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Il piacere dello shopping...

Dall'introduzione alla mia predicazione del 17.6.07

Vi piace andare a fare la spesa o, come si dice oggi, “fare lo shopping”? Girare per i supermercati, lasciarci sedurre dai nostri prodotti favoriti, immaginare di poterli godere, provarli, comprarli... Beh, tutto dipende dalle nostre disponibilità finanziarie anche se oggi, con le carte di credito, ci incoraggiano a comprare oggi e ...a pagare domani, a “far debito”, insomma. Questo, però, non è sempre raccomandabile per molte ragioni.

Pare che “fare shopping” sia un problema oggi soprattutto per le donne. Una psicologa ha scritto recentemente: “Un nuovo peccato tenta le donne: comprare di tutto e di più. Sempre più donne, stregate dallo shopping sperperano danaro in boutique d’alta moda, ai grandi magazzini o anche al mercatino rionale. Frivolezza? Incoscienza? Niente di tutto ciò. Il bisogno di comprare di tutto nasconde spesso tanta insicurezza e una grande debolezza. E’ il bisogno di spendere, infatti, il nuovo lato debole delle donne. Si tratta di un vizio nascosto ma molto diffuso: un bisogno tutto femminile che “serve” a cancellare momenti di tristezza o semplicemente di noia e a riempire vuoti affettivi. Un modo tutto nuovo (e piuttosto costoso) di coccolarsi. Si dice che “acquistare è l'oppio del popolo femminile”, ma non ne sarei tanto sicuro: è pure così per molti maschi. Un altro psicologo spiega che gli “shopping dipendenti” spesso soffrono di depressione e di scarsa autostima e comprano beni materiali nel tentativo di sentirsi meglio. Ci riescono? No. Il più delle volte ne rimangono delusi.

Il testo biblico sottoposto oggi alla nostra attenzione, tratto dal libro del profeta Isaia, sembra riferirsi proprio al “problema dello shopping”, dimostrando, fra l'altro, che non si tratta di un problema moderno... Ascoltate questo testo, come lo troviamo al capitolo 55 dal versetto 1 al 5.

(1) «O voi tutti che siete assetati, venite alle acque, e voi che non avete denaro venite, comprate e mangiate! Venite, comprate senza denaro e senza pagare vino e latte! (2) Perché spendete denaro per ciò che non è pane e il frutto delle vostre fatiche per ciò che non sazia? Ascoltatemi attentamente e mangerete ciò che è buono, e l'anima vostra gusterà cibi succulenti. (3) Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e la vostra anima vivrà; e io stabilirò con voi un patto eterno, secondo le grazie stabili promesse a Davide. (4) Ecco, io l'ho dato come testimone ai popoli, come principe e comandante dei popoli. (5) Ecco, tu chiamerai una nazione che non conosci, e una nazione che non ti conosce accorrerà a te, a motivo dell'Eterno, il tuo DIO, e del Santo d'Israele, perché egli ti ha glorificato»” (Isaia 55:1-5).

Sembra qui che l'autore abbia in mente un mercato, diremmo oggi un supermercato alimentare, e che parli di un particolare tipo di acquirenti. Non sono tanto quelli che comprano il cibo loro necessario per vivere, ma dei “compratori compulsivi” che acquistano dei beni per compensare psicologicamente un bisogno di fondo nella loro vita. il bisogno che hanno di qualcosa che sazi veramente la loro vita. Come abbiamo visto nelle citazioni precedenti di psicologi: insicurezza, debolezza, tristezza, vuoti affettivi, depressione, bassa stima di sé stessi, il desiderio di “sentirsi meglio” a livello esistenziale, non è cosa che possa essere soddisfatta con l'acquisto di beni di consumo. L'autore di questo testo sembra, infatti, chiederci: Sei soddisfatto dei tuoi acquisti?

Per quanto possa apparire incredibile per il tipico uomo o donna d'oggi, la reale soddisfazione di bisogni di fondo dell'essere umano si trova in Dio, nello stabilire una comunione autentica e personale con il Dio vero e vivente. Questo è il messaggio dell'Evangelo, questo è il motivo per il quale il Salvatore Gesù Cristo è venuto fra noi e che questo antico testo di Isaia preannuncia.

Approfondiamo, allora, la questione, seguendo quanto Dio ci comunica attraverso il testo del profeta Isaia che abbiamo letto.

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