenzione di criminalizzare quell'uomo, perchè di "mire egemoniche e ambizioni" non ne ha lui solo. In realtà si tratta sempre di un contrasto di opposte ambizioni, e dall'occidente, è vero, puntare il dito su quel piccolo dittatore è senz'altro più che ipocrita. Vorrei però utilizzarlo solo come paradigma di tratti costanti della condizione umana.

Detto questo, che cosa dice il nostro testo biblico?

2. Una domanda opportuna. si chiede dapprima "Da dove vengono le guerre e le contese fra di voi?" qual è la causa delle dispute, e quale ne è l'inevitabile risultato? Possibile che non l'impariamo mai?

Pure l'apostolo Giacomo osserva i fatti del suo tempo o della storia del suo popolo -precisamente uguali a quelli di oggi- e pare dire: vedete dove nasce e dove va a finire la smodata ambizione di potere e di "vil guadagno"? Lo stesso modello potrebbe ripetersi anche "nel vostro piccolo", perchè tanto su grande che su piccola scala queste non sono altro che manifestazioni della corrotta natura umana, dalle quali Iddio vi vuole salvare in Gesù Cristo.

3. L'esercito nemico delle passioni. Difatti l'apostolo continua: "Non derivano forse dalle passioni che si agitano (guerreggiano) nelle vostre membra?". Si, le "nostre membra" sono occupate in permanenza da desideri sensuali che sempre si agitano in noi. E' come se nella nostra natura corrotta vi fosse accampato un intero esercito di desideri e tendenze riprovevoli a Dio e deleterie per noi stessi. L'apostolo pare dire: "Se si permette che queste tendenze riprovevoli a Dio prendano posto in noi, come soldati invasori che si accampano, essi potrebbero avere il sopravvento, e i risultati essere veramente catastrofici".

I desideri illeciti (rispetto al modello di giustizia stabilito da Dio) quando vengono coltivati nella mente umana, possono innescare una logica infernale e fare si che il corpo commetta persino atti di violenza su tutti coloro che osano interferire con la loro gratificazione.

Qualcuno ha detto che "bisogna domare la bestia che è in noi", e l'unico che possa domare la nostra natura corrotta e farci evitare l'autodistruzione, è il Salvatore Gesù Cristo. Infatti, la bramosia, l'avidità, la cupidigia è un tratto dominante della natura umana decaduta, e lo vediamo continuamente all'opera intorno a noi. Essa è spesso strettamente connessa con l'orgoglio, un'opinione alta e eccessiva di sè stessi, dei proprii meriti e pretese. Tutto ciò che conduce ad esaltare sè stessi, a voler comandare, a voler avere la preminenza. L'invidia della prosperità altrui, ci porta a fare ogni sforzo per buttare giù gli altri e metterci al loro posto. E' l'avarizia, l'avidità, l'amore per il denaro, il desiderio d'essere ricchi, che fanno sorgere in noi perversi disegni e complotti d'ogni tipo che alla fine, inevitabilmente, si rivelano distruttivi anche per noi stessi. Questo ed il simile è sempre le causa delle nostre guerre e delle nostre contese.

A livello personale, anche come credenti che hanno sperimentato un personale rinnovamento spirituale, senza dubbio il mondo ci attrae e il diavolo ci tenta. Che cosa però dà potere a queste tentazioni se non il dare maggiore spazio alla nostra natura carnale corrotta, mai completamente sconfitta neppure nel migliore fra i cristiani. Essa è affollata da passioni, è infiammabile, basta che una sola scintilla cada su di essa che è sufficente per avvilupparla dalle fiamme di divoranti passioni, tanto che le nostre membra ne divengono gli strumenti.

L'apostolo Paolo, parlando a coloro che da tutto questo agitarsi di passioni sono stati salvati dall'opera di Cristo, dice: "Infatti, mentre eravamo nella carne, le passioni peccaminose, eccitate dalla legge, agivano nelle nostre membra allo scopo di portare frutti per la morte, ma ora siamo stati sciolti da (questi) legami... che ci tenevano soggetti" (Ro. 7:5,6). E ancora: "Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale, e non ubbidite alle sue concupiscenze; non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti di iniquità ma... come strumenti di giustizia a Dio" (Ro. 6:12,13).

4. La sopraffazione: un agire comune. Il testo continua: "Voi bramate e non avete", siete invidiosi, bramate possedere ciò che altri possiedono, e i vostri desideri rimangono frustrati, insoddisfatti, non riuscite ad ottenere quello che così fortemente e smodatamente desiderate, e allora la vostra perversa fantasia cerca di escogitare mezzi per ottenere ciò che tanto volete, usufruite di tutte le risorse che sono a vostra disposizione per avere l'oggetto del vostro desiderio, e quando questi sforzi a nulla valgono (quanto spesso sono destinati ad essere amaramente delusi coloro che si abbandonano a tali smodate brame), allora si giunge stupidamente all'"ultima ratio", "voi uccidete".

