Così pensi che l'omosessualità sia peccato?

Le argomentazioni pretestuose ed ingannevoli di un diagramma di flusso pro-omosessualità

Un grafico (originalmente in inglese) che sta girando da qualche tempo sui social media porta porta il titolo: "So You Still Think Homosexuality is Sinful?" (Così pensi che l'omosessualità sia peccato?) e con sottotitolo: "And therefore gays shouldn't be allowed to marry?" (e quindi che ai gay non dovrebbe essere permesso di sposarsi?).

Quella non è proprio la ragione per la quale il "matrimonio gay" non dovrebbe essere permesso. La ragione è che tale idea è un ossimoro, vale a dire una contraddizione in termini. Il matrimonio è un'unione permanente fra un uomo ed una donna. Agli omosessuali è stato sempre "permesso" di sposarsi, ma generalmente non lo vogliono perché non desiderano quel tipo di unione permanente con un membro del sesso opposto. Più precisamente, molti hanno contratto matrimonio (ad esempio a causa di pressioni familiari o convenienza), ma quello non è ciò che essi chiedono ora.

Il grafico stesso è un diagramma di flusso. Se rispondi alla domanda con un "no" esso ti premia dicendoti: "Congratulazioni: fai parte della società civile!". Apparentemente, l'autore del grafico pensa che avere una comprensione distorta e fallace della moralità faccia parte della "società civile". In passato si usava identificare "la società civile" a società che vivono secondo criteri di moralità (specialmente quelli associati con la Bibbia), non con coloro che abbandonano le regole per vivere a loro piacimento e apparente maggiore convenienza.

Per coloro che rispondono "Sì", il grafico si chiede: "Perché?" ed offre sei alternative. La prima alternativa è: "Perché così dice Gesù", alla quale il grafico risponde dicendo: "Non è vero. Gesù non ha mai pronunciato una singola parola contro i rapporti fra persone dello stesso sesso". A questo il grafico offre diversi percorsi.

In primo luogo , Gesù ripetutamente si riferisce a Sodoma come esempio di malvagità e durezza di cuore e che merita un castigo da parte di Dio:

Gesù non menziona esplicitamente il termine "omosessualità", ma non era necessario che lo facesse: tutti allora sapevano da che gente fosse prevalentemente abitata quella città.

In secondo luogo , Gesù sostiene chiaramente la validità della legge dell'Antico Testamento.

In terzo luogo , lo stesso Gesù è quello che invia Paolo a predicare in Suo nome, e Paolo insegna chiaramente che l'omosessualità sia peccato.

Il grafico presume che noi si accetti la pretesa che Gesù non avesse nulla da dire sulla questione e ritorna alla domanda: "Perché?". 
L'opzione seguente prevista dal grafico è "Perché lo dice l'Antico Testamento".

Al che il grafico risponde dicendo: "L'Antico Testamento pure dice che è peccato mangiare frutti di mare, di indossare abiti fatti di tessuti d i tipo diverso o di mangiare carne di maiale". Il grafico, quindi si chiede: "Dobbiamo forse ancora vivere secondo le leggi dell'Antico Testamento?"
L'Antico Testamento pure dice che sia sbagliato assassinare delle persone, commettere adulterio, e rubare le cose che altri possiedono. Dovremmo ancora vivere secondo le regole dell'Antico Testamento? Probabilmente l'autore del grafico crede che, quando si tratta di quelle leggi, che noi lo dovremmo fare, e che non lo dovremmo quando si chiede di mangiare cibi Casherut o evitare tessuti misti. Di fatto, a parte dagli ebrei e da alcuni giudaizzanti, noi tutti siamo d'accordo con quei punti.

Il grafico, di fatto fa uso del fallace ragionamento della "petitio principii" (la "petizione di principio" o "risposta con la premessa"), nel quale la proposizione che deve essere provata è supposta implicitamente o esplicitamente nelle premesse. L'affermazione da dimostrare, cioè, viene data per scontata durante il ragionamento che dovrebbe dimostrare che è vera. Di fatto la proibizione dell'omosessualità ricade nella prima categoria di prescrizioni morali, non nella seconda. Il grafico non offre alcuna argomentazione sul perché dovremmo considerare che la proibizione dell'omosessualità sia più simile al mangiare cibo Casherut che non all'adulterio o alla proibizione della zooerastia. Di fatto, le pratiche omosessuali sono più simili all'adulterio che al mangiare frutti di mare. Inoltre abbiamo chiare indicazioni nel Nuovo Testamento che ci aiutano ad operare una distinzione fra leggi cerimoniali (come le leggi sugli alimenti tabù) e le leggi morali (come quelle che riguardano i comportamenti sessuali). 

Il grafico presuppone che la risposta alle questioni poste sia un semplice "sì" e "no", piuttosto che considerare le premesse previste. Dato che ci sarebbero modi diversi di rispondere (e non tanto sì o no), il risultato ci riporta indietro alla domanda sul perché.

L'opzione successiva che il grafico ci propone è "Perché così dice il Nuovo Testamento". Al che il grafico risponde: "La lingua originale del Nuovo Testamento di fatto si riferisce alla prostituzione maschile, alla molestia o alla promiscuità, non ad un rapporto duraturo ed impegnato fra persone dello stesso sesso. Paolo potrebbe anche aver parlato contro l'omosessualità, ma dice anche che le donne dovrebbero stare in silenzio e non assumere autorità sui maschi". Il grafico così si chiede: "Forse che le chiese di oggi dovrebbero vivere secondo i valori dell'apostolo Paolo?".

Di fatto, però, la lingua originale del Nuovo Testamento non fa alcuna differenza fra attività omosessuale "impegnata" e quella di altri tipi. In altre parole, non è come se il NT si riferisse esclusivamente alla prostituzione maschile (sebbene lo faccia quando usa l'eufemismo di "cani"). Esso fa uso di termini che coprono tutta la sfera dell'attività omosessuale, inclusa l'omosessualità "attiva" e quella "passiva". Ad esempio:

Il Nuovo Testamento fa riferimento in generale, poi, sia all'omosessualità maschile che quella femminile.

Al riguardo di ciò che Paolo dice sulle donne, egli afferma che esse dovevano tacere in chiesa, ma non sempre. Sì, ci sono molte cose che insegna l'apostolo Paolo che non garbano alle femministe ed ai femministi moderni. 

Al riguardo della questione se noi dovessimo adottare "tutti" i valori di Paolo, anche se la risposta fosse "no", questo ancora lascerebbe aperta la questione se noi dobbiamo oppure no adottare il particolare e chiaro insegnamento sull'omosessualità. Si potrebbe sostenere che vi siano alcuni valori di Paolo che sono condizionati culturalmente (la tipica argomentazione del femminismo per l'egalitarianismo). Quand'anche, però, accettassimo quelle argomentazioni, ancora esse non ci porterebbero alla conclusione che noi dobbiamo gettare via il bambino con l'acqua del bagno.

In altre parole, sollevare un'obiezione che noi non dovremmo accettare tutto ciò che insegna Paolo, non porta automaticamente alla conclusione che dovremmo respingere tutto ciò che Paolo insegna - o persino che noi dovremmo respingere una qualsiasi cosa particolare che Paolo insegna.

Se pensate che dovremmo seguire tutto cià che Paolo insegna (o tutto ciò che insegna l'Antico Testamento - ed è chiaro come Paolo segua sia Gesù che l'Antico Testamento), allora il grafico fornisce la seguente via d'uscita: "Divertitevi pure a vivere il vostro stile di vita sessista, sciovinista, giudicante (sic) e xenofobo. Il resto della cultura progredirà anche senza di voi",

Naturalmente, quest'ultima non è un'argomentazione, è solo una serie di epiteti ed un'affermazione non dimostrata della direzione in cui andrebbe "la cultura". Ci aspetteremmo, però, a questo punto, un'argomentazione razionale? Il ritorno al tempo in cui l'omosessualità era accettata ampiamente non è in alcun modo "un passo in avanti", ma "un passo indietro". Dopo tutto, tale attività era diffusa nella cultura greca che Paolo condannava. Cercare di sovvertire la morale biblica non significa muoversi lungo una traiettoria morale di progresso, ma ritornare alla condizione di una cultura pre-cristiana dove prevalevano ogni sorta di atrocità e di ingiustizie.

Il grafico, però, ancora non termina a questo punto. Offre un'altra opzione: "Perché Dio ha creato Adamo ed Eva, e non Adamo ed Evaristo". Il grafico così risponde: "Quello avveniva quando la terra non era popolata. Oggi ci sono 6,79 miliardi di persone. Non abbiamo bisogno di maggiore natalità". Questo potrebbe avere senso come un'argomentazione in favore dell'uso dei contraccettivi, ma è del tutto irrilevante alla questione del matrimonio. Nonostante quello che i maschi omosessuali possano pensare, le donne sono compagne adatte all'uomo per ragioni che vanno molto al di là della procreazione.

L'argomentazione sul grande numero di esseri umani che c'è oggi, è una "aringa rossa" (o conclusione irrilevante). Al tempo in cui erano stati creati Adamo ed Eva c'erano solo loro. Al tempo di Gesù sulla terra c'erano qualche centinaia di milioni di persone. Certo, miliardi è più che milioni, ma trilioni è più di miliardi, e milioni è ancora un numero grande. L'argomento di Gesù che il matrimonio sia l'unione fra un uomo ed una donna era stato dato quando la terra era largamente popolata, e non era legato alla questione della riproduzione - si riferiva al divorzio.

Il grafico presuppone che il vasto numero esistente delle persone neghi l'argomentazione di Gesù, e così ritorna alla domanda "perché?".
L'opzione successiva è "perché la Bibbia chiaramente definisce il matrimonio come iun uomo-una donna'", al che il grafico risponde "Sbagliato: la Bibba pure definisce il matrimonio 'un uomo-più donne', 'un uomo-molte mogli e molte concubine', 'un violentatore e la sua vittima', 'un soldato e la sua prigioniera di guerra'".

Quest'argomentazione è errata. Gli esempi su violentatore/vittima, soldato/prigioniera ecc. riguardano pure il rapporto uomo-donna. Inoltre, gli esempi di poligamia sono esempi di un uomo sposato varie volte, non di un matrimonio celebrato con molte donne al tempo stesso. Inoltre, nella Bibbia la poligamia viene descritta, ma non condonata. Infine, agli scopi di questa particolare argomentazione, dovremmo aggiungere che espandere la definizione di matrimonio fino ad includervi la poligamia ed il concubinaggio esclude ancora il "matrimonio omosessuale".

Il grafico, però, sembra pensare che quest'argomentazione sia utile e così procede all'opzione finale, per la quale il grafico non fornisce alcuna "uscita". L'opzione finale è: "Perché mi disgusta". Al che esso risponde: "Almeno sei onesto. Però, un'intera popolazione di persone dovrebbe forse essere discriminata solo perché per te essere gay ti disgusta? Cresci!".

Quale popolazione ha in mente l'autore quando dice così? L'intera popolazione di Sodoma? Ciò che il grafico intende veramente sono "gli omosessuali" e neanche tutti, perché la maggior parte d'essi preferisce la promiscuità - ma mettiamo che siano tutti o la maggioranza.

Le loro famiglie non sono "discriminate". Ciò che definisce una famiglia è la presenza di genitori e la loro progenie. Essi sono parti di famiglie, ma non formano le loro famiglie, Anche se le loro unità sociali fossero "famiglie", esse non sono "discriminate" semplicemente perché non chiamiamo il loro rapporto "matrimonio", proprio come non discriminiamo i divorziati non chiamandoli "vedovi" o "vedove".

Se siano disgustosi oppure no i rapporti omosessuali non è veramente il punto. Potremmo pensare che certe toelette siano "disgustose", ma non discriminiamo gli idraulici che le aggiustano!

Potremmo però capovolgere il tutto. Solo perché una piccola frazione di maschi pensano che le donne siano "disgustose" e vogliono abbandonare i rapporti naturali con le donne per andare con gli uomini, questo non significa che noi si debba rendere legale la loro perversione, né tanto meno far finta che il loro "rapporto impegnato", basato su quella perversione, sia "un matrimonio".

Per approfondire:


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