Luca 22:63-71 "Gli
uomini che tenevano Gesù lo
schernivano, percuotendolo" (v. 63) Non c'è che un unico modo di prenderci gioco
di Gesù, cioè "percuoterlo". Dirsi cristiani senza vivere come tali è
un colpo inferto a Colui del quale noi siamo chiamati ad essere ambasciatori (2
Co. 5:20). Chi
è Gesù? Un profeta? I soldati avevano certamente sentito dire che Gesù
era un profeta. Per loro ecco l'occasione per sincerarsene. Si concedono così
una distrazione (v. 64) caratteristico di coloro che non hanno nella vita altro
scopo di elevarsi al di sopra degli altri. Il loro atteggiamento mostra che
essi lo considerano un uomo ingenuo ed inoffensivo e Lo mettono in ridicolo
come tale. Il Messia? Il Sinedrio (il tribunale ebraico), non avendo alcun
capo d'accusa contro Gesù, forza quest'ultimo a produrre la propria
incriminazione: "Se tu sei il Cristo, diccelo" (v. 67a)! La risposta
a questa domanda non era così semplice, perché la comprensione che i Giudei
avevano della messianicità differiva da quella di Gesù. In effetti, i Giudei
attendevano l'intervento di un Cristo politico che li avesse liberati dal giogo
romano. Il Figlio di Dio. La pretesa di essere profeta, o lo stesso Messia,
poteva, agli occhi del Sinedrio, sorgere da un semplice errore di prospettiva.
Dirsi però "Figlio di Dio", non era nulla di meno di una bestemmia
che comportava la pena capitale. Riflessione. Uomo fra gli uomini, Gesù è stato anche Emmanuele
("Dio con noi"), il "due-in-uno" che nessun altro che Dio
poteva realizzare. |