Così diventate persino assassini, nella realtà, o ...almeno nella fantasia. Non è forse vero che la passione oggi tanto popolare di leggere o di vedere alla televisione storie di criminalità, e magari identificarci con il delinquente furbo e astuto non è altro che una proiezione del nostro desiderio di infrangere la legge e la morale per ottenere ciò che è illecito? Poco importa se poi il delinquente finisce prima o poi dietro le sbarre, noi ...immaginiamo di farla franca, o almeno di poter fuggire dal carcere e rimanere impuniti. Spesso ci si scandalizza per le imprese dei delinquenti, ma non vi siete mai sorpresi a invidiare, in fondo in fondo, le imprese dei delinquenti, non importa quanto efferrato sia il loro delitto? Se siamo onesti con noi stessi si. Questa è evidenza della tragica verità biblica della depravazione radicale della natura umana!

In realtà però possiamo "uccidere" qualcuno anche in altri modi, in altro modo che dare il colpo fatale, far bere la pozione velenosa o commettere qualcosa che possa dare origine all'accusa di omicidio. Si può "uccidere" con la rivalità invidiosa ed amara animosità, con false accuse e crudeli persecuzioni, possiamo ferire lo spirito, indebolire la forza, accorciare i giorni dei nostri simili. Odiare significa uccidere per quanto riguarda il vostro cuore "Chiunque odia suo fratello è un omicida" (1Gv. 3:15) dice la Scrittura. Gesù rincara la dose e dice: "Voi avete udito che fu detto agli antichi: Non uccidere: chiunque avrà ucciso sarà sottoposto al tribunale; ma io vi dico: chiunque si adira contro suo fratello, sarà sottoposto al tribunale; e chi avrà detto a suo fratello 'sei uno stupido' sarà sottoposto al sinedrio, e chi gli avrà detto 'pazzo' sarà condannato alla geenna del fuoco" (Mt. 5:21,22).

5. Tante energie per nulla. Volete dunque ciò dice che non avete, e così uccidete per ottenerlo. E'una catena infame: i desideri si trasformano in violenza, crudeltà e omicidio. una terribile escalation. Si, dice il testo "ed invidiate", bruciate di invidia. Desiderate ciò che altri hanno, e non ve lo potete permettere, così vi ingaggiate in una lotta per portaglielo via. Alla fine è ironico il fatto che, dopo tutte queste trame e questi crimini, ugualmente "non potete ottenere" e non siete in grado di ottenere la gratificazione, la soddisfazione e la felicità che cercate. No, nemmeno dopo avere usato tali terribili mezzi. Non ottenete la soddisfazione che avete bramato ed atteso. Avviene frequentemente. Sotto l'influenza di brama insaziabile, gli uomini fanno tacere la voce della loro coscienza, riducono al nulla il freno posto dalla legge, calpestano l'onore, i princìpi, la vita stessa, e dopo tutto, nemmeno ottengono ciò per cui hanno osato fare questi sacrifici, o lo ottengono solo per scoprire che se pure avevano immaginato essere dolce, ora è totalmente insipido, se non intensamente amaro. Il loro crimine si rivela solo un errore!

4. Non sappiamo vivere. Conclude poi l'apostolo: "voi litigate e fate la guerra, non avete perchè non domandate, domandate e non ricevete perchè domandate male per spendere nei vostri piaceri".

Voi certo avete esigenze, esigenze più o meno legittime, più o meno giustificabili, va bene. Ma perchè allora non impostate la vostra vita -personale e sociale- in modo tale che le vostre legittime esigenze siano soddisfatte? "O uomo, Iddio ti ha fatto conoscere ciò che è bene; e che altro richiede da te l'Eterno, se non che tu pratichi ciò che è giusto, che tu ami la misericordia, e cammini umilmente col tuo Dio?". Tutto questo ve lo potrebbe provvedere il Signore Iddio. Voi "chiedete" per scopi egoistici, sbagliati, malvagi, e lo "chiedete male". La vostra intenzione -quando ricevete ciò che desiderate- è spenderla per il vostro esclusivo tornaconto! Oh se soltanto poteste comprendere che solo presso Iddio potete trovare il meglio per la vostra vita, il miglior modo di vivere, di pensare, di agire. Gesù Cristo è venuto come mezzo affinchè fosse ristabilita la nostra vitale comunione con Dio. Ma noi cerchiamo ciò che ci abbisogna nei luoghi sbagliati, e per di più lo cerchiamo in modo sbagliato e solo per ottenere disastri.

