Giuda 17-25 Attiva vigilanza L’apostolo Giuda riassume qui i suoi ammonimenti con un’esortazione alla fedeltà. Cita gli apostoli (v. 17) con un detto forse preservato oralmente ma corrispondente a quanto altre epistole affermano. I falsi maestri sono privi di quello Spirito la cui illuminante opera è necessaria a chiunque voglia comprendere le cose di Dio (1 Co. 2:6-16). E’ un dato di fatto anche oggi, ma di cui spesso non ce ne rendiamo conto. Seguono diverse esortazioni che riassumono quale sia il rimedio contro l’influenza dei falsi maestri. In primo luogo i credenti debbono edificare sé stessi nella fede (conoscenza ed applicazione della verità). In secondo luogo, essi devono “pregare nello Spirito Santo” secondo la volontà di Dio (Ro. 8:26,27). In terzo luogo essi debbono conservarsi nell’amore di Dio, cioè praticare devota comunione con Dio ed ubbidire alla verità. Dio ha la responsabilità ultima di questa preservazione (si noti il v. 24), ma i credenti partecipano a questo processo che continuerà fintanto che il Signore Gesù Cristo li porterà alla fine alla vita eterna. E’ necessario avere misericordia verso coloro che sono attratti dai falsi insegnamenti (coloro che sono nel dubbio). E’ necessario fare uno sforzo per ricuperare coloro che se ne lasciano sedurre. E’ necessario avere in forte avversione queste influenze negative (“odiarle”) e strappare il più possibile da esse coloro che non se ne sono ancora del tutto lasciati avvincere. Giuda conclude la sua lettera lodando Dio, il quale è pienamente capace di preservare i credenti da ogni caduta (nella trappola dei falsi maestri, non necessariamente dalla salvezza, dato che essi possono esserne ricuperati). Se il credente segue il consiglio dei vv. 20 e 21, Dio può impedire tali cadute. Con un breve sommario dossologico Giuda rileva come i credenti debbano riconoscere in Dio quattro cose: la Sua gloria, maestà, potenza, ed autorità (supremazia su tutte le creature). Dare a Dio la gloria che Gli è dovuta deve essere l’obiettivo della nostra vita. |