La legge riflette sempre una morale.
Il problema è quale moralità

Uno dei più assurdi miti del nostro tempo, è affermare “Non si può legiferare sulla moralità”. Nulla potrebbe essere maggiormente lontano dalla verità di questo.
Le leggi esistono per proteggere le persone e la proprietà, o per promuovere la salute e la sicurezza. Le leggi affermano qualcosa di buono che la società vuole proteggere, oppure qualcosa di cattivo che deve essere regolato o punito. Le leggi contro il furto e l'omicidio sono affermazioni morali che affermano il diritto alla proprietà privata e la santità della vita. Persino un segnale di stop sulla strada è una legge morale. Un segnale di stop afferma che non hai il diritto di mettere in pericolo la vita di altri con una guida scriteriata.
Si è detto molto, recentemente, sull'aborto e gli attivisti omosessuali lottano per far sì che il loro stile di vita passi dall'accettazione ad una protezione legale. Si tratta di una progressione logica. Prima si richiedeva che l'omosessualità e l'aborto fossero considerati dei diritti, cioè che fossero considerati morali ed accettabili. Poi, sulla base di ciò che si è giunti a considerare morale e degno di essere protetto, si esige che venga sanzionato da una legge. La richiesta di poter avere un matrimonio gay è basata, così, sul “diritto” promosso da una precedente decisione morale.

Non possiamo legiferare per produrre cittadini che si comportino in modo morale, ma legiferiamo sulla moralità. Le leggi contro il furto e l'omicidio non hanno mai reso nessuno una persona migliore. Loro scopo non è quello di renderci migliori, né era loro intenzione. Sono state fatte per dissuadere gente immorale da comportamenti immorali attraverso il timore della giustizia. Nemmeno fermarsi di fronte ad un segnale di stop fa di noi persone morali: l'intenzione non è quella di renderci persone morali, ma fare in modo che guidiamo in modo tale da proteggere la vita e le proprietà altrui. Il magistrato, dice l'apostolo Paolo, “è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male” (Romani 13:3). Loro scopo è quello di tenere sotto controllo coloro che vogliono fare ciò che la legge dice essere sbagliato.

La moralità su cui si fondano le nostre leggi è sempre religiosa per sua stessa natura. L'etica morale di un cristiano sarà diversa da quella di un'umanista, di un indù o di un mussulmano. Quando cambiamo religione, cambia la nostra moralità e le nostre leggi lo rifletteranno. Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad uno spostamento progressivo dalla fede cristiana [riflessa nelle nostre leggi] a leggi più vigorosamente umaniste [basate sull'ideologia dell'umanesimo].

E' pure vero il contrario. Quando cambiamo la nostra moralità, cambiamo pure i nostri presupposti religiosi, e cambia pure la nostra religione. Il nostro problema, oggi, non è tanto un anti-cristianesimo esteriore, ma un distacco interiore dalle leggi di Dio.
Tutti noi crediamo alla necessità della legge: questo è comunque legiferare sulla moralità. Io credo nella moralità che Dio ci insegna nella Sua Parola. A quale moralità voi credete?

Mark R. Rushdoony

[Mark R. Rushdoony è presidente di Chalcedon and Ross House Books. E' pure direttore della rivista Faith for All of Life e di altre pubblicazioni di Chalcedon, vedi: http://www.chalcedon.edu/]

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