Tito 1:10-16 Falsi servitori di Dio smascherati Come molti antichi falsi profeti, anche la chiesa di tanto in tanto fa la (triste) esperienza di aver a che fare con gente che si autoproclama ministro di Dio senza averne titolo. L’Apostolo qui smaschera quelli presenti in quel tempo a Creta, i quali seducevano con le loro parole i fedeli del luogo. Spesso sono molti abili a insinuarsi nelle chiese, a mettersi in mostra ed a sfuggire al riconoscimento; a ben guardare, però, essi "professano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti". Nella situazione a cui il nostro testo fa riferimento, il carattere bugiardo attribuito agli abitanti di Creta da uno dei loro poeti e filosofi (Epimenide, VI secolo a. C.), viene esemplificato proprio dal comportamento dei maestri non autorizzati che turbano comunità e famiglie, e che diffondono l’agente corruttore del legalismo e della mitologia giudaica per puro guadagno personale. Tito deve ammonirli con decisione affinché la loro fede sia conforme alla verità rivelata in Cristo, perché sebbene i loro monitori giudei professino di conoscere Dio, le loro opere malvagie provano appunto che essi sono estranei alla verità. "Si noti la differenza fra questi ed i pii pastori che sono secondo il cuore di Dio. Questi ultimi nutrono il popolo di Dio con sapienza ed intelligenza, mentre gli altri con vanità e vento; questi derivano i loro doni e vocazione da Dio, e riferiscono fedelmente le parole di Dio per la Sua sola gloria; gli altri, come galli del pollaio di Satana, mescolano la verità con impurità, affinché non sia mai veracemente gustata. Come venditori ambulanti inaffidabili, essi dicono una parola per Dio e due per sé stessi" (Taylor). Le parole di Paolo sono qui molto severe. Ad essi deve essere messa la museruola affinché non producano alla chiesa ulteriore danno. Le loro motivazioni ultime li tradiscono: "Se gli occhi di Balaam si posano sull’oro di Balak, devono essere solo ciechi; e quando solo l’avidità è divenuta la coscienza degli uomini, non fa meraviglia che essi parlino, scrivano, o intraprendano qualcosa, solo se ad essi in ultima analisi convenga" (Taylor). |