 

 

 

B. Raccogliamo ciò che seminiamo

La seconda lezione che mi sembra scaturire dalla questione Iraq-Kuwait l'avevo definita: il fatto lampante che se infrangiamo per nostro tornaconto i princìpi di giusto comportamento che Dio ha stabilito, prima o poi ne subiremo le logiche conseguenze.

Potrebbe essere un secondo punto da trattare con ampiezza, ma in fondo non è che un corollario di quanto abbiamo detto fin qui: quello che seminiamo, quello raccoglieremo, o come dice la Bibbia: "Non vi ingannate, non ci si può beffare di Dio; perchè quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà. Perchè chi semina per la carne, mieterà corruzione della carne; ma chi semina per lo Spirito, mieterà dallo Spirito vita eterna" (Gal. 6:7).

Per collegarci di nuovo al nostro esempio di cronaca, non sappiamo ancora se l'Iraq ne avrà la peggio alla fine per quello che ha fatto. Certamente riceverà una giusta retribuzione per le sue azioni, secondo quella legge universale che Dio ha stabilito e che tocca tutti.

Per il momento le conseguenze di quel fatto sono le nostre, sono dell'Occidente, perchè, come commentavano i giornali: "Non che ci si facesse illusioni sull'Iraq, (pensando fosse meglio dell'Iran di Khomeini) ma quello che succede, non avviene per caso...". Questo è si "...una parte del prezzo che il presidente iracheno esige per gli otto anni di conflitto con l'Iran...", ma il prezzo lo paga l'ipocrisia occidentale, per aver appoggiato comunque un dittatore. Continua il commento: "non che quest'ultimo ispirasse eccessiva fiducia, ma come dittatore classico si pensava fosse senz'altro preferibile a una rivoluzione islamica che avrebbe potuto sconvolgere ampie e decisive zone del pianeta. Hanno puntato su di lui per stroncare i tentativi dell'Ayatollah Khomeini di esportare la sua rivoluzione oscurantista", ma tutto ciò ha comunque partorito un "mostro". "...un mostro o un ladro di Bagdad", dice il commento, "che dispone della forza militare più importante del golfo e del mondo arabo, tra l'altro dotata di gas nervini come ben sanno le popolazioni civili curde, e in possesso di un arsenale atomico per fortuna ancora incompleto, ma non tanto lontano dall'esserlo. Una potenza costruita dagli aiuti paralleli di Mosca e Washington, di Parigi e di Londra, e di tante altre capitali ansiose di vendere armi, tra le quali roma, Varsavia, Praga, Il Cairo... Nella lista non manca il Kuwait che, per proteggersi da Khomeini finanziò lautamente Saddam Hussein, sapendo benissimo che sotto le spoglie del protettore si nascondeva un lupo ansioso di fare dell'emirato un solo boccone".

Chi cova una serpe in seno, finisce per essere morso, dice il proverbio, così come chi tollera allegramente il peccato in sè stesso, pensando di potere fare a meno di Cristo e di Dio, prima o poi ne pagherà le temibili conseguenze. E' una legge ineluttabile questa, ma non è più saggio correre ai ripari prima che sia troppo tardi, aprire gli occhi e convertirsi subito al Dio di Gesù Cristo "che è largo nel perdonare" e nel rigenerare a nuova vita?

Conclusione

Certo i problemi internazionali sono complessi e non pretendo di risolverli con una predica, ma essi non fanno che riflettere ciò che noi viviamo a livello individuale, ed nostra prima responsabilità e primo contributo alla risoluzione dei grandi problemi è quello di risanare il nostro modo di essere e di vivere e questo lo può fare solo Iddio quando noi affidiamo totalmente la nostra vita al Signore Gesù Cristo e ci lasciamo guidare da Lui in ogni cosa. "Da dove vengono le guerre e le contese fra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano (guerreggiano) nelle vostre membra?" si chiede la Bibbia, e questa "guerra interiore" non può essere vinta che con l'intervento personale di Gesù Cristo, il "principe della pace". ...e se non lasceremo il Signore Iddio risanare in Cristo la nostra persona, ebbene, peggio per noi! "Non vi ingannate, non ci si può beffare di Dio; perchè quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà". Ne siamo consapevoli?

Che il Signore ci dia di imparare le lezioni che ci vengono dalla cronaca di ogni giorno, a nostro beneficio. (fine)


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