Marco 5:35-43
L’unica parola efficace
Il Signore Gesù, dopo aver guarito una malattia
umanamente incurabile procede a trionfare sulla morte stessa, “l’ultimo
nemico”, il più grande, quello che nessuna medicina potrà, né ora né
mai, sconfiggere (se non nella fantascienza) e sulla quale solo il
Creatore può incidere.
Finché c’è vita c’è speranza, si diceva oggi
come allora, e se la figlia di Iairo è morta, mettiamoci il cuore in
pace: nemmeno Gesù potrà più farci nulla. O no?
Gesù incoraggia, così, quel padre afflitto alla
speranza. “Non supporre che la mia venuta sia inutile, solo credi che io
posso trarre del bene anche da quella situazione umanamente senza più
speranza. Continua ad aver fiducia nel Cristo, dipendi da Lui, ed Egli
farà ciò che è meglio. Credi nella risurrezione, e non temere”.
Arrivato a quella casa, così Gesù vuole che
rimangano fuori dalla casa coloro che erano indegni d’essere testimoni
d’un tale miracolo, coloro che erano ignoranti delle cose di Dio, gli
increduli, coloro che avrebbero equivocato i Suoi gesti e le Sue parole,
gli sprezzanti, i maliziosi, i sapientoni, i curiosi… alla fin fine
possono entrare come testimoni solo i discepoli in quel momento più
fidati, insieme ai genitori della ragazza, e questo per loro conforto.
Non una parola qualsiasi avrebbe potuto far
tornare la vita in quella ragazza, non una parola magica, ma la Parola
del Creatore stessa che aveva portato all’esistenza ogni cosa dal nulla
all’inizio dei tempi. Quella ragazzina morta non avrebbe potuto
rispondere ad alcun’altra parola, ad alcun altro intervento. E’ come la
Parola dell’Evangelo che risveglia alla vita spirituale chi è
spiritualmente morto, quand’è fatta pronunciare dalla stessa sovranità
di Dio. Ecco allora che diventa possibile il ravvedimento e la fede,
cose impossibili da suscitare in chiunque, qualunque stratagemma
potremmo umanamente escogitare. Non possiamo, infatti, impartire la fede
a qualcuno più di quanto potremmo dar vita ad un cadavere. Nostro dovere
è predicare l’Evangelo fedelmente, e Dio se ne avvarrà quando e come
sovranamente Egli vorrà. Non sarà mai invano, siamone persuasi!
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