Gv 1,1-18

L’Altissimo: «troppo» ?

Il prologo del vangelo secondo Giovanni è notoriamente un capolavoro da tutti i punti di vista. Tradizionalmente Giovanni è stato paragonato ad un’aquila che si libra altissima al di sopra delle vette dei monti e che vede molto più in là degli altri, a proposito di Gesù. Che il Signore ci dia, attraverso la lettura di questi testi, di cogliere l’identità profonda di Gesù e che va ben oltre a ciò che si potrebbe dire di un qualsiasi essere umano, forse anche del migliore.

Questo non vuol dire, però, che Gesù sia così “stratosfericamente” alto tanto da intimidirci e da apparirci “troppo lontano” e quindi “irrilevante” (e farci cercare, di conseguenza, una qualche “figura religiosa” più vicino a noi: sarebbe un grave errore). No, Colui che è la stessa ed eterna Parola creatrice di Dio, è anche Colui che si è abbassato fino ad entrare “in casa nostra” come uno di noi. Questa è la cosa più straordinaria: che Dio abbia lasciato la gloria e lo splendore delle dimensioni eterne per entrare personalmente negli angusti limiti della vita materiale legata al tempo, e persino fra le più umili. “È impossibile, inaccettabile!” dice lo scettico, “Non può che essere un mito!”. Qualcuno certamente pensa così, ma non si può fare a meno di osservare come sia anche piuttosto “comodo” e “conveniente” crederlo, perché così il mondo sarà “solo nostro”, senza alcuna “interferenza” da parte di Dio! “Che Dio se ne stia lassù …a fare il suo mestiere. Ci pensiamo noi alle cose di quaggiù, come riteniamo meglio!”. Questa blasfema e peccaminosa pretesa umana, però, non si è avverata. È Lui il Creatore e il Signore sia del cielo che della terra e, quando viene in questo mondo, viene in ciò che appartiene a Lui, e non a noi.

“Vieni pure, ma noi ti cacceremo!” è ciò continua a dire l’essere umano ribelle che ancora oggi, se Gesù tornasse come allora, sarebbe pronto a crocifiggerlo un’altra volta. “Di te non ne vogliamo sapere …in una forma o in un’altra!”. La folle arroganza umana, però, sarà duramente un giorno castigata.
Grazie a Dio, non tutti dicono così. Vi sono uomini e donne che riconoscono i Suoi diritti e che Lo accolgono, persone che riconoscono la Sua verità e la grazia stupefacente che Egli è venuto a conferire, persone che Lo accolgono come proprio Signore e Salvatore. Dio ha aperto loro gli occhi su sé stessi e su Cristo. Grazie a Dio, l’umana abiezione non è illimitata: Dio le ha posto un limite ed ha avuto compassione di noi. Non tutti saranno condannati, come sarebbe giusto, siine persuaso! Ad alcuni Dio conferisce immeritatamente la Sua grazia e li trasforma. Sei fra questi?