Mt. 25:1-13
Negligenza e avvedutezza
La parabola delle dieci vergini (ragazze), assieme
alle due che seguono, fluisce naturalmente dalle esortazioni alla
vigilanza di 24:36-51. Tutt'e tre le parabole descrivono la crisi che
subentrerà nel giorno
del ritorno del Signore. Al termine della cerimonia di fidanzamento, era
usanza dello sposo condurre i suoi amici in casa della sposa, e da lì
scortare lei e le sue amiche (le vergini) fino a casa sua per la festa
di nozze. Le lampade, di fatto, erano torce - lunghi bastoni avvolti in
stracci impregnati d'olio d'oliva a cui si dava fuoco per la processione
nuziale. Alla notizia dell'arrivo dello sposo, tutt'e dieci le vergini
versano olio sulle loro fiaccole, ma solo cinque ne hanno una riserva in
apposite giare, necessarie per la festa susseguente. Se condividessero
con loro l'olio, presto non vi sarebbero più
delle torce. Per la loro negligenza le vergini stolte sono così
bandite dal banchetto.
Le cinque vergini stolte rappresentano i falsi
discepoli, i cinque saggi quelli veri. Lo sposo rappresenta Gesù,
la venuta improvvisa: l'imprevedibile giorno ed ora del Suo ritorno.
Quando tornerà,
certamente giudicherà
i membri della chiesa sulla base delle evidenze concrete della loro
fede, e separerà i
veri discepoli dai falsi. La mancanza d'olio delle vergini stolte
corrisponde alla negligenza di quell'invitato che si presenza senza la
veste richiesta per le nozze (22:11). In ciascun caso si nota l'assenza
d'opere evidenti di giustizia. Nel v. 13 Gesù
ripete quant'aveva espresso in 24:42 e quindi collega la parabola
all'ammonizione della fine del cap. 24. Proprio perché
il tempo esatto del ritorno di Cristo non
è possibile
conoscerlo, è
necessaria vigilanza costante. Egli dunque esorta all'ubbidienza
costante, ad una vita di buone opere, e questo in contrasto al tentativo
disperato dell'ultimo momento di rimediare ad anni di negligenza e di
disubbidienza. In quali gruppo ci troveremo noi quel giorno?
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