Luca 22:47-53 IL BACIO DI GIUDA E' permesso vedere nel personaggio di Giuda, il figlio della perdizione, una figura di tutta l'umanità, come in Adamo, ma questo non risolve il problema del destino tragico di quest'uomo. Il fatto che Giuda si sia poi suicidato evidenzia che non si penti mai del suo atto ma fu preso da un rimorso che tormentava la sua coscienza; non fu colpito dalla tristezza secondo Dio che produce ravvedimento e mena alla salvezza, ma dalla tristezza del mondo che produce la morte; cosi non poté scoprire, come Pietro, nello stesso Gesù che tradiva, l'unica fonte di perdono e di vita nuova. E quando consideriamo tutto quanto gli era stato dato, le sue scelte e la sua sorte eterna, questo ci dovrebbe fare riflettere. Poiché, non possiamo minimizzare i nostri falli paragonandoli alla cosiddetta immensa colpa di Giuda; non c'è una gerarchia dei peccati e rifiutare oggi un bicchiere d'acqua al nostro prossimo è un tradimento cosi grave come consegnare il Cristo nelle mani dei peccatori. Non c'è bisogna di fare alcuna cosa per andare alla perdizione, nemmeno di rubare o di tradire come Giuda; basta rimanere tali quali siamo prima di incontrare Gesù. E anche Giuda "seguiva" Gesù, e gli altri discepoli non si erano accorti della presenza di questa zizzania. Chi sa oggi quanti dei nostri "baci al Signore" sono dei tradimenti della sua volontà e dei chiodi ripetutamente piantati nelle sue membra? Stiamo dunque attenti di non fare posto al diavolo, e che d'involontario il nostro peccato diventi deliberato; compiamo la nostra salvezza con timore e tremore, e anziché speculare sul "mistero di Giuda", cerchiamo di cogliere il messaggio di Gesù: "se non vi ravvedete, tutti similmente perirete". |