Filemone 17-25
Eliminare ogni ostacolo
Paolo esorta Filemone a riaccogliere Onesimo, non
più come lo schiavo
che questi era, ma come fratello in Cristo. La fuga d'Onesimo aveva
certamente costituito un danno economico a Filemone ed alla sua
famiglia. Probabilmente, fuggendo, aveva pure rubato del denaro in casa.
Sarebbe stato questo un impedimento psicologico per l'accoglienza ed il
perdono d'Onesimo? Così
non doveva essere. L'Apostolo si dice disponibile persino a rimborsare
di tasca sua gli eventuali danni economici che Onesimo avesse causato.
Nulla doveva essere d'impedimento alla completa riconciliazione fra i
due: Paolo vuole essere confortato, rasserenato, che non rimanesse alcun
inconfessato risentimento, nessun debito.
Paolo è
così completamente
fiducioso del buon esito di tutta "la faccenda", sa che Filemone, anche
in questo caso, manifesterà
la generosità di cui
va famoso. Anzi, ha fiducia che Filemone saprà
trovar modo di fare anche di più
di quello che gli chiede. Il bene che possiamo compiere, alla gloria di
Cristo, è davvero
sconfinato! Ne siamo persuasi?
L'Apostolo termina la sua lettera esprimendo la sua
speranza che la sua prigionia finalmente termini, e n'è
tanto sicuro che prega Filemone di preparargli già
un alloggio. Nemmeno i saluti finali sono "solo una formalità",
perché "la grazia del
Signore Gesù Cristo"
non è mai un augurio
generico, ma qualcosa di vivo e fecondo di buoni e salutari effetti.
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