Tito 2:1-10 La testimonianza morale del
ministro di Dio In contrasto agli errori dei falsi maestri che turbano i cristiani di Creta, Tito deve insistere su ciò che è in armonia e coerenza con il sano insegnamento apostolico. Paolo così delinea qui sommariamente il comportamento che ci si deve attendere da ogni gruppo sociale presente nella comunità cristiana, ed esorta Tito ad essere esemplare nel servizio che rende loro. E’ su quest’ultimo aspetto della testimonianza del ministro di Dio che desidero qui particolarmente concentrarmi. 1) Conformità alla sana dottrina. In contrasto con la malattia dell’eresia, Tito deve continuare a dire solo ciò che si confà a sana dottrina, perché un insegnamento integro e fedele promuove la vita spirituale autentica che si manifesta poi in ubbidienza (1 Ti. 1:10). "Senza dubbio il cristianesimo è soprattutto una dottrina, ma solo quella che in senso proprio si manifesta in vita vissuta in un certo modo. Le due cose saranno tenute separate l’una dall’altra nell’insegnamento pubblico solo a costo di pregiudicarle irreparabilmente" (Fairbairn). 2) Insegnamento integro, dignitoso, linguaggio sano, irreprensibile. Come ministro dell’Evangelo Tito deve badare alla sua immagine pubblica. In ogni cosa egli deve sforzarsi di essere un esempio di opere buone, perché la sua testimonianza non sarà efficace se il suo insegnamento non è visibilmente incarnato nella sua vita. Il suo insegnamento deve essere caratterizzato da due importanti qualità personali. "Integrità" e "linguaggio sano" esprimono "il carattere indiviso e la sincerità che un insegnante di cose sacre deve esibire. Significa la dedizione completa, totale, di tutto cuore della sua persona alla causa, mentre "dignità" fa piuttosto riferimento a come si conduce esteriormente" (Bernard). Il contenuto del suo insegnamento deve essere in conformità col "deposito" apostolico (2 Ti. 1:14): il "linguaggio sano" che non potrà essere condannato, affinché ogni avversario sia svergognato e messo a tacere. Aggiungendo "non avendo nulla di male da dire contro di noi", Paolo rammenta a Tito che ogni mancanza da parte sua si rifletterà pure sulla reputazione dell’Apostolo di cui è rappresentante a Creta. |