La questione dell'Eutanasia

 

I. Hai già sentito parlare, discutere, sull'eutanasia? Che idea hai?

L'eutanasia, insieme ad altri temi di etica come ad esempio, l'aborto o l'omosessualità, è oggi un tema molto dibattuto e quindi ...non si può fare a meno di sentirne parlare e discutere! Il fatto che se ne parli molto, cioè che i mass-media se ne interessino molto, ha a che fare con diversi fattori fra cui metterei in primo piano il fenomeno contemporaneo per cui la nostra società si sta distaccando sempre di più dalla concezione cristiana del mondo (siamo una società culturalmente post-cristiana). L'affermazione di concezioni diverse da quella cristiana entra in conflitto con le concezioni per noi tradizionali. Da una parte vi sono coloro che sostengono con forza le nuove idee e che spesso le propongono in modo provocatorio ed aggressivo, dall'altra i cristiani che vogliono rimanere fedeli alle proprie basi di fede, che reagiscono difendendo - con ragion di causa - le loro posizioni. Indipendentemente dalle questioni in sé stesse come l'eutanasia, stiamo vivendo oggi un'epoca di transizione con forti conflitti ideologici. In particolare, appunto, la civiltà occidentale, allontanandosi sempre di più dagli assoluti della fede cristiana che l'avevano fin ora caratterizzata, si trova in un imbarazzante dilemma. Si sta abbandonando l'idea di "santità della vita" e la si sostituisce con quella molto relativa di "qualità della vita". Però io mi chiedo: chi decide, e su quale base, che cosa voglia dire una "vita di qualità"? La cosa più triste per questa corrosione dei valori è la corresponsabilità delle chiese storiche. Sono le stesse chiese storiche (come quella riformata) che, allontanandosi sempre di più dalla fedeltà all'autorità della Bibbia, e tradendo le stesse loro radici, si stanno accodando alle filosofie moderne, corrompendo sé stesse e "dando una mano" ad ideologie estranee che ritengono essere "un progresso", ma che progresso non sono.

  1. Hai già vissuto un caso concreto, una persona che ha fatto uso dell'eutanasia attiva?

No, nel nostro Paese l'eutanasia attiva è illegale e chi la pratica o la asseconda - se denunciato, finirebbe in galera... Conosco però - per aver letto a riguardo - esperienze fatte in America o in Olanda. So che recentemente un medico ha assistito una donna nel proprio suicidio: la donna era stata diagnosticata affetta dal morbo di Alzheimer. Credo però sia utile chiarire un poco la questione. La parola "eutanasia" significa "buona morte". Oggi significa "uccidere per misericordia". Come si fa per un cane o un cavallo. C'è differenza, però, fra un cavallo e un essere umano? La Società per l'Eutanasia la definisce come: "Far cessare la vita umana con mezzi che non causino dolore al fine di porre fine ad intensa sofferenza fisica". Bisogna poi distinguere i diversi tipi di eutanasia:

  1. Passiva volontaria. Lasciare che la natura faccia il suo corso. Esempio: il paziente affetto da cancro septico. Non si fa nulla per affrettare attivamente la morte. Il paziente è lucido e non desidera più essere sottoposto a terapie di sorta. Questa categoria è quella meno controversa. Alcuni nemmeno la classificano come eutanasia. La morte è ancora inevitabile. Giunge il momento in cui ulteriore assistenza medica non ha più senso. Si fa il possibile per evitargli di soffrire o di prolungargli artificialmente i processi vitali quando non c'è più speranza oggettiva. Nel caso che hai citato conservare in vita artificialmente quando il cervello è irrimediabilmente danneggiato ha poco senso, e la responsabilità di interrompere questo procedimento deve essere condivisa da tutte le persone direttamente interessate.
  2. Volontaria attiva. La morte viene affrettata su richiesta del paziente. E' la tesi del diritto a morire. Viene staccata la spina o si fa un'iniezione letale. In molte nazioni, in effetti, esiste il "diritto a morire". Il paziente può rifiutare ulteriore trattamento medico, ma da dove si trae questo "diritto a morire"? Perché uno dovrebbe averlo? Su quale base?
  3. Passiva involontaria. Il paziente non esprime desiderio di morire o, in alcuni casi, è incapace di farlo. Non si somministra più cibo, antibiotici, sostegno della vita. Esempio: il neonato deforme, l'anziano privo di coscienza. Nel caso di eutanasia passiva involontaria, il paziente può non essere in grado di decidere a causa di un coma. I problemi per il personale medico sono causati dalle guarigioni imprevedibili, come per esempio il ragazzo che era stato in coma per 10 anni e che improvvisamente si risveglia. Qui si tratta di sapere che cosa sia una persona e quando cessi l'essere persona, oppure quali debbano essere i criteri per stabilire la morte. Le implicazioni dell'assegnare arbitrariamente valore alla vita sono state espresse dal professore di etica Daniel Callaghan in questo modo: "Il gruppo che gestisce il potere in una data società potrebbe, con l'uso di questo principio (definire cioè l'umanità in qualsiamo modo decidiamo) definire come non-umani i malati cronici, le persone senili e gli anziani, e quindi giustificare la soppressione della loro vita sulla base del bene sociale che se ne potrebbe ottenere". Si puo facilmente vedere questo nella persona anziama e malata che desidera morire perché si sente colpevole del portare via spazio e risorse utili in un ospedale.
  4. Involontaria attiva. La morte viene indotta contro la volontà della persona. Lo si fa per le cosiddette ragioni umanitarie, o economiche, o per purificare la razza geneticamente, o per ragioni politiche. Hitler usò queste ragioni per giustificare il genocidio degli ebrei, e l'eliminazione degli handicappati, dei nani, degli zingari, degli omosessuali. L'aborto rientra in questa categoria. L'eutanasia involontaria attiva è praticata oggi nel caso dell'aborto. In alcuni paesi si sta cominciando a praticarla con le persone anziane. Alcuni pensatori radicali, fra cui il vincitore di un premio Nobel, sostengono la nedessità di dichiarare legalmente vivo un bambino solo all'età di due anni e legalmente morto a 85! Questo significa che fra la nascita e i due anni di età è possibile praticare l'infanticidio se si determina che il bambino non abbia il potenziale di fare esperienza di "una vita di qualità". Lo stesso dovrebbe valere dopo l'età di 85 anni...
    1. Faresti personalmente uso dell'eutanasia attiva?

No, perché sono un cristiano e sono volontariamente legato da un patto di ubbidienza con la volontà di Dio per noi che Egli ha rivelato autorevolmente nella Bibbia. Sono persuaso che la Bibbia sia Parola di Dio infallibile ed inerrante in tutto ciò che afferma. Per questo:

La Bibbia considera tutta la vita come sacra - dal concepimento alla morte. La vita è un dono di Dio e non spetta a me giudicare se essa sia utile oppure meno, che mi piaccia o non mi piaccia, che lo capisca oppure no. Valore e dignità sono inerenti ad ogni creatura umana: l'essere umano è stato creato ad immagine di Dio. Solo Dio è Signore sulla vita e sulla morte e io non ho diritto di decidere sulla mia o sull'altrui vita: dare e togliere la vita è solo la Sua prerogativa. Il suicidio è sbagliato perché si tratta dell'assassinio della propria persona: se Dio mi tiene in vita è perché c'è sicuramente un buon motivo, anche se mi trovo in situazioni molto difficili. Eccetto nel caso di autodifesa e della guerra giusta, sopprimere una qualsiasi vita umana è omicidio. Contravvenire alla volontà che Dio ha espresso per noi significa incorrere nella Sua riprovazione e condanna. Credo in ciò che Dio ha rivelato sulla vita dopo la morte. Può essere senz'altro molto difficile, ma è meglio soffrire per un tempo limitato su questa terra, che eternamente, privato della presenza di Dio.

  1. Hai già sentito parlare dell'associazione EXIT?

Si, ma ne so molto poco al riguardo. Se suo scopo è provocare la morte di sé stessi, evidentemente non sono d'accordo. Essa promuoverebbe ciò che Dio proibisce.

Paolo Castellina, v.d.m., 3 luglio 1996

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