Matteo 8:28-34

Consapevoli di tutta la realtà

Nel testo di oggi troviamo il racconto di come Gesù scacci i demoni da due uomini che ne erano posseduti. Lo scopo di tutto questo capitolo è quello di mostrarci la divina potenza del Cristo all’opera irresistibilmente sulle malattie; sulle onde e sul vento, ancora più incontrollabile; e alla fine sui demoni, per noi il nemico più formidabile che ci sia.
Nella nostra epoca razionalista e materialista generalmente si deride e si nega l’esistenza dei demoni, “spiegandola” in altro modo e interpretando, di conseguenza, i testi biblici. È comune che si dica, per esempio, che ciò che aveva reso “furiosi” questi due uomini fosse “semplicemente” una malattia mentale o uno scompenso biochimico del loro cervello… Il concetto, però, di “malattia mentale” è molto discutibile, come pure le “cure” che oggi si propongono. Sebbene, certamente, sia necessario “andarci cauti” nel vedere “demoni dietro ogni cespuglio”, la Parola di Dio è molto chiara sul fatto (di cui dobbiamo prendere coscienza a nostro stesso vantaggio) che: “Il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti” (Ef. 6:12) e che influenzano la realtà materiale più di quanto generalmente si creda. Gli stessi “moderni” spesso sono perplessi su quanto “irrisolvibili” siano tante situazioni dove vediamo all’opera tanti “inspiegabili” mali che operano nelle menti e nella società.

Cristo, però, è potente da vincere anche questi. Egli dice: “Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra” (Mt. 28:18). Egli si pone “al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro” (Ef. 1:21). Egli: “ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce” (Cl. 2:15).
Che stupidità ed arroganza per noi “moderni”, che cecità, negare ciò che Gesù stesso è venuto a combattere e vincere e quindi diventare preda proprio di ciò che noi neghiamo, esserne manipolati ed alla fine distrutti. C’è chi preferisce i suoi redditizi “branchi di porci” a Cristo e Lo allontana, così, “dal suo territorio”, pregiudicandosi, così, alla fine, la sua stessa vita. Meglio perdere i nostri “branchi di porci” che perdere creature umane negando proprio ciò che le potrebbe salvare. “Il Figlio dell'uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto” (Lu. 19:10).