Gv. 1:29-42

Una duplice testimonianza

Giovanni il battezzatore era spesso rappresentato in antichi quadri con il dito indice puntato verso il Cristo affinché l’attenzione fosse concentrata esclusivamente su quest’ultimo. La testimonianza che Giovanni rende a Cristo è duplice.

Cristo è “l’agnello di Dio”. Le caratteristiche, i titoli, le funzioni del Cristo sono molteplici. Giovanni, però, mette in grande evidenza soprattutto il sacrificio che Egli ha compiuto per l’espiazione dei nostri peccati. Per la nostra attuale mentalità la cosa è difficile da comprendere, quando non decisamente sgradevole. Quel “sangue che cola”, quella morte “assurda” ci è decisamente incomprensibile. Che Cristo “prenda su di sé la condanna che noi meritiamo” ci pare privo di senso. Ancor più “privo di senso” è il fatto che la Scrittura ci consideri peccatori e peccatori condannati a morte! Diciamo: “Certo non siamo perfetti, ma non siamo poi così cattivi!”. Ecco così che la cultura moderna respinge il messaggio evangelico come insensato oppure lo rivede e lo corregge per “adattarlo alla sensibilità moderna”. Che follia, pero! Per quanto “ostico” ci possa sembrare è al messaggio della Bibbia che dobbiamo convertirci e non viceversa. Prendiamolo in parola, non riteniamo di essere “meglio informati” o “più progrediti”. Ci conviene!

Cristo e lo Spirito Santo. Cristo, inoltre, è Colui nel quale risiede lo Spirito Santo di Dio. Gesù è il solo che possa immergerci in questa realtà affinché Egli operi in noi ed attraverso di noi. Corrotti dal peccato come siamo, chi altri potrebbe, se non lo Spirito creatore di Dio, rigenerarci, convertirci, trasformarci, guidarci sulle vie di ciò che è giusto agli occhi di Dio? Non è l’istruzione che ci renderà migliori, per quanto importante sia. Non basta l’esortazione ad essere …buoni, onesti, giusti, amorevoli, che potrà far sì che noi lo diventiamo di fatto! Anzi, senza un “immersione totale” nello Spirito Santo di Dio, tutta la nostra istruzione, esortazioni e religione, sono soltanto fittizia ipocrisia, vuote parole. È andando a Cristo con fede che potremo partecipare all’opera rigeneratrice dello Spirito Santo in noi.

I due discepoli di Giovanni, menzionati al termine di questo brano, fanno proprio ciò che dobbiamo fare, in un certo senso, anche noi: vedere “dove abita”, “seguirlo” e “stare con lui